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Autore: Angel Black Wings    07/10/2011    0 recensioni
Avvolte mi sorprendo di come la vita ti metta davanti a delle decisioni che possono determinare il tuo futuro.
Mi chiamo Kirsten Swoin e sono nata a Rossano Calabro, i miei genitori sono di Corigliano Calabro, ma vivono a Phoenix, il che determina il mio nome, mi sono trasferita a Corigliano perché mio padre è ritornato per lavora li. I rapporti tra mia madre e mio padre sono ottimi. Lei è nata a Londra e mio padre a Corigliano dove trascorrevo le mie estati e dove ho trascorso la mia infanzia, ma prima dei cinque anni ci siamo trasferiti insieme a Phoenix. Mia madre deve partire per New York per lavoro e io ho deciso di andare a vivere con mio padre a Corigliano. Non immaginavo che quella scelta avrebbe sconvolto la mia vita.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I raggi del sole accarezzavano i miei capelli castano chiaro, la fresca brezza dell’estate accarezzava il mio collo. Il mio primo giorno di scuola, e mio padre doveva ancora farmi la ramanzina.<< Hai preso tutto kiki? >> << Si papà, tutto! >> << Mi raccomando non dare confidenza a nessuno, non bere, non fumare, non… >> << Non andare in posti isolati sola, non accettare caramelle dagli sconosciuti e non andare via con nessuno, papà non sono più una bambina ho sedici anni >> << Mi raccomando! >>. Scesi dalla macchina, ero sollevata al pensiero di liberarmi di mio padre. Le sue ramanzine ormai le avevo imparate a memoria, per lui ero ancora una bambina innocente. Mi diressi verso le scale del nuovo liceo. C’erano masse di gruppi di ragazze. Sembrava uno di quei licei americani, ogni categoria il suo posto. Andai in segreteria per chiedere un foglio dell’orario delle lezioni. C’erano tre ragazzi, uno magro alto e bruno, l’altro biondo-castano, l’ultimo più tozzo e moro, si girarono a guardarmi. Il ragazzo biondo si tolse i Carrera e se li appoggiò sulla testa, mi facevo spazio tra loro con le braccia. << Mi scusi >>dissi in mezzo a loro rivolta alle segretaria << Mi potrebbe dare il modulo delle lezioni? >> << Tu sei la ragazza nuova… Kirsten Swoin? >> << In carne ed ossa >> mi fece un sorrisino ironico e mi diede il modulo << Grazie! >>. Mentre mi allontanavo sentivo il ragazzo mezzo biondo che commentava il mio modo di vestire. Portavo un paio di pantaloncini corti e un maglietta lunga che li copriva, delle scarpe da ginnastica e una coda alta, non riuscivo proprio a immaginare cosa avessero da ridire. Il loro modo di vestire era peggio del mio: maglietta dentro i pantaloni abbassati, con la marca dei vestiti ben in mostra. Entrai nella prima aula che era segnata sul fogliettino che mi aveva dato la segretaria. Le scuole d’America erano diverse da quelle italiane, quella sarebbe stata l’unica aula, a parte il laboratorio di chimica e la biblioteca e la sala computer. Mi sedetti a l’unico banco libero che trovai, vicino a una ragazza alta magra con dei lunghi capelli ricci e biondi. Dopo un quarto d’ora si girò verso di me: << Kirsten?? >> << Scusa?? >> << Kiraten Swoin mi deludi, non ti ricordi più della tua amica Vanessa??? >> altre due ragazze si alzarono per venire ad abbracciarmi mi accorsi che erano Federica ed Anna le mie migliori amiche d’infanzia. Con loro avevo passato momenti indimenticabili, prima di andare a vivere a Phoenix. Il professore si giro con aria infuriata, perché avevamo interrotto la sua lezione di Latino. Al suono della campanella ci ritrovammo fuori alle scalinate non la smettevano più di abbracciarmi e baciarmi, ero felice di aver ritrovato le mie amiche. Insieme a noi si erano aggiunti alcuni ragazzi, Francesco alto e castano, Carlo basso, Ivan un tipo un po’ strano e Angelo occhi azzurri e capelli scuri. Mi pregarono di raccontargli com’era la vita a Phoenix, del perché del mio trasferimento, per quanto sarei rimasta:<< Sono venuta qui perché mia madre è dovuta andare a New York e non volevo andare con lei credo finirò il liceo qui >> << Siamo contentissime di riaverti qui kiki >>. Le ore passarono velocissime. Alla fine delle lezioni, rifiutata la proposta di tornare a casa con Vanessa, Anna e Federica, presi l’Mp3 e misi la musica a tutto volume, finché mi sentì tirare il nastro che avevo ai capelli per tenare la coda. Due ragazzi in motorino me l’avevano sfilato e mi giravano in torno con la moto. Avevo paura non sapevo cosa fare. Arrivarono altri tre ragazzi, uno dei tre scese dalla moto e si diresse verso quello che mi aveva rubato il nastro << Su Marco non fare lo scemo dammi il nastro della ragazza e levati di torno >> << E se no? >> << Non vorrei ricordarti l’incidente di sabato scorso… >> il ragazzo lasciò il mio nastro e se ne andò più in fretta possibile. Il ragazzo venne verso di me, solo in quel momento mi accorsi che erano i tre ragazzi della segreteria << Ti ringrazio infinitamente, ma avrei potuto cavarmela anche da sola >> scoppiò a ridere << Tu? Ma se stavi tremando come un agnellino >> << non è vero forse ai bisogno di farti una visita oculistica >> << Ti sbagli ci vedo benissimo >> << arrogante >> << agnellino >> << sciocco >> mi prese il mento e mi avvicinò al suo volto << Sei davvero bella >> arrossì. Di colpo il cuore mi accelerò, che stava succedendo? Mi allontanai da lui il prima possibile << Guarda guarda ti sei fatta tutta rossa >> sorrise ironicamente << N-non è vero! E adesso fammi passare, devo andare a casa! >> mi rimisi le cuffie nelle orecchie e me ne andai. I tre mi passarono con la moto e mi suonarono. Ritornata a casa andai di corsa in camera chiusi la porta, buttai la cartella a terra, i libri sulla scrivania e mi gettai sul letto, abbracciavo il cuscino, ero tutta rossa, emanavo calore da tutto il corpo, il cuore accelerava sempre di più quando pensavo a lui, non sapevo neanche come si chiamava. Mio padre mi chiamò per pranzare << Kiki tutto bene? >> << Si papà >> << Il pranzo e in tavola vieni >> << Arrivo!! >>. La testa mi girava non riuscivo ad alzarmi dal letto quando suonò il telefono a forma di bacio che tenevo vicino al letto << Pronto? >> << Pronto kiki sono Vanessa >> << Ciao, dimmi >> << Daniel mi ha raccontato cosa è successo oggi dopo scuola tutto bene??? >> << Si si tutto bene stai tranquilla >> << Oggi ti va di studiare insieme? E da tanto che non ci vediamo e ora che ci siamo ritrovate vorrei stare un po’ di tempo con te >> << Certo, mi farebbe molto piacere >> << Ok! Alle quattro e mezza a casa mia ti aspetto ciao! >> << Ciao! >>. In cucina mio padre aveva già finito il suo piatto di pasta alla carbonara << Scusa papà, ma mi ha chiamata una mia amica oggi vado da lei >> << Ok però stai attenta e a che ora devi andare?E da chi? >> << Alle quattro e mezza da Vanessa >> fece un gesto con il capo in segno di approvazione, almeno mio padre si fidava di me. Appena finito di magiare andai in camera mia e accesi il PC. Trovai più di dieci amicizie su facebook, d'altronde una nuova scuola comporta nuovi amici. Non ero sorpresa. Incominciai a studiare, avevo la netta sensazione che da Vanessa non avremmo studiato molto. Aprì il libro di greco, ero molto brava, il greco mi appassionava e non ci volle molto a tradurre la versione, passai ad algebra, l’unica materia che odiavo, non è mai stata il mio forte, almeno tentai di completare gli esercizi e fortunatamente riuscì a completarli prima delle quattro. Guardai l’ora sul telefonino, mi rimanevano solo due materie scienze ed inglese. Inglese l’avrei svolta la sera, vivendo a Londra non è poi complicato tradurre il brano. Infilai i libri di scienze in una borsa, passai giusto un filo di matita sugli occhi legai i capelli in una coda e chiusi la porta alle mie spalle. Infilai le chiavi di casa nella borsa e il telefonino in tasca, non avevo la moto, i miei non me l’avevano voluta prendere, davano troppo retta ai TG della televisione, come dagli torto non saprei cosa avrei potuto farmene, mi sono detta “non riesco a guidare una bicicletta, figuriamoci un motorino”. Arrivai a casa di Vanessa e vidi dei motorini sotto casa sue e capii che non saremmo stati soli << Chi è? >> rispose una voce maschile quando suonai al citofono << Kiki >> << Sali, quarto piano >> arrivai e la porta era già aperta entrai << Permesso >>Vanessa sbucò dall’angolo del muro << Kiki sei arrivata finalmente ti stavamo aspettando >> << Voi?? >> proprio dietro Vanessa apparvero Angelo e Carlo << Scusa kiki non ti ho detto che c’erano pure loro, hanno bisogno d’aiuto in inglese e gli do una mano >> << Tranquilla >>. Mentre Vanessa su letto completava algebra, io avevo terminato scienze e stavo studiando con Angelo, mentre Carlo ripassava la lezione di inglese. << Finito!! >> urlò Vanessa << Inglese l’ho anticipato ieri sera, scienze la copierò da te kiki non ti dispiace?? >> << No, fai pure >> << Tranquilla sta sera la leggerò più volte, voi avete finito? Voglio uscire >> << Io e Angelo abbiamo finito, Carlo a che punto è? >> << Finito! >> apparve Carlo alla porta con un sorriso. Scendemmo giù e Angelo porse un casco a Vanessa << Kiki non ti dispiace andare in moto con Carlo? >> << Veramente io… >> Carlo mi interruppe << No se non vuoi non ti costringo tranquilla vengo a piedi con te >> << Veramente volevo chiederti se posso avere il casco di Vanessa, siccome porto le lenti a contatto, lei ha la visiera per il vento >> scoppiarono a ridere << Certo che puoi avere il mio casco >>. Indossai il casco e lo allacciai. Salì in moto e mi aggrappai ai fianchi di Carlo che sorrideva felice. Ci dirigemmo verso Contrada il luogo più popolato dai ragazzi. Cinque o sei moto erano in fila davanti al bar, ci fermammo e i due ragazzi fecero scendere me e Vanessa per cercare un posto dove parcheggiare le moto .<< Ehi kiki dimmi un po’ ti piace Carlo >> << No non è il mio tipo, voglio essergli solo amica >> << E chi è il tuo tipo ideale? >> << Sai com’è occhi azzurri, capelli bianchi e con un mazzo di rose rosse in sella ad un cavallo bianco, con un abito azzurro >> ridemmo << No seriamente, non lo so un ragazzo deve sapermi conquistare >> << Ti sei mai innamorata? >> << Si tantissime volte, una volta ho avuto un ragazzo con lui ho vissuto momenti bellissimi poi si è rivelato avere il cervello di un bambino. Invece ho notato che tu ed Angelo state insieme >> << Si, stiamo insieme ormai da più di due anni, se continuiamo così finirà che ci sposiamo >> sorridemmo. << Che bel… >>prima che riuscissi a concludere la frase sentimmo gridare << Vanessa >>. Davanti a noi c’erano i tre ragazzi che mi avevano salvato la mattina, tra cui lui. << Ciao, che ci fate voi qui? >> << Come che ci facciamo qui? Stiamo sempre qui >> rispose quello tozzo << Non ci presenti la tua amica Vanessa? >> rispose quello biondo che mi guarda con aria strana << Scusate lei e Kirsten, anzi kiki, loro sono Daniel quello muto, Giovanni quello con i Carrera e quello basso è Matteo >> << Li conosco >> Vanessa mi guardò sbalordita << Ci siamo incrociati questa mattina e mi hanno ridato il nastro >> Daniel sorrise ironicamente << La tua amichetta è un po’ presuntuosa >> << Ma che kiki?? Ahahah ma se è una fetta di pane >> sorrisi. << Sta mattina mi sono vantata che sarei riuscita a cavarmela da sola >> << Beh hai fatto bene tesoro >> prese le mie difese Vanessa << I’m sorry! Non volevo offendervi >> << Quindi non volevi chiamarmi “arrogante”e “sciocco”? >> rispose Daniel ironicamente << No, quello era volutamente >> sorrisi << Ti chiedo troppo se no di venire a fare un giro in moto con me? >> mi chiese. Angelo e Carlo ci avevano raggiunto << Mm…No! Mi dispiace sono impegnata con Carlo in questo momento >> mi sorrise << Prima o poi verrai con me >> << Allora continua a sperare! >>. Entrammo nel bar dove i ragazzi ci offrirono una pizza e una bibita. Ci sedemmo al tavolino e incominciammo a parlare e a conoscerci meglio, finalmente avevo fatto amicizia. Si fece buio ed era ora di tornare a casa, Carlo si offrì di darmi un passaggio e mi accompagnò fin sotto il portone. Arrivata incontrai una ragazza. Portava tacchi alti, un mini vestito capelli, lunghi e biondi legati in una coda, si vedeva che erano tinti, anche perché il colore degli occhi e delle sopracciglia era castano chiaro. Non gli diedi troppo conto e salì sopra. Mi chiusi in camera per finire inglese, finché non arrivò mio padre a bussare alla porta << Tesoro tutto bene? >> << Si papà >> << Ti sei divertita oggi?? >> << Certo papi la mamma ha chiamato? >> << Certo a detto che gli manchiamo tantissimo >>. Per quanto può sembrare assurdo è fantastico come la mia famiglia è la prima a vivere separati ed a essere così unita. I mie non hanno mai creduto nel tradimento se una persona si ama è per sempre. << Ha detto che vuole che la richiami >> presi il telefono e composi il numero << Pronto mamma >> << Kiki tesoro finalmente ti sento, sono due giorni che sei sparita >> << mamma sono appena arrivata calmati e poi tu sei così impegnata con il lavoro, che ore sono li a New York?? >> << Amore sono le due e mezza del pomeriggio, mi mancate da morire ma raccontami un po’ hai fatto nuove amicizie? Hai conosciuto qualche bel ragazzo e a scuola? >> << Mamma calmati, mi manchi tantissimo anche tu, ho fatto molte amicizie sono tutti molto gentili con me e ragazzi, no tutto normale >> << Sicura sento nella tua voce un filo d’amore >> << Mamma dai ti voglio bene, ora vado a mangiare ci sentiamo domani mattina ti scriverò un e-mail >> << Promettimelo! >> << Te lo prometto, ti voglio bene mamma >> << Ti voglio bene anche io tesoro >>. Finito di cenare non volevo vedere uno dei film di guerra di mio padre e mi misi in camera e incominciai a leggere Braking Dawn la quarta saga di Twilight. Ero immersa tra la storia della timida ragazza e del vampiro quando sentì l’arrivo di un e-mail era Vanessa: Ehi kiki ti volevo chiedere se dmn sera volevi venire con me e gli altri del nostro gruppo in un pub, per avvisarti non è un pub tipo discoteca o cose del genere è un locale molto carino e ci farebbe piacere se tu vieni kn noi…ci renderesti molto felice soprattutto Carlo, mi sa k si è preso una cotta per te ih!ih!ih! quel raga quando te ne sei andata nn la finiva più di parlare ad Angelo di te, mi raccomando ci conto ke vieni;) Ti voglio un bene Vanessa Cliccai sul tasto risposta: Dear Vanessa puoi contare su di me domani verro con voi al pub, una serata di divertimento con gli amici mi ci vuole proprio, per quanto riguarda Carlo te l’ho detto preferisco essere per lui solo una semplice amica non voglio complicare le cose THANKS YOU per la stupenda giornata a proposito ho lasciato la borsa da te domani nn dimenticartene. Buona Notte I love you by Kiki Chiusi il PC, il libro e mi infilai nelle coperte sprofondando in un sonno profondo. Alle sette la sveglia suonò. Odiavo quel suono, mi ricordava che dovevo alzarmi e prendere l’autobus. Andai a fare colazione. I miei occhi non riuscivano ed aprirsi << Kiki oggi ti accompagno io a scuola >> << Grazie papi mi risparmi cinque minuti di ritardo >>. Mi lavai, mi vestì e presi l’Mp3 e scesi in macchina. Indossavo gli occhiali da sole per tenere chiusi gli occhi. Sfortunatamente durante le lezioni era obbligatorio toglierli.
  
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