-Vuoi sapere qual'è la cosa che odio di più dei ragazzi?-
Laura si limava le unghie agitandosi sul sedile dell'autobus -il fatto che quando sono soli sono dolci e romantici, ma quando stanno in gruppo coi loro amici iniziano a a fare gli stronzi, come se dovessero dimostrare qualcosa!-
-Hai proprio ragione!- concordò Rosmery -e una'altra cosa che odio? Che loro possono fare tutto quello che gli pare! Possono stare fuori tutta la notte, farsi tutte le ragazze che vogliono, iniziare a fumare appena nati, e nessuno, n-es-s-u-n-o può dirgli nulla!- sbuffò
-A me l'unica cosa che mi fa schifo è quando si depilano, non ha senso, siamo noi a doverci depilare, o no?- disse Abrìl masticando con la gomma americana a bocca aperta.
Solo a me non importava mai nulla dei ragazzi. Ero raggomitolata sul mio sedile facendo finta di ascoltare le canzoni dall'Mp4, scarico. Non capivo come le ragazze potessero essere tanto pettegole, sapevano qualsiasi cosa, tutto quello che accadeva in giro. A me non importava niente di tutto questo. Solo volevo passare i prossimi due anni, fino al mio diciottesimo compleanno e andarmene via.
In ogni caso io mi chiamo Chaterina Cognomeignoto e vivo in un istituto per orfani. Frequento il terzo anno del liceo classico, amo studiare. Si, sono una secchiona, la lettura è l'unica cosa che mia madre mi ha lasciato. Un vecchio libro senza titolo che ho letto e riletto, da quando ero piccola.
Vado a scuola con delle decelebrate senza cervello; Laura una bionda altissima rimandata due volte al terzo, Abrìl una ragazza mora estremamente sexy e Rosmery, quella che la da in giro. Tutte bellissime, io scomparivo in mezzo a loro. Ho i capelli lisci naturali, lunghi fino al sedere, color castano scuro e piccoli occhi neri che si nascondono dietro vecchi occhiali da vista.
Venti interminabili minuti da passare sull'autobus pubblico con quelle sceme che parlavano di ragazz, l'unica cosa che proprio non sopportavo; Lungo il tragitto leggevo, non libri di scuola, ma romanzi che prendevo dalla biblioteca scolastica. Sedevo sempre affianco al mio migliore amico Alex, lui alemno aveva una famiglia, vieva con i suoi genitori poco lontano dall'istituto, così prendevamo l'autobus insieme ed era molto dolce, tutte le mattine io e lui eravamo gli ultimi a salire, e lui mi dava sempre la precedenza. Frequentava il liceo scientifico, lontano dal mio ma comunque stavamo insieme quasi sempre e lui, come me, era un grandissimo secchione.
A 16 anni non avevo mai avuto un ragazzo, non sapevo neppure come fosse fatto, e nemmeno mi importava, voelvo andarmene da quel buco di civiltà, io e Alex avevamo pronto un piano, semplicemente compire diciottanni e trasferirci in un grande città e vievere senza problemi creandoci un mestire. Forse allora avrei potuto anche innamorarmi, ma ora per me era presto.