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Autore: Meme06    06/10/2011    7 recensioni
E se Ikuto fosse un vampiro ed Amu una semplice ragazza che però dentro di se nasconde un'indole oscura e sadica? Che cosa succederebbe? Ambientato nel passato. un'altra storia che ha sviluppato la mia mente malata, spero vi piaccia ^ ^
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'The smell of your blood'
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Tante domande riempivano la mente di Amu. Sarebbe morta, avrebbe vissuto una vita attraverso gli occhi di un demone, il suo corpo sarebbe stato ancora suo? Oppure la creatura demoniaca avrebbe preso il sopravvento? Cosa devo fare? si chiese la ragazza.

Poi in un attimo capì tutto. La sua anima era già per metà nera, lo aveva detto Ikuto, si sarebbe solo completata, non sarebbe successo niente a lei, al suo modo di essere. E poi se doveva davvero ascoltare per una volta quello che quell'organo vitale le diceva, il suo cuore, allora già sapeva la sua risposta.

Lo guardò dritto negli occhi, prima di dire:

- Si…

Mormorò la ragazza. Ikuto sorrise, un mezzo sorriso soddisfatto. Il pugnale scese di lato lungo il collo e le tagliò la veste per poter far lavorare meglio il vampiro. Gettò a terra il coltello. Prese fra e mani il capo e il collo candido della ragazza. Lo spostò delicatamente di lato. Lentamente vi affondò i denti. Ed il sangue che ne sgorgava e che gli donava era caldo e davvero buono. Come aveva desiderato questo momento, come aveva desiderato poterle succhiare il sangue e finalmente c'era riuscito.

Il ragazzo continuava a prelevarle il sangue come una sanguisuga. Faceva male, Amu dovette ammetterlo, ma era in un certo senso anche piacevole. Lui le stava ridando la vita, si, si poteva dire così. La stava rimettendo al mondo. In un modo un po' strano e macabro, ma lo stava facendo.

Il tempo passava ed il ragazzo ancora non aveva smesso di gustare il suo sangue. In quel momento Amu avvertì le forze abbandonarla e la paura invadere il suo corpo come mai prima d'ora. Il dubbio che il ragazzo avesse potuto prendersi gioco di lei per poter gustare il suo pasto tanto ambito la faceva gelare. Inoltre i denti del ragazzo stavano affondando sempre di più nel suo collo. Le sfuggì un gemito di dolore di cui il ragazzo si accorse subito e si staccò da lei. Il volto della ragazza era pallido, l'aveva quasi uccisa. Il suo sangue era così buono che si riteneva davvero privilegiato per averlo bevuto. Purtroppo per l'ultima volta, poiché quando diventi vampiro il sangue è la prima cosa che se ne va, per questo hanno tutti fame appena si svegliano.

- Scusa… - mormorò per poi lasciarla un attimo, permettendole di poggiarsi sulla sua spalla.

Si scoprì il polso. Riprese in mano il pugnale e si taglio in un secondo le vene. Quando il sangue iniziò a sgorgare lentamente, le porse il braccio. La ragazza esitò un attimo, poi quando il liquido iniziò a sporcare il letto si decise a provarlo dandogli una piccola leccatina.

Il sapore era buono, dolce e metallico, ma le piacque. Prese la mano del vampiro fra le sue, iniziando a bere avidamente dalla sua vena. Avrebbe voluto affondare i denti lei stessa, ma non era ancora un vampiro. Però se aveva questo istinto voleva dire che iniziava a trasformarsi.

D'un tratto però il ragazzo le tolse la mano da sotto la bocca, nonostante la rosa gli lanciò un'occhiataccia.

- Basta così… - le disse carezzandole i capelli e avvicinando le labbra alle sue leccandole via il sangue e gustando di nuovo il sapore all'interno della sua bocca. Un rivolo di sangue scese lungo il mento della ragazza, lo ripulì con la lingua per poi riprendere quel bacio al sangue. La ragazza già si sentiva e si comportava in modo diverso. Sentiva il sangue ribollire nelle vene. Avvertiva ogni minimo spostamento d'aria e sentiva ogni singolo cigolio che il letto produceva.

Si staccarono e si guardarono dritti negli occhi. Quelli del ragazzo color ghiaccio e quelli della ragazza che stavano mutando, diventando anch'essi bianchi.

- Ikuto… - mormorò Amu prima di chiudere gli occhi e cadere sul letto morta.

Era un processo normale, prima si moriva, poi si resuscitava in un'altra vita e sotto un'altra forma per così dire. I tuoi pensieri mutavano e anche la tua fame. I tuoi sentimenti e le tue emozioni prendevano una piccolissima parte nella tua esistenza e non sei tu a comandare, ma il demone dentro di te. La tua anima viene imprigionata in un piccolo spazio del tuo corpo, da una rete tessuta di fili oscuri.

Per questo il vampiro ha poco a che vedere con la persona che eri. Quando diventino creatura della notte, i tuoi lati più negativi e quelli che non avresti mai mostrato escono fuori in un secondo e si avventano sul tuo corpo costringendoti a viverli.

Ikuto prese in braccio il corpo di Amu e lo mise bene sopra il letto. Le si stendete vicino e attese.

Aspettò fino a che la ragazza non aprì gli occhi e smarrita si guardò intorno.

- D-dove sono? - si chiese per poi posare lo sguardo su Ikuto, i cui occhi erano tornati ametista. Anche i suoi erano di nuovo color miele e fissavano il ragazzo interrogativi.

- Sei nella mia stanza, se adesso non ti ricordi è normale… - le rispose.

- No… mi ricordo, solo che… mi sento strana. - confessò la ragazza.

Guardò di nuovo Ikuto andandogli a fissare il collo, in cerca di qualcosa che potesse farla stare meglio.

Il ragazzo se ne accorse subito.

- Calma piccola, faremo colazione più tardi. - le disse sorridendo sadico.

La ragazza ricambiò il sorriso.

- Che ore sono? - chiese.

- Le due del mattino, ma non ti devi più preoccupare del tempo che passa… - le disse. Poi prese da sopra il comodino accanto una fascia. - Tieni, questa è tua.

La ragazza la prese e la guardò bene.

- La devi portare solo di giorno, te la metti prima che sorge il sole. - le disse.

- Non sono mai stata mattiniera. - rispose. Il ragazzo scoppiò a ridere. Amu era sempre Amu, anche da vampiro. La sua anima non era molto diversa, aveva solo voglia di sangue ora.

- Guarda che noi non dormiamo. - le disse con un mezzo sorriso.

- Oh… - fece la rosa. Si alzò a sedere e si guardò di nuovo intorno. - Ikuto?

- Si?

- Io ho fame… - confessò la ragazza mentre lo guardava con la speranza negli occhi. La voglia di sangue era insostenibile, ora capiva perché il ragazzo faceva quelle cose alle vittime. A pensarci le venne ancora di più l'acquolina in bocca.

- Va bene, andiamo a mangiare… - le disse. Uscirono in corridoio e scesero le scale, pronti a mangiare.

In quel preciso momento, le porte del castello si spalancarono all'istante. Ne uscirono fuori otto uomini. Tra cui due che Amu conosceva molto bene. Il signor Hotori e Eiji.

- Signore è lui! Lo abbiamo trovato! - gridò uno di loro.

- Prendete la ragazza! - disse il signor Hotori.

- Ma che… - provò a dire la ragazza ma non le fu possibile. Un braccio la strattonò di lato e la lanciò tra le braccia di Eiji che la afferrò saldamente per impedirle di fuggire. Infatti la ragazza cercava in tutti i modi di liberarsi, ma i suoi poteri, la forza da vampiro, non li aveva ancora sviluppati.

Ikuto divenne serio, i suoi occhi gelidi e bianchi.

- Se non la lasciate andare immediatamente vi ridurrò come i precedenti. - disse in ragazzo in modo maligno.

- S-scordatelo! - ribatté con voce tremante Eiji.

Amu non faceva altro che scalciare, ma il ragazzo la teneva con le braccia dietro la schiena e le era difficilissimo muoversi come voleva.

Ikuto sorrise sadico e avanzò verso di loro. Tirò fuori dalla maglia un pugnale e fulmineo colpì il braccio di Eiji, fu talmente veloce il lancio che gli tagliò la mano facendola cadere a terra e riempendo sia la ragazza che il ragazzo di schizzi di sangue. Lasciò Amu che affiancò il vampiro, mentre si leccava i pochi schizzi di sangue dalle braccia.

Eiji gridò per il dolore.

- Presto prendete Amu! - ora che aveva perso suo figlio, l'unica persona che credeva gli fosse rimasta era quella ragazza che aveva lavorato per lui per ben sei anni. Non gli era rimasto nessuno, non poteva perdere anche lei. Era solo egoismo il suo, ma non lo capiva questo. O meglio, non voleva capirlo.

- Muovetevi solo di un passo e farò una strage in meno di dieci secondi. - disse Ikuto. Gli uomini si gelarono e non si mossero di un millimetro. Ikuto sorrise maligno, attirò Amu a se circondandole le spalle con un braccio. La ragazza sorrise sadica accanto a lui. Il ragazzo si abbassò alla sua altezza. - Avevi fame, vero piccola?

Lei annuì leccandosi le labbra. E sussurrò all'orecchio del ragazzo:

- Tu che ne dici?

- Io dico che è ora di colazione.

Nessuno sentì niente di quello che si dissero, ma a giudicare dagli sguardi che si lanciarono i due non doveva essere nulla di buono.

Purtroppo però per i vampiri non appena provarono ad avvicinarsi quattro uomini, compreso il cacciatore di vampiri, si lanciarono contro Ikuto. Mentre gli altri quattro, dove c'erano Eiji e Hotori afferrarono Amu.

I due ragazzi vennero allontanati l'uno dall'altro e imprigionati al muro.

- Bastardi vigliacchi, lasciatemi subito! - esclamò rabbioso il vampiro mentre tentava di liberarsi.

Gli uomini lo tenevano saldamente inchiodato alla parete. Il cacciatore di vampiri tirò fuori l'acqua santa e gliela gettò sul collo, facendo gridare di dolore il vampiro e ustionandogli la pelle che iniziò a fumare pericolosamente per qualche minuto. Amu guardò il ragazzo con sguardo spaventato. Lo volevano morto, lo sapeva, ma lui non poteva, non doveva morire.

Il ragazzo in un impeto di rabbia graffiò la gola di un uomo facendolo cadere a terra, morto.

- No… - provò a dire un altro, il fratello del cadavere. Ma ben presto lui fece la stessa fine, solo per mezzo di un coltello, che Ikuto era riuscito a prendere all'interno della giacca grazie al fatto che si era liberato il braccio.

Amu lo guardava con la speranza negli occhi, non aveva neanche più voglia di ribellarsi, solo lo guardava incantata lanciandogli sguardi di fiducia.

- Maledetto vampiro… - iniziò Williams. - Ora te la vedrai con me…

Lo spinse di più al muro e tirò fuori un paletto.

A questo punto Amu non ci vide più, con uno strattone si liberò di tutti e quattro e corse verso John e Ikuto. Diede una spinta forte alla spalla di John facendogli cadere il paletto di mano e facendolo allontanare di due passi, molto pochi. Infatti non fece in tempo ad abbracciare il ragazzo che l'uomo la prese per le spalle e la trascinò via.

- Lasciatemi subito! - gridò a ragazza, ma giunsero gli altri a portarla lontano.

L'ultimo rimasto con Ikuto prese la croce e lo allontanò fino all'angolo della stanza con essa.

- Se avessi il paletto ti ucciderei… - gli disse con disprezzo. - Miki era una brava bambina e poteva avere un bel futuro finché tu non l'hai uccisa!

Ikuto sorrise maligno.

- E tu ringrazia che non ho voglia di mangiare carne da macello… - rispose.

Uno schiaffo bruciante gli arrivò in pieno volto. L'uomo lo aveva appena colpito con la croce. Poi se ne andò lasciando lì Ikuto, infuriato. Aveva appena avuto Amu nella sua ombra oscura che gliela portavano via tentando di portarla alla luce. Questo non poteva accettarlo. Doveva assolutamente fare qualcosa.


La ragazza venne portata di peso attraverso tutto il bosco fino a che non giunsero alla stanza dell'assemblea.

La misero giù e la lasciarono a Eiji che la costrinse a stare ferma.

- Calma signorina Hinamori… - disse John Williams.

La ragazza lo guardò con uno sguardo di fuoco. Era successo tutto in fretta, tutto tremendamente in fretta.

La ragazza non rispose, si limitò a fissare Williams negli occhi con sguardo truce.

- Eiji fa in modo che la ragazza non scappi… - disse John.

Il moro capì all'istante e portò la ragazza in una stanzetta buia e umida.

- Resta qui… - disse con voce spenta. Anche se stava con Ikuto le voleva ancora bene.

- Eiji… - mormorò Amu. - Perché mi fai questo? Eravamo amici, lo siamo sempre stati, che cos'è successo?

Ovviamente la rosa faceva la parte, voleva soltanto uscire da lì e voleva farlo subito.

- Amu, ti prego… - disse Eiji. Era un ragazzo debole, lo era sempre stato e la ragazza lo aveva capito bene. Avrebbe sfruttato questa cosa a suo favore.

- Eiji, il per favore spetta a me stavolta… - disse la ragazza avvicinandosi a lui e sfiorandogli la guancia con la mano.

Il ragazzo rabbrividì.

- Amu, sei gelida… - le disse prendendole la mano.

- Beh… se vuoi puoi aiutarmi a scaldarmi… - gli disse con aria innocente.

Eiji le si avvicinò abbracciandola e guardandola in volto. Solo ora si accorgeva di quanto quella ragazza lo attraesse. Stava per avvicinare le labbra alle sue quando una voce lo richiamò alla realtà. Si allontanò all'istante, neanche avesse visto un fantasma.

- S-scusa… - disse per poi correre via.

Amu sorrise maligna, prima o poi ce l'avrebbe fatta. Era solo questione di tempo e avrebbe avuto vitto, alloggio e via d'uscita in una sola volta.

Eiji corse così veloce che quando arrivò da Williams gli mancò il fiato.

- Ragazzo, che ti è successo? - chiese l'uomo mentre posava la sigaretta sul posacenere..

- Nulla, nulla… - rispose Eiji, ma era bianco come un lenzuolo in volto e Williams se ne accorse.

John gli si avvicinò sospettoso.

- Oh… quindi se io ti dicessi che a mio modesto parere la signorina Hinamori essendosi trasformata in vampiro ha sviluppato i poteri di seduzione sugli esseri umani tu mi crederesti? - disse tutto questo velocemente, senza prendere fiato un attimo.

- Ehm… scusi signore ma eh? - chiese confuso il moro.

- Dicevo… - riprese più calmo il cacciatore di vampiri. - Che la signorina Hinamori si sta trasformando in vampiro, anzi, si è trasformata in vampiro e ha sviluppato un potere che solo le vampire hanno. Riescono ad attrarre qualunque uomo e sfruttarlo a loro piacimento.

- Signore, non credo affatto che Amu sia cambiata… - rispose Eiji.

- Classica risposta da polli. - disse Williams. - Tutti quelli che dicono così vuol dire che sono già stati sottoposti a tale esperienza.

- Signore inizio a pensare che lei non di sta con la testa… - disse il moro.

- Da quanto tempo conosci questa ragazza? - chiese.

- Siamo amici da tre anni, perché? - chiese con il cervello sempre più scosso.

- Quindi la conosci bene e credo che tu sia abbastanza intelligente da capire se sia lei o no. - constatò il signor Williams.

- Non credo… - disse Eiji.

- E perché mai? - chiese allora John.

- Amu non è mais tata se stessa con nessuno… - riprese il moro. - Ha sempre finto con tutti. Almeno questo è quello che credo. In questi tre anni è sempre stata dolce. Poi dopo la morte di Mary è diventata cinica e in un certo senso sadica e adesso si può dire che sia passionale e confusa… non credo di aver mai saputo chi sia realmente. Non penso proprio di conoscerla.

Ammise il ragazzo abbassando lo sguardo.

- Dovremmo farle delle domande… - disse pensieroso l cacciatore di vampiri.

- Crede che lei ci risponderò? - chiese quasi ironico Eiji.

- Credo che dovremo provarci. - rispose l'uomo.

- Cosa vuole chiederle?

- Mah… credo che inizierò con chiederle il suo passato e poi come ha conosciuto il non morto. - disse Williams.

- Non le dirà mai il suo passato, nessuno lo ha mai saputo. Nessuno conosce il suo passato. - concluse Eiji.

- Non sei molto positivo ragazzo, dovresti esserlo di più…

- La mia positività si è spenta quando ho visto il corpo di Mary e lì ho capito che siamo tutti condannati… - disse allora il ragazzo passandosi una mano tra i capelli e scoprendo la fronte imperlata di sudore. Era agitato e si vedeva.

- Non siamo tutti condannati se il vampiro muore.

- E cosa propone di fare per ucciderlo?

- Beh… - fece l'uomo con un alzata di spalle. - Noi abbiamo qualcosa che lui vuole, perché non usarla come calamita per attrarlo…

- Ma è pazzo forse? Potrebbe ucciderla! - esclamò il ragazzo, il quale continuava a non capire, non voleva accettare la realtà e non l'avrebbe accettata mai probabilmente.

L'uomo si avvicinò al giovane e gli diede una pacca sulla spalla.

- Ragazzo, lei è già morta… - gli disse. - Non so che cosa ti spinge a non crederlo, ma è così…

- Ma… lei è la mia sola amica… - disse il ragazzo con gli occhi lucidi. Il signor Williams lo abbracciò lasciandolo sfogare.


Debole, è solo un debole… pensò Amu con derisione.

- A quest'ora starà piagnucolando come un bambino… - disse con disprezzo. Quel ragazzo no aveva spina dorsale, ecco che cosa pensava la ragazza. Era proprio un bambino, puro, infantile e piagnucolone.

Non seppe come, ma da Eiji arrivò a pensare ad Ikuto. Chissà dov'era adesso, chissà come stava. D'un tratto poi scoppiò a ridere di lei stessa. Sembrava una ragazzina pronta a fantasticare sulla sua storia amorosa. Mentre era tutt'altro. Il suo amore era per lui e per il sangue, due elementi essenziali per completare la sua vita. Due elementi per la quale senza, la sua vita non ha senso.

Durante quei ragionamenti entrarono nella stanza Eiji, Hotori e Williams.

- Amu… - disse il biondo andandola ad abbracciare. La ragazza non si ribellò, invece aspirò felice l'odore del collo dell'uomo.

- Signor Hotori non è il caso… - disse John allontanandolo dalla ragazza.

- Oh andiamo, non mi vorrete far morire di fame… - disse la ragazza con aria innocentina iniziando ad avvicinarsi.

Tutti e tre tirarono fuori all'istante la croce, facendo ringhiare la ragazza.

- Hinamori… - disse John. - Devo farle delle domande.

- O-oh! - esclamò la ragazza. - Il grande signor Williams si è deciso a fare la sua mossa! Io inizia sempre dalle mani, lei?

- Non voglio torturarla… - disse con voce calma.

- E allora come crede di farmi parlare, ah? - chiese ridendo.

- Ci riuscirò, perché se lei non risponde alle nostre domande uccideremo il suo amato vampiro. - rispose.

- Oh già… - fece Amu con aria pensierosa. - Si Ikuto me ne aveva parlato. usate sempre lo stesso metodo, che però non funziona mai. Beh credo sia meglio sorvolare su queste sciocchezze e lasciarmi in pace una volta per tutte! Oh, quasi dimenticavo, chi si offre volontario?

Chiese la ragazza passandosi sensualmente la lingua fra le labbra.

- Hinamori… - tentò di dire il cacciatore di vampiri.

- Eiji? - chiese guardando il ragazzo dritto negli occhi smeraldo.

Lui non rispose, si limitò a dire 'scusi' e a dileguarsi.

Rimasero Hotori e Williams.

- Amu, ti prego, ti voglio bene come una figlia…

- Solo perché avete perso Tadase. - ribatté la rosa.

- Questo non è vero e tu lo sai, io ti ho sempre trattato bene… - disse.

- Certo e farmi sgobbare dalla mattina alla sera lo chiama voler bene a una persona? - domandò.

- Tu non ti sei mai lamentata.

- E come potevo? - chiese. - Dovevo vivere e se mi avesse licenziata… beh le assicuro che la strada non è un posto molto comodo, esperienza personale.

- Bastava che me lo dicessi…

- Parliamoci chiaro signor Hotori… - disse subito Amu. - Lei non mi avrebbe mai ascoltata, a meno che non fossi andata a letto con suo figlio…

- Questo è troppo! - esclamò Hotori e provò ad avvicinarsi alla ragazza, ma John lo trattenne.

- Signor Hotori è solo un trucco, se lo ricordi la prego… - disse per poi rivolgersi alla ragazza. - Non abbiamo finito, ricordatelo…

Disse per poi andarsene. Amu sorrise. Iniziava a divertirsi.

  
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