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Autore: Aurora Barone    08/10/2011    1 recensioni
anno 2020, In Giappone sono stati realizzati moltissimi robot che convivono "pacificamente" con gli esseri umani, anche se questa convivenza pacifica è una vera forzatura fatta di prevericazioni da parte degli esseri umani.
Echiko è uno di questi robot, solo che lei in realtà è per metà umana e per metà robot e in passato era un essere umano, ma le è stato cambiato il suo aspetto e la sua memoria è stata cancellata.
Ma se incominciasse a ricordare le sue vere origini? E se il legame con il suo padrone non fosse uno dei migliori, potrebbe riuscire a sottrarsi ad esso? Sopratutto se lui è anche molto bello, seducente e anche molto lunatico...Ma in particolare c'è un braccialetto che impedisce ai robot di sottrarsi al volere dei propri padroni e che impone ai robot di proteggere il proprio padrone dagli eventuali pericoli.
Echiko non riesce ad accettare questa condizione di sottomissione sopratutto perchè Itou è davvero un tipo insolito, prima la tratta male, ma poi la bacia e la tira fuori dai guai. E poi c'è Yoto l'amico di Itou che si mostra interessato a lei, ma Itou sembra non sopportare il fatto che il suo robot frequenti il suo amico...E poi c'è quel robot a scuola che Echiko crede che abbia una voce molto familiare...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questo si prospetta essere uno dei penultimi capitoli, mi spiace averla tirata un pò per le lunghe, ma con le storie sono fatta così...poi per ora sono bella impegnata con l'università e quindi ho perso un bel pò di tempo a postare...ho cercato comunque di abbrevviare i tempi della storia, perchè  per come sono fatta, mi faccio le saghe mentali in testa... XD detto questo, " Bè buon capitolo, sempre che ci sia ancora qualcuno che mi segue ancora!" ;)



L' ostilità del signor Kayashi, mi indusse a tornarmene a letto.

Mi aveva quasi minacciato che se avessi detto ad Itou della mia visione come la chiamava lui, avrei fatto una brutta fine.

Isae aveva cercato inutilmente di acquietarlo, ma era molto fuori di sé e anch'io persi la calma dinanzi a questa minaccia, anche perché non avevo fatto intenzione di parlarne con Itou, ero pienamente consapevole che ciò potesse turbarlo.

Avevo soltanto voluto parlarne con lui...in realtà non sapevo neanch'io che cosa mi aspettassi da lui,ma era stato tutto dettato dalla mia ansia e paura che Hikari potesse davvero condurre Itou nell'aldilà manipolando la mente di Yori.

“Spettava a me proteggerlo, ero il suo robot!” pensai tra me, ma in realtà quella voglia di proteggerlo, era dettato dai miei sentimenti che tenevo ben nascosti persino a me stessa, li avrei repressi ancora...e ancora...

Chissà chi era quella ragazza di cui era innamorato, quel pensiero mi stava ossessionando o forse Isae aveva detto solo una stupidaggine.

Il giorno seguente, la solita noiosa giornata di scuola.

Non studiavo un bel niente, era una vera pacchia, tanto i professori non mi consideravano affatto.

Ero lì, in classe, eppure era come se non ci fossi, nessuno di loro mi degnava di considerazione, potevo fare ciò che volevo e così me ne uscii dall'aula nel bel mezzo della lezione, sperando quasi che il professore mi facesse una ramanzina e invece no, ero completamente abbandonata a me stessa, anche il resto del classe non mi degnò neppure di uno sguardo, solo Itou e Sayoko mi guardarono sorpresi.

Non sapendo cos'altro poter fare,passeggiai per il corridoio deserto, ogni studente era nelle rispettive classi e sentivo le voci e i sospiri degli studenti che seguivano le lezioni.

Poi vidi un gruppetto di ragazze che stavano prendendo le tute dai loro armadietti per fare ginnastica.

Una di queste era la ragazza che aveva parlato di Hikari, in quello stesso momento, vidi Hikari andargli incontro, ma la ragazza non vedeva la sua evanescente figura e non sentiva la sua calorosa e affettuosa voce.

Così se ne andò insieme alle altre ragazze ridendo, senza accorgersi affatto della presenza di Hikari.

“E' brutto quando la gente non ti vede neanche, capisco in parte come ti senti...però nel tuo caso non lo fanno volontariamente, non ti vedono, perché non hanno la facoltà di farlo, mentre sai...per quanto riguardo i robot, non li vedono e considerano perché non vogliono vederli...”

“Tu non sai nulla di come io mi senta...” esclamò rabbiosa svanendo nel nulla.

Così rimasi da sola con i miei pensieri, mi soffermai su qualunque stupido dettaglio pur di far passare le ore, non sapendo cos'altro fare, forse avrei potuto benissimo tornarmene a casa, ma le parole di Hikari mi impedivano di farlo, aveva detto che Itou doveva morire e questa sua improvvisa apparizione a scuola mi dava da pensare, così una brutta sensazione si fece spazio dentro di me.

Dopo un po' camminando a zonzo per il corridoio della scuola, incrociai un ragazzetto in giacca e cravatta, se non avesse messo quei vestiti classici da insegnante, lo avrei potuto benissimo confondere per uno studentello che stava saltando le lezioni come me.

Notandomi assunse un espressione severa e si diede un tono, anche se continuava a risultare poco convincente a causa del suo aspetto da liceale.

“Signorina...di che classe è?” mi domandò con sguardo di rimprovero.

“Sono un robot...quindi farebbe bene a non scocciarmi...” esclamai minacciosa, pensando che avrebbe fatto come tutti gli altri professori ovvero avrebbe smesso di considerarmi.

“Questo non significa nulla...anche un robot ha il diritto di godere della conoscenza e del sapere... è un favoloso dono la cultura...un dono di cui nessuno dovrebbe far a meno” disse con enfasi.

“Che materia insegna?” gli domandai sorpresa, era la prima volta che conoscevo un professore che non facesse alcun tipo di discriminazione tra robot e studenti comuni.

“Sono il nuovo psicologo della scuola...se ti va puoi parlare con me dei tuoi problemi...” disse sorridente e caloroso.

Aveva qualcosa di familiare, non sapevo dire chi mi ricordasse, però certi suoi atteggiamenti e modi di fare non mi erano del tutto nuovi.

“Aspetta...tu sei il robot di Itou Kayashi?” domandò con un certo brio.

“si...” ammisi stupita.

“Ah, ok, capisco...” disse guardandomi.

“Conosce Itou?” domandai curiosa-

“E' un amico di mio figlio...ed è stato mio paziente per un certo periodo di tempo...” disse ingenuamente lasciandosi scappare uno dei suoi segreti professionali.

“Sul serio?” domandai incredula, non mi sembrava Itou un tipo che andasse ben volentieri da uno psicologo con il carattere ostile e indisponente che si ritrovasse, parlare dei propri fatti ad un estraneo non ce lo vedevo proprio.

“Mi è scappato...ehm dimentica quello che ti ho detto...” disse preoccupato.

Dopo un po' mi ricordai di quella conversazione con Yoto, mi aveva che suo padre faceva lo psicologo e così capii che doveva trattarsi di suo padre, in effetti c'erano dei tratti somiglianti che mi richiamavano alla mente Yoto.

“E' il padre di Yoto, giusto?”

“Esatto!” disse sorridendo.

“Come mai Itou...ecco ...” dissi incerta e turbata, non sapendo effettivamente come porgere quella domanda.

“Stai tranquilla non ha nessun problema grave...anche se non sono comunque stato in grado di aiutarlo...”

“Che significa?” gli domandai non riuscendo a mettere a freno la mia eccessiva curiosità.

“Credo tu lo conosca...e tu sappia ecco della sua intensa vita sessuale e del fatto che non stabilisca mai legami forti e rilevanti con nessuno...ha paura di legarsi a qualcuno seriamente, talmente tanto da evitare in qualsiasi modo una relazione amorosa seria ed impegnativa...”

“Per questa ragione è venuto da lei?” domandai scioccata.

“E' stato il padre ad averlo costretto...lui non lo avrebbe mai fatto...Sai com'è Itou...”

 

Nelle ore a seguire ripensai alle parole del padre di Yoto, forse allora era vero, lui era innamorato di me, ma il suo orgoglio e quella paura dovevano bloccarlo più di ogni altra cosa o forse mi stavo soltanto illudendo, stavo costruendo castelli in aria, perché volevo crederci, volevo essere amata da lui, perché io...lo ero...

Dopo avvertii una sensazione spiacevole e la voce di Hikari si fece viva nei miei pensieri “Itou deve morire!”

Continuai a sentire quel presentimento così vivo e intenso fino alla ricreazione, da quel momento in poi parlando con Sayoko, ridendo e scherzando con Yoto e Itou mi calmai.

Non c'era nulla di cui preoccuparsi, eravamo a scuola, c'era troppa gente, Yori non poteva far nulla ad Itou in un ambiente così affollato e pieno di gente.

Eravamo rimasti in classe, mentre il resto del classe era scesa giù in cortile, più che altro era Itou che aveva preferito rimanere in classe, che avesse il mio stesso presentimento? Temeva per la sua incolumità?

Ma forse era da ritenersi più rischioso rimanere in classe, dato che era deserta, mentre invece andare in cortile o girare per i corridoi sarebbe stato decisamente meno pericoloso, perché quei luoghi a quell'ora erano frequentati da tutti gli studenti e i professori.

“Perchè non andiamo in cortile!” protestava Sayoko per spronarlo ad alzarsi dal suo banco.

“Mi scoccia!” Itou protestò scocciato

“Dai prendiamo un po' di aria fresca!” disse Yoto.

“Andate voi...io non ne ho assolutamente voglia!” disse tranquillamente continuando a rimanere seduto.

“Ecco in effetti...sarebbe meglio uscire...” dissi lasciandomi influenzare dalle mie preoccupazioni.

“Nessuno vi costringe a rimanere in classe...anzi mi fate solo un piacere se mi lasciate da solo!” esclamò alterandosi.

“Tu guarda che noioso!” disse Sayoko infastidita dal suo comportamento, poi si rivolse a me e a Yoto dicendo “ Andiamocene, lasciamolo solo a questo essere asociale e apatico...”

Io non mi mossi, i miei presentimenti me lo impedivano e così insistetti “Itou dai usciamo...”

Gli strinsi la mano senza pensarci, come se fosse la cosa più naturale del mondo, solo dopo mi resi conto di aver fatto qualcosa di fin troppo audace e sotto gli stessi sguardi di Sayoko e di Yoto.

Itou si irrigidii al contatto con la mia mano, eppure una volta mi aveva stretto la mano di sua iniziativa senza accorgersene, ma il fatto che lo facessi io, dovevo averlo scosso e preoccupato, non si capiva davvero cosa lo indisponesse tanto, forse il fatto che lo avessi fatto davanti a Sayoko e Yoto.

Mi mise a disagio il modo violento con cui respinse la mia mano e senza accorgermene mi scusai per la mia reazione avventata e confidenziale,mentre i suoi occhi verdi mi guardavano in un modo che non riuscivo a comprendere.

Mi sentii stupida e scappai fuori dalla classe prima che le lacrime mi collasserò giù dal viso.

Dopo un po' mi raggiunsero' Yoto e Sayoko con delle espressioni interrogative, più che altro era Yoto che sembrava in cerca di chissà quale spiegazione,mentre Sayoko sembrava essere a conoscenza di tutto, non c'era neppure bisogno che parlassi, avevo l'impressione che lei fosse al corrente di tutto, che sapesse forse più di me riguardo il rapporto insolito che c'era tra me e Itou.

“Quindi sei innamorata di lui...” disse Yoto con un espressione delusa.

“Avanti dovevi immaginartelo...” disse Sayoko.

“Non...è ...così....” balbettai, non volendo in alcun modo mettere a nudo le mie debolezze, mi sentivo troppo ridicola, mi vergognavo dell'assurdità dei miei sentimenti.

“Già, come no...” ironizzò Sayoko.

“Ma perché alla fine tutte perdete la testa per lui...uffa...veramente...è snervante!” disse Yoto scocciato.

“Bè Yoto...avresti dovuto farti da parte sin da subito...” disse Sayoko con uno sguardo di rimprovero.

“Se Itou non ha il coraggio di far sua la ragazza di cui è innamorato...non vedo perché dovrei farmi da parte io...” si lasciò scappare Yoto.

“Di cui è innamorato?” ribadii scossa.

“Già, sveglia! è innamorato di te...ma dovrebbe prima far pace con se stesso e con le sue paure per potertelo dire chiaramente...” disse Sayoko.

“E poi dai per me era anche un modo per stimolarlo...a sbilanciarsi un po' di più con i suoi sentimenti...” disse Yoto difendendosi dalle accuse.

“Non mi pare che tu lo abbia stimolato un granchè, anzi mettendoti in mezzo hai peggiorato la situazione...”rispose Sayoko.

“Come fate ad essere certi dei suoi sentimenti per me?” esclamai con titubanza.

“Andiamo, se ne accorgerebbe pure un ceco...nessun ragazzo rischierebbe la vita per qualcuno, a meno che non sia un eroe o che non sia innamorato...e parliamoci chiaro Itou non è affatto un eroe, ma un comune mortale come tutti noi!” dichiarò Sayoko.

Quel macchinario in fondo lo avevo detto, aveva riprodotto i suoi sentimenti, ma per tutto questo tempo avevo titubato sulla veridicità di quel che avessi sentito.

Dopo un po', avvertii una scossa provenire dal braccialetto e avvertii come la sensazione che Itou fosse in pericolo e corsi via per raggiungere l' aula.

Percorsi di corsa il lungo corridoio che parve diventare infinito, udii le voci di Sayoko e di Yoto che mi chiamavano, poi sentii dei passi, mi stavano sicuramente seguendo, ma non mi curai di loro.

Arrivata dentro l'aula, mi resi conto che era proprio come pensavo, Yori, il ragazzo dagli occhiali spessi e da quell'aspetto dimesso e poco attraente, puntava un coltello verso Itou che rimaneva immobile, ma non percepii nel suo sguardo alcun segno di paura.

“Lei era incinta di te...” disse rivelandogli quella triste verità.

Itou si incupii e dopo un po' disse “Dunque era per questa ragione che mi perseguitava, diceva di dovermi dire qualcosa...ma io non le davo modo di spiegarsi...pensavo che volesse continuare a palarmi dei suoi sentimenti che non ero in grado di ricambiare...”

Non si erano accorti della mia presenza, dopo un po' mi avvicinai silenziosamente verso Yori per fermarlo, ma parve accorgersi di me e dei miei passi e si voltò dicendomi “Meglio che non ti avvicini ulteriormente se non vuoi che affondi la lama sul tuo amato padroncino...”

“Non ti intromettere!” urlò rabbioso Itou invitandomi ad andarmene poi buttò a terra il braccialetto, in modo tale che non fossi costretta a proteggerlo, ma ciò di certo non cambiava i sentimenti che nutrisse per lui, con o senza braccialetto quei sentimenti continuavano ad esserci.

Dopo un po' arrivarono anche Sayoko e Yoto che rimasero' impietriti e terrorizzati dalla paura, anche perché di certo non si aspetterò di ritrovarsi in una situazione del genere.

Vidi Hikari apparire accanto a Yori e guidare la sua mano che impugnava il coltello, era lei che lo spronavo e lo incoraggiava ad ucciderlo per vendicarla.

“Uccidere Itou non farà tornare in vita Hikari!” gli urlai contro.

Lui non mi dava retta, c'era la voce di Hikari che si contrapponeva alla mia e doveva essere in grado di vederla e sentirla, perché faceva proprio ciò che quella voce gli dicesse di fare.

Anche Itou paradossalmente lo incoraggiava, sembrava fuori di sé, la notizia che lei aspettasse un bambino da lui lo aveva ridotto in uno stato pietoso, i sensi di colpa gli offuscarono la mente.

“Hikari, credi che in questo modo le cose si aggiusteranno? Rimarrai bloccata qui...anzi...dopo una cosa del genere credo che finirai all'inferno...” dissi sperando di riuscire a farla ragionare.

Ma lei non mi diede affatto retta e così mi ritrovai a strappargli il coltello dalle mani, ma anche se era umano, la sua determinazione e la sua rabbia lo rendevano violento e forte, infatti era lei ad essersi insinuata dentro il corpo di lui.

Caddi a terra nell'inutile tentativo di togliergli il coltello dalle mani, mentre Itou con irruenza mi diede della stupida invitandomi per una seconda volta ad andarmene.

“Sei innamorata di lui...sei una stupida lui non puoi ricambiare...non è capace ...non sa amare...” dissero' tutti e due, le loro voci si contrapponevano.

“Che idiozia...solo perché non era innamorato di te, questo non significa che non ne sia capace...nessuno è incapace di amare...amare è la cosa più naturale e semplice al mondo...non c'è bisogno di chissà quale capacità!” esclamai indispettita.

Il ragazzo era prontissimo per affondare il coltello sulla carne di Itou, ma io mi misi in mezzo e finii per beccarmi quella coltellata al posto suo.

La ferita non era molto profonda e avvertii un lieve dolore e fastidio, dato che la sua mano non era stata ferma, ma aveva tremato impedendogli di affondare e squarciare il mio stomaco con il suo tagliante coltello.

Per quanto ci fosse Hikari a guidarlo nelle sue azioni, lui non aveva il coraggio di uccidere Itou e me, oppure era la stessa Hikari a non trovare la forza di farlo?

“Yori...non lasciare che lei ti manipoli!” dissi guardandolo.

“Potrei dire lo stesso di te, non lasciare che lui ti manipoli...” disse acidamente.

Il coltello era rimasto piazzato sul mio stomaco, non era andato molto in profondità, però mi doleva e non appena me lo strappai dalla carne, mi fece tremendamente male.

Rimasi con il coltello insanguinato tra le mani e glie lo puntai contro, mentre lui si avventava contro di me per sottrarmelo.

“Io amo Hikari, per questa ragione sono disposto a far qualunque cosa per lei...io...sarei stato persino disposto a crescere quel bambino...se solo...lei me lo avesse chiesto...” disse agitandosi e piangendo.

Il corpo trasparente di Hikari uscii fuori dal suo, la sua espressione era incredula, non doveva essere a conoscenza dei sentimenti che lui nutriva per lei.

“Mi dispiace...Yori...devi aver sofferto molto a causa mia...” disse avvicinandosi a lui per abbracciarlo,ma le sue mani e le sue braccia di fantasma non glie lo permisero'.

“Io...io...non voglio che tu te ne vada...voglio che tu rimanga qui con me...per sempre...” disse continuando a piangere.

“Ecco cosa è stato per tutto questo tempo a tenermi bloccata nel mondo dei vivi, sono stati i tuoi sentimenti...Yori...” disse con un espressione triste, ma allo stesso tempo dolce.

Dopo un po' lui si avvicinò alla sua sfuocata figura per poterla abbracciare, stranamente parve riuscirci, ma dopo aver abbracciato un fantasma cadde a terra e morii all'istante, come se fosse stato colto da un infarto.

Lo spirito di lui uscii fuori dal suo corpo inerme e dolorante steso sul pavimento, era diventato anche lui un fantasma.

Si abbracciarono e fluttuarono insieme per aria finchè una luce bianca e intensa li avvolse, lasciarono per sempre il mondo dei vivi.

Mi buttai a terra sfinita e mi addormentai su quel freddo pavimento.

Sentii le mani e le braccia di qualcuno stringermi, avvertii una piacevole sensazione di calore umano, che mi era familiare e anche quell'odore leggero,ma penetrante che invadeva piacevolmente le mie narici e inebriava i miei sensi, non avrei saputo definire alla perfezione che odore fosse, percepivo l'odore di sangue, una circolazione agitata di sangue fluire in quel corpo che mi trascinava non so dove e poi sentivo qualcosa battere incessantemente, un rombo, un tuono cos'era che faceva tutto quel fracasso?

Fiutai il soffice odore del dopo barba e poi un profumo maschile che si mischiava con quell'altro odore che avevo percepito, un' odore per nulla dolciastro, ma piacevole al punto giusto che si acquattava dentro di me e che mi risultò alquanto familiare.

E ancora quello scalpitio, quel suono che si ripeteva come il rumore metallico del telefono quando risulta essere occupato,ma quel suono era diverso, in un certo qual senso quel suono era piacevole e denso di espressività e riuscii a percepirne un senso di irrequietezza e dolcezza, tanto da chiedermi come due sensazioni così diverse potessero' prendersi a braccetto.

Non vedevo nulla era tutto buio, però sapevo che quella figura era presente e attorniata da quell'oscurità e allungai le mani per toccarlo, per capire chi fosse il proprietario di quel profumo.

Accarezzai un manto setoso, non capivo cosa fosse, però era piacevole da accarezzare, dopo un po' mi figurai i capelli scuri e ribelli di Itou.

La vicinanza, il tatto con quel corpo, aveva uno strano effetto, un effetto curativo, più ne ero vicina e più diminuiva il dolore della ferita.

 

Dopo non so quanto tempo mi risvegliai, ritrovandomi nel letto della mia stanza, ero rimasta con indosso il reggiseno e poi all'altezza dello stomaco avevo una benda che mi copriva la ferita.

“ Ti sei svegliata...” disse Itou senza eccessivo entusiasmo, anzi aveva un espressione dura e marcata, mi ricordò quasi il padre quando si corrucciava per rimproverarlo.

Istintivamente riaffondai il mio corpo sotto le lenzuola bianche per coprirmi.

“Sei stato tu a togliermi la maglietta...” dissi in tono di accusa.

“Mio padre non è in casa...qualcuno doveva pur provvedere a quella ferita...” disse per giustificarsi.

“Ci sono le cameriere no?” dissi infastidita e in estremo disagio.

“Non mi pare di aver visto, nulla che non abbia già visto...” si affrettò a rispondermi con freddezza.

“Ho rischiato la vita per te, potresti almeno evitare di essere così freddo...” dissi non riuscendo più a sostenere quell'impassibilità impressa nel suo sguardo, era fonte di malessere.

“Nessuno te l'ha chiesto!” disse alterato.

“Itou...io...” dissi ormai arrivata al limite, non riuscivo più a nascondere i miei sentimenti, lo avevo fatto per troppo tempo.

Il cuore sembrava uscirmi fuori dal petto, mentre il suo sguardo glaciale mi impediva di parlare.

“Non dire niente!” disse impassibile.

“Ma io...” dissi insistendo.

“Non mi interessa!” obbiettò freddamente.

“Io...io sono innamorata di te!” urlai lasciandomi trasportare da tutti quei sentimenti che non riuscivo più a gestire.

“Sei stupida...” disse acidamente trapassandomi il cuore con quella semplice affermazione.

“Itou, anche tu sei innamorato di me...” affermai rammentandomi di quel macchinario e delle parole di Sayoko, ma iniziai ad esserne sempre più meno convinta.

“Non ho idea di cosa tu stia parlando...” disse voltandosi, come se volesse evitare di incrociare il mio sguardo.

“Itou...tu hai paura...che io possa farti soffrire...che...io mi comporti come le altre...che mi approfitti di te e dei tuoi soldi...” dissi parlando ormai con le sue spalle, si era voltato dandomi le spalle.

“Ma che diavolo stai dicendo!” disse con un sarcasmo pungente, come se mi fossi appena fumata il cervello.

“Aveva ragione Yori, io non so amare...sono totalmente incapace di provare sentimenti per qualcuno...” confessò cinicamente.

“Questo non è vero...questo è quello che tu vuoi far credere agli altri!”dissi lasciandomi dominare dai miei sentimenti.

“Echiko... e poi credi che io potrei mai innamorarmi di te...è ridicolo, tu sei il mio robot!” disse con un tono di voce così distaccato che mi paralizzò e mi impedii di aprire bocca, non riuscii a dire più niente, le parole mi morirono in gola, poi improvvisamente persi la calma, non potevo credere che tutto quello che ci fosse stato tra di noi, per lui si riducesse ad una semplice scopata e che...che...quel macchinario si fosse sbagliato.

“Itou se non ricambi i miei sentimenti preferirei che tu avessi il coraggio di dirmelo guardandomi negli occhi...” dissi agitandomi.

Lui sembrava non aver alcun intenzione di voltarsi, così mi alzai dal letto mettendolo con le spalle al muro.

“E' ridicolo...” disse continuando a distogliere lo sguardo dal mio, la sua espressione era esitante e anche la sua figura era colma di irrequietezza e di titubanza.

Mi avvicinai a lui, forse il desiderio che ricambiasse i miei sentimenti mi stava ormai annebbiando la testa talmente tanto da impedirmi di guardare in faccia la realtà e persino le mie azioni erano ormai guidate dalla follia del sentimento.

Strinsi la sua grande mano tremante per poi avvicinarla alla mia bocca, lui rimase fermo e senza parole, parve aver perso persino la capacità di utilizzare le sue frasette ironiche e ciniche.

“Io...io...non sono...” biascicò non riuscendo a dar un senso compiuto a quella frase,mentre io posai la sua mano sulle mie labbra.

I suoi occhi verdi guardarono il mio viso con preoccupazione, sembrava ansioso e spaventato.

Gli sfiorai il viso con dolcezza, poi accarezzai il contorno delle sue labbra, mentre lui continuava a rimanere rigido come una statua di pietra.

“Itou...sei dolce...” dissi accorgendomi del fatto che le sue mani continuassero' a tremare e anche il suo corpo continuava ad essere rigido e inquieto, sembrava un bambino spaventato.

“Io non ...sono dolce” disse imbronciato e sulla difensiva.

“Non è una cosa brutta...essere innamorati di qualcuno...” dissi notando che continuava ad essere nervoso, rigido e terribilmente serio.

“Ma non lo sono...” disse continuando a negare in un modo per nulla convincente.

“D'accordo allora amerò io per tutti e due...” dissi sorridendo, ormai avevo chiaramente compreso i suoi sentimenti gli si leggeva chiaramente in faccia.

“Non essere stupida...non so amare...finirei per pensare a me stesso...ad essere freddo...e ti farei soffrire...e poi...tu sei il mio robot...e poi...non possiamo, non...” disse farneticando agitato.

“ Mi stai dicendo che per tutto questo tempo...hai pensato queste cose...” dissi intenerita dalle sue paure.

“Io...invecchierò....tu mi vedrai invecchiare e poi...sarei poco attraente e non ti piacerei più...e poi si insomma una come te, che cosa ci trova in uno come me...io sono bravo solo a scopare...non sono bravo con le romanticherie...con quelle cose a cui sei abituata tu...non fanno per me...” ammise.

“Questo non è vero...Itou, hai già detto delle cose dolci senza accorgertene...” dissi sorridendo.

“No, sul serio...io invecchierò, diventerà spiacevole per te stare con uno schifoso e viscido vecchio...” insistette.

“Ma sono io quella in difetto, sono io quella che non invecchia e non può avere figli...”controbattei.

“Rimarrai sempre, sempre così bella ...ed io diventerò uno schifoso vecchio bavoso...” disse guardandomi con amore.

“Non posso crederci che per tutto questo tempo tu abbia pensato queste cose...hai retto bene questa commedia del ragazzo strafottente e freddo...” dissi disorientata.

 

“quella volta...quando stavi poggiando il tuo viso contro il mio petto...io non volevo che tu sentissi questo...” disse stringendomi tra le sue braccia e accostò con dolcezza il mio volto sul suo petto.

Sentii il suo cuore battere fortissimo, sembrava impazzito.

“Itou...ti amo anch'io!” dissi ancora con l'orecchio teso sul suo petto.

“Io di più!” affermò sorridendo con un tono di voce roco e sensuale, ma era anche dolce.

“Questo non è vero...” protestai scioccamente.

“Guarda che tu stavi con Yuki...e non mi consideravi neanche...” disse scocciato.

“Aspetta vuoi dire che eri già innamorato di me, quando ero un essere umano?” domandai sorpresa.

“E' stata un amore a prima vista...se quel maledetto giorno non avessi deciso di farmi la strada a piedi...accidenti a me...” ironizzò.

“Questo spiega molte cose, tipo il fatto che mi hai fatto diventare un robot...eri disposto a qualunque cosa pur di riportarmi in vita...” dissi iniziando a dar un senso a tutti quei comportamenti che non ero mai riuscita a spiegarmi di Itou,eppure la risposta era sempre stata così semplice, anche quella assurda mania di possessione che avesse nei miei confronti derivava appunto da questo.

“Quindi...eri geloso di Yuki e di Yoto...” dissi ridendo.

“Non è divertente...ti stavi per baciare con lui dopo che abbiamo fatto l'amore....” disse impermalito.

“Mi dispiace di aver detto che era stato abominevole...lo dicevo più per convincere me stessa” dichiarai.

“E a tua discolpa cosa mi dici riguardo Yuki?”

“Ma sei veramente geloso di lui...” esclamai ridendo.

“Bè sei stata fidanzata con lui per 4 anni...ho le mie ragioni per esserne geloso...”

“Mi aveva chiesto di tornare insieme, ma io l'ho rifiutato...”

“Sul serio?” disse sorpreso.

“Idiota te l'ho già detto che ti amo!” lo schernii con dolcezza.

“Non importa, d'ora in poi sei mia e nessuno deve provare a metterti le mani addosso!” esclamò in tono sensuale e possessivo, mi resi conto che c'era una certa tenerezza e passionalità nelle sue parole.

“Ah, ci risiamo...” mi lagnai, anche se c'era dolcezza nelle sue parole, mi irritava il fatto che dovesse paragonarmi alla stregua di un oggetto di sua proprietà.

“Ma anch'io sono tuo!” disse con calore.

“Ah, certo, vedi di non fare il porco come al tuo solito...” esclamai lanciandogli una comica occhiataccia.

“Ti risulta che io di questi tempi sia andato a letto con qualcuna... abbiamo fatto un patto...e per me era un modo...per dirti indirettamente di metterci insieme, ma non avevo il coraggio di dirlo nel modo più normale possibile, mi sentivo ridicolo...” dichiarò.

“Come complicarsi la vita con Itou Kayashi, se non ti avessi messo con le spalle al muro, staremo ancora qui a fare notte...” ironizzai.

“Dai anche in cime tempestose c'è tutta una storia d'amore faticata!” esclamò ridendo.

“Non paragonare la nostra storia a cime tempestose... dato che tutta questa storia faticata nasce dal tuo orgoglio e dalle tue paure...”

“Dai anche tu ci hai messo del tuo...” obbiettò.

“Io ci ho messo del mio?” domandai inarcando un sopracciglio.

Lui scoppiò a ridere guardando la mia espressione contratta, poi disse giustificandosi “E va bene...ammetto di non essere stato abbastanza chiaro...ma è la prima volta che mi innamoro di qualcuno...cerca di capirmi...ero spiazzato da questi sentimenti nuovi”

“Che tenero!” dissi schernendolo con dolcezza sapendo che ciò lo avrebbe infastidito.

“Si, ma adesso non incominciare darmi del tenero e del dolce...eh insomma io sono un ragazzo con una certa dignità e virilità...” disse goffamente, era palese che tutto ciò lo mettesse in imbarazzo.

“D'accordo, d'accordo...niente eccessive romanticherie tra di noi...” dissi capendo che non fosse abituato a quel genere di cose e che non lo gradisse un granchè.

“Non dimenticarti di oggi,perchè non credo che lo dirò per una seconda volta...” disse tornado ad essere cinico.

“Che cosa non ripeterai, io non ho sentito nulla uscir fuori dalla tua bocca!” dissi facendo la finta tonta.

“Lo sai che intendo...bè hai sentito il mio cuore ... mi sembra una buona dimostrazione...” disse non avendo alcuna intenzione di dirmelo.

“Preferirei che tu me lo dicessi...” dissi con un sorriso ebete.

“E dai...vuoi farmi sentire ancora più stupido” disse seccato.

“Che ci sarebbe di stupido nell'ammettere i propri sentimenti!” esclamai contrariata.

“Oh, insomma...te l'ho detto che non sono quel genere di persona...non mi piace mostrare con facilità le mie debolezze...” disse sbuffando.

“Secondo me ciò dimostra che anche tu abbia un cuore, i primi tempi che ti ho conosciuto...non ero sicuro che ne possedessi uno...”

“Comunque...stai zitta e tieni le orecchie ben aperte...perchè non lo dirò mai più...” disse accostando la mia bocca al suo orecchio.

Mi zittii di colpa e ascoltai la sua voce roca e sensuale pronunciare quel melodioso “ti amo.”

Dopo di ciò, ci lasciammo forse un po' troppo trasportare dalle emozioni provate in quel momento e il fatto che io fossi già semi svestita agevolava maggiormente le cose.

Più che altro era stata io a baciarlo in modo provocante e a spingermi oltre, mentre lui era rimasto immobile con un espressione ebete e sorpresa dalle mie iniziative.

“Potrei pensare che ti piaccia soltanto far sesso con me...” ironizzò, mentre gli sbottonavo la camicia della divisa.

“Sei il mio gigolò!” lo stuzzicai scherzosamente.

Dopo un po' mi prese in braccio cogliendomi alla sprovvista.

“Dove mi stai portando?” domandai stranita.

“Nel mio letto si sta più comodi...è più grande...” disse sorridendo, poi dopo un po' si ricordò della mia ferita “ Ma sicura che puoi far sesso sfrenato con il sottoscritto con quella ferita?”

“Itou non ti facevo così premuroso...rinunceresti ad una scopata...per cose del genere?” domandai con sarcasmo.

“Non dico cose nauseanti e sdolcinate,ma questo non significa che io non sia un gentiluomo! E da perfetto gentiluomo posso rinunciare ad una notte con te...se è necessario per la tua incolumità!”

“addirittura, per la mia incolumità!” dissi con una fragorosa risata.

“Non vorrei che ti sforzassi eccessivamente!” disse serio.

“Esagerato, sei troppo convinto delle tue prestazioni sessuali!” dissi prendendolo in giro.

“Ho sempre esaurito tutte le energie delle ragazze!” disse ridacchiando.

“Anche io, nessun ragazzo si è mai lamentato delle mie prestazioni!” affermai scherzosamente.

Lui di colpo si irrigidii “Quali ragazzi?”

“Scherzavo...insomma lo sai che sei il primo...”

“Il primo e l'ultimo!” disse serio.

“Bè nel mio caso, mi sa che dovrò accontentarmi di essere l'ultima, però non è giusto sei avvantaggiato rispetto a me...sei sia il primo che l'ultimo...” dissi imbronciata.

“Per me è come se fossi la prima...la prima che mi fa perdere la testa...” dichiarò svogliatamente, non gli piaceva proprio parlare dei suoi sentimenti.

Però mi divertiva quel suo modo di fare, sopratutto quando assumeva quell'atteggiamento svogliato, un po' mi inteneriva il fatto che si sforzasse di essere dolce e romantico per me, per farmi piacere, poi rideva "dicendo dopo tutte queste idiozie che mi hai fatto dire, mi merito come minimo di far il bis di sesso con te quando starai meglio".

Dopo aver detto questo cose, mi posò con delicatezza nel suo letto, ma si rifiutò di far sesso con me dicendo che era meglio che mi riposavo dato che la ferita era ancora fresca.

Sbuffai, mi sembrava di colpo esser diventato troppo paternale.

“E la prossima volta evita di farti conficcare un coltello nello stomaco, per proteggermi...” disse serio, quasi in tono di rimprovero.

“Sono il tuo robot, devo proteggerti no?”

“No, questa regola dimenticatela, lascia che sia io a proteggerti d'ora in poi....”

“Itou, tu non puoi proteggermi sei un essere umano!” esclamai contrariata.

La discussione andò per le lunghe, Itou non parve volermi dare retta, se da una parte era un bene che mi avesse confessato i suoi sentimenti dall'altra mi sembrava che la situazione gli stesse sfuggendo un po' di mano, si stava mettendo in testa delle idee malsane, come quell'assurda dea di proteggermi, stava generando confusione tra i nostri ruoli,insomma ero il robot, ero io che dovevo proteggerlo, era sempre stato così e dovevo continuare ad essere così, perché anche se tra di noi c'era  un legame sentimentale ciò non cambiava che tra i due io fossi il robot e che fossi più forte di lui.

   
 
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