Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: sammyjoe Storm    07/10/2011    7 recensioni
Mi avevano portato via tutto.
Quell'attimo non lo scorderò mai. Era una notte buia e gelida, rischiarata dalla diafana neve che posandosi impetuosa aveva sommerso le strade. Quello che successe in quegli attimi si insidiò prepotente e furioso dentro le mie viscere. Con il cuore deflagrato dal dolore, grondanti ferite aperte, lividi incrostati di odio, occhi spenti e quasi privi di vita, quella notte, giurai vendetta. E non mi sarei fermata finchè non avessi ucciso, uno per uno, tutti quei bastardi...
“Le persone non sono mai come sembrano Chris e credo che tu lo sappia meglio di me. Pericolosa, io? Un pochino, non lo nego.."
“Ann, perché non mi giudichi?” chiese basso ad un soffio dal mio orecchio “Perchè non sono nessuno per farlo. Ognuno fa le proprie scelte..”
Quel ragazzo era stato forgiato da mani divine e plasmato, al contempo, da mani infernali, non poteva essere altrimenti.
Era un connubio di luce e oscurità, oro e pece, incanto e passione.
..Era un naufragare lento, con la certezza di essere aggrappati a qualcosa ma senza sapere, esattamente, a cosa.
..Ogni essere umano doveva incombere alle proprie. Ad ogni azione compiuta corrispondeva una conseguenza, giusta o sbagliata che fosse. E quando si toccavano i più deboli e gli indifesi, subentravamo noi, visto che la giustizia divina o cittadina per motivi diversi non interveniva o non compiva il proprio dovere... Giustizia. Giudici e Giustizieri
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sola - Capitolo 11

Ludovico Einaudi - Divenire Live, Mantova.



Entrai in casa con la bottiglia di whisky in mano. Chiusi la porta e mi appoggiai con la schiena.

Mike ci sei?”
Nessuna risposta.
Chiusi gli occhi e respirai pesantemente e profondamente. Ero sola. Sola.
Alzai il braccio lentamente, fissai il liquido ambrato in trasparenza e portai la bottiglia alla bocca; bevvi tutto d'un fiato finché non ne rimase una misera goccia. Sola.
Scivolai a terra e presi il ciondolo dalla tasca, aprii le dita e lo fissai brillare sul palmo.
Era macchiato di sangue.
Lo girai tra le dita mentre ripensavo a mia madre, alla pozza di sangue in cui giaceva e le sue ultime parole, sussurrate con l'ultimo alito di vita mentre si spegneva tra le mie braccia.
Avrei voluto urlare e piangere e dimenticare, ma non potevo, non ci riuscivo. Quelle immagini, quel vuoto e quel dolore erano parte di me, legati indissolubilmente alla mia anima.
Strinsi il ciondolo con tutta la forza che avevo in corpo finché non iniziai a sentire dolore al palmo, allora strinsi più forte, finché il dolore si trasformò in solletico e poi in formicolio; aprii la mano solamente quando non sentii più nulla. Mi ero lacerata la pelle. Sangue.
Mi alzai e salii al piano superiore per farmi una doccia, poi sarei scesa di nuovo in salone e mi sarei sgolata un'altra bottiglia. Forse, con il corpo saturo e la mente annebbiata avrei smesso di pensare, ricordare e provare.

Mentre scendevo le scale, notai che la luce era stata spenta e un bagliore soffuso proveniva dal salotto.
Scesi gli ultimi gradini e feci due passi avanti per poi voltarmi a sinistra e fermarmi.
Chris era seduto sul divano, si era cambiato d'abito e fissava le fiamme nel camino; si voltò non appena percepì la mia presenza. Era palese che mi stesse aspettando.
Ciao Sum”
Chris”
Restai immobile, indecisa se andare verso di lui a chiedere cosa diavolo ci facesse sul mio divano o se andare in cucina a prendere una bottiglia di vino.
Cazzo” dissi a bassa voce e mi avvicinai a lui “Fammi indovinare... babysitteraggio?”
No”
No?” Lo guardai con sospetto.
Non adesso. Sono qui per un altro motivo...” Dopo le sue parole ero ancora più sospettosa.
Le lingue di fuoco danzavano attorno ai ceppi di legna, avvolgendoli feroci, e riflettendo ombre lunghe e cupe in tutta la stanza; l'unico rumore che riuscivo ad udire era il crepitio della legna.
Il viso di Chris era illuminato da un gioco di luci ed ombre e i suoi occhi sembravano brillare di luce propria. Per un attimo ebbi la sensazione di trovarmi davanti l'Angelo dell'Apocalisse: un fascino dannato e due occhi che sembravano stelle, rubate al cielo e incastonate in quel bellissimo viso. Un connubio di buio e luce così forte e intenso che provai un brivido ghiacciato folgorarmi la schiena.
Silenzio.
Non capivo. Ci fissammo per brevi istanti.
Senti, Chris, non ho voglia di litigare...”
Nemmeno io”
Si piegò leggermente in avanti, afferrò qualcosa vicino alla gamba e si alzò in piedi.
Aveva una bottiglia tra le mani, l'aprì e versò il contenuto nei due bicchieri appoggiati sul tavolino; li prese in mano, si avvicinò a me, e mi porse uno dei due bicchieri.
Ho pensato avessi bisogno di compagnia”
Ero stupita da quel suo gesto. Non dissi nulla e afferrai il bicchiere dalla sua mano, guardandolo semplicemente negli occhi.
Si beve meglio in compagnia” e accennò un sorriso.
...”
Tornò a sedersi sul divano, lo seguii e mi sedetti vicino a lui.
Guardammo entrambi le fiamme danzare una ballata famelica, qualche scoppiettio risuonava appena, secco e preciso, mentre il manto di silenzio ci avvolgeva come una coperta.
Bevemmo tutto lo Scotch nel bicchiere senza proferire parola, poi Chris si girò, prese il mio bicchiere e l'appoggiò insieme al suo sul tavolino; li riempì e mi porse il mio.
E' di tuo gradimento?”
Mmm... direi che è ottimo”
Meglio della schifezza che ti sei ingurgitata prima” Come dargli torto?
Già”
Senti, Chris... io...”
Tranquilla, non c'è bisogno di spiegare nulla” Sorrise. Meglio così.
Alzai il bicchiere e sorrisi a mia volta “Che dici... all'ultima goccia?”
Pronta?”
Pronta”
Tintinnarono i bicchieri e bevemmo tutto d'un fiato. Entrambi deglutimmo e i nostri occhi si fecero lucidi.
Però, ragazzina, non scherzi mica eh?!”
Avevi qualche dubbio in merito?”
Mmm no. Bis?”
Anche tris”
Sbuffò lieve dal naso, accennando una mezza risata, poi si allungò ad afferrare la bottiglia e riempì i bicchieri.
Alla goccia” disse, e non era una domanda.
Così sia” Tintinnarono ancora i bicchieri e buttammo giù tutto in un sorso.
Un suono gutturale uscì dalle nostre gole, tanto che ci schiarimmo schiarimmo la voce nel medesimo istante.
Mi girai verso di lui, appoggiando il fianco allo schienale del divano in pelle e poggiando la testa sul palmo. Feci strusciare le cosce nude una sopra all'altra, in un mezzo raggomitolamento a mezzaluna, e tirai verso il basso il maglione di Mike che avevo indosso.
Vuoi andare a dormire?” Chiese girando il busto nella mia direzione e inclinando leggermente la testa.
Non adesso. Sono troppo carica... Tu, sì?”
No, sto bene.”
Sicuro?”
Sì. Tu non hai freddo?” E fece scorrere gli occhi sul mio corpo.
No, sto bene. Il maglione di Mike mi scalda”
Ma non dentro...”
Dentro non c'è nulla da scaldare” dissi gelida.
Vidi la sua mascella irrigidirsi e i suoi occhi indurirsi, ma fu un battito d'ali, perché voltò lo sguardo ancora verso il camino, appoggiandosi con le braccia alle ginocchia e incurvando la schiena in avanti. Forse la mia risposta fu un po' troppo dura e lui non la meritava; alla fine era venuto di sua iniziativa e io gli avevo risposto da stronza. La solita stronza.
Riempii i polmoni di aria, trattenni il fiato per brevi istanti e buttando fuori l'aria “Scusami.”
In quell'attimo vidi la sua schiena rilassarsi. Si allungò e versò lo Scotch nel suo bicchiere.
Facciamo il tris?”
Sì, grazie” dissi con tono più gentile. Riempì anche il mio bicchiere.
Lo portò alla bocca e io feci lo stesso. Anche questo alla goccia.
Appoggiò il bicchiere sul tavolo e si alzò.
Non volevo se ne andasse, non adesso, non ancora.
Chris?” Come se mi avesse letto nel pensiero parlò.
Aggiungo un po' di legna. Il tuo solito pigiamino, nonostante maglione e calzettoni, non mi dà l'idea ti tener troppo caldo”
Fece un passo, si sfilò il maglione di lana nera a collo alto, lo lasciò cadere sulla poltrona a fianco, e raggiunse, con quell'andatura felina e fiera, la nicchia contenente la legna accatastata.
Indossava una maglietta a maniche corte nera, aderente, e un paio di pantaloni della tuta neri. Quando si piegò sulle gambe per prendere i ceppi, i pantaloni si riempirono dei suoi muscoli tesi, gonfiandosi e mettendo in risalto le cosce sode e definite. La schiena, tesa in avanti, sembrava più ampia e la maglietta lasciava intravvedere alla perfezione i suoi fasci muscolari e, quando afferrò la legna con le mani, vidi i suoi bicipiti guizzare; sembravano voler disintegrare e sbarazzarsi delle maniche della maglietta. Quando si alzò e si spostò a sinistra, verso il camino, sospirai incantata.
La luce del fuoco sembrava adorare la sua pelle, tanto che sembrava assumesse delle sfumature dorate; per non parlare dei suoi capelli che riflettevano luminosi come il grano maturo illuminato dal sole estivo.
Era perfetto, cazzo. E più lo guardavo più mi perdevo a fissarlo. Cercavo di cogliere tutte quelle sfumature e caratteristiche che normalmente mi sarebbero sfuggite e che non avrei mai notato per paura di perdermi, di sottrarmi al mio scopo o più semplicemente per paura di distrarmi troppo.
Due occhi azzurri e un profumo di pulito m'investirono come un soffio di vento inaspettato.
Ti sei incantata?”
Ma fammi il favore” e mi voltai a guardare il camino.
Ero troppo assorta dai pensieri che non l'avevo sentito avvicinarsi. Lo scotch in qualche modo mi stava fregando, portandomi dove non avrei mai voluto andare.

Ma quanta cazzo di legna hai messo?” Lo sentii sghignazzare.
Penso che per due bottiglie possa andare... Sempre se le reggi.”
Tzè” voltai il viso dalla sua parte “Si vede che non mi conosci.”
Vedremo, ragazzina” e mi porse il bicchiere appena riempito.
Avevamo già finito una bottiglia. Bevemmo e appoggiammo ancora i bicchieri sul tavolo.
Mi bruciava la gola, ma non biascicavo le parole e la vista era buona.
Per la seconda bottiglia propongo un vino nero”
Nero?”
Sì, un Lambrusco nero italiano e sono sicuro rimarrai senza parole”
Ripieghi sul leggero?”
Solo perché non l'hai ancora assaggiato dici così, perché quello ti piega le ginocchia”
Ok, va bene, bionda”
Bene. Vado a prenderlo. Tu aspettami” Oh cazzo, perché gli avevo detto di aspettarmi lì? Feci finta di nulla e mi alzai.
Tranquilla, non ho intenzione di muovermi” Un piacere era aver udito la sua risposta.

Una volta presa la bottiglia in cantina, mi avviai in cucina per aprirla; non accesi le luci perché sapevo alla perfezione dove trovare il cavatappi e non ci voleva un genio a stappare una bottiglia alla flebile luce proveniente dall'altra stanza.
Sentii una fitta di dolore alla mano sinistra. Cretina. Mi ero infilata la leva del cavatappi nella ferita della mano; la strinsi e cercai di placare il dolore.
Presi due bicchieri, tornai da Chris e li riempii.
Gli passai il bicchiere con la destra e, sempre con la stessa mano, afferrai il mio. Mi sedetti vicino a lui.
E' roba buona, che aspetti?”
Che ti sedessi quieta”
Son qui”
Bene” e ne bevve un sorso. “Mi piace”
Lo sapevo” dissi soddisfatta.
Chris, posso farti una domanda?”
Dimmi” disse appoggiandosi allo schienale del divano.
Perché fai questo lavoro? Cioè, ricordo quello che mi hai detto, ma vorrei sapere il motivo che ti ha spinto a farlo...” Ci fu un attimo di silenzio, in cui strinse gli occhi e se li massaggiò con la mano libera. Poi aprì gli occhi.
Ti rispondo solo se poi posso fare una domanda io”
Ok. Raccontami la tua storia, per favore...” fu tutto quello che risposi.
Curiosa di scoprire le sue scelte, curiosa di scoprire qualcosa su di lui, ma soprattutto curiosa di conoscerlo meglio. Una risposta alla sua domanda in cambio della sua storia, sì, ne valeva veramente la pena.

Bevve un altro sorso di vino e fissò il bicchiere.
Il suo sguardo era imperscrutabile, il suo viso non lasciava trasparire nulla, nessun segno d'emozione. Sospirò e iniziò a parlare fissando le fiamme davanti a sé.
Sono cresciuto in una piccola cittadina di periferia nel sud ovest, non in una grande città piena di grattacieli, gente, negozi e quel viavai generale caotico che c'è nelle grosse metropoli. Una semplice cittadina, pochi negozi, un paio di scuole, qualche bar... insomma un paese dove ci si conosceva un po' tutti. Mio padre aveva un piccolo negozio di ferramenta e mia madre gli dava una mano; quando non era al negozio teneva la casa pulita e in ordine in modo impeccabile, cucinava piatti favolosi e trovava il tempo per zittire me e Cody, mio fratello, ad ogni azzuffata. Entrambi i miei genitori facevano a turno per seguirci nei compiti e appena poteva mio padre giocava con me e mio fratello a pallacanestro in giardino.”
Si fermò e bevve un altro sorso di vino. Posai il mio sul tavolo, mi avvicinai al suo fianco e gli posai la testa sulla spalla, chiudendo gli occhi. Sentii un sospiro muto e si lasciò sprofondare nello schienale. L' istinto mi diceva che dovevo stare lì, così, accanto a lui, vicino a lui.
Io e Cody quando uscivamo da scuola passavamo sempre in negozio a vedere se c'era bisogno di una mano; ogni tanto riordinavamo gli scaffali o smistavamo la merce appena arrivata, poi andavamo a casa a fare i compiti o a giocare come normali bambini. C'era anche Martha a quei tempi.”
La sua voce si era addolcita.
Io e Cody la tenevamo sempre d'occhio perché si cacciava sempre nei guai; era una testa dura, molto istintiva e quando decideva qualcosa difficilmente si riusciva a farle cambiare idea. Aveva i capelli lunghi e biondi e gli occhi azzurri, solitamente allegra ma anche lunatica e introversa...Insomma andava un po' a momenti. Un giorno conobbe un ragazzo, un tizio spuntato dal nulla... praticamente uno che si era appena trasferito, più grande di lei, con degli amici.”
Finì il contenuto del bicchiere e si sporse in avanti per appoggiarlo al tavolo, mi spostai subito così da non intralciarlo. Afferrai la bottiglia e riempii i bicchieri.
Grazie”
Figurati” Presi il mio e bevvi, intanto si era riappoggiato al divano; posai il bicchiere vuoto e lo riempii, poi mi girai verso di lui, sperando continuasse.
Forza, torna qui...”
Sorrisi a quelle parole e mi rimisi nella posizione di poco prima; appoggiò la sua guancia alla mia testa e riprese a parlare.
Si vedeva lontano un miglio che era uno che cercava guai e che non erano brave persone. Ubriachi di giorno, entravano e uscivano in continuazione dai bar, facevano continuamente risse e attaccavano briga un po' con tutti. E si sa... l'amore è cieco. Martha s'innamorò di questo tizio, iniziò a frequentarlo e a cambiare radicalmente: niente più scuola, niente contatti con i vecchi amici, poco nulla con la famiglia; girava per bar con loro e si vedeva poco in giro o se la si incontrava sembrava un'altra. Le persone cambiano, certo, ma non com'è cambiata lei. Tutti cercarono di farla ragionare ma non ci fu nulla da fare, aveva deciso che quella era la sua strada. Passarono un paio di anni... un pomeriggio, io e Cody eravamo sullo scuolabus in attesa di scendere al negozio per poi andare a casa... l'autobus si fermò e davanti al negozio dei miei c'erano alcune auto della polizia e un paio di ambulanze”
La sua voce si fece più bassa, cupa.
Corremmo all'entrata del negozio e ci fermò lo sceriffo. Me lo ricordo ancora come se fosse successo ieri... Ci disse che mamma e papà erano stati uccisi da colpi d'arma da fuoco, la cassa svuotata e che era meglio non entrare. Cody lo scansò ed entrò, io lo seguii. Nostro padre e nostra madre erano a terra, vicini, e c'era tanto sangue sul pavimento. Ricordo che le lacrime mi bruciavano gli occhi e che avrei voluto gridare, ma la voce non mi uscì e io non riuscii a muovermi. Mi guardai intorno solo con gli occhi: Cody era inginocchiato vicino ai nostri genitori e il negozio era stato messo a soqquadro. Si girò verso di me con il volto rigato di lacrime, si alzò, mi prese per mano e mi tirò di peso fino a casa. Non aveva detto una parola durante il tragitto. Appena giunti a casa, sbatté la porta e mi abbracciò. In quel momento le lacrime uscirono da sole e urlai con tutto il fiato che avevo in corpo. Quella è stata l'unica volta che ho pianto in vita mia.”
Strinsi gli occhi, il cuore batteva forte, d'istinto posai una mano sul suo braccio e feci scorrere la mano, piano, su e giù, in una tacita carezza piena d'affetto. Sentivo e comprendevo il suo dolore.
Qualche giorno dopo ci dissero che i colpevoli erano stati quei tizi nuovi, quelli con cui stava Martha... quando la polizia andò a casa loro, non c'era più nulla, la casa era vuota. L'unica cosa che trovarono all'interno, su un letto lercio, era il corpo senza vita di Martha. Dissero che era morta di overdose. Sai, Sum, non li presero mai, quei delinquesti figli di puttana. Cody secondo la legge poteva farmi da tutore e così restai con lui. Cinque mesi dopo compii sedici anni, vendemmo il negozio e la casa. Girammo per tutto il paese, nord, sud, est, ovest, ma nessuno li aveva visti e i mandati di cattura non erano serviti a niente. Alla fine approdammo a New York, affittammo un piccolo appartamento e iniziammo a lavorare. Io avevo trovato un lavoretto serale in un bar e Cody in un negozio. Tutti prima o poi vanno a New York, non si dice così? Bhè, in quel bar conobbi un ragazzo, era un cliente abituale e parlava poco, ma dalle poche parole scambiate mi sembrava uno che sapeva il fatto suo, un tipo in gamba. Ogni tanto era accompagnato da un altro ragazzo, silenzioso e consumato dal dolore, ma non lo dava mai a vedere. Sai, a fare il barista impari a capirla un po' la gente, solo guardandola. Una sera, mentre stava per finire il mio turno, entrò uno di quei figli di puttana che avevano ucciso i miei, il capo del gruppetto dei bastardi, l'ex di Martha, mi guardò ma non mi riconobbe, erano passati anni. Finii il mio turno e l'aspettai fuori. Quando uscì era ubriaco, lo afferrai per il giubbotto e me lo trascinai nel vicolo. Quando gli chiesi il perché, rispose ridendo che tanto non gli fotteva un cazzo di niente e aveva pure la pretesa che mi levassi dai coglioni. Iniziai a colpirlo a riempirlo di botte, calci e pugni. Lo volevo morto. Continuai finché qualcuno non mi trascinò via di peso dal corpo inerme. L'avevo ucciso. Quel ragazzo, quello del bar, aveva ascoltato all'ingresso del vicolo la discussione e aveva lasciato che mi facessi giustizia, poi mi trascinò via prima che arrivasse la polizia. Il mondo è strano, la vita stessa è strana, il destino è strano. Sai come finì? Offrì a me e a Cody una bellissima casa, un lavoro ben retribuito, agi e mi diede l'opportunità di fare quello che più desideravo. Giustizia. Una sera di due anni fa, o forse un po' di più, conobbi Mike. Ed eccomi qui. Questa è la mia storia, Sum. Adesso la sai”
Ero rimasta senza parole.
Il cuore martellava nel petto, mentre immaginavo le scene che raccontava, sentivo la sua voce profonda e il suo corpo vibrare.
Un tuffo d'angelo con uno schianto sul cemento.

Sum, vuoi lasciarmi i lividi sul braccio?”
Eh?” Guardai la mia mano stringere con forza il suo braccio.
Cazzo, scusami, io.. io.. non me ne sono accorta” e mi raddrizzai di botto, afferrando il bicchiere con la sinistra e guardando il fuoco. Bevvi un sorso di vino. Che cazzo potevo dire? Mi dispiace? Merda! In certe situazioni anche un mi dispiace è superfluo.
Si raddrizzò anche lui e prese il bicchiere.
Ti ho scioccato?” domandò. La sua voce era dolce e morbida.
No, Chris. Assolutamente. E' che in certi casi so che anche un mi dispiace risulta superfluo...”
posai il bicchiere e avvicinai la mano agli occhi.
Che cazzo hai fatto?”
Mi girai a guardarlo, mi stava fissando con gli occhi spalancati. Mi guardai intorno, non capivo. Che cosa potevo avere fatto? Appoggiò il bicchiere, si alzò in piedi e mi afferrò il polso della mano sinistra. Cazzo. Adesso avevo capito a cosa si riferiva.
Andiamo” Era un ordine, non una richiesta.
Dove?”
In cucina. E no, non ti lascio il polso, quindi se non ti alzi ti ci porto di peso”
Ok, ok”
Mi fece fermare appoggiata al ripiano del mobile.
Fammi vedere il palmo; aprilo, per favore” Feci quanto aveva chiesto.
Non è niente, solo un taglietto... Tranquillo non mi fa male”
Però sanguina. Dov'è il kit?”
Devi proprio...”
Dov'è il kit?” ripeté.
Davanti a te, in alto”.
Si allungò per prendere il kit dietro alle mie spalle e il mio naso sfiorò i suoi pettorali. Inspirai il suo profumo, quel profumo di bucato appena fatto che tanto adoravo.
Ti disinfetto, poi ti copro le due mezzelune che ti sei fatta. E la prossima volta che ti laceri la pelle copri almeno la ferita, altrimenti rischia di infettarsi per niente.”
Il Chris infermiere mi mancava proprio, l'alone doloroso dei ricordi stava iniziando a scemare.
Dottore o infermiere?”
Paramedico autodidatta, ne avevi dimenticato uno. Pensi di resistere al disinfettante o devo soffiare così da alleviarti il bruciore?” disse sorridendo.
Mmmmm facciamo che se mi lamento troppo...soffi, altrimenti niente” Sorrisi.
Mise il disinfettante sulla garza “Adesso apri bene il palmo”
Afferrò la mano e iniziò a pulire il sangue intorno alla ferita poi, con un'altra garza imbevuta, tamponò i tagli e mi medicò, infine completò l'opera d'arte con un paio di giri di garza che fermavano la medicazione.
Direi che così può andare” disse ammirando la mia mano soddisfatto.
Direi che sei stato davvero bravo”
I complimenti sono sempre ben accetti” sghignazzò.
Ok, ok, stavolta te li meriti”
Vero”
Modesto”
Sincero”
Ok, ma non montarti la testa. Adesso possiamo tornare anche in sala”
Prima però fammi vedere anche l'altra mano”
Non ha niente l'altra mano”
Per favore, Sum”
Sbuffai “E va bene, ma l'altra è sana, ti ho stretto un braccio prima..” dissi porgendogli anche l'altra.
Le afferrò entrambe, delicatamente, e smise di sorridere; fece scorrere i suoi pollici su entrambe le cicatrici sui polsi. Rabbrividii al contatto.

Stai ammirando i miei tatuaggi? Una nuova moda...” Sghignazzai.
Aspettavo la sua battutina in risposta ma non arrivò, continuò ad accarezzarli e mi fissò negli occhi.
Un giorno o l'altro mi deciderò a fare un tatuaggio... Fin'ora non l'ho mai fatto perché non ho ancora trovato qual qualcosa che vale la pena di essere tatuato, che sia un simbolo, un nome, o qualsiasi altra cosa. Ma immagino che quel qualcosa deve nascere da dentro. Un tatuaggio alla fine è una cicatrice che si porta sul corpo a vita, ma sono imprudenze o scelte. E queste non sono né una né l'altra”
Filosofo”
Osservatore”
Bhè, ormai ci sono e non se ne andranno”
Il problema sono quelle sotto pelle, che solitamente fanno più male di quelle visibili”
Già”
Silenzio. Erba e cielo. Sospensione e immobilità di parole. Attimi.
Senti... io.. bhè.. ecco... Condoglianze per i tuoi genitori e Martha”
Grazie. A te per tua madre”
Ok, grazie”
Direi che un po' di vino ci vuole, che dici?”
Non potrei essere più d'accordo... anche se non ti nego che un po' mi gira la testa e a fine bottiglia inizierò a sproloquiare e a biascicare le parole”
Tranquilla, sono nel tuo stesso ed identico stato”
Si voltò e lo seguii.
Mi aspettavo una domanda, Sum”
Domanda? Quale?”
Non mi hai chiesto chi era Martha”
Lo so, non volevo essere invadente e rompicoglioni”
Rise. “Sei incredibile. Comunque Martha era mia sorella”
Mi stava facendo sanguinare il cuore. Dolore, dolore e ancora dolore.
Ma quanto aveva sofferto quel ragazzo? Avevo perso padre, madre e sorella quasi nello stesso giorno e aveva cercato la sua vendetta per anni. Forse non eravamo poi così diversi. Forse riuscivamo a comprenderci più degli altri.
Mi passò il bicchiere e si risedette sul divano, facendomi cenno di sedermi accanto a lui.
Una volta seduta, allungò i piedi sul tavolino, distendendo le gambe, e feci lo stesso.
Sum, se stai pensando alla domanda che ti voglio fare... sappi che non voglio chiederti di raccontarmi la tua storia. Se lo vorrai, un giorno, me la racconterai di tua spontanea volontà. E no, non sono uno che s'impiccia degli affari altrui” Rispetto.
Comunque anche con le calze di lana e il maglione di Mike, il tuo pigiamino è sexy...” M'ingozzai con il vino e tossii. Cazzo, ecco la sparata “Anche se più che una femme fatale mi sembri una sexy pantofolaia senza pantofole” sghignazzò. Scoppiai a ridere.
Sexy pantofolaia? Dio, Chris, tu sei incredibile!”
Da qual momento iniziammo a ridere e a raccontarci un sacco di stronzate. Finimmo la bottiglia di vino e non contenti, aprimmo una bottiglia di Rum invecchiato.
Avevo le lacrime agli occhi da quanto stavamo ridendo.

Stai iniziando a biascicare le parole”
Grazie al cazzo, abbiamo quasi finito anche la bottiglia di Rum”
Lui non ha bevuto, quindi cosa lo ringrazi a fare?”
Puoi sempre chiedere a Mr. Cazzo se vuole bere un goccio” sghignazzai
Spiritosa” ribatté ridendo. Poi alzò la testa dalle mie gambe, raddrizzandosi a sedere, e appoggiandosi allo schienale di pelle.
Si stiracchiò e si strofinò gli occhi.
Andiamo a nanna?”
Quasi”
Feci per alzarmi ma mi afferrò e mi trascinò sopra di sé.
Cado”
Non cadi, sei già seduta”
Sulle tue gambe”
Brava Watson”
Grazie Sherlock”
Siamo due idioti...” rise.
Mi sa anche a me” e mi unii alla sua risata.
Si avvicinò fino a far sfiorare i nostri nasi. Sentivo distintamente il suo profumo e il suo respiro, l'aria soffiata sulle mie labbra e il calore trasmesso dal suo corpo.
Guardami negli occhi, Sum”
Così vicini, così azzurri, così belli. Cristo, sembravano cielo e acqua e oceano insieme; come avrei potuto non perdermi lì dentro?
Ho la mia domanda. Non distogliere lo sguardo, non ti muovere, resta così. Ferma”
Dalla mia bocca uscì un flebile e bassissimo “Sì”
Ti fidi di me, Sum?” Certo che mi fidavo di lui, dall'inizio, appena l'avevo visto. E il mio istinto non sbagliava mai.
Sì”
Bene. Vorrei farti un'altra domanda. Me lo permetti, Sum?” Dio, era come volare. Rapita completamente da lui, dal suo profumo, dai suoi occhi e dalla sua voce bassa e profonda.
Sì” un altro sibilo.
Ricordi l'unica volta che abbiamo dormito insieme?” Come avrei potuto scordarmelo? La mia razionalità stava cedendo e l'istinto stava per sopraffarmi, gli ormoni roteavano e il mio autocontrollo stava venendo a meno. Impossibile dimenticarsi quella sera, quei discorsi e lui, in boxer e maglietta aderente, con i capelli bagnati e bello da svenire.
Sì” Ormai rispondevo a monosillabi.
Bene, voglio che tu sia sincera, adesso. Voglio sapere se, come me, hai dovuto trattenerti oppure se non hai provato nulla”
...”
Sum, rispondi sinceramente. Lo capisco se mi menti...”
Lo sai”
Voglio che tu me lo dica”
Io...”
Dimmelo, Sum” La sua voce aveva assunto note più gravi, più sensuali. Mi mandava in confusione, come se soffiasse via la razionalità, come se volesse che rispondesse il mio istinto e non quella parte fredda e calcolatrice. Dio, e quella parte si lasciava cullare e stuzzicare dalle sue parole.
Trattenuta” Ok, l'avevo soffiato fuori, bassa e sensuale, più di quanto avessi voluto.
Stavo lentamente naufragando in balia della corrente, aggrappata ad un legno di consapevolezza: quella sera ci sarebbe stata una svolta; qualcosa sarebbe cambiato irrimediabilmente, irreparabilmente.
Adesso, Sum” disse sfiorando le mie labbra con le sue “Voglio dirti cosa farò. Lo vuoi sapere?”
Una scossa mi pervase la spina dorsale, brividi di piacere s'insinuarono sottopelle, iniziai a sentire caldo e il cuore prese a battere più veloce.
Fissarlo negli occhi iniziava a diventare difficile, molto difficile.
Sì” dissi in un sibilo. Monotona. Non riuscivo a pensare. A ragionare. Volevo solo ascoltare la sua voce e farmi trascinare via.
Ti racconterò cosa avrei voluto fare quella sera. Lo vuoi sentire, Sum?”
Sì” un soffio appena accennato. Patetica e incantata.
Ti avrei fatto stendere sulla schiena e con le dita avrei spostato i capelli dal viso, accarezzandoti la fronte e fermandoli dietro le orecchie. Avrei percorso con il dito tutto il profilo del viso, del naso e degli occhi, poi sarei sceso a sfiorare il tutto il perimetro delle tue labbra. Ti avrei accarezzato le guance, il collo, la clavicola, il braccio e la mano, avanti e indietro. Avrei posato le labbra sulla tua fronte, sugli zigomi fino a scendere sul mento, scivolando sulla mascella, poi sarei risalito dall'altra parte e avrei preso il lobo tra le labbra, dolcemente, respirando sulla tua pelle, nel tuo orecchio. Avrei inspirato il tuo profumo e poi sarei sceso sul collo, lentamente, baciandolo e tracciando una scia umida fino alla clavicola, per poi risalire fino alle labbra. Avrei sfiorato e baciato e assaporato la consistenza, il calore e la morbidezza, ti avrei preso il labbro inferiore e l'avrei mordicchiato, leccato e succhiato, poi sarei passato a quello superiore e infine sarei entrato dentro di te a cercare la tua lingua per accarezzarla e lambirla. Avrei esplorato la tua bocca, giocato con le labbra e mi sarei preso quel bacio che tanto mi aveva fatto impazzire.” Deglutii a vuoto. Caldo. Stavo bollendo.
Con la mano avrei spostato la spallina della tua canotta, facendola scivolare fino al gomito, sarei sceso sul collo, baciandolo, leccandolo e mordendolo e così fino alla clavicola. Ti avrei morso. E mentre con la mano ti avrei accarezzato il fianco, la pancia e la coscia, con il mento avrei spostato una parte della canotta, mentre con le labbra scendevo ad accarezzare e lambire la pelle fino ad arrivare al seno. Sarei risalito con la mano e l'avrei sfiorato, accarezzato e stretto mentre con la lingua...” Sospirai. Chiusi gli occhi.
Hai caldo, Sum?” Il mio cervello era andato a farsi fottere, completamente. Respirazione e salivazione avevano seguito il cervello.
Guardami, Sum” Aprii gli occhi, in qualche modo. Una patina velata m'impediva di vedere con nitidezza i suoi occhi. E il suo respiro, soffiato sulla mia bocca non mi aiutava a trovare un minimo di lucidità. Ero eccitata.
Non farò nulla, non ti toccherò se non per impedirti di cadere all'indietro. Voglio che fai una cosa per me. La farai, Sum?” Cazzo.
Sì” Andata, persa.
Togliti il magione” Cristo.
Sfilai il maglione in qualche modo, mi afferrò per i fianchi in modo che non cadessi e lo lasciai cadere dietro di me, sul tappeto.
Hai la pelle calda” Chissà come mai... “Mi piacciono le tue canotte, sono morbide e segnano alla perfezione le tue forme, il tuo seno perfettamente tondo e sodo e il ventre piatto. Una goduria per gli occhi.”
Mi coprii con le braccia, istintivamente.
Non farlo. Per favore. Appoggia le mani sulle mie spalle” Iniziavo veramente a non capire più niente. Ma lo assecondai, il mio corpo assecondò la sua voce, come se fosse ipnotizzato.
Posso andare avanti, Sum?” Cazzo, sì.
Sì”
Vuoi chiudere gli occhi?”
Sì” Il mio vocabolario ormai era ridotto ad un monosillabo. Deglutii.
Avrei preso il tuo capezzolo tra le labbra, lo avrei succhiato e mordicchiato finché non l'avrei sentito diventare duro e turgido, poi sarei passato all'altro, scostando e abbassando il tessuto della canotta con i denti, liberandolo e iniziando a stuzzicarlo nello stesso modo. Sarei sceso con la mano e avrei alzato la canotta dalla pancia fino sotto i seni e avrei iniziato ad accarezzarti il ventre e il fianco." Il respiro si era fatto affannoso. Si mosse impercettibilmente e trovai le sue labbra vicino al mio orecchio.
Sei uno spettacolo in questo momento, Sum. Sei bellissima da guardare e le tue guance si sono imporporate.”
Sarei sceso a baciarti la pancia, a leccare e mordicchiare il fianco, con la mano sarei sceso delicatamente fino al ginocchio, per poi risalire ad accarezzare l'interno coscia, mentre con la lingua contornavo il tuo ombelico fino a scendere a lambire l'ultima parte scoperta della tua pelle, da sinistra a destra, seguendo il bordo della tua coulotte. Ti avrei fatto inarcare la schiena per sfilarti quella canotta, ormai inutile, e ti avrei ammirato qualche istante, prima di tornare a baciarti sulle labbra e riscendere lentamente sui seni, per poi proseguire ancora fino all'ombelico, mentre la mano ripercorreva la coscia fino ad arrivare sulla tua parte più intima. L'avrei sfiorata con le dita, lentamente, sopra il tessuto, avanti e indietro.” La sua voce era bassa, grave, sussurrata con eccitazione nel mio orecchio. Mi stavo sciogliendo.
Vuoi che mi fermi o che continui, Sum?”
Io...” Cristo. Non riuscivo a parlare, la testa completamente persa nelle immagini che mi stava sussurrando, il corpo bollente, l'eccitazione che cresceva a dismisura ad ogni parola. Sospirai.
E' un sì?”
Sì” Analfabeta monosillabica. Cervello schiantato nel girone dei Lussuriosi.
Avrei scostato la tua coscia, posando il palmo all'interno e divaricandola di lato; sarei arretrato con il corpo e avrei posato il palmo per sentire il calore della tua intimità, l'avrei mosso, accarezzandoti lì, e avrei sentito il tuo desiderio crescere...”
Strinsi le mani sulle sue spalle, sentivo le guance bollenti e l'unica cosa che avrei voluto fare era fiondarmi sulle sue labbra, inspirare il profumo della sua pelle e toccarla. E senza rendermene conto iniziai a toccargli la schiena, con le dita, con il palmo, con le unghie. Cercai di dire qualcosa, biascicando parole sconnesse “Maglietta..via... pelle”
Vuoi che tolga la maglietta, Sum” sussurrò al mio orecchio con un tono sensuale che mi fece ribollire nel profondo.
Sì”
Stai seduta e io la tolgo, ma per farlo devo togliere le mani dai tuoi fianchi”
Fallo”
Si sfilò la maglietta e la fece cadere da qualche parte, aprii gli occhi nonostante le palpebre fossero pesanti come macigni e la mia vista era sfuocata. I suoi capelli erano sparati, mossi dalla carica elettrostatica. Dio quanto era sexy.
Posai la mano tremante sul collo e gli sfiorai i capelli, mi sbilanciai in avanti e sentii le sue mani forti posarsi sui fianchi. Dovevo annusare il suo odore, la fragranza della sua pelle, sentirne il calore. Avere un contatto.
Posai la testa sulla sua spalla e annusai il collo. Era come annusare l'estate. Odore di maschio, odore di Chris.
Era viaggiare sulle note di quel profumo che m'inebriava e scaldava tutti i sensi, non c'era inverno ma solo primavera.
Strusciai il naso fino all'orecchio e scesi fino alla spalla, con le mani gli accarezzai i pettorali e lo sentii respirare a fondo. Reclinò la testa all'indietro.
Non ho ancora finito di parlarti, Sum”
Mmmm”
Con la destra risalii fino alla nuca e infilai le dita tra i suoi capelli. Dio quant'erano morbidi. Li feci scorrere tra le dita mentre continuavo ad inspirare fino a saturarmi i polmoni.
Se fai così non va bene...” Chissenefrega.
Ormai era istinto, era attrazione, non c'era un minimo di razionalità o logica o pensieri. L'unica cosa che volevo era lui, volevo le sue labbra, le sue mani, la sua bocca. E me lo sarei preso.
Mugolai nel suo orecchio, quando le sue mani s'infilarono sotto la canotta, sempre sui fianchi.
Sei calda, Sum.”
Percorsi il profilo della sua mascella con le labbra, e risalii sulla sua bocca. Mi fermai ad un millimetro. Fanculo.
Posai le labbra sulle sue, le sfiorai, presi il suo labbro inferiore e lo baciai, toccandolo con la lingua. Mi lasciò fare, non si mosse. E fu un attimo. Ci fiondammo uno sulla bocca dell'altro, smaniosi, ansiosi, frenetici.
Le lingue di rincorsero e le bocche si riempirono, i respiri si fecero veloci, i cuori pomparono sangue innescando passione e istinto.
Ansimai, mentre mi spostai per riprendere fiato. Ansimò quando gli strinsi i capelli e mi attirò a sé, spostandosi con un colpo di reni e facendomi scivolare in avanti. Adesso i nostri corpi erano completamente attaccati.
Sei eccitata, Sum” un sibilo.
Ce l'hai duro, Chris” Lo sentivo perfettamente, ed era anche grosso. Io in mutande e lui con i pantaloni della tuta. Praticamente quasi pelle contro pelle.
Sfregamento. Ansimammo.
Cristo. Sum. Fermati”
...” Perché cazzo?
Sum, guardami” Perché voleva farmi fare una cosa tanto complicata?
Con il fiato corto spostai appena la testa per guardarlo. Dio che visione: occhi lucidi e pieni di desiderio, labbra umide e sguardo sensuale.
Mmm” Non ci riuscivo. Era troppo bello toccare la sua pelle, calda e liscia, i suoi capelli...
Fermati, per favore... perché... Cazzo, se non ti fermi adesso succede un casino”
Ero troppo su di giri, troppo eccitata. E la sua erezione di certo non contribuiva a frenare l'istinto, che ormai guidava ogni azione, ogni movimento, ogni pensiero e ogni cellula. Cazzo, mi stavo sciogliendo sopra di lui, addosso a lui.
Shhh”
E ritrovai le sue labbra. Fuoco. Non era un bacio, era sesso fatto con la lingua e la bocca.
Sum” un sibilo ansimato. Le sue mani salirono sulla schiena, si staccò dalle mie labbra e affondò le labbra nel collo, la sua lingua umida tracciava languide scie e i suoi denti mordicchiavano la pelle, mentre con le braccia mi stringeva a sé.
Senza ritorno, senza ritorno. Senza ritorno.
Gemetti e strisciai le unghie sulla sua schiena. Lo sentii inarcarsi contro di me e affondare con passione nella pelle. Stavo godendo.
Con un colpo di reni si alzò in qualche modo, tenendomi a lui, stretta, e ribaltò le posizioni facendomi sdraiare supina. Le sue braccia vicino il viso, il suo ginocchio tra le mie gambe.
Mi sovrastava in tutto il suo splendore e mi avvolgeva con il suo odore. Profumo di maschio, profumo di Chris.
La sua bocca riaffondò nel collo, scese sulla clavicola, risalì sull'orecchio, afferrò il lobo e lo sentii respirare, ansimare. Rivedevo le immagini che mi avevano infuocato, sentivo le sue parole nella mente, ma non era niente paragonato all'eccitazione che stavo provando grazie alla sua bocca, alla sua lingua, alla visione di quelle spalle larghe, di quel petto roccioso e di quel profumo penetrante. Quando si abbassò, appoggiandosi sopra di me, sentii distintamente l'erezione sul ventre. Dio, quant'era duro e grosso!
Ansimai.
Si staccò da me bruscamente e si alzò in piedi, barcollando un attimo e divaricando le gambe per ritrovare una sottospecie di stabilità.
Si girò a guardare il camino, dandomi le spalle, e lasciandomi come una cretina eccitata con il fiato corto.
Cazzo.
Lo fissai. I muscoli erano tesi, vedevo chiaramente che respirava veloce e le braccia conserte gli ingigantivano la schiena.
Attimi di silenzio.
Si piegò e afferrò la bottiglia di Rum, bevve e la riappoggiò al tavolino.
Mi coprii gli occhi con il braccio. Non capivo e il cervello non voleva mettersi in moto. Era annebbiato, lontano, fottuto.
Mi aveva respinto? Che cosa avevo fatto? Cos'era successo? Strinsi gli occhi e mi rannicchiai su me stessa, ginocchia al petto e fronte sulle ginocchia, dandogli la schiena.
Uno stato d'animo impossibile da definire, il mio cazzo di cervello cercava la razionalità, ma non c'era; ero sola con le sensazioni e non erano belle. Mi sentivo triste, confusa e amareggiata.
Sum” Non risposi.
So che mi senti...”
Non servono spiegazioni” La voce uscì bassa e velata di tristezza. Non riuscivo nemmeno ad arrabbiarmi. Ero sopraffatta da uno sciame impazzito di sensazioni forti, diverse. Emozioni stanche. Un gran casino.
Se fossi rimasto lì, avrei fatto tutto quello che ti ho raccontato e anche peggio. Ti avrei preso su quel divano e sarei affondato dentro di te, forse con solo una spinta e non mi sarei più fermato.”
Non risposi. Ancora silenzio.
Lascia perdere, non importa...”
Cazzo, cazzo, cazzo. Lo sapevo... No, Sum. Non lascio perdere. Cristo Santo!”
Mi aveva respinto. Mi aveva cercato e allontanato.
Capita” risposi.
No, Sum. Non è così. Io...” Adesso mi stavo alterando.
Mi alzai di scatto a sedere e lo fissai delusa, arrabbiata, annebbiata.
Io un cazzo, Chris! Hai fatto tutto da solo. Cos'è volevi sapere se ero in grado di eccitarmi come una qualsiasi altra persona? Tu hai iniziato a parlare, tu ti sei tirato in dietro. Volevi farmela pagare per Alec o per quanto accaduto tra noi? Bhè ci sei riuscito. Complimenti! Questo è quanto, e adesso finiscila di sparare altre cagate!”
No, Sum, non non hai capito un cazzo!”
Oh.. allora, per Dio, vuoi dirmi com'è? Perché a me non sembra che quanto successo sia diverso da quanto ti ho appena detto”
Fece un passo indietro e si lasciò cadere sul divano.
Pensi che io non mi sia eccitato? Perché ti posso assicurare che ho il cazzo che sta per esplodere tanto mi sta tirando!”
Alzai le spalle.
Se avessimo continuato... hai pensato al tuo risveglio di domani?”
E perché avrei dovuto pensarci?”
Perché tu vivi nel passato. Non hai un presente o futuro. Tu hai sempre detto che non vuoi nulla, che la tua vendetta è la cosa più importante che hai e nessuno ti deve distogliere o intralciare dal tuo obiettivo. E io non ti voglio intralciare, Sum. Volevo capire solo una cosa di te e l'ho capita stasera. Non sono tipo da fare domande e non mi faccio i cazzi degli altri, ma volevo veramente capire se quello che pensavo di te era immaginazione pura e semplice o meno. No, Alec non c'entra nulla. Sum sto parlando solo di te”
E dimmi, cos'è che volevi sapere, che non potevi chiedere?”
Tu ti celi, ne abbiamo già parlato. E l'unico modo per capire i tuoi desideri, per capirti un po' più a fondo, capire le tue reazioni e anche sapere come sei dentro .. era quello di abbattere la tua ostinata, impermeabile barriera in cui vivi tutti i giorni. Volevo vederti istintiva, volevo che fossi tu a parlare e non la gelida, irremovibile e micidiale razionalità e freddezza tagliente con cui cammini ogni giorno. E il tuo corpo, le tue labbra, la tua pelle, i tuoi occhi, i gesti e i monosillabi mi hanno confermato che dentro sei stupenda. L'alcool ti ha inibito tutto quello che ti porti sulle spalle, tutto l'odio e la tristezza che ti porti dentro, e sei uscita per davvero. Stasera forse per la seconda volta, ho intravisto quella parte di te che mi fa impazzire, che desidero, che mi fa eccitare come un adolescente ai primi pensieri erotici, quella parte che vorrei conoscere, toccare, assaporare e stringere”
Spiazzata. Confusa. Eccitata. Destabilizzata.
Domani mattina, se fossimo andati avanti, mi avresti forse odiato. Avresti considerato il tutto un errore, una deviazione, un intoppo. Ricordi il battibecco di là in cucina la sera delle lasagne? Io lo ricordo bene. E, Sum, non voglio essere una distrazione né un errore né una deviazione per te”
Chris..” Il cuore iniziò a pulsare veloce, commosso da tanta sincerità e lealtà.
Quando ti ho chiesto se ti fidavi di me, ero serio. Volevo saperlo perché per me è importante. Ah, e se per caso dovesse capitare, un giorno, che io e te dovessimo finire a letto insieme, voglio essere del tutto sobrio."
Si alzò, afferrò la sua maglietta e fece per infilarla.
"Chris, aspetta..."
"Non c'è bisogno che tu dica nulla"
Mi spostai di poco e gli afferrai la mano.
"Senti, il mio cervello fatica a connettere tutto il discorso, ma qualcosa ho capito"
"Meglio, perché forse non sarei nemmeno in grado di ripeterlo" disse guardando il camino.
"Te ne stai andando?"
"Credo che abbiamo bisogno entrambi di una dormita ristoratrice..."
"Stai qui, per favore."
Si voltò di scatto.
"Sum..."
"Dormi con me, qui, sul divano. Ci copriamo con una coperta... Prometto che non ti mordo e che non ti salto addosso. Per favore"
Non andare, ti prego...
Chiuse gli occhi per un breve momento. Sospirò.
"Ok, nei miei compiti di babysitteraggio c'è il fatto che dovrei dormire sotto il tuo stesso tetto. Ma, prima devo andare in bagno"
"Sai dov'è" dissi alzandomi e barcollando fino a prendere la coperta sulla poltrona. "Ti aspetto qui"

Si sdraiò sul divano, e io mi misi al suo fianco.
"Chris, devo chiederti un'altra cosa" Abbracciami.
"Mi devo spalmare contro lo schienale?"
"No... Abbracciami"
Passò qualche istante e chiusi gli occhi, in attesa.
Si mosse e mi fece alzare la testa, posando il suo braccio sotto il mio collo e avvolgendomi con l'altro.
Sentivo il suo respiro nei capelli e mi sentivo al sicuro, protetta. Non ero più sola.
"Buonanotte"
"'Notte"
Il crepitio della legna si fece più lieve e i nostri respiri erano leggeri.
E mentre il sonno s'impossessava delle mie membra e della mia mente, riuscii a sussurrare qualcosa d'importante, qualcosa che era rivolto solo a lui, qualcosa che doveva, in qualche modo, fargli capire quanto apprezzassi la sua vicinanza.
"Grazie, per tutto.. Chris"

Un movimento lieve sui miei capelli, forse stava sorridendo.




Angolino autrice:
Hem... scusate il mostruoso ritardo. Curiosa di sapere cosa pensate di questo capitolo, perché ho impiegato un bel po' per scriverlo, perché non volevo sminuire nulla e dare per scontato niente. E' un capitolo importante ed è la metà di quello che avevo scritto, l'altra metà sarà il prossimo capitolo... L'ho spezzato, come ho detto sul gruppo, perché era veramente troppo lungo (solo questo sono 12 pagine word in TNR 12) e perché la seconda parte devo ancora controllarla e sistemarla.
Per favore ditemi come l'avete trovato e se devo alzare il rating... Ah c'è qualcuno che segue la storia con l'account minorenne?
Informo, per chi fosse interessato, che è nato un gruppo dove si parla delle mie storie, dei pg, foto e quant'altro, se qualcuno/a fosse interessato lo trovate qui: Attimi
(cliccare e si apre il link). Il gruppo è chiuso, dovete chiedere di entrare, chiedo solo di dirmi, per chi ce l'ha, il nik usato su Efp. Grazie ^^
Sono terribile, in fatto di attese questa volta e devo ancora rispondere alle vostre recensioni. Prometto che provvederò tra oggi e domani, nonostante la febbre ;)

Se qualcuno volesse aggiungermi su per seguire i miei deliri, avere spoiler o semplicemente per chiacchierare o scambiare link, vi aspetto ;)

Ringrazio tutti coloro che seguono questa storia, e soprattutto, ringrazio coloro che recensiscono, donandomi parte del loro tempo e regalandomi le loro parole.
Un
ringraziamento particolare va alle persone che hanno recensito lo scorso capitolo: sister82, Jupiter, baby2080 e Biancaneve 90.

Un benvenuto alle nuove lettrici ed ai nuovi lettori ^^

Alla prossima! :)

SJ





   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: sammyjoe Storm