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Autore: mey chan    05/10/2011    3 recensioni
"Certo che ho capito, per chi mi hai preso?" borbotta un poco amareggiato.
Riku sbuffa, concedendogli un mezzo sorriso.
"Bene. Allora non è un problema per te?"
"No… affatto. Ma mica l’hai deciso te, vero?" la sussurra quasi l’ultima parola, abbassando lo sguardo.
"Ma tu," inizia Riku, prendendogli delicatamente il naso fra l’indice e il medio, stuzzicandolo di proposito "non avevi detto di aver capito?"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Riku, Sora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Fa caldo fuori.

Sora, piedi scalzi e viso imbronciato, sfoglia distratto una rivista seduto sul letto, emettendo sbuffi a intervalli regolari; di tanto in tanto lancia occhiate speranzose al cellulare, augurandosi che cominci a suonare. Riku aveva promesso di farsi sentire una volta concluso quell’impegno. Sospira, lanciando un’altra occhiata alla sveglia, costatando che il tempo sembra volersi fare beffe di lui.

<<Riku… chiamami, per favore.>> Pigola, tirando su il naso un po’ intasato.

E mentre distratto gioca con il bordo di una pagina del giornalino, si concede di ripensare al motivo della sua preoccupazione.

    



Il castano annuisce piano, aprendo con movimenti meccanici il bento fatto con cura da sua madre.
<<Sora, non fare quella faccia. Te l’ho detto che non sono stato io a voler combinare quest’uscita. Il professore ha semplicemente scelto me come guida per la nuova ragazza che è arrivata in classe da noi la scorsa settimana.>>
<<Pensavo che il tour turistico riguardasse solo la struttura scolastica, non un giro in centro in città.>> afferma piano, osservando senza interesse il suo pranzo.
Riku porta la mano destra a sfiorare la spalla dell’altro, sorridendogli.
<<Questo è vero. E’ stata lei, infatti, a chiedermi di mostrarle il paese; doveva andarci con un’altra compagna ma ha detto che le ha dato buca. Così, essendo quello con cui ha interagito di più, mi ha semplicemente chiesto un favore.>>
<<Interagito. Capisco.>>
L’argenteo curva le labbra in un sorriso più dolce, passando poi ad accarezzargli la guancia accaldata.
<<Sora, non m’importa nulla di lei. Non penso abbia secondi fini, ma in quel caso la respingerei seduta stante. Sono già cotto di te piccoletto, mi basti e mi avanzi per tutti i giorni a venire. Capito?>>
Il castano si morde un poco le labbra, annuendo.
<<Certo che ho capito, per chi mi hai preso?>> borbotta un poco amareggiato.
Riku sbuffa, concedendogli un mezzo sorriso.
<<Bene. Allora non è un problema per te?>>
<<No… affatto. Ma mica l’hai deciso te, vero?>> la sussurra quasi l’ultima parola, abbassando lo sguardo.
<<Ma tu,>> inizia Riku, prendendogli delicatamente il naso fra l’indice e il medio, stuzzicandolo di proposito <<non avevi detto di aver capito?>>
Sora allora scaccia quella presa, borbottando un qualcosa riconducile forse a uno “Scusa, forse sono idiota ma non me ne importa.”
<<Facciamo così.>> propone il più grande, colto da un’idea che sa di miracolo <<Durante il pomeriggio ti chiamo, ok? Per assicurarti che sia andato tutto bene.>>
Di scatto Sora lo guarda speranzoso, con gli occhi azzurri più luminosi del solito.
<<Davvero?>>
<<Davvero.>>
E gli dà un bacio sulle labbra e uno sulla fronte, sillabando un “ti amo”.





Sono le diciassette e ventotto e Riku non ha ancora chiamato. Nemmeno un messaggio piccolo piccolo.

<<E se tu… lei… No, non voglio pensarci.>> pronuncia flebilmente e con tono mesto, abbandonando la rivista sul comodino.

<<Sora?>>
La voce della madre lo risveglia da dietro la porta chiusa di camera sua.
<<Sì?>> risponde in maniera un pochetto stridula.
<<Riku ti sta aspettando in giardino, scendi?>>

Cosa?

<<ARRIVO!>>

E si precipita alla porta Sora, aprendola di scatto, trovando la mamma con un cipiglio curioso a squadrarlo.
<<Grazie! A dopo!>>
E prima di aspettare una risposta si fionda sulle scale, saltando qualche gradino e rischiando di inciampare.
<<Sora, le scarpe!>>
E il castano ammette di essersele dimenticate quando, con il fiato corto, stava per aprire l’uscio di casa. Si maledice, correndo a prenderle e infilandosele goffamente. È pronto adesso.

Apre la porta d’ingresso con il cuore a mille, cercando con gli occhi la ragione di tutta la sua agitazione.

<<Sora?>>
Si gira, affannato, vedendo il compagno in piedi vicino al cancellino.
<<Riku…>> sussurra, sentendo gli occhi inumidirsi.
<<RIKU!>> e si precipita da lui, gli salta quasi addosso e Riku rischia di inciampare facendo franare entrambi a terra, ma non importa. E’ giusto così. Va bene finché sono insieme.
<<Ehi, ma cosa..? Sora, cos’è successo?>>
<<Tu… non… non mi chiamavi più! Avevo paura che foste da qualche parte insieme a… a… ed io, io mi sono sentito così…>>
Basta. È troppo per lui.
Comincia a piangere, tirando su con il naso, emettendo dei piccoli singhiozzi.
Riku lo guarda, sorpreso e senza parole. Poi però non sa resistere a quegli occhi così belli e lo abbraccia, forte, facendogli affondare la testolina nel proprio petto.
<<Ehi, piccolo. Calmati. Sono qui. Non vorrei stare in nessun altro posto se non qua con te.>>
Sora allora gli si stringe forte, affondando le unghie sulla sua camicia.
<<Lei non ha->>
<<No. O meglio, sì.>>
Il castano boccheggia, non riuscendo a trovare il coraggio per parlare o guardarlo in volto.
<<Ed io sono venuto via subito dicendole che doveva aver frainteso qualcosa.>>
<<Perché non mi hai chiamato?>> mormora allora, strusciandosi contro la stoffa bianca.
<<Quel cretino del mio compagno di banco mi ha finito i soldi. “Ti prego, devo fare una telefonata urgente, prestami il tuo cellulare, sono senza credito!” sì, certo, e così a fine lezione mi sono ritrovato anch’io senza nemmeno un soldo. Sono venuto nella tua classe a cercarti per avvertirti ma Kairi mi ha detto che eri già andato via. Poi questa compagna è venuta a rintracciarmi, trascinandomi fuori e il resto non ha importanza.>>
<<Cos’ha fatto di preciso?>>
L’argenteo sospira, cullandolo dolcemente.
<<Lanciava provocazioni e siccome la ignoravo, ha pensato bene di saltarmi addosso in una stradina secondaria. Non è successo niente Sora, tranquillo.>>
Il castano respira a fatica con il naso tappato. Cerca lo sguardo dell’altro che lo rassicura con quel verde acquamarina racchiuso nei suoi occhi.
<<Riku… a casa tua c’è qualcuno?>>
<<Mmh?>>
<<Voglio stare con te. Solo noi due. E poi, se ti va naturalmente, ecco, potremmo fare l’amore?>>
Riku rischia di assumere un’aria troppo spesata dopo aver ascoltato la domanda di quel ragazzino così adorabile. All’altro però quel silenzio basta per mandarlo in confusione.
<<Scusami… cioè, che maleducato, autoinvitarmi così a casa tua, io->>
E lo interrompe Riku. Sì, perché la cosa più naturale adesso è premere le labbra insieme e baciarsi fino a che il fiato non viene meno, finché non avrai le vertigini così forti da rischiare di stare male.
<<Riku, Riku.>> bisbiglia il più piccolo, staccandosi un poco dalla bocca dell’altro.
<<Andiamo.>>
E lo afferra per mano, conducendolo per le strade di quella città fino a casa sua, perché non può resistere più. Probabilmente sul tardi Sora telefonerà alla madre dicendo che si fermerà a dormire dall’amico, tanto domani è domenica.
È incredibile come insieme si sentano una cosa sola, ma va bene così.
Continueranno ad amarsi notte e giorno, fino a consumarsi nei pensieri dell’altro.















‘Sera!
Dopo tanto tempo un’altra shot su Riku e Sora, finalmente, sì, me lo dico da sola XD
La voglia di fluff non vuole saperne di abbandonarmi, è un po’ che intaso le sezioni con storie dolci dolci ^^”
Spero via sia piaciuta e che non sia troppo, uhm, troppo qualcosa di negativo.
Grazie per la lettura **
Un bacio.

  
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