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Autore: Claire Knight    07/10/2011    9 recensioni
Durante un campeggio estivo, avviene un fatto piuttosto strano e sconcertante: Suzuno, svegliatosi all'improvviso durante la notte, si accorge che il letto di Nagumo è stranamente vuoto. COminciano subito le ricerche... ma Nagumo non sarà l'unica vittima di questa strana situazione.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buondì! Vi presento questa one shot. Non so come è venuta, se devo dir il vero >.< Dovrei rileggerla tutta ma è trooooppo lunga ed io stanca con i compiti di greco. Ve la lascio. Mi sono ispirata ad una mia esperienza personale vissuta in campeggio ques'estate, ma ovviamente qui è molto più romanzata e piena anche di un significato più... come dire... profondo? (????).
Ora vi lascio al capitolo! Buona lettura!!


Kidnapped.

Una figura scura si aggirava per il campo con una piccola torcia in mano. Il silenzio era totale; il cielo stellato e la luna piena osservavano la scena dall’alto, poco chiara anche a loro a causa delle nuvole passeggere che il forte vento trascinava ululando. La montagna incombeva, simile ad una immane ombra scura, sembrava sempre sul punto di crollare e inghiottire tutto.
Due tende, sole, erano montate al centro della radura.
Da quelle parti, di notte, faceva davvero freddo. Ma non al punto che nevicasse o che il fiato si condensasse nell’aria. In fondo, erano già alla fine di giugno e l’estate era cominciata già da qualche settimana.
La figura ammantata si nascose in un posto più oscuro degli altri, in trepida attesa. Poi, finalmente, dall’altro lato del campo, proprio vicino alla seconda tenda, arrivò un segnale luminoso. Lampeggiò per tre volte, poi si spense. Notò un’ombra, che si distingueva poco fra l’oscurità della notte, scivolare silenziosamente di lato.
Un sorriso, che non prometteva nulla di buono, affiorò sul suo volto: era il momento di entrare in azione.

***


Suzuno si svegliò all’improvviso nel cuore della notte. Scattò seduto e per poco non cadde dal letto a castello. Si guardò intorno e ricordò. Era in tenda, in campeggio. La Raimon aveva organizzato quel particolare evento e aveva invitato sia lui che Nagumo, che avevano accettato di buon grado.
Accese la propria torcia, appesa ad una catenella, e fece luce nella tenda. Guardò i suoi compagni dormire beatamente e li invidiò: una volta che si svegliava, Suzuno non riusciva più a chiudere occhio.
Bilanciandosi con il corpo, si mise a testa in giù per spiare il suo amico Nagumo, che dormiva nel letto sotto al suo.
Per poco non cadde giù di testa. Subito uscì dal sacco a pelo e scese dal secondo piano del letto a castello con un balzo. Indossava già i vestiti per il giorno dopo: lì dormivano tutti vestiti perché un pigiama solo non bastava a proteggere dal freddo.
Infilate le scarpe, con il cuore in gola, corse a svegliare Hiroto, che dormiva  abbracciato a Midorikawa.
< Hiroto. Hiroto, svegliati! > disse.
< Vattene, Suzuno. Sto dormendo > sbuffò lui senza voltarsi.
< Hiroto! Porca miseria! Alzati >.
< Uff… che vuoi? Cos’è successo? >.
Suzuno tacque per un momento, con il fiato sospeso e tre parole che gli premevano dolorosamente in gola. Il suo sguardo fece capire ad Hiroto che, per una volta, non stava scherzando.
< Nagumo è scomparso > disse poi.
Hiroto spostò istintivamente lo sguardo verso il letto di Nagumo e lo vide vuoto.
< Forse è andato al bagno, Suzuno >.
L’altro scosse la testa, correndo a svegliare anche Shirou, Someoka e gli altri nella tenda.
< Quando è andato al bagno, dato che ce l’ha nel sangue la dote di fare casino, mi ha svegliato. Ma sto parlando di almeno un’ora e mezza fa. Io mi sono riaddormentato prima che rientrasse >.
Hiroto, dopo una breve pausa di riflessione, si affrettò a svegliare Midorikawa e Mark, che dormiva lì accanto come un angioletto. Quando furono tutti svegli, Suzuno corse fuori della tenda, nel freddo gelido di quella notte, che pungeva ancora di più delle altre.
Fece irruzione nell’altra tenda e diede la notizia, mentre Aki e Haruna, stranamente sveglie, saltavano giù dal letto dalla paura di veder entrare Suzuno di corsa.
In poco tempo erano tutti nella radura, torce alla mano, alla ricerca del loro amico scomparso. O quasi tutti: alcuni, come Teppei, Tsunami e Touko, dicevano che preferivano dormire e che Nagumo sarebbe saltato fuori da solo dopo un po'. Che insensibili: non capivano che non era uno scherzo.
< Vengo anche io a controllare > fece Endou infilandosi una felpa mentre usciva fuori dalla tenda.
Alcuni, praticamente tutti, girovagavano per la radura, perlustrandola da cima a fondo. Primo tra loro, Suzuno chiamava a gran voce l'amico scomparso. Dove poteva esser andato a cacciarsi?
Che fosse stato rapito era una cosa inconcepibile. Nagumo era un tipo forte, forse un po' scemo, si diceva Suzuno, ma non si sarebbe mai fatto mettere nel sacco (anche nel vero senso della parola) da nessuno.
Eppure, dopo un'ora che tutti vagavano senza sosta per la radura e nei suoi dintorni, quella opzione si faceva sempre più largo fra le menti di tutti, dando loro la sensazione di aver girato a vuoto per secoli.
Giunsero a controllare perfino davanti alla piccola chiesa di fronte al laghetto che si trovava un po’ più in là, facilmente raggiungibile a piedi.
< Se l'avessero rapito > disse Gouenji, < avremmo sentito il rumore delle auto che lo portavano via >.
< E se l'hanno fatto svenire e poi l'hanno portato al paesino qui accanto? > propose Haruna.
< Non credo proprio >.
In tutto quel casino, Natsumi stava perdendo il controllo. Marciava avanti e indietro senza sosta, parlando al telefono con il padre e discutendo con lui sulla situazione. Aki, terrorizzata più di tutte, tentava in silenzio di trattenere le lacrime.
Poi, Endou e Shirou si incamminarono per una stradina ghiaiosa che circondava la piccola casa. Anche se erano passati di lì anche altri, s'erano tutti dimenticati di una strada che portava in mezzo ad un campo di erba alta. Alla luce della luna, sembrava tutto più spettrale e, fra i due, Shirou era sicuramente quello che aveva più paura. L’unico suono, lontano dalle grida furiose di Suzuno, era quello che i loro passi provocavano camminando sui sassi.
Si incamminarono per quel sentiero in discesa e Endou gli camminava dinnanzi.
Un fruscio alla sua sinistra lo fece voltare. Preso da un attacco di paura, afferrò il braccio di Endou.
< Hai sentito? > sussurrò.
< No, di cosa parli? >.
< Laggiù > disse Shirou indicando un albero alto ed un cespuglio verde. Endou si avvicinò per controllare. Si addentrò fra l'erba alta e Shioru lo vide sparire. Rimase sul ciglio della strada, sperando che tornasse presto. Ma, all’improvviso, l’attenzione di Shirou fu catturata da un’ombra.
Con il cuore in gola, si voltò. Ma non fu abbastanza veloce.
Una mano gli serrò la bocca, impedendogli di urlare. Si sentì trascinare all'indietro, fra l'erba alta.
Endou, ritornato indietro, trovò la strada vuota.

 

***


< Come è scomparso? Anche lui? > esclamò Kazemaru sconvolto. Si erano riuniti tutti quanti per ascoltare quella notizia.
< Sì > fece tetro Endou.
Non capiva: dove poteva esser finito? Inizialmente aveva pensato che fosse tornato indietro, preso dalla paura; ma, tornato al campo, non l'aveva trovato.
< Ragazzi > disse l'allenatore Hibiki richiamando la loro attenzione, < forse è meglio se domani ripartiamo ed interrompiamo il campeggio >.
< Cosa? Ma non possiamo! E se non li ritroviamo? > esclamò Suzuno.
< La situazione, a quanto pare, è davvero seria. E se rapiscono qualcun altro di voi? Io e il signor Furukabu siamo responsabili della vostra sicurezza, non possiamo permettercelo >.
< E allora? Ormai sia Nagumo che Fabuki sono spariti! Non siete riusciti a proteggere loro e non riuscirete a proteggere noi; ora lasciate che li cerchiamo, porca miseria! Se l'hanno rapito poco fa significa che Shirou è ancora qui nei paraggi! > face Someoka.
< Giusto > fece Gouenji, < e se i rapitori sono gli stessi di Nagumo, anche lui non deve essere troppo lontano >.
Hibiki tacque a lungo, con lo sguardo perso nel vuoto, poi tornò a guardare loro: < Potete cercarli stanotte. Ma domani si riparte. Se qualcun altro viene rapito, a questo punto, sarà stato per colpa vostra >.
E se ne andò via e nell'aria rimasero impresse le sue parole, che gravarono per qualche secondo di silenzio.
Hiroto continuò a fissare il punto in cui l'allenatore Hibiki era sparito per qualche secondo. C'era qualcosa che con gli quadrava. E anche lui, lentamente, stava cedendo alla paura. Con lo sguardo, cercò Suzuno, che incitava gli altri a riprendere le ricerche.
Forse, si diceva, Hibiki aveva ragione. Era meglio non rischiare che sparisse qualcun altro. Ma era impossibile frenare gli animi spaventati dei suoi compagni. Bisognava cercarli, ed era giusto. Ma avrebbero dovuto arrendersi ad un certo punto, no?
Sembravano esser stati rapiti tutti quanti da quel buio imperscrutabile che si ritrovava davanti. Lo stesso dove li avrebbero ritrovati.
< Andiamo, Mido-kun > sospirò poi voltandosi, ma il suo sguardo accarezzò il vuoto. Non era più accanto a sé. Un brutto presentimento gli fece attorcigliare lo stomaco. Spaziò con lo sguardo, ma non lo trovò.
Una fitta al cuore e un vuoto nel petto. Ecco cosa sentiva quando lui non c'era, ma ora? Rischiava di non vederlo più davvero.
Strinse i pugni. No. Solo ora capiva perché Suzuno non si sarebbe mai arreso a cercare Nagumo.
Non se ne sarebbe andato via di lì. Non senza Midorikawa. E nemmeno senza Nagumo e Shirou.


 

***


Natsumi parlava al telefono con il signor Furukabu che, incamminatosi a piedi verso il paese, aveva deciso di vedere se per la strada c'erano delle tracce del passaggio di quei farabutti che avevano rapito Nagumo. Ma non poteva dare ancora notizie soddisfacenti. Anzi. Si sarebbero rassicurati, quasi, nel scoprire che erano andati da quella parte. Almeno, avrebbero avuto una pista da seguire. Così erano tutti abbandonati al caso e alla disperazione totali.
Haruna cercava di consolare Aki, ormai in preda alle lacrime e al terrore, ma anche lei era terrorizzata.
Che cosa tremenda. Erano andati lì per divertirsi. Ed era sembrato a tutti un bel posto, tranquillo; chi si sarebbe mai aspettato una cosa del genere?
Ormai erano le quattro di mattina. Erano in piedi da due ore e mezza, senza fare progressi. Non era sparito nessun altro oltre ai tre ragazzi e pian piano tutti cominciavano a perdere le speranze. Ad un certo punto, con il fiato grosso, si riunirono per riposare cinque minuti.
Suzuno, seduto a terra sul terreno gelato, mentre gli altri stavano al caldo nel Gazebo, fissava un punto indefinito della radura. All'improvviso sentì le lacrime premergli agli angoli degli occhi. Davvero aveva perso il suo migliore amico Nagumo? Non poteva credere ad una cosa del genere. Già si immaginava la noia di stare in classe da solo senza poter fare casino e ridere con lui; i videogiochi che per lui avevano un senso solo se fatti insieme; i litigi inutili che non facevano altro che unirli ancora di più.
Gli mancava già tantissimo. Così tanto che lo vedeva quasi venir fuori da dietro la casa e posizionarsi fermo, immobile, al centro della radura. Certo che fosse un'illusione, Suzuno si aspettò che sparisse da un momento all'altro, assieme alle figure di Shirou e Midorikawa.
E in vece lo vide salutarlo, da lontano con la mano. Suzuno rimase intontito: era messo davvero così male da avere certe allucinazioni?
Era incredibile come ci si rendeva conto di quanto importante potesse essere una persona  nel momento in cui quella non c'era più. Nel momento in cui ci si rendeva conto di non poterla più rivedere.
Poi però una voce lo richiamò alla realtà.
< A belli!!!!! >.
Era la sua. Gli altri fecero capolino dal Gazebo, riconoscendo la voce. Suzuno scattò in piedi, mentre una vocina in fondo al cervello gli suggeriva di andare ad ucciderlo.
< A stronzo! Corri che è meglio! >.
Inevitabilmente, anche tutti gli altri gli corsero dietro. Appena Suzuno lo raggiunse gli diede uno schiaffo, uno di quelli madornali, poi gli buttò le braccia al collo.
< Mi ha fatto prendere un colpo, brutto idiota > pianse sulla sua spalla.
Ma Nagumo non fece in tempo a stringerlo affettuosamente a sé come avrebbe voluto che gli altri ragazzi gli si buttarono addosso. Il più grande cappottone della sua vita, quasi non riusciva a respirare. L'unica consolazione era il sorriso di Suzuno accanto a sé, schiacciato dallo stesso peso. Le mani ancora strette fra loro. Qualunque cosa avrebbero dovuto affrontare, solo in quel momento lo capirono davvero, l'avrebbero affrontata assieme. E non si sarebbero mai separati.

 

***

 
Pochi minuti dopo, nel Gazebo, i ragazzi - arrabbiati ma divertiti al tempo stesso per quello scherzo di pessimo gusto - discutevano animatamente. 
< Scusatemi > disse Someoka, < Ora voglio proprio sapere di chi è stata questa malaugurata idea >. 
< Secondo me è stata di Nagumo > fece Gouenji. 
< Vorrei prendermi il merito di tutto questo, sicuramente un piano alla mia altezza, ma per una volta il genio non sono stato io. Ho solo partecipato >. 
< Modestia a parte, insomma > fece Suzuno. L'altro gli diede una gomitata. 
< Beh, ma allora? > fece Kogure. 
< L'allenatore e le ragazze, ne sono certa! > esclamò Rika. 
< No. Nemmeno noi > fece Aki sorridendo. Le lacrime erano magicamente scomparse. 
< Certo che siete delle brave attrici > fece Hiroto, < Aki che piangeva e Natsumi infuriata al telefono ci stavano tutte >. 
< E il signor Raimon ovviamente non è stato chiamato > fece Furukabu.  
< Già, mi sentivo un po' scema a parlare da sola al telefono > rise Natsumi. 
< Vabbé, ma allora chi è stato a farsi venire in mente tutto questo? > esclamò Someoka. 
< Una persona che non vi aspettereste mai. Nemmeno io me l'aspettavo da lui >. 
< Non può essere Fabuki-kun, è troppo buono! E anche Mido-kun > sospirò Gouenji senza saper cosa pensare.  
< In effetti, io non c'entravo nulla. Mi hanno messo in mezzo all'improvviso > si scusò Shirou. 
< Tu, invece? Eri volontario? >domandò Hiroto nell'orecchio a Midorikawa. 
< Beh, sì. Si può dire che stasera io mi sia divertito. Avevi una faccia quando non mi hai più visto! > sorrise.  
< Ah, ti sei divertito, eh? >. 
I loro sguardi si incrociarono e, in un momento che nessuno oltre loro due colsero, Hiroto stampò un bacio sulle labbra di Midorikawa che, attonito, arrossì. 
Erano tutti piuttosto stanchi, alle quattro di mattina, dopo una serata piuttosto stressante. 
< Okey, ragazzi > disse infine Endou alzandosi in piedi su una sedia, < Sono stato io! >. E sfoderò uno dei suoi sorrisi a trentadue denti che, per una volta, avrebbero decretato la sua condanna a morte. 
Rimasero tutti in silenzio per qualche secondo. 
< No. Sei troppo stupido > fece poi Kogure con noncuranza. Endou si sgonfiò immediatamente.  
< No, è stato davvero lui. Non è così scemo come sembra, me ne sono sorpreso persino io > fece Nagumo. 
La serata, infine, si concluse con Endou che, dopo esser stato finalmente dichiarato colpevole all'unanimità, scappava per il campo con gli altri che lo inseguivano.  
Inutile dire che poi dormirono tutti quanti fino alle quattro del pomeriggio del giorno seguente.  
 
Alla fine, quelli che avevano capito tutto fin dall'inizio e si erano risparmiati una notte in bianco erano stati Teppei, Tsunami e Touko.  
Non sapevano, però, di essersi persi l'esperienza migliore per capire quanto una persona potesse essere importante, per il solo fatto di esserci.  


 

  
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