Lys era sempre stata una bambina
come gli altri, non differenziava molto dai suoi amici danesi, o
quasi, ogni tanto, in sua presenza, succedeva qualcosa di
inspiegabile, ma i suoi amici benché a volte sospettosi erano
abituati a ciò e le volevano bene, gli abitanti di Odense la
raffiguravano come una bambina sorridente, dolce, che arrossiva
frequentemente, molto gentile; in pratica era ben voluta da tutti. La
verità era che Lys sapeva mascherare bene la propria
tristezza, per non farla pesare alla madre, che però
conoscendola lo capiva dai suoi occhi, che riflettevano sempre ciò
che provava. Alla bambina pesava la mancanza del padre, non capiva
perchè i suoi amici ne avessero uno e lei no, quando le si
chiedeva qualcosa in proposito lei rispondeva che il padre lavorava
in Inghilterra e che prima o poi le avrebbe raggiunte in Danimarca,
non voleva mentire ai suoi amici ma il motivo per cui lo faceva era
semplice: neanche lei possedeva informazioni su suo padre.
Era
una soleggiata mattinata primaverile, Lys aveva otto anni stava
cercando una cosa nella camera della madre, quando notò che
una tegola sotto il letto era mal messa, provò a spostarla e
vi trovò una scatola di legno, lavorata, davvero bella. La
curiosità la vinse e l'aprì, dentro c'era un album di
foto un po' impolverato ma tenuto con grande cura, una sciarpa
rosso-oro, un bastoncino finemente intagliato, assomigliava a ciò
che nelle storie di fantasia che le piacevano tanto veniva chiamata
"bacchetta magica" ma Lys si disse che fosse impossibile,
infine si trovò in mano un biglietto con su scritto solo
alcune parole: "Andrà
tutto bene, aspettami, tornerò. Ti amo. -Felpato".
Lys
guardò dolcemente quel pezzo di carta capendo subito che era
un ricordo del padre, lo ripose nuovamente nella scatola che chiuse e
portò giù, voleva sapere ma basta curiosare, si sarebbe
fatta raccontare tutto dalla madre.
Mary
era in cucina che canticchiando preparava delle frittelle per
colazione. I capelli ricci e rossi le ricadevano dolcemente sulle spalle, smise di cantare quando, appoggiando la padella, si girò verso la figlia che l'aveva richiamata. Si arrestò improvvisamente, quasi impallidendo, osservando ciò che teneva in mano, poi si soffermò su quegli occhi grigi dall'espressione decisa e s'incupì notando quanto fossero uguali a quelli del padre, cercando di ricomporsi un attimo, aprì bocca. «Lys
tesoro, dove hai trovato quella scatola?»
«Nascosta
sotto il tuo letto mamma.»
«...
presumo di non avere scelta vero?»
«Esattamente,
vorrei che mi raccontassi di papà.»
Mary
deglutì osservando sua figlia pensierosa, mai come allora le
aveva ricordato quell'uomo che tanto aveva amato e probabilmente
amava ancora. Era giunta l'ora.
Le
prese la scatola dalle mani e le fece cenno di seguirla nell'altra
stanza, pose la scatola sul tavolino della sala e si sedette davanti
ad esso.
«Tesoro,
prima di arrivare a tuo padre devo raccontarti anche tutto il resto.»
osservò Lys che annuì. Aprì la scatola e prese
in mano il bastoncino di legno. «Presumo che tu abbia notato la
somiglianza con una bacchetta magica... beh è quello che è.»
Lys guardò inizialmente la madre beffarda ma notando la
serietà della sua espressione annuì nuovamente ancora
più curiosa. «Ora... essendo io una strega, lo sei anche
tu.»
Stavolta
Lys non poté continuare ad essere impassibile e sobbalzò
sul divano. «Io.. io una strega? Mamma non è possibile.
Sono solo una normale bambina imbranata di otto anni, io.. io non
posso essere una strega.»
«So
che ciò per te può essere fin troppo una sorpresa, ma è
quello che sei, la magia è ereditaria e tu essendo mia figlia
sei una strega.»
Mary
respirò profondamente, rimise la bacchetta nella scatola e
prese stavolta in mano la sciarpa, guardandola con nostalgia e
affetto.
«Su
un anello di montagne si trova un castello, che possono vedere solo i
maghi, o almeno solo loro possono vederlo nelle sue condizioni reali,
questo castello è in realtà una scuola, una scuola di
magia. Hogwarts.» Lys osservò la madre con uno sguardo
malandrino, Mary rimase spiazzata per un secondo, non gliel'aveva mai
visto ma sorrise continuando il discorso. « Ogni
mago vi va' all'età
di 11 anni. All'interno di Hogwarts gli studenti sono divisi in
quattro case: Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde. -
pronunciò l'ultima casa con una nota di disgusto, mentre alla
prima venne riservato un tono dolce - Io capitai in Grifondoro.»
Solo allora Lys notò che sulla sciarpa era raffigurato un
leone.
«Ad
Hogwarts, come anche in ogni scuola del mondo, si fanno molte
amicizie, - dicendo ciò prese in mano l'album e si sedette
accanto a Lys, aprendolo le indicò una vecchia foto di una
ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi - la mia migliore amica
si chiamava Lily Evans, era una persona gentile ed altruista e una
sua bella particolarità era che intravedeva sempre il buono di
una persona, infatti si ritrovò a sposare James Potter - girò
pagina e indicò una foto di Lily e un ragazzo dai capelli
neri, molto ribelli, e gli occhiali, Lys però staccò
gli occhi dalla foto, la madre aveva gli occhi lucidi e la voce le
tremava leggermente, ma non si fermò e girando le indicò
una foto che raffigurava quattro ragazzi uno dei quali era James, Lys
li osservò le sembrarono tutti molto simpatici, ma fu quando
focalizzò l'attenzione sul ragazzo alla destra di James che le
si scaldò il cuore, due occhi grigi la guardarono sorridendo
dalla foto, più che lei guardavano chi stava scattando la foto
ma non poté fare a meno di rimanerne ammaliata, il dito della
madre si fermò su di lui -, James aveva un gruppetto di amici:
Remus Lupin, Peter Minus e.. Sirius Black.»
Le
lacrime cadevano ormai copiosamente sulle guance di Mary, Lys la
cinse dolcemente e continuò ad ascoltarla raccontare, quando
la madre arrivò alla morte di Lily e James la strinse
ancora più forte e pianse con lei silenziosamente, ma fu dopo
che non poté smettere di trattenere i singhiozzi.