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Autore: Julia_Phantomhive    07/10/2011    4 recensioni
Questa è la mia prima fic su questa sezione, quindi siate clementi.
La protagonista sarà Julia Clismatice, è ambientata in Italia nei giorni nostri. E' di nobili origini, e proprio per questo costretta a fidanzarsi con ragazzi nobili che l'ingannano per puri scopi commerciali e così frantumando varie volte il suo cuore.
Stanca di questa storia, chiede aiuto a un demone, l'ex-conte Ciel Phantomhive, sempre affiancato da Sebastian.
Tutti i dettagli della storia li trovate nel primo capitolo: Prologo.
Sperando di aver attirato la vostra attenzione, buona lettura!
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8

Julia chiese il favore a Sebastian di non lasciarle da solo Ciel, soprattutto dopo quello che successe. Francis e Carl continuarono a elogiare la ragazza, forse perchè le era mancata, ma lei fece finta di nulla. Fissò il suo riflesso dal bicchiere, pensò che da quando erano arrivati Ciel era piuttosto stizzito, ma non capiva la ragione.
Quando il maggiordomo arrivò di soprassalto dietro al giovane, quest'ultimo sussultò ma riconobbe la presenza:
- Sebastian, quei due, non mi convincono, sono altri demoni, me lo sento. Vogliono divorare l'anima della mia Lady, per caso? Sono senza guinzagli, simboli o altro che li leghi a lei... -

Ciel continuò a struggersi per quella insulsa ragione, il maggiordomo si chiese se fosse gelosia quella che provò il suo padroncino, ma a differenza di lui non lo fece notare, così provò di dissepare ogni suo dubbio:
- Signorino, non li mentirei mai, non sono demoni nè shinigami, se è quello che pensa.

- E allora perchè ronzano attorno a Julia, come due falene attratte dalla luce?! Non capisco... - si fermò e strinse i pugni, era risaputo che Ciel Phantomhive odiava perdere, e se qualcuno si sarebbe azzardato a rubargli la sua prima e preziosa anima, avrebbe distrutto tutti gli ostacoli che si sarebbe ritrovato nel cammino.
Julia intanto finì di pranzare e propose a Carl e Francis di accompagnarla, i due accettarono con piacere e prepararono i cavalli.


- Julia... ma la macchina? - chiese Ciel vedendo gli equini con stupore.

- Huh? Non te l'ho detto? La villa dei Delice è a pochi passi da qui e pensavo di fare una passeggiata con i cavalli, è da molto che non ci salgo! - disse accarezzando il muso e sorridendogli dolcemente - Ciel, ci sai andare a cavallo, vero?

- Certamente, ma Julia ma com'è questa idea... originale? - "No, bizzarra, altro che originale. Sono passati due secoli da quando non ci sono salito!"

- Se ci permette, siamo stati noi a suggerire l'idea alla nostra Lady. Conte Phantomhive. - risposero in coro i gemelli Nevito, i loro occhi trasmisero i loro pensieri: "Tu. Piccolo. Demone. Come può un ragazzo come te, essere il fidanzato della nostra Lady Julia?! Sei insulso come i tuoi predecessori, siete indegni all'anima candida della nostra Julia. Lei è nostra."

- Tsk... - e pensò subito dopo come contrattacco "me lo dovevo aspettare. La mente pigra di lei, non l'avrebbe mai pensato, ma... come mai Julia si fa influenzare così facilemente da loro?! Non è da lei farsi suggerire se non da me, questi due stanno mettendo a dura prova i miei nervi. E che mi abbiano scoperto? No.. non credo, Julia non l'avrebbe permesso". Sebastian aiutò Ciel a salire poi incominciarono ad andare.


Il fruscio delle foglie d'autunno e il sole dolce sulla resero l'atmosfera romantica e perfetta per una scampagnata nel bosco, seguiti dai propri servitori, Julia e Ciel passeggiarono fianco a fianco, lei lo notò la preoccupazione negli occhi del giovane e non potè fare a meno di chiederlo:
- Ciel, c'è qualcosa che ti disturba? - con espressione candida e sensibile - Rivelamelo, e forse posso esserti d'aiuto?

- Non che tu possa. Se te lo dicessi ti offenderesti mia lady e non voglio. -

Julia lo guardò attentamente , non distolse lo sguardo avanti a sè neanche per un istante, il sopracciglio inclinato verso il basso le fece intuire che era arrabbiato o preoccupato di qualcosa, ma non le volle dire la ragione e questo le fece saltare i nervi, e molto pure. L'anello con la pietra blu come zaffiro la ammaliava, sempre inserito nel pollice perchè troppo largo anche se era "cresciuto" di due anni, e vide nel suo riflesso una figura strana, un po' maligna ma non si intimorì, anzi intravide meglio che era una specie di spirito con denti aguzzi che si agitò incessantemente.


Dopo una mezz'ora di cavalcata, Julia e Ciel raggiunsero la tenuta dei Delice; appena aperte le porte ci fu una visione disgustosa e sicuramente inaspettata, il Lord Delice accompagnato dalle due sorelle che lo beavano del loro prosperoso seno, l'accolsero entusiasto ed educatamente:
- Benvenuti nella tenuta dei Delice! My Lady!

- Ex My Lady. - lo contraddì Julia infastidita del fatto, che fosse coccolato e viziato come un bambino di due anni.
Vincenzo emozionato dalla visita di Julia, si liberò delle sue sorelle e la portò velocemente nelle sue stanze senza che lei potesse opporsi. Tutti gli altri li seguirono e origliarono la conversazione.
Iniziò Julia a spezzare il slenzio che si era creato:
- E' la verità? Come hai fatto? - con tono minaccioso.

- A cosa ti riferisci? Fatto cosa, cara? -
Le mani congiunte per sosenere quel piccolo mento con stampato un sorrisetto su quel bel faccino, irritò Julia nel profondo dell'animo.

- Del fatto che sei entrato nei miei sogni e che mi hai detto tutte quelle cose! E non chiamarmi cara! NON sono più la tua fidanzata, ricordatelo! -
Con sguardo omicida, riprese fiato mentre il giovane avanti a lei continuò a sorridergli come un ebete imbecille ancora estasiato rispose:
- Sono felice che tu mi abbia ascoltato! Questo significa che mi ami! Me lo sentivo che tu eri e sei il mio vero amore, Julia!

- Ripetilo se hai coraggio! -

Julia strinse sia i denti e che i pugni, un alone scuro si creò attorno a lei, ma lui come se non avesse ascoltato continuò:
- In passato io non ti mentii sul serio, tu mi piacevi e molto, anche se il primo motivo fu quello di riapprocciare rapporti per fare una unione tra le nostre due famiglie, la seconda era vero amore quello che provo per te, mia lady. Quindi mi daresti una seconda possibilità? -
Rimase in silenzio la ragazza. Tutti quelli fuori dalla stanza si chiedevano cosa aspettasse a rispondere, tranne Ciel che pensò: "Julia, evocami."

- La mia risposta è sempre solo una: NO. - rialzò lo sguardo era provocatorio e infuriato, la sua grazia non l'abbandonò però, infatti si girò e pronunciò codeste parole: - Ciel. Mostrati a me. -
Vincenzo non emise suoni, era deluso della risposta e reazione di lei, ma dall'oscurità più
assoluta apparve Ciel.

- Delice, lui è il mio nuovo fidanzato, di cui mi posso fidare e che non mi tradirà mai; non mi userà per scopi, e non mi dice dopo 6 anni che mi ama. Ti presento il Conte Ciel Phantomhive. Erede del casato Phantomhive, nominato anche il fedele Cane della Regina in Inghilterra, e che ha sempre grande stile. Bello, freddo ed enigmatico.

- C-com'è possibile, tu li hai ricevuti i miei sogni, i miei contatti con te erano riusciti, la mia famiglia ha sempre avuo questo potere di contattare il vero amore... Tu sei il MIO vero Amore!! E' vero ti ho persa in passato ma- lo interrupe Ciel:

- Oh, Lord Delice non lo sa? - Vincenzo lo guardò con disappunto e nello stesso tempo con aria interrogativa lo ascoltò - Qualcosa che si è perso non ritornerà mai più.

- Basta così, non vi sopporto più. Fallo soffrire. Deve soffrire come ho sofferto io. Non importa con quali mezzi, ma fallo. E' un ordine!

- Sì, mia lady. -

Non servì che le baciasse la mano, Ciel si avvicinò di suo istinto, glielo aveva ordinato, e le prese i fianchi e, lei anche se non sapesse cosa fare, si preparò a qualsiasi cosa avesse congeniato. Lui le appoggiò delicatamente le sue labbra, stringendo di più i fianchi di lei a sè.
Lei trattenne il sospiro, era fortemente e emotivamente impressionata.
Un bacio, lungo e profondo.
Doloroso agli occhi di colui che assisteva alla scena, che cadde incredulo e urlò folle. Le sorelle di lui lo soccorsero chiudendogli gli occhi e a consolarlo come un bambino, Julia e Ciel si fermarono e si scambiarono uno sguardo complice, lui era bravo.
Molto bravo.
Finzione o realtà?
Rimasero fermi a godersi la scena, Vincenzo pianse disperato, le lacrime scesero interrottamente e gli occhi quasi fuori dalle orbita videro la persona amata baciarsi con gusto con un'altra persona che non sia lui. Gli striduli agghiaccianti fecero prendere provvedimenti alle gemelle Delice che pregarono gli indesiderati ospiti di andarsene dalla villa. Il maggiordomo e i gemelli Nevito entrarono calmi e aiutarono i due padroncini a non assistere a una scena così sconsiderata, e le sorelle Delice si offesero a tal punto di incominciare una discussione ma senza successo.
La disfatta fu compiuta.


- Signorina Julia perchè mai avete agito così poco aggraziata, e inoltre una dimostrazione d'affetto con questo conte davanti a un vostro ex? - chiese curioso Francis.

- E' un mio problema. Siete pregati di non immischiarvi, non potreste capire... - si affacciò al finestrino annoiata delle prediche che incominciarono a dirle, tranne Ciel che rimase in silenzio.
Per la prima volta Julia si mostrò fredda e insensibile con Francis e Carl che non la riconobbero più e la guardavano dispiaciuti, lei continuò a fissare il vuoto, così Carl chiese con tono fedele:

- Ci scusi, eravamo solo preoccupati per la vostra salute, lady Julia. - lei gli diede un'occhiata, sembrava sincero - Quando torneremo alla reggia vi prepareremo una cena degna del vostro antefatto e livello.

- Non serve che vi disturbiate. Ci penserà Sebastian a preparare il tutto tornati alla Villa. Julia i tuoi genitori arriveranno presto quest'oggi.

- Oh, hai ragione Ciel, - si raggomitelò a lui che con una mano la avvicinò a sè - i miei non devono sapere di tutto questo, Francis, Carl vi ordino di rimanere in silenzio e quando volete potete trasferirmi nella Villa principale. Bene, Sebastian accompagnamo Francis e Carl alla reggia e poi torniamo a casa, sei d'accordo Ciel? -.
Come un cucciolo che vuole affetto fu accontentata dal demone che rispose: - Qualsiasi cosa tu voglia lo farò. Senza se e senza ma. -
La ragazza annuì, quella era la risposta che si aspettava, socchiuse gli occhi sodisfatta e ripensò al momento; se avesse fatto bene a risparmiarlo, non avrebbe intaccato il giudizio di Ciel sulla sua anima, infondo il motivo per cui l'ha evocato è ancora sconosciuto anche per lei, e poi dopo quel bacio finì col suppore che la fine era vicina.

- Ciel, sei... Molto abile. Grazie per il tuo aiuto - bisbigliò.

- Era un ordine e io l'ho esaudito. Non potevo disubbedire un ordine della mia lady.

- E' così allora... Meglio. Ripeto: Molto abile. - rise di sottecchi e anche felicemente che ogni suo dubbio era scomparso.

Significò che Ciel volle continuare il gioco. 

  
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