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Autore: Arwen_theevenstar    07/10/2011    1 recensioni
LIFE IS RUN, REST IS WAITING … Quando per qualcuno la vita è una corsa, una via di fuga, quando la cosa più importante è sentirsi liberi accarezzati dal vento, quando la moto diventa una croce e delizia, due cuori si incontrano, due cuori il cui battito è il rombo di un motore. Personaggio principale Lyz e Shannon Leto. se volete lasciare un commento o un parere mi farebbe piacere!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo fatto una promessa a Lyz….avevo promesso di sposarla ed avevo intenzione di mantenerla. In quel periodo il tour era finito e da Natale in poi rimasi con lei per ogni istante, quasi come per recuperare il tempo perduto. Era bellissima, ed era una sensazione unica vedere il suo pancione crescere così velocemente. A Houston era tornata la primavera e il 9 Marzo, giorno del mio compleanno Lyz mi svegliò con un urlo di dolore. Stava perdendo le acque ed erano iniziate le contrazioni. L’ospedale di Houston era ad una mezz’oretta da li. Saltai in piedi, Moon andava avanti e indietro fino al portone, fortunatamente la borsa era già in macchina, aiutai Lyz a salire e mi diressi di corsa al Medical centre. “Amore scusami….stavo preparando una colazione coi fiocchi in onore del tuo compleanno,ma.... Ahiiii” Mi disse stringendomi la mano. “Shhhh chiudi gli occhi e rilassati siamo quasi arrivati” riuscii a dire. In realtà ero molto nervoso e non sapevo ne cosa pensare ne cosa dire, mi sentivo come se fossi su un altro pianeta. Lyz prese il mio IPhone e mise il vivavoce. “Jay, sto andando a partorire, tuo fratello non è in condizioni mentali tali da elaborare frasi di senso compiuto. Vieni appena puoi” disse con estrema calma. Stava per diventare madre, stava per affrontare un lungo e doloroso travaglio eppure riusciva ad essere lucida e aveva una forza che io non avevo mai visto in nessuna donna. Era straordinaria. Arrivammo all’ospedale in men che non si dica e ad aspettarci c’erano Tracy e Jill. Non era l’ospedale in cui lavoravano, ma ad essere Shannon Leto aveva pure i suoi vantaggi: Erano nostre amiche e avevano seguito Lyz fin dall’inizio così Già da un paio di settimane prestavano servizio all’ospedale di Houston. Entrammo e dopo qualche minuto le persi di vista. Un’infermiera mi accompagnò a posare la valigia in stanza, poi mi fece strada fino alla sala d’aspetto. Mi misi seduto. “ok Shan…respira…con calma….ci siamo….stai per diventare padre” Chiusi gli occhi e mi sentii chiamare. Era Jared e Tomo che erano già arrivati. “Ohi ragazzi ma siete venuti in astronave? Come diamine avete fatto ad arrivare cosi subito?” Mi confessarono che erano a Huston da un paio di giorni e che volevano farmi una sorpresa per il mio compleanno. Dalla sala parto sentivo urlare. Era la sua voce. Il mio piccolo angelo stava soffrendo per dare alla luce nostro figlio o nostra figlia, eh già… perchè ad ogni ecografia puntualmente si girava e non riuscivamo mai a scoprire se era maschio o femmina. La mia Lyz era coraggiosa. In quei mesi avevo scoperto che i suoi genitori erano figli di due nativi Sioux. Avevamo fatto una piccola ricerca di “ritorno alle origini” e grazie a qualche vicino di casa e amici di vecchia data dei suoi genitori eravamo arrivati alla verità. I nonni di Lyz facevano parte della tribù dei Teton. Probabilmente era da li che arrivava tutta la sua forza e tutta la sua determinazione ed ecco spiegata anche la particolarità del suo viso e del suo bellissimo colorito ambrato. Jared camminava avanti e indietro per il corridoio ed io ero rimasto seduto immobile. Ero imbambolato. Riuscii ad alzarmi solo per uscire fuori a fumare una sigaretta. “Le tue sigarette fanno schifo” erano state le parole di Lyz qualche mese prima mentre si riprendeva da una crisi di nausea probabilmente già indotta dalla gravidanza. Sorrisi e buttai via la sigaretta fumata a metà. Quando rientrai l’infermiera mi stava cercando. Le gambe mi tremavano e la testa mi girava. Volevo vedere Lyz, volevo accertarmi che stesse bene, anzi che stessero bene lei e il bambino. Mi fece cenno di seguirla, diedi un’occhiata a Jared che annuendo mi incitava ad entrare. La stanza era fredda e asettica, ma la visione della mia donna mi riscaldò il cuore. Mi avvicinai. Era stremata, ma bellissima e stringeva tra le braccia un fagottino con un bel crestone di capelli neri. Iniziai a piangere come un cretino mentre Lyz mi strinse la mano. ”E’ una femmina…. Ed è bellissima come il suo papà” mi disse piangendo anche lei .Non pensavo che nella vita si potesse provare una felicità così immensa. Era tutto un grande mistero, ma ora la mia vita aveva un senso. Un vero senso. Ci guardammo pieni d’amore e dicemmo all’unisono “Winona”. Era questo il nome che avevamo scelto per lei se fosse nata femmina. Era un nome Sioux che significa “primogenita” le sarebbe piaciuto date le sue origini… e sicuramente si sarebbe trovata bene nella piccola casa in legno di Lyz. Non vedevo l’ora di prendere le mie due donne meravigliose e riportarle a casa. Amavo Lyz più di ogni altra cosa. Cavolo aveva dato alla luce mia figlia! Sarebbe stata eternamente la mia donna questa era una certezza. Me la porse e la presi in braccio. Non riuscivo a staccare gli occhi dalla piccola Winona. Era piccolina e aveva in testa un ciuffo di capelli neri sparati. Mi guardava con i suoi occhietti neri… il colore definitivo non si sarebbe visto per diversi mesi ma a guardarli erano sicuramente scuri. Aveva un colorito naturale, non sembrava fosse nata da poco…eppure era stupenda…sembrava una biancaneve rock in miniatura. In quel momento mi resi conto di essere davvero felice e mi resi conto che avevo tutto ciò di cui avevo bisogno “you’re all i need” suonavano i motley crue… il testo non era affatto rassicurante, ma quello era davvero ciò di cui avevo bisogno. Gli echelon avrebbero compreso che c’era un’altra famiglia a cui avrei dovuto far fronte e con il quale avrebbero dovuto dividermi. Jared irruppe nella stanza gesticolando con Tomo che lo seguiva lento. Tutta la sua spavalderia traballò di fronte al piccolo fagottino che avevo in braccio. Sembravo uno stupido, piangevo e ridevo nello stesso tempo, ma so che Jay mi avrebbe capito. “Heyyyyy ciao piccolo echelon” “PiccolA” lo corressi. Fratello…ti presento tua nipote Winona e gliela porsi. Lyz ci guardava divertita. La prese accantonando tutta la sua sicurezza, sembrava stesse abbracciando un vassoio pieno di uova che rotolavano. “Benvenuta Winona… io sono lo zio Jay, molto presto io e te dovremmo fare un discorsetto sui ragazzi, sul sesso e su molto altro. Iniziamo con le regole. Regola numero uno, nessun essere maschile oltre a tuo padre, tuo zio e tuo zio acquisito Tomo potrà sfiorarti con un dito. Regola numero due la tua cameretta avrà una grande scaffalatura per tutti i tuoi futuri dischi, regola numero tre….” “Regola numero tre papà ti sta facendo costruire un piccolo tamburo con delle piccole bacchette su misura per te amore mio” Risposi ridendo. Era li tutta la mia vita. La mia famiglia, la mia musica, il mio amore. E da oggi, il giorno del mio compleanno era arrivata anche lei, la mia futura musa ispiratrice: Winona.
   
 
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