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Autore: NoireNeige    06/10/2011    3 recensioni
"Se fossimo sempre uguali e senza errori, non saremmo umani... Le emozioni che credevamo scomparse possono ritornare solo con un semplice ricordo nascosto.
Eppure...
Come le Nuvole Bianche troviamo sempre la forza di ritornare e provarci ancora.
… E ancora."
Dedicata a tutte le persone che mi sono state vicine :)
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Murderess of white souls
 
 
-Mi chiedo perché devi sempre complicarti la vita, Alexi…- disse Janne bevendo un lungo sorso dalla bottiglia di vodka. Il biondo sospirò
-te l’ho già detto… non la voglio far soffrire. Ha già subito una delusione in amore, non posso farle ancora del male…-
-oh certo, quindi secondo te è meglio lasciarla senza nessuna spiegazione!- urlò il tastierista sarcastico alzandosi in piedi.                                               
Alexi sbuffò -senti Janne ti ho già spiegato perché lo voglio fare… non è che non la amo, solo… credo di non farlo abbastanza!Voglio che si dimentichi di me e di questa storia…-
-fosse facile… lo sai che è cotta di te, vero?- gli fece notare l’amico. Alexi annuì
-si, lo so…-
In quell’istante io scesi le scale di corsa e per poco non mi abbattei al suolo.
-hey ragazzi di cosa parlate???- chiese sorridendo. Janne e Alexi si scambiarono un’occhiata complice
-hem…- si schiarì la gola Alexi –bè, di cosa vuoi che stessimo parando… parlavamo di… di…-
-cerette!!!!!!- saltò su Janne con una faccia da pirla. Sgranai gli occhi e li guardai malissimo
-cerette???- ripetei per niente convinta. Alexi sembrava più sconvolto di me, ma Janne annuì
-si… si perché Henkka… cioè, lui…-
-aveva intenzione di farsi la ceretta!!!stavamo discutendo se fosse una buona idea o no- intervenne Alexi. Scossi la testa
-va bene ragazzi, come non detto… però ricordatevi che ubriacarsi di mattina fa malissimo, perciò la prossima volta evitate di bere così tanto, ok???-
Il tastierista annuì sconsolato, mentre io sorridevo soddisfatta. –perfetto. Vado ad aiutare Kara per il concerto di sta sera…-
-perché??- mi chiese Alexi. Gli diedi un bacio sulle labbra
-perché se non mi trovo qualcosa da fare impazzisco!!ci vediamo dopo, Ciaoo!!-
Dissi quando ero praticamente già giù dal bus.
Raggiunsi Kara dentro al palazzetto e la trovai alle prese con la chitarra di Roope.
-no, porca miseria così non va bene!!e nemmeno questo… uffaaa!!!-
Mi sedetti sul bordo del palco –ti serve una mano?- chiesi. Lei mi guardò afflitta
-Roope mi ha chiesto se potevo accordargli la chitarra perché lui ha altro da fare… ma io non sono un genio con gli strumenti!!-
Le feci cenno di passarmi la chitarra –dai, ti aiuto io…-
-grazie!!!!- urlò lei sedendosi a gambe incrociate e osservandomi mentre smanettavo con le corde come un’indemoniata.
-allora… sembri più felice del solito, è successo qualcosa?- le dissi continuando ad osservare le corde di metallo che vibravano sotto il mio tocco.
-non è che sono più felice… ho solo capito una cosa importante-
Mi voltai verso di lei –A si?e cosa??-
Kara mi venne più vicino –ho capito che non ha senso inseguire un sogno impossibile… se Janne è innamorato di Kristina prima o poi avrei dovuto accettarlo comunque. Perciò mi sono messa il cuore in pace-
Abbassai lo sguardo –non dico che tu non abbia ragione, però… io non riuscirei mai a vivere fianco a fianco con la persona che amo senza che lei possa essere mia-
Kara fece un sorriso triste –si, infatti-
Mi voltai senza capire –come, scusa??- chiesi. Kara esitò un attimo, aveva gli occhi lucidi
-Nana… io me ne vado-
Lasciai andare la mano appoggiata alla chitarra e la guardai stupita –c-come te ne vai?ma… e il lavoro??-
-per quello non è un problema… vado a vivere in Germania con la mia famiglia e ho già trovato un posto di lavoro temporaneo abbastanza decente.-
D’istinto la abbracciai –mi dispiace…- dissi. Lei mi strinse
-anche a me, non sai quanto per tutto quello che è  successo-
Non capii esattamente cosa aveva voluto dire con quella frase. Ma mi era sembrata molto più preoccupata per me che per lei
-avrei voluto stare di più con te, ora che sei diventata mia amica… ma cerca di capire, non riuscirei a sopportare l’idea che Janne sia qui con me e io non posso fare nulla… è proprio come hai detto tu-
Annuii asciugandomi una lacrima e ripresi la chitarra –certo, capisco benissimo… però restiamo amiche, vero?qualche volta scrivimi dalla Germania!!-
Ridemmo insieme. Poi calò un silenzio piuttosto imbarazzante. Avrei voluto dire qualcosa, ma sapevo che Kara stava soffrendo… non poter stare vicino alla persona che si ama è davvero brutto in tutti i sensi. Non volevo peggiorare le cose.
Dopo un po’ che eravamo lì e si sentivano solo le note che strimpellavo alla chitarra per accordarla, mi venne in mente una cosa…
-Kara… posso farti una domanda?solo per curiosità…- lei annuì alzando lo sguardo di scatto -tu cosa sai del… massacro di Lake Bodom?-
Rimase colpita da quella domanda. Scosse la testa un paio di volte e poi rispose –non molto… come tutti del resto. La stampa non ha mai voluto svelare granché e il caso è stato archiviato parecchio tempo fa. Non hanno nemmeno mai fatto vedere il ragazzo sopravvissuto…-
Sussultai a quelle parole, ma lei non ci fece caso
 -comunque… ormai tutti pensano che sia stato proprio lui a uccidere i suoi amici… magari era pazzo o, non so, qualcosa del genere… per me è stato lui perché è l’unico testimone rimasto… ma come mai mi fai questa domanda?-
Non risposi. Tenevo lo sguardo fisso sul pavimento, ad un metro sotto di me e mi tremavano lievemente le mani. Scossi la testa
-non può essere stato lui…-
Kara mi si avvicinò preoccupata –hey, va tutto bene?-
La guardai sconvolta e continuai a scuotere la testa ripetutamente –non può… non è possibile una cosa del genere… non è nemmeno immaginabile…-
-ma Nana, cosa…?-
Non le lasciai il tempo di finire la frase, mollai la chitarra e scesi dal palco con un salto. Mi diressi verso l’uscita del palazzetto a passo spedito e, proprio appena prima dell’uscita incontrai Alexi
-ciao Nanerottola, cosa combini?- mi chiese. Lo guardai per un momento, poi lo baciai e lo spinsi contro il muro. Lui rimase un po’ interdetto –hem… ti sono mancato per caso?-
Lo baciai di nuovo, poi ancora… non riuscivo a smettere. Ad un certo punto lui mi allontanò
-hey hey piccola, che ti prende?sembri disperata…-
Lo guardai con gli occhi lucidi e il fiatone –è che… ho parlato con Kara… di Lake Bodom…- Lo vidi sussultare ed ebbi una gigantesca stretta al cuore –mi ha spiegato un po’ di cose…- lo guardai negli occhi aspettando un qualsiasi cenno o un movimento, ma non successe nulla. Decisi di rischiare e andare avanti… presi un bel respiro, ma con mia sorpresa, lui parlò prima di me
-bene… e, dopo questo colloquio con Kara… cos’hai dedotto?- deglutì. Non riuscivo a capire se ero più spaventata io o se lo era di più lui… eppure entrambi stavamo iniziando a tremare, mentre ci stringevamo a vicenda le braccia. Lo baciai di nuovo, sta volta più lentamente, poi gli sfiorai le labbra con il naso.
-che…- non riuscivo ad andare avanti, avevo come un nodo in gola che non voleva sciogliersi. Non volevo distruggere il mio nuovo piccolo mondo felice attraverso una sola semplice frase… eppure sentivo il bisogno di dirgli quello che mi aveva rivelato Kara. –che… la polizia ha raccontato solo bugie alla gente, oppure… - lo guardai negli occhi mordendomi un labbro -… che mi sto baciando con un assassino-
Lo sentii irrigidirsi mentre mi guardava con un espressione completamente vacua. Mi allontanai lentamente con lo sguardo fisso sul suo viso
-m-ma tu non sei un assassino……. Vero?- chiesi come se lo stessi supplicando. Aspettai ansiosa la risposta con le gambe tremanti dalla paura. Con estrema calma, Alexi si staccò dal muro, poi mi fissò con la testa inclinata da una parte
-si…- disse semplicemente. Per un attimo mi mancò l’aria nei polmoni come se stessi affogando e cercassi disperatamente di respirare aria invece di acqua. Sapevo cosa voleva dire con quella risposta… ma mi rifiutavo di crederci…
-no, non è vero…- dissi con voce flebile e tremante
-si che è vero- disse lui, tranquillamente. Scossi la testa mentre le lacrime iniziavano a farsi strada lentamente sulle mie guance.
-no… perché mi stai mentendo?- alzai una mano per asciugarmi il viso, ma Alexi mi precedette avvicinando un dito e raccogliendo una mia lacrima
-non ti sto mentendo…- sussurrò. Sembrava incredibilmente triste anche lui… eppure io ero totalmente scioccata.
-se davvero sei un assassino, dillo. Voglio sentire la tua stessa voce che dice che hai ucciso la donna che amavi-
Aspettai a capo chino, senza riuscire a smettere di piangere. Quando Alexi parlò sembrava scosso tanto quanto me… eppure riuscì comunque a pronunciare quelle maledettissime parole
-sono… stato… io… - alzai lo sguardo disperata, con gli occhi spalancati
-ho ucciso io Johanna- ripetè più fermamente.
Non potevo crederci.
Ancora una volta la mia vita si era trasformata da Paradiso a Inferno con una sola frase…
-ora che sai la verità… posso dirti che non mi pento affatto di quello che ho fatto –
Scossi la testa stringendo gli occhi a due fessure bagnate. Poi scappai via… e Alexi mi seguì.
-Nana, aspetta…- la sua strana calma mi stava facendo andare incontro alla pazzia prima di quanto pensassi
Salii il primo gradino del bus, ma lui mi tirò indietro per un polso, stringendolo
-LASCIAMI!!!- riuscii ad entrare nel bus seguita dal ragazzo e scoppiai a piangere. Janne ci guardò stupito, mentre Alexi si metteva di fianco a lui guardandomi in viso. I miei respiri erano sempre più veloci e pesanti mentre le labbra mi tremavano incontrollabilmente.
-che cosa è successo??- chiese il tastierista allarmato guardando l’amico. Lui scosse la testa, io mi tirai indietro i capelli scuri
-voglio andarmene – dissi con voce roca e rotta dal pianto. I due ragazzi mi guardarono leggermente allibiti.
-ma Nana, non manca molto a Parigi…-
-no, Janne… voglio andare a casa. In Italia- singhiozzai di nuovo. Alexi allungò una mano verso di me, ma mi tirai indietro di scatto
-tu non… toccarmi- sibilai. Incominciai a indietreggiare sempre di più, presa dal terrore. Janne mi si avvicinò con calma
-va bene, va bene… però calmati. Tranquilla, ti porto in aeroporto, se vuoi-
Lasciai che si avvicinasse, poi annuii.
-va bene, andiamo…- disse lui prendendomi per mano. Mi voltai verso Alexi e lo guardai per l’ultima volta
-c’è solo una cosa di cui sono felice ora… - altre lacrime –sono felice di non aver mai sentito la tua voce che mi diceva di amarmi, così non dovrò portarmi anche questo ricordo con me…  addio-
Scesi dal bus e seguii Janne.
Arrivati all’aeroporto, scendemmo dalla macchina
-Nana sei sicura di voler andare?- mi chiese Janne con aria triste
-si… anzi non sarei mai dovuta partire- dissi con aria grave. La mia famiglia non era mai stata molto ricca e da quando la mamma era morta, papà aveva iniziato a bere tutte le sere. Io e mia sorella minore eravamo disperate… sapevo che non saremmo potuti durare molto… eppure me ne sono andata. Li ho abbandonati dopo una lite furibonda con Vicktoria. Spero solo che mi accettino di nuovo in famiglia o non saprei proprio dove andare…
-ciao Janne… mi raccomando, tieni d’occhio i ragazzi- ci stringemmo forte in un abbraccio. –ah e poi… salutami Kara prima che vada via – Cercai di sorridere, ma con scarsi risultati. Presi un bel respiro e poi mi voltai verso l’entrata dell’aeroporto.
 
Janne entrò nel primo dei tre bus dei Children Of Bodom e si piazzò davanti ad Alexi, seduto per terra con la schiena appoggiata al divano e lo sguardo perso nel vuoto -lasciatelo dire Alexi… sei veramente un coglione- Il ragazzo non lo guardò neanche, ma annuì lentamente
-non hai la più pallida idea di cosa mi è toccato vedere mentre accompagnavo quella benedetta ragazza verso un aereo che la porterà dall’altra parte del mondo!-
Sta vola Alexi alzò lo sguardo. Janne si guardò intorno e si accorse per la prima volta che c’erano anche tutti gli altri Children. Scosse la testa amareggiato
-ti giuro che ti ucciderei in questo momento, ma non lo faccio perché forse si può ancora rimediare… spiegami cosa le hai detto.- gli disse. Il cantante si alzò in piedi quasi ignorandolo.
-che sono… l’assassino di Lake Bodom…- mormorò voltando lo sguardo. Janne sgranò gli occhi esterrefatto
-MA SEI IMPAZZITO????????????????- Urlò con tutta la voce che aveva in gola. Alexi lo guardò sfinito
-te l’ho già detto, è meglio che mi dimentichi il prima possibile!-
-ho capito, ma nella frase “è meglio che mi dimentichi il prima possibile” non è compresa anche la voce “così poi rimane scioccata per tutto il resto della sua vita”!!!-
Il biondo sospirò –credevo che… non lo so, io…-
-tu sei scemo!!!lo vuoi capire che non incontrerai mai una ragazza come quella?????ti rendi conto che hai appena fatto scappare l’unica persona che morirebbe per stare con te?????-
-oh Janne non esagerare… -
-non sto esagerando, Alexi!tu non hai idea… - si fermò di colpo e cambiò frase -… senti, lo so che ti fa male parlare di lei, ma dico la verità quando affermo che non ho mai visto Johanna piangere per te –
Alexi sussultò e lo guardò stupito. Janne annuì
-si, è così… Nana non ha fatto altro che piangere per tutto il tragitto verso l’aeroporto. Sono sicuro che se potesse tornerebbe qui immediatamente. Rifletti… quante ragazze hanno mai pianto per te dicendoti di amarti?-
Il ragazzo rimase zitto abbassando lo sguardo
-non lo sai?bè te lo dico io… nessuna. Nessuna, tranne Nana. –
Alexi sospirò –si è vero… ho fatto l’errore più grande della mia vita. Ma ormai è troppo tardi per rimediare, se ne è andata…-
Janne sorrise –no, non è vero. Sono riuscito a vedere di sfuggita che c’era un bel po’ di coda per fare i biglietti. Se ti sbrighi, fai ancora in tempo-
-ma come ci arrivo in aeroporto???- fece notare il cantante sconsolato. Henkka, che fino a quel momento era rimasto zitto ad ascoltare, si alzò e lanciò un mazzo di chiavi ad Alexi
-non dovrei svelarvi questa cosa, ma sta volta è un’emergenza… nel terzo bus c’è la mia moto. Prendila e sbrigati–
Alexi sorrise –grazie ragazzi- si fiondò verso la porta
-buona fortuna!!- gli gridò Janne dal finestrino, poi si voltò verso i ragazzi. Roope si alzò dal divano e sbadigliò
-hey, non vorrete lasciarlo andare senza il pubblico, vero??-
Janne lo guardò serio, poi sorrise sadico
-certo che no!- si avviò verso il volante, si sedette e accese il bus. Mentre smanettava cercando di fare retromarcia e inveiva in finlandese contro i tecnici che sembrava stessero giocando a “chi viene investito per primo dal bus impazzito”, Jaska gli si avvicinò furtivo
-hey Janne… che dici, scommettiamo 10€ che sta volta Nana se ne va?- e sorrise come farebbe un mazziere di poker ad un casinò.
Il tastierista lo fulminò con uno sguardo -Oh Jaska, certo che non hai proprio cuore, vero????-
Il batterista sbuffò, ma mentre se ne stava per andare Janne lo fermò per un braccio
–e comunque… io scommetto 20, che entro sta sera saranno sul quel divano a baciarsi!-
Poi partirono verso l’aeroporto.

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Visto che ho la febbre e sono stata graziata dalla scuola, ho pensato di aggiornare qui e farmi perdonare per il ritardo dello scorso capitolo:)
...Non fate domande sulla moto di Henkka, è LA FEBBRE. u.u uhm... sono contenta che Kara se ne sia andata, era un personaggio che odiavo -.- (e direi che sono molto stupida perchè l'ho creato io O.o). Vi ringrazio tantissimo per le 51 recensioni avute fin ora nonostante io vi abbia fatto dannare non poco xD ci vuole pazienza con me, lo so, non capisco come fate...xD ringrazio anche chi ha messo la storia nelle seguite, nelle ricordate o nelle preferite e anche chi ha semplicemente letto. Ne sono molto contenta ^^
Un bacio a tutti :)
Noiry
   
 
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