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Autore: Skeypunch    06/10/2011    1 recensioni
Vent'anni nel futuro, pianeta terra.
In una sola notte, nei cieli di tutto il mondo si verificano cadute di oggetti sferici e molto piccoli.
Una nuova era sta per attendere l'umanità.
Con i suoi pro e contro.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Bene bene bene, eravamo arrivati alla grotta buia e tempest... buia a basta.
...
Non sapendo che altro dire, ringrazio ancora una volta Mony e Laila per i commenti e voi, oh lettori nascosti u.u
Okkei, colpi di scena: Check!
Loudred che fa casino: Check!
Petunia la scassapalle: Check!
La finiamo? Check!

 




#11 Ritorno Spiacevole



L'esplosione di calore e luce, sprigionato a pochi centimetri da noi, fu così potente da farci sbalzare all'indetro e sbatterci per terra.
Mi mossi con un forte dolore alla schiena, poi sbattei le palpebre, accecato dalla luce.
< SARA! > urlai, cercando di rimettermi in piedi.
Scosse di dolore si propagarono nella mia schiena.
< Sono qui. >
La voce della mia amica era debole ma anche spaventata, quindi procedetti a tentoni, trovando finalmente la sua mano, che mi prese subito.
< Cos'è successo? >
< Non lo so... >
< Ce la fai ad alzarti? >
Sentii i gemiti di Sara nel tentativo di muoversi.
In quei momenti i nostri occhi si stavano riprendendo dallo schock luminoso.
Io aiutai la mia amica ad alzarsi, con lo sguardo fisso verso il fondo della grotta.
C'era effettivamente qualcosa.
Qualcosa di non molto grande e... brillante che se ne stava appoggiato fra due stalagmiti.
Ma lo splendore che emetteva era ancora troppo per i nostri occhi, che vedevano tanti flash colorati ogni volta che li chiudevamo.
Avvolsi il mio braccio attorno alle spalle di Sara in modo da facilitarne il movimento.
< Così va meglio? >
Lei si limitò ad annuire, poi indicò la prensenza in fondo alla grotta.
< Hai visto...? >
Io avevo visto eccome.
Ci avvicinammo cautamente, l'essere alieno immobile che mandava bagliori sul soffitto, sugli spuntoni di roccia e sulle poche gocce d'acqua... sembrava di essere entrati nella caverna dei quaranta ladroni, tanto c'erano bagliori d'oro.
Non appena arrivammo a pochi passi dalla creatura, questa tremò e sibilò.
Era avvolto da una folta peluria bianca, mentre all'estremità il corpo era marrone finiva a punta. Il capo era circondato da sei corna gialle, gli occhi erano blu elettrico.
Era la prima volta che vedevo quel tipo pokemon, sempre se di pokemon si trattava.
Tratteni il respiro quando Sara si chinò per essere alla sua stessa altezza.
< Non aver paura, piccolino. Non siamo cattivi... >
Poi allungò la mano verso la lanugine bianca, il pokemon squittì e con le sue zampette nere cercò rifugio negli angoli delle rocce dietro di lui.
Sara si girò verso di me, con aria preoccupata.
< Sento che è terrorizzato. Per me non è il suo habitat naturale, questo. >
Io non sapevo come comportarmi. Non ero proprio di aiuto!
< E' un pokemon vero? Tu l'hai mai visto? >
Ma Sara non mi stava ascoltando, presa com'era a fare la mamma-protettrice dei pokemon.
< Dovremo portarti fuori... ah, se solo avessimo accesi ancora gli iDex! Avremmo potuto catalogarti e saperne di più... >
< Sarà del tipo Termico? >
< Credo di si... da bravo, non ti faccio niente... > sussurrava la ragazza, da perfetta ammaliatrice.
Finalmente il pokemon misterioso si lasciò convincere da Sara, facendosi prendere in braccio.
Subito il pallore luminoso che emetteva si spostò tutta sulla mia amica e davanti a me.
< Non posso catturarlo, è l'unica fonte di luce che abbiamo. >
< Giusto, e poi... >
Aprii e chiusi la bocca senza emettere suono.
Dei passi risoluti ma leggeri si facevano sempre più vicini a noi.
< Abbiamo visite... > bisbigliai, afferrando la capsula di loudred.

§ § §



Francesca, seguita a pochi passi da Alice, erano sbucate da una stradina che dava su un ampio campo di pannocchie.
Gli spessi steli ondeggiavano al ritmo calmante vento, come un silenzioso mare vegetale.
Le due amiche erano state punte da qualche insetto e avevano già finito di pranzare al sacco.
Francesca teneva un braccio disteso dov'era appoggiato il suo murkrow e l'altra mano teneva saldo l'ampio cappello celeste.
Indietro, l'Accademia non si vedeva più.
Alice era riuscita a catturare appena quindici minuti prima un piccolo budew, secondo Francesca era stato facile: l'abra della sua amica aveva dovuto usare solo confusione e poi ipnosi per catturarlo.
Ma Francesca voleva qualcosa di più potente, di più prezioso.
< Allora, quanto dobbiamo spingerci oltre? Quel tropius nel bosco non era abbastanza? > sbuffò Alice.
< Non è perchè se tu ti sei accontentata, io devo sbrigarmi per tornare all'Accademia e prendere il primo magikarp che vediamo! >
Murkrow gracchiò alla padrona, per darle manforte.
< Si, si hai ragione! > rispose seccata Alice, torcendosi un ciuffo biondo, < Ma se entro due ore non trovi niente, facciamo dietro front! >
In quel momento passò un signore anziano in bicicletta che le salutò calorosamente.
< Pervertito! > gli gridò dietro Francesca.
< MURKROOOOW!! >
Gli artigli graffiarono il bracciale di pelle che proteggeva il polso di Francesca.
Il pokemon si stava agitando, sbattendo le ali (dandole in faccia alla sua domatrice).
< Che c'è? CALMATI! >
Alice, che era passata avanti pochi secondi addietro, lo vide per prima e si bloccò in mezzo alla stradina sassosa.
< Alice! Che cacchio ti fer... >
Anche Francesca si bloccò, andando a sbattere contro l'amica.
Apparso dal nulla, nel campo di pannocchie, fluttuava uno spaventoso esemplare di darkrai.

§ § §


In mezzo a tutta quella puzza di acqua stagnante e oscurità, Petunia moriva dalla voglia di scappare e ritornare sul motoscafo, ma chissà per quale motivo, era troppo curiosa di sapere che cosa si celasse all'interno.
"I tesori più grandi venivano nascosti nelle grotte mica per caso..."
Il rettangolo di luce del suo iDex (illuminazione regolata al minimo per risparmiare la batteria) schizzava ora a destra, ora a sinistra, come se da un momento all'altro potesse apparire uno steelix o un crobat.
Avrebbe voluto ponyta al suo fianco, ma era troppo stanco e bagnato per aiutarla (e fare più luce).
Non sapeva da quanto era lì, ma era certa che era passato un secolo da quando aveva varcato l'entrata nell'isolotto in mezzo al mare.
Qualcosa catturò la sua attenzione, i suoi battiti cardiaci aumentarono.
C'erano due svincoli, e in quello di sinistra c'era un debole bagliore che si spandeva alle pareti strette.
Subito nella sua mente apparvero immagini di svariati pokemon...
Chimchar, alcuni pokemon Drago, solrock... charizard...
Petunia passò l'indice sull'iDex e aumentò la luminosità, poi sollevata dall'ampio raggio visivo, incominciò a correre.
Il corridoio stretto finiva in un grande circolo di rocce appuntite che s'innalzavano dal terreno, fin quasi a toccare le loro gemelle appese al soffitto.
I suoi occhi sgranati perlustrarono tutto il perimetro, fino a fermarsi al centro del santuario.
< Non è possibile! > esclamò Petunia De risi.
C'erano due figure molto conosciute e molto odiate che la fissavano fra il divertito e il sorpreso.
Ma non era tutto: c'era un pokemon raro nelle braccia di Sara-l'infermierina.
Tutto ciò di cui aveva confidato Petunia in se stessa svanì in quel secondo: di trovare un grande e potente pokemon; possibilmente il più forte degli altri venticinque, di essere riconosciuta come la domatrice impavida e solitaria.
Pestò un piede per terra, incazzata e amareggiata.
Era arrivata per seconda.
< Che cazzo ci fate qui?! >

§ § §


Io tenevo stretta la mano di Sara, immobile e pronto per affrontare chiunque fosse giunto davanti a noi.
I passi si erano fatti più veloci e vicini... molto vicini.
Una figura esile dai capelli arruffati si affacciò all'apertura dello spiazzo.
Si fermò un attimo ad ammirare quello che aveva davanti, poi entrò nella zona di luce che emetteva il pokemon stretto da Sara.
Non ci potevo credere!
Petunia De risi in persona!
< Che cazzo ci fate qui?! > sussurrò livida dalla... frustazione?
Io non sapevo se riderle in faccia o domandarle se ci aveva seguiti.
< Beh, tu piuttosto...! > le rispose prontamente Sara, allentando la stretta alla mia mano, dato che il pericolo non esisteva più.
Petunia socchiuse gli occhi e si avvicinò a noi, i capelli arricciati come i nostri dall'umidità persistente in quella grotta.
Come se Sara fosse una preda di fronte a una tigre, fece un passo indietro.
< Che pokemon è quello? > chiese la ragazza dai capelli di fuoco, prendendo l'iDex.
< Allora neanche tu sai... > chiesi a Miss Stronza.
La faccia sudata di lei si girò verso la mia.
< Certo che non lo so! Ma lo scoprirò...scopriremo presto! >
Petunia chiese con una gentilezza forzata se potesse farle vedere meglio il pokemon a Sara.
La mia amica le si avvicinò e con riluttanza aprì un po' di più le braccia per farglielo vedere meglio.
< Okkey, allora... ferma così...>
CLACK!
L'immagine si stabilizzò nel dispositivo e dopo due secondi l'iDex aveva già scaricato nella banca dati mondiale della GGP la scheda completa del pokemon.
Petunia non lesse ad alta voce i risultati, ma ad ogni riga vedevo i suoi occhi strabuzzare di più dalla sorpresa.
Di tanto in tanto sibilava degli " Oh cazzo" o dei "Non è possibile!", poi quando finì di leggere, cliccò qualcosa sull'iDex e ci guardò.
< Allora? > la incoraggiai, visto che non emetteva fiato.
< Sara > le disse, < lo sai che hai in mano un esemplare di larvesta? Un cucciolo di volcarona? >
Lei sbattè le palpebre più volte, come se non capisse esattamente ciò che stava dicendo.
In effetti neanche io capivo così tanto entusiasmo e sorpresa da parte di Petunia.
< Ah > emise Sara, < E quindi? Non l'avevo mai visto... >
Petunia sibilò "Oh signore!" rivolta al soffitto e poi si mise una mano in fronte, seccata.
< Ma non capite? Non è un larvesta comune! Il bagliore che emette, le corna gialle... non vi dice niente? Sara, quello è un pokemon shiny! >

§ § §



Alla ragazza tornarono in mente delle scene di Jurassic Park.
I protagonisti non dovevano muoversi di fronte al massiccio e gigantesco T-Rex se non volevano farsi sbudellare.
E quindi, in quel momento terrorizzante, nel campo di pannocchie, Francesca fece lo stesso.
Non che il panico le permettesse comunque di fare qualsiasi tipo di movimento: aveva le gambe molli e un tic all'occhio che pensava di aver perduto un anno prima prendeva possesso della sua palpebra.
Alice invece aveva estratto abra e budew dalle capsule, poi ci ripensò su e le cristallizzò nuovamente.
Un telepatico e un germoglio rosa appena catturato non potevano di certo competere contro dakrai, un tipo Nonmorto.
Alice comunque era una ragazza famosa per i suoi nervi salvi e per la sua risolutezza.
< Franci, muoviti! > la esortò l'amica, con gli occhi fissi sul pokemon.
Darkrai fluttuava a mezzo metro dalle pannocchie, uno spaventapasseri vivente e con cattive intenzioni.
Finalmente Alice scosse Francesca dalle sue teorie su Jurassic Park e incominciarono a correre fra la stradina acciottolata.
A quel punto anche darkrai si mosse, come un lenzuolo spinto dal vento.
Inesorabile e terribilmente lugubre.
Nelle giovani menti delle ragazze scoppiò una voce bassa e potente.
Stupidi umani... ottenere il controllo su di noi è stata la scelta più sbagliata che poteste aver mai fatto!
Era darkrai, gli occhi che fissavano le ragazze urlanti e fuggitive.
Questa è una piccola vendetta da parte di noi Nonmorti... OMBRARTIGLI!
Dalle braccie nere zampillarono delle sferzate di energia negativa che andavano a colpire le ragazze, ma fu solo Francesca ad essere presa. Alice le scansò di un soffio.
< ARGHHHH!! >
Le urla dolorose fecero scappare ogni animale che dimorava lì vicino.
Francesca rovinò a terra, sbucciandosi ginocchia, mani e naso.
Aveva tre grossi graffi sanguinanti sulla schiena.

§ § §



Così io, Sara e Petunia seguimmo la luce che emanava naturalmente il corpo di larvesta (l'iDex di Miss Stronza aveva fatto la stessa fine dei nostri) fino all'uscita tanto agognata. Ci accorgemmo dal sole che dovevano essere le cinque o le sei del pomeriggio.
Io avevo già fame.
Petunia trovò nel motoscafo una batteria universale per caricare il suo iDex, fondamentale per far ripartire il veicolo.
Sara saltò sul nostro motoscafo e appoggiò delicatamente larvesta a borbo.
< Beh, deve essere anche nel nostro allora! Gias, carica il tuo, mentre io mi prendo cura di lui... >
Quando lasciai in carica il mio dispositivo, de-cristallizai igglypuff e loudred.
Fortuna che quest'ultimo non era energico come quella mattina! Si limitò ad annusare i pokemon nel motoscafo e stirarsi un po' muscoli.
Lo fissai meglio: tutta la tenerezza che aveva da wishmur era completamente sparita.
E poi aveva una bocca enorme!
< Quanto dovremo aspettare per il caricamento? > chiesi a Petunia, che se ne stava in disparte nel suo motoscafo (a pochi metri dal nostro) a fissare la lontana terraferma.
Lei si girò verso di noi, accigliata, i capelli infuocati e svolazzanti nel vento marino.
< Boh, mezz'ora al massimo. Ahh, quanto avrei voluto combattere al fianco di ponyta e catturare un bel pokemon! >
< Ah già, che fine ha fatto il tuo cavallo? > buttò lì Sara, mentre nutriva con spicchi d'arancia e pesca sia larvesta che igglypuff.
Io vidi benissimo come osservava Petunia l'altra ragazza.
Con un'ostinato sdegno.
< Fatti gli affari tuoi! > sbottò Miss Stronza.
La mia amica fece spallucce.
< Hei, volevo solo fare una sana conversazione! >
Loudred stava togliendo dalle manine di iggly i pezzi di frutta, io ne ne accorsi e lo sgridai. Mi sembrava di essere in un asilo!
< Non sei più un piccoletto! Comportati da pokemon... teenager, intesi! >
< LOOOURRR!! > sbraitò quello.
Forse aveva bisogno dei suoi spazi, ma non era il luogo adatto. Avrebbe potuto cadere in mare e io non ero molto bravo nel nuoto, quindi decisi di cristallizzarlo.
< Mi spiace loudred, quando arriveremo in Accademia ti farò uscire per tutta la sera ok? >
Venticinque minuti più tardi il mio iDex e quello di Petunia lampeggiarono per indicare che la carica era stata completata.
Staccai il dispositivo e lo fissai come prima nella fessura.
< Bene, noi adesso... >
WROOOMMM!!!
Petunia non si era sprecata con le chiacchere, era già partita in quarta.
< Simpatica, la ragazza > commentò sarcastica Sara.

* * *



Arrivammo finalmente alla spiaggia dopo una mezz'oretta, il motoscafo di Petunia già ormeggiato e vuoto.
Forse voleva tentare ancora una cattura, non era stata molto fortunata quel giorno. Provavo una pena del 2% nei suoi confronti.
Il restante 98% la volevo schiacciata da un incudine.
Aiutai Sara a scendere dal motoscafo da vero gentiluomo e mi ricordai di far uscire loudred.
(LOURRRRRRRRR!!!)
Il familiare profilo dell'Accademia si stagliava contro il cielo sgombro e la parte orientale di foresta.
Ci raggiunse casualmente poco dopo Nemo, dicendoci tutto contento che aveva catturato un bellissimo manetric.
< Pero! Complimenti! > lo esaltai.
< E dove l'hai preso? > chiese Sara. In braccio teneva sempre stretto larvesta.
Credo che si fosse già abituato alla ragazza.
Nemo si accorse del pokemon strano e rispose in modo assente.
< Fuori dal bosco, in pianura... ma che pokemon hai trovato? Perchè brilla?? >
Io e Sara spiegammo che era un tipo speciale di pokemon che avevamo trovato mezzo stordito in una caverna nel mare.
< Che figata! > esclamò il ragazzo, dandomi una pacca sulla schiena che per poco non mi fece cadere.
Ormai eravamo quasi arrivati a scuola.
Da lontano vedevamo già dei ragazzi nel giardino dell'Accademia con i loro pokemon catturati o i soliti che possedevano.
< Perchè non entrano? > chiese Sara, perplessa.
Ora che me lo faceva pensare, non capivo perchè i nostri compagni non entravano.
Vidi subito Petunia parlare annoiata con il platinato Danilo (che aveva trovato un horsea), la quale appena ci vide fece finta di niente.
< DEMETRIO! > urlai, non appena vidi il ragazzo con i capelli a noce di cocco, aveva un'aria molto furtiva, come se cercasse di essere invisibile.
Forse perchè si era appostato dietro ad un aiuola del giardino?
< Dove cazzo sei stato? Non ti abbiamo neanche visto alla partenza! >
Lui si avvicinò cauto, aveva un'espressione che non avevo mai visto nella sua faccia. Matura, in un certo senso.
< Salve, ragazzi > ci salutò lui.
Salve?!
Sara lo salutò con la mano libera e gli chiese se avesse incontrato un alieno interessante.
< Non ora... scusate > rispose evasivo Demetrio, poi con un cenno sparì dalla nostra vista, diretto chissà dove.
Io alzai un sopracciglio, poi trasalimmo tutti ad un suono angosciante.
< AIUTO! AIUTO! > era la voce di una ragazza!
Ci girammo verso il grido disperato... qualcuno stava ritornando dal bosco.
Accorremmo tutti verso i primi alberi e vedemmo Alice che portava in spalle Francesca, svenuta.
Il suo vestito era tutto strappato e faceva vedere la schiena completamente macchiata di sangue.
< Qualcuno chiami l'infermiera! Aiuto! > Le lacrime offuscavano la vista ad Alice, che stremata dal peso portato, svenne in ginocchio un attimo dopo.
Le ragazze avevano gli occhi strabuzzati, qualcuna si stava mettendo a piangere, altre urlavano disperate, mentre noi ragazzi cercavamo di mascherare le nostre emozioni.
Danilo corse all'entrata dell'Accademia per cercare aiuto, ma poi si accorse che la porta principale era chiusa.
Come poteva essere chiusa?
Un momento dopo, però, il ragazzo platinato indietreggiò lentamente dalle scale.
Apparve davanti a lui Samanta Deinoto con il corpo insegnanti al completo alle sue spalle.
Il suo viso scheletrico era imperturbabile.
< Che cosa succede? > emise, con il tono più infastidito che sorpreso.
Una ragazza strillò dell'accaduto, non sapendo bene se stare vicino alle due ragazze o alla direttrice.
Il Generale di Ferro storse la bocca, poi allungò il collo magro per guardare le due ragazze svenute, una sopra l'altra.
< Ce ne occuperemo più tardi di loro. >
< Cosa?! > fu il commento generale.
Improvvisamente sentii il profumo inconfondibile di Demetrio alle spalle.
Mi girai e lui fece per dirmi qualcosa, ma venni attirato dalle parole della direttrice,quindi volsi lo sguardo verso l'Accademia.
Scansò Danilo con una manata (che scivolò dalle scale, battendo la schiena sull'erba) per avvicinarsi al portico della scuola.
Poi scrutò con i suoi occhi gelidi le nostre facce stupefatte e spaventate.
Io stavo ancora pensando ad Alice e Francesca. Perchè nessuno degli insegnanti faceva qualcosa?
Samanta poi prese a camminare verso lo spiazzo del giardino, verso di me e Sara.
Quando era a pochi passi da noi, socchiuse gli occhi di ghiaccio ed esordì:
< Perchè non hai cristallizzato larvesta? >
La domanda fu misteriosa per la maggior parte dei ragazzi.
Ma per me, Sara, Petunia e Nemo era stupefacente.
< Co...come? > balbettò Sara, intimorita dalla figura della donna.
Larvesta incominciò a innervosirsi.
La direttrice schioccò le dita e gli insegnanti avanzarono verso il giardino, ognuno con cinque capsule in bella vista sulla cintura. E le loro espressioni truci facevano paura come gengar.
< Hai sentito bene > sibilò Samanta Deinoto a Sara, standole a pochi millimetri dal suo naso.
Sara poteva vederle ogni minima ruga.
< Ti ho chiesto perchè non l'hai cristallizzato, ragazza Delta. >
   
 
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