Quaranta
secondi.
Il
tempo di un respiro molto profondo, di uno sguardo, di un sorriso
malevolo prima della fine.
Ha
vinto, ma la cosa ormai nemmeno lo stupisce più. Ha sempre
saputo che sarebbe finita così, del resto.
Fin
dal momento in cui si è reso conto di ciò che
aveva tra
le mani, fin dal primo istante in cui L lo ha sfidato pubblicamente,
ha vissuto per ucciderlo.
Trentadue
secondi.
Ogni
suo passo, ogni suo pensiero, ogni sua mossa e perfino gran parte
delle sue vittime sono state per lui.
Per
trarlo in inganno, come si farebbe con un topo goloso e una trappola
sulla quale è stato posto del formaggio.
Ventisette
secondi.
Ray
Penbar.
Ventisei
secondi.
I
dodici agenti del FBI.
Venticinque
secondi.
Naomi
Misora.
Ventiquattro
secondi.
Alla
fine, L ha reso solo le cose più divertenti e interessanti.
Era
un degno avversario, anche se ha fallito.
Per
quanto si sia sforzato, abbia ragionato, abbia fatto il possibile, il
grande L è stato sconfitto.
Sconfitto
da un adolescente appena uscito dalle superiori con manie di
superiorità.
Diciannove
secondi.
Non
è stato abbastanza scaltro, non è stato
abbastanza
furbo.
Non
è stato all'altezza di Light Yagami.
Tredici
secondi.
Il
“Dio del Nuovo Mondo”.
In
quanti farebbero patti con il demonio pur di ottenere quel titolo?
Ma
in quanti, ci riuscirebbero?
Sette
secondi.
In
fondo, nemmeno lui sa se ci riuscirà.
La
morte di L è solo l'inizio.
Tre
secondi.
E'
solo una spinta
Zero.
Una
spinta nell'oblio.