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Autore: AmyFallen    06/10/2011    3 recensioni
Amy X Mello, una storia d'amore tormentato che fa a botte tra realtà e fantasia, tra vita terrena e vita celestiale, tra umani e angeli, guerre in cui si rischia tutto...tra regole obbligatorie e l'amore, l'amore giovane di due ragazzi che lottano per non dividere ciò che è stato unito dal destino...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A World Where You Are
Capitolo 1

Tutto iniziò da quel semplice gesto compiuto da un bambino di 10 anni verso una bambina di 8. La bambina piangeva per quel ragazzino, un bulletto che in quell’orfanotrofio gironzolava dando fastidio agli altri bambini,quel giorno importunò una ragazzina di nome Amy, capelli neri magrissima, quasi scheletrica,con una pelle biancastra che faceva spavento e due occhi verdi che le illuminavano il viso ma quegli occhi erano spenti ,rotti ,dopo l’omicidio dei suoi genitori e il trasferimento all’orfanotrofio era diventata silenziosa e non rideva mai, stava sempre a dondolarsi sulla sua altalena lontana dagli altri bambini.
Jason,così si chiamava il piccolo bulletto, la raggiunse alla sua altalena e la spinse facendola cadere proprio mentre era in alto sbucciandosi così le magre ginocchia e facendo uscire il sangue che bastava per brillare sullo sfondo biancastro della sua pelle, le chiese se aveva delle caramelle, e la piccola rispose solo con un piccolo e lento cenno della testa,prima destra poi sinistra. il ragazzo iniziò a farla rotolare tirandole calci e minacciandola che se non gli avesse portato le caramelle entro l’ora successiva l’avrebbe umiliata davanti a tutti. La piccola Amy corse a ripararsi sotto le scale dell’orfanotrofio, un nascondiglio perfetto dove nessuno poteva mettere piede perché esile come era ci passava solo lei. Quel giorno un ragazzino di nome Mihael di soli 10 anni con capelli biondi ordinati che formavano un caschetto perfetto sulla sua testolina, aveva osservato tutta la scena con i suoi occhi azzurro cielo e inseguì Amy di nascosto per vedere dove andava. Scoprì il suo nascondiglio segreto e data la sua magra corporatura, riuscì anche lui ad entrare e a farle compagnia.
Essendo più grande anche di soli 3 anni si presentò e riuscì a tirarla su di morale dicendole che avrebbero cercato e trovato insieme le caramelle e le avrebbero date a quel prepotente perché non c’era nulla da fare con i bulli intelligenti.
 
Per la prima volta Amy sorrise e i suoi occhi si illuminarono tornando verde smeraldo come una volta.
Mihael prese la mano di Amy e fecero il giro di tutto l’orfanotrofio per cercare qualche caramella, finalmente nella camera di un bambino golosissimo riuscirono a trovare abbastanza caramelle da riempire la pancia di un bullo prepotente. Si tennero stretti per mano fino alla sera quando seduti a tavola il bulletto iniziò a dire dopo una sguaiata risata:”Guardate guardate! Amy e Mihael si tengono per mano!! Forse Amy ha paura di qualche mostro che le sbuca da sotto il pavimento!?”
Tutti i bambini iniziarono a ridacchiare. E anche qualche chicco di mais andava a finire in faccia alla povera Amy,così staccò la sua mano da quella di Mihael e scappò in camera propria. Quel giorno purtroppo i maggiordomi non c’erano, c’era solo la cuoca che dopo aver servito la cena se ne andò a casa sua per dar da mangiare ai suoi 9 gatti.
Ora però non voleva pensare a quella brutta cena. Amy si mise il suo pigiamino velocemente e corse a letto usando le coperte come rifugio e strinse la foto della sua bella famiglia al cuoricino in segno di protezione, i genitori le mancavano, ma nonostante fosse piccola aveva il coraggio di guardare avanti.
Dopo pochi minuti si sentì bussare alla porta, e con la sua vocina soffocata dal pianto chiese chi fosse e una calda e rassicurante voce le rispose:”Apri voglio stare con te ho paura di stare da solo in camera al buio.” Così Amy aprì perché riconobbe la voce, era Mihael, Amy sfoderò un sorriso illuminando gli occhi di Mihael che appena poco più alto di lei riuscì a darle un piccolo bacio sulla fronte. Quando chiuse la porta erano ancora al buio e Amy notando che Mihael non accese nessuna luce chiese con la sua piccola voce:”Non hai paura del buio?”
Mihael alzò le sopracciglia e le rispose con tono ironico:”Io? Sei tu quella che ha paura! Io l’ho detto solo perché volevo farti compagnia.”continuò con aria spavalda :”Tieni ti ho portato da mangiare.”il tono di voce era cambiato, era più dolce ora.  
Le porse il vassoio con qualche pezzo di pane e la rimanente parte della cena di Amy.
Amy sorrise un’altra volta, quando stava con Mihael la sua tristezza sembrava che svanisse in un istante. Mihael decise che quella ragazzina se la doveva tenere cara come si tiene un ricordo dei propri genitori perciò iniziò a frugare nel suo armadio dicendo:”Adesso ti cerco un vestito, facciamo un gioco ma dobbiamo fare molto piano perché i maggiordomi sono tornati e potrebbero sentirci”.
 
Amy, un po’ spaventata fece cenno di si con la testa e Mihael riprese:”Non c’è niente qua dentro, tutti vestitini da thè mmh facciamo così…”
Prese il lenzuolo rosa della bambina e iniziò ad aggiustarglielo come se fosse una bambolina, poco dopo il lenzuolo diventò su Amy un vestito da principessa, Mihael si complimentò con se stesso dicendo:”Bel lavoro Mihael! “
Amy sorpresa da ciò che vide nello specchio disse:” Sembro una principessa, ma ora che devo fare?”
Mihael rispose:” Tu SEI una principessa e adesso ti comporterai da tale, mi concede questo ballo sua altezza? “
Amy afferrò la mano che le tendeva Mihael e insieme canticchiavano il motivetto che la cuoca metteva ogni mattina mentre cucinava, tutti e due lo avevano imparato a memoria. Dopo le danze il principe Mihael si inchinò alla principessa Amy dicendo:”Mia preziosa principessa che mi fa sorridere ogni qual volta la vedo, con queste umili parole le giuro che da questo momento non la lascerò mai sola e la proteggerò a costo della vita! Perché mi ha illuminato il cuore e senza di lei sarei un
mucchio di carne umana, in poche parole, un comune essere
 
umano, ogni qual volta che lei ha paura basta che pronunci il mio nome e puff io sarò da lei in un batter d’occhio”.Fece l’occhiolino e continuò:” Preferisce darmi un nomignolo?”
Amy rispose pensandoci un po’ su:”mmh… si! Vorrei tanto chiamarti… Mello!”
Mihael pieno di felicità infantile per il suo nuovo nome le chiese:”Ma certo! È un’idea geniale! E come mai questo nome così carino come il suo visino?”
E Amy ridacchiando rispose:”Perché mi sembra carino e più adatto ad un tipetto simpatico come te.”
Mihael andava fiero del suo secondo nome ma ne andava fiero perché lo aveva deciso Amy o perché gli piaceva? Questa è la domanda che si fece dopo che Mello le rimboccò le coperte e tornò a dormire in camera sua.
La giornata era finita e dovevano riposare perché il dì successivo sarebbe stato molto più divertente, Mello aveva in mente di far conoscere ad Amy il suo migliore amico Mail, pensò che Amy avrebbe smesso di sentirsi sola. E in effetti Amy da quella sera non si sentiva più sola.
  
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