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Farsene
una ragione
Quel maledetto dottore rovinava
sempre tutto.
Castle non riusciva a smettere di pensare a Josh. A Josh e Kate insieme che cenavano e guardavano un film.
E sì, anche a Josh e
Kate che facevano l’amore.
Riusciva ad immaginarseli
benissimo, purtroppo.
Nei giorni successivi nemmeno
Alexis e i suoi
programmi per il college riuscirono a distrarlo del tutto.
A metà settimana si
accordò con i ragazzi per passare
il venerdì sera all’Old Haunt.
Li avrebbe voluti vedere
più spesso, in fondo lui
passava al suo bar ogni sera, ma sapeva bene quanto fosse stancante e
stressante
il loro lavoro e il weekend era giustamente dedicato alle loro
compagne.
Perciò il
venerdì sera era solo per loro, da passare
tra amici che si divertono.
L’invito era esteso a
tutti. Kate compresa, anche se
ormai nutriva ben poche speranze.
Sperava che potessero vedersi
normalmente anche fuori
dal distretto, ma tagliato quel ponte sembrava impossibile passare del
tempo
con lei.
E quando ci riusciva, ci pensava
Josh a portarsela
via.
Il nervoso prese il sopravvento e
chiuse di scatto il
pc.
Si preparò velocemente e
si avviò al bar.
Nei due venerdì
precedenti Kate o era restata poco o
si era presentata col dottore.
Inaudito, nemmeno apriva bocca, ma
la sua presenza era
pesante come un macigno.
Nessuno di loro riusciva a ridere o
scherzare
liberamente in sua presenza e Castle si sentiva sempre osservato al
microscopio
da Josh.
Arrivato all’Old Haunt,
Tony aveva già aperto il
locale e stava predisponendo i tavoli e le sedie.
Castle, senza dire nulla,
afferrò una spugna e
cominciò a dare una pulita ai tavoli già pronti.
Il barista capì che non era del solito umore, simpatico e burlone, perciò decise di lasciarlo in pace e non chiedere nulla.
Accese la radio a volume basso e
proseguì nella sistemazione del posto, prima
dell’apertura.
Poche ore dopo la gente affollava
il locale. Le cameriere
faticavano a muoversi tante erano le persone e Castle stava aiutando
Tony
dietro al bancone.
Buttò l’occhio
alla porta e vide Ryan e Esposito
entrare.
Non era proprio un bel momento per
abbandonare il suo
barista ma ciò significava solo che l’Old Haunt
stava andando alla grande.
Tony vide i due detective e
capì che si sarebbe dovuto
rimboccare le maniche ora, cosa che fece, istintivamente.
Castle rise “Da domani ti
cerco un aiuto, promesso”
gli disse prima di lasciarlo alla marea di ordinazioni che
c’erano.
Si avvicinò ai due amici
e aspettarono al bancone che
si liberasse un tavolo.
“Sei il proprietario
Castle, dovresti tenerti un
tavolo riservato” commentò Ryan, scherzando.
Esposito rise, ma Castle
convenì che non era una così
brutta idea.
Quando finalmente riuscirono a
sedersi arrivarono
anche Jenny e Lanie.
“Tempismo perfetto
ragazze” disse Ryan alzandosi e
abbracciando Jenny.
Esposito fece lo stesso, scostando
la sedia per far
accomodare Lanie.
Lo stomaco di Castle si
attorcigliò per un momento.
Avrebbe voluto qualcosa di simile
anche per lui.
Era affascinante. Era famoso.
Sarebbe stato facile.
Ma non era una donna qualunque
quella a cui voleva
scostare la sedia il venerdì sera, o abbracciare dopo una
giornata di lavoro.
Quasi come a leggere quei pensieri
Lanie gli sorrise
“Tutto bene?” chiese.
Annui, mentendo.
Cominciarono a chiacchierare e a
raccontarsi le
vicende della settimana.
Esposito si esibì in
un’imitazione del loro nuovo capitano,
Victoria Gates, facendo ridere tutti.
“E’
così terribile?” domandò Rick, non
avendola mai
conosciuta.
I due uomini annuirono vistosamente.
Lanie li ammonì
“Sono sicura che non è poi così
male”
cercò di mediare
“Piccola, siamo la
migliore squadra omicidi di New
York e a quella invece non va mai bene niente! I rapporti sono redatti
male,
l’interrogatorio era moscio, il mandato è in
ritardo e poi..” Esposito esitò..
guardò Ryan che proseguì a sua volta
“..ha chiaramente detto che non vuole
relazioni all’interno del distretto..”
finì fissando Esposito e Lanie.
“Esatto!”
confermò l’ispanico.
Lanie restò perplessa,
vedendo i loro sguardi puntati
su di lei “Si ma.. noi non lavoriamo insieme..
cioè si, ma non insieme
insieme...”
“Baby, non lo so che cosa
ha in mente quella, so solo
che mi ha fatto gelare il sangue il modo in cui l’ha
detto!” le rispose
preoccupato.
“Caspita..”
Castle ruppe il silenzio che si era creato
“..questo è il primo punto a favore che per ora ho
trovato nell’aver lasciato
il distretto...” disse sgranando gli occhi.
Proprio non riesce ad immaginarsela
una donna del
genere.
“Oh, si! Anche
perché cinque minuti con Beckett e
l’avrebbe capito subito che voi...” e poi Ryan si
sentì un completo idiota e
deviò la frase “...amore vuoi da bere? Si? Bene,
torno subito..” in due secondi
era già al bancone da Tony.
Esposito scosse la testa incredulo.
Dopo poco ritornò a
sedere con una birra anche per
Jenny, imbarazzatissimo “Ehy Castle..
c’è Tony che ti vuole” riferì
indicando
il barista “e scusa..per prima..” aggiunse.
Castle si alzò
“Non fa niente Kevin” disse
allontanandosi.
Quando arrivò al bancone
non ebbe nemmeno il tempo di
chiedere a Tony quale fosse il problema, lui semplicemente gli
indicò di
guardare fuori.
Castle schivò un paio di
persone e si diresse
all’entrata. Pensò a un qualche piantagrane
ubriacone ma si bloccò ancor prima
di arrivare alla porta.
Dai vetri infatti si vedevano
chiaramente Kate e Josh
che stavano litigando.
Ovviamente non riusciva a sentire nulla. Ma si capiva chiaramente quello che stava succedendo.
Josh sembrava parecchio arrabbiato,
camminava avanti e indietro dimenandosi.
Mentre Kate, visibilmente
imbarazzata a litigare in
pubblico, sembrava cercare di fermarlo.
La gente passava loro accanto
girandosi a guardarli.
Poi li vide urlarsi in faccia
qualcosa e incamminarsi
a passo spedito ognuno in due direzioni differenti.
Castle rimase imbambolato davanti alla porta del suo bar per qualche secondo, prima di realizzare che quella sembrava proprio una rottura.
E se anche non lo fosse stata, era
comunque una lite bella tosta e non
voleva che Kate restasse sola in quelle condizioni.
Corse fuori e svoltò a
sinistra, la direzione presa da
Kate. Il venticello tiepido di settembre lo avvolse in un abbraccio.
La scorse in lontananza. La
chiamò varie volte ma lei
non si voltò.
Le corse dietro per un tratto di
strada, ma come lei
vide un taxi, alzò un braccio e quello si fermò
prontamente.
Aprì lo sportello e salendo si girò in direzione dell’Old Haunt.
Lo fissò per qualche
minuto in mezzo al marciapiede
lanciandogli un sorriso amaro e poi salì sbattendo al
portiera.
Il taxi passò proprio
davanti a lui e non potè fare
nulla per fermarlo.
Si passò violentemente
le mani in faccia e a testa
bassa tornò verso il locale.
Appena rientrato Tony, lo raggiunse
alla porta e
afferrò un indumento dall’attaccapanni li vicino
“Ha fatto giusto in tempo ad
entrare e appendere il golf prima che arrivasse il dottore
e...” lasciò cadere
la frase, il resto lo aveva visto benissimo da solo.
Rick prese il golf dalle sue mani e
lo strinse
sconsolato. Lo guardò bene, lo conosceva,
gliel’aveva visto indosso altre
volte.
Raggiunse gli amici al tavolo e
spiegò a grandi linee
l’accaduto.
“Ho dovuto insistere
parecchio, Castle, e la sola cosa
che mi ha detto è che l’unico che gioisce della
tua assenza al distretto è
Josh. E io credo che lui tenti di rendere questo allontanamento...
permanente,
ecco... ovviamente lei non ha confermato nulla, ma io la vedo
così!” spiegò
Lanie.
“In poche parole
è colpa mia se litigano..” disse
amareggiato.
Aveva sempre pensato che essere
motivo di discussione
tra i due gli avrebbe potuto fare solo che piacere. Qualche volta si
era
egoisticamente immaginato che Kate prendesse le sue difese invece che
quelle
del fidanzato.
Ma ora, vederlo succedere davanti
agli occhi, vederla
triste e ferita..
No, non gli piaceva affatto sapere
di essere lui la
causa di tutto quel dolore.
“Starà bene,
le persone litigano sempre” disse Lanie
“vedrai, il prossimo venerdì andrà
meglio..”
Tutti gli altri annuirono a quelle
parole.
Castle alzò lo sguardo
verso di loro senza aprire
bocca. Strinse più forte il golf fra le mani.
Era più che sicuro che
non l’avrebbe più rivista.
Nei giorni a seguire Castle
riuscì solo a sapere da
Esposito che Kate stava bene ma che non era la stessa di prima. Era
tornata
seria e poco incline alle risate.
Mentre di Josh non si sapeva nulla,
nemmeno Lanie era
riuscita a farla parlare.
Provò a chiamarla ma lei
faceva sempre scattare la
segreteria telefonica.
Una sera, uscito dalla doccia vide
il telefono
lampeggiare. Segnalava un messaggio vocale nella sua casella.
“Ehi,
Castle,
sono io...Senti, scusa per l’altra sera ma non me la sentivo
proprio di
restare. Credo...credo sia meglio così in fondo...ognuno per
la sua strada...” la sentì sospirare
“I-Io...buona fortuna
per tutto, Castle” e riagganciò.
Incredulo fissò il
telefono come se fosse stato
direttamente lui a parlare.
La sensazione avuta quella sera,
mentre stringeva il
suo golfino, allora era esatta.
La voce di Kate era rotta e
spezzata ma in quel
momento l’unica cosa di rotto e spezzato che riusciva a
sentire era il suo
cuore.
Che cosa significava veramente? Che
non voleva più
vederlo? Mai più, in nessuna occasione?
Allora non aveva lasciato Josh,
aveva semplicemente
scelto di stare con lui?
O invece avevano rotto e ora stava
rompendo anche con
lui?
Si era stufata di entrambi?
“Papa?” lo
chiamò Alexis dal corridoio “Papà sei
pronto?” e si affacciò alla sua stanza.
“Ma stai ancora
così? Mamma ci aspetta a cena tra
mezz’ora!”
Castle si riscosse sentendo la voce
della figlia “Si,
si mi preparo subito” rispose scuotendo la testa e lanciando
il telefono sul
letto.
Cenarono in un ristorante elegante
e vistoso, scelto
da Meredith.
Alexis parlò tutto il
tempo del college e della sua
decisione di posticipare la partenza.
La mise al corrente di tutto quello
che la riguardava
visto il poco tempo che passavano insieme.
“Tesoro, ora che vieni in
California ci vedremmo molto
più spesso” rispose sua madre accarezzandole i
capelli.
Non era stata molto attenta al
racconto di sua figlia,
ma era davvero contenta di averla più vicina in futuro.
La sua capacità di
concentrazione, già molto bassa,
era tutta canalizzata sul suo ex marito.
Appariva triste e abbattuto, anche
quando si sforzava
di sorridere.
E poi si era incicciottito e non
era da lui!
Il cellulare di Alexis
suonò. La ragazza si allontanò
per rispondere lasciandoli da soli.
Castle guardò la donna
seduta di fronte a lui e vide
spuntarle in volto un sorrisino malizioso.
Castle sorrise lievemente. Era
sempre la stessa.
Scosse la testa per farle capire
che non ci sarebbe stato
un dopo cena nemmeno questa volta.
L’hanno scorso aveva
Gina, non l’amava, ma non era
nemmeno così poco uomo da tradirla. E quest’anno
c’era Kate. E di lei invece
era perdutamente innamorato.
Non era al suo fianco certo, ma
ormai era
profondamente radicata nel suo cuore e non sarebbe riuscito ad andare a
letto
con un’altra donna.
Non subito per lo meno. E non con
Meredith.
Era ora di mettere ordine nella sua
vita e doveva
cominciare proprio dalla madre di sua figlia.
Basta con le porte mezze aperte. O
erano chiuse a
chiave o completamente spalancate. Ma non socchiuse. Non più.
“Ohhh andiamo gattino,
che male può farci?” tentò lei
“A me? Molto. Il nostro
è un capitolo chiuso Meredith,
non ha più senso continuare”
“Ti vedi con
qualcuna?” chiese confusa, sapeva della
rottura con Gina.
“No, ma sono molto sicuro
della mia decisione. Qualunque
cosa fosse, è finita” disse perentorio.
A casa, a letto, fissando il
soffitto, si sentì
sollevato.
Una questione su cui rifletteva da
parecchio era stata
sistemata.
Avrebbe aggiustato tutto un giorno?
Se lo augurava.
Kate aveva deciso di dare un taglio netto al loro strano rapporto e non sembrò più una cattiva idea. Troppe cose non andavano, prima.
Prima del suo ferimento. Prima
della richiesta di Alexis.
Forse la lontananza avrebbe
sistemato le cose.
Alleggerito la tensione che regnava
sempre tra loro.
Entrambi avevano bisogno di
respirare aria fresca e
provare ad andare avanti.
Ognuno
per la
sua strada
come aveva detto Kate.
Avrebbe provato a disintossicarsi
da lei? Si, avrebbe
provato.
Ci sarebbe riuscito? Solo il tempo
gliel’avrebbe
detto.
E lei? Così razionale e
orgogliosa, sarebbe riuscita a
scacciarlo dal suo cuore con la stessa facilità con cui lui
l’aveva raggiunto?
Un giorno, magari per caso, si
sarebbero rincontrati e
allora avrebbero fatto i conti con la realtà dei fatti.
Angolo
dell’autrice:
eccoci alla fine anche di questo
capitolo.
Che dire del messaggio di Kate?
Servirà ai due questa
pausa o peggiorerà la
situazione?
Come occuperanno il tempo??
Lo scoprirete presto!! ;D
Un bacione e buona lettura!!
Ivi87 xD