Sentivo le loro voci, dopo tanto tempo erano li davanti a me a portata di mano, lacrime di gioia mi rigavano il viso mentre cantavo a squarciagola le loro canzoni, con la mia fedele Reflex in mano gli scattavo quelle poche foto che sarebbero rimaste per l’ eternità tra i miei ricordi e nel mio cuore. Avevo aspettato tanto questo momento poterli sentire essere così vicina da poterli sfiorare i miei cinque angeli, loro che erano in grado di regalarmi sorrisi durante la notte più profonda, loro i cui nomi erano ormai incisi a vita sul mio cuore frantumato da troppe delusioni che loro man mano stanno riuscendo a riparare. Quei cinque volti angelici li sentivo nelle mie orecchie non era un illusione erano li difronte a me finché una gomitata, no non poteva essere vero stavano svanendo tutta quell’atmosfera magica stava scivolando via dalle mie mani come la sabbia, così velocemente da non rendermene contro. Aprì gli occhi sentendo la voce di Clohe preoccupata, scossi la testa per riprendermi “ Era solo un bellissimo sogno” dissi tra me e me mentre vedevo che la signorina Michell l’ insegnante d’ inglese mi richiamava “Mi scusi” balbettai appena diventando rossa dall’ imbarazzo come avevo fatto ad addormentarmi in classe non poteva essere non mi era mai successo; ignorai la voce di Clohe che continuava a fare domande decisi che le avrei raccontato tutto dopo durante la ricreazione e mentre la professoressa continuava a spiegare Shakespeare io vagavo con la fantasia ricordando ogni singolo istante di quel magnifico sogno scarabocchiando come ormai accadeva sempre sul quaderno il loro slogan * One band, one dream, One Direction* e chissà se quel mio sogno si sarebbe trasformato in realtà. Le altre ore passarono tranquille e la mia voglia di raccontare il sogno a Clohe cresceva anche se sapevo che non le interessava niente di loro ma le sue domande continuavano incessanti all’ ennesima volta che mi chiese perché mi ero addormentata sbuffai per poi girarmi verso di lei “ Ok ok ti racconterò tutto ma non ora” indicai il professore di matematica “aspetta altri 10 minuti e saprai tutto” la campanella quel giorno suonò puntualissima come un orologio svizzero presi un respiro profondo e mi voltai verso di lei “ ieri sera non ho dormito, sono stata alzata fino a tardi a sentire le loro canzoni e questa mattina li ho risongati” dissi quelle parole tutte d’ un fiato aspettando la sua risposta ormai imminente “ Aria non puoi continuare così, non puoi continuare a sognarli e sperarli così tanto finirai per rovinarti la vita infondo loro sono a nazioni di distanza da te e sono famosi ricordalo e poi chi è famoso non è mai come si fa vedere in pubblico” la mia espressione cambio subito odiavo quando mi distruggeva i sogni così quando faceva la mammina “ si lo so” aspettai un attimo in cerca delle parole adatte per farle capire “ solo che sono diventati come una droga della quale non posso fare a meno, sai un po’ come quando incontri il ragazzo che ti piace, iniziano i brividi, gli occhi ti diventano lucidi, le farfalle nel tuo stomaco iniziano a fare a botte tra di loro e tu ti stampi un sorriso spontaneo e luminoso sulla faccia, beh questo mi accade con loro e ogni volta che sento qualche loro canzone” la guardai attentamente stava pensando a qualcosa era sempre così dopo che io mi aprivo in quel modo, eravamo amiche da tempo avevamo molte cose in comune ma non mi spiegavo perché a lei non piacessero forse doveva solo guardali con occhi diversi stavo vagando con il pensiero quando il suo della sua voce mi distrasse “ forse hai ragione sai, forse dovrei andare oltre le mie convinzioni e provarli ad ascoltare meglio” mi si dipinse un sorriso spontaneo orgogliosa com’era, era strano che mi desse ragione “ Bene questo pomeriggio a casa mia ti farò conoscere i veri one direction” finii di mangiare il panino e mi sedetti al mio banco pensando a quali canzoni erano più adatte per far si che Clohe capisse chi erano veramente e perché io li adorassi così tanto.