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Autore: Leannel    14/06/2006    6 recensioni
Un caso particolare per la squadra. Quando ogni risposta sembra sbagliata.
Genere: Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un grosso MiniVan nero, sfreccia all’alba tra le affollate via di Las Vegas, una città dove le luci non si spengono mai

Un grosso MiniVan nero, sfreccia all’alba tra le affollate via di Las Vegas, una città dove le luci non si spengono mai.

Sara non era certo tipo da amare particolarmente il sonno. Così Sara si era svegliata, rivestita e aveva preparato una colazione veloce coi cereali. Ora, Sara lo era sempre stata una timida cronica e per quanto conoscesse il Moro da ormai, quanti? Cinque anni? Starsene così a letto, non le sarebbe piaciuto affatto.

Così adesso Sara era seduta davanti ai suoi fiocchi gialli, inzuppati in un mare di latte. E, cazzo erano le cinque e mezza del mattino. Considerando la rarità di un’occasione come quella, un’intera nottata senza chiamate, Sara pensò che avrebbe potuto sfruttarla decisamente meglio. Ad ogni modo ora era lì, lontana dal suo cerca persone e i cereali avevano un ottimo sapore. Placidamente affondò ancora il cucchiaio nella tazza.

Un bip bip sospetto dalla stanza in fondo a sinistra, spezzò questa sua perfetta tranquillità.

Così, tempo trenta secondi il Moro Warrick comparve con un mezzo sorriso assonnato.

“Andiamo, il capo chiama”

“Alle cinque?”

“Dice che è importante”

“Il turno è finito tipo sei ore fa”

“Proprio tu ti lamenti dell’orario?”

No, mi piacevano i cereali, Warrick.

“Ma se arriviamo insieme, non pensi che quella gente congetturerà?”

“Vuoi prendere un autobus, signorina? Col kit e tutto il resto sottobraccio? Andiamo, nessuno penserebbe mai che io e te scopiamo, Sara”

“Infatti io e te non scopiamo”

era stata davvero una settimana orribile per la vecchia drammatica Sara. La macchina rubata e ritrovata tre giorni dopo nel deserto del Nevada, completamente sfasciata. E dato che il vecchio amico Moro si trovava tutto solo, con la vecchia Tina fuori per lavoro o chissaddove glia veva chiesto di dormire da lui e di accompagnarla al mattino. Quello di Sara era davvero un quartiere orribile.

“Un caffè?” disse Warrick

“Siamo di fretta, no?” rispose Sara.

Cazzo, quanto la odiava in questo punto centrale tra vita normale e lavoro, in cui sembrava sempre alla disperata ricerca di un problema col quale affliggersi.

Sara non era nemmeno una troppo interessata ai vestiti e quelle cose là, così in un tempo oscillante tra i quindici e i venticinque minuti,m furono pronti nello splendido Minivan nero del vecchio Warrick.

Warrick guida davvero come un matto quando si trova in orari assurdi, da solo nelle strade di Las Vegas. Non che questo sia frequente, ma conosce un sacco di vie secondarie in cui provare le sue prodezze. Ora Sara detestava questo tipo di cose. Non le piacevano le macchine veloci. Però quella volta Sara si mise a ridacchiare.

“Che c’è?”

“Pensavo che se ci vede arrivare insieme, magari la bionda se la prenderà”

“’Fanculo, Sidle”

Sara allora rise di più. E Warrick, pure ridendo, pensò che l’alba in Nevada ha un tono particolare, irripetibile, e per questo lavorava di notte, non di giorno, per l’alba. E per questo non l’avrebbe mai lasciato, il Nevada.

  
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