Serie TV > White Collar
Ricorda la storia  |      
Autore: Akane    08/10/2011    2 recensioni
"E Mozzie che poi si metteva a dire ‘Tu e Peter… goditelo ora finchè puoi…’."
Neal provoca Peter di continuo in ogni modo possibile per spingerlo a tirare fuori quei suoi insospettabili lati nascosti e Peter, puntualmente, lo stupisce. Finché Neal si rende conto di aver esagerato e di essere arrivato ad un punto davvero pericoloso per sé stesso.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Evoluzione'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
AUTORE: Akane
TITOLO: Provocazioni
SERIE: White Collar
TIPO: one shot, slash, spoiler
GENERE: introspettivo
RATING: verde
PAIRING: Neal e Peter
DISCLAMAIRS: i personaggi non sono miei ma degli aventi diritti, io scrivo per puro divertimento e basta
NOTE: la mia breve fic si riferisce a due puntate in particolare della terza serie che credo (mi pare) sia inedita in Italia. Parlo in particolare comunque della quarta puntata dove Peter si trova sotto copertura con Neal e Jones in un’asta per donne, devono in pratica venir scelti da una ‘Vedova Nera‘. Tutti convinti che sia Neal il ‘vincitore’, invece a sorpresa è Peter. Lei, Selena, è una donna bellissima e seducente e Peter pena non poco a starle dietro per farla uscire allo scoperto. Topica la scena del tango dove Peter sorprende tutti con un ballo incredibilmente hot! Nel frattempo Neal l’assiste a modo suo, provocandolo in continuo per spingerlo a fare cose che lui non vorrebbe finendo per fare l’uomo seduttore che si butta. Peter, naturalmente, gli si appiccica incapace di fare quella cosa da solo senza di lui!
C’è una frase poi che si riferisce alla puntata precedente dove Mozzie dice davvero a Neal ‘Tu e Peter… goditela finchè puoi!’. Perché i due geni stanno cercando di organizzare la fuga definitiva, quindi presto o tardi il magico idillio fra i due finirà. Altri riferimenti ad altre puntate: sì, ad una della seconda serie, quando Peter va sotto copertura al posto di Neal per fare un ladro professionista e viene da lui addestrato all’arte. Nell’occasione Peter tira fuori insospettabili doti che colpiscono molto il nostro bel truffatore.
Ok, penso non manchi nulla.
Ad ogni caso non succede nulla di preciso, sono per lo più introspezioni un po’ di Peter ma soprattutto di Neal. Giusto per portarli in condizioni di… bè, lo scoprirete con le mie prossime fic (non le ho scritte ma le ho in mente…).
Grazie a chi leggerà e commenterà.
Baci Akane

PROVOCAZIONI

C’era alla fine sempre una cosa che Peter non capiva mai di Neal.
Tendenzialmente le capiva abbastanza tutte, c’era qualcosa che gli sfuggiva effettivamente ma nulla di preoccupante. Insomma, alle cose importanti ci arrivava, però questa che gli pareva allarmante, invece, non la districava proprio per nulla.
Perché quel ragazzo lo provocava sempre e di continuo?
L’avrebbe fatto morire d’infarto un giorno o l’altro.
Oh, con ‘provocare’ non intendeva che Neal era provocante -anche quello, certo-, intendeva che faceva di tutto, anzi, si prodigava oltre ogni abilità mentale esistente, per metterlo in situazioni imbarazzanti e spingere anche lui oltre quei famosi limiti che però nel suo caso non erano di abilità mentale bensì di pura decenza, Peter li definiva così.
Quanto stancante fosse stare dietro a quel ragazzo nessuno ne aveva idea.
Anche perché riuscire a mandarlo sotto copertura nei panni della vittima di una vedova nera che puntava agli uomini e tentava di ucciderli, poteva essere anche visto come un modo per liberarsi del capo rompiscatole che gli impediva ogni volta tutte le fughe, ma se a questo si associava tutti i suoi mille tentativi per spingerlo a fare cose che normalmente non avrebbe mai fatto e che forse non sarebbero nemmeno serviti per la risoluzione del caso, come appunto spingerlo a provarci con questa bellissima donna fino ad esibirsi con ogni arma seduttrice… bè, questo poteva essere visto come sadismo bello e buono.
Oppure come qualcosa di incomprensibile.
Certamente Peter all’inizio aveva pensato fosse semplicemente sadico, voleva divertirsi alle sue spalle nel vederlo in difficoltà in una situazione particolarmente dura per lui.
Poi però quando aveva visto quanto ci dava dentro per far sì che andasse oltre quella famosa decenza, ‘la decenza alla Peter‘, come la definiva Neal, e che in pratica ci provasse fino a tirare fuori quelle sue famosi armi seduttrici,  lì non ci aveva più capito niente, anche perché era stato particolarmente impegnato nel cercare di tirarsene fuori vivo.
Questa donna era decisamente troppo pericolosa per i gusti di chiunque, figurarsi i suoi che adorava le cose semplici.
No, che bugia. Se gli fossero piaciute le cose semplici non avrebbe mai accettato di gestire quella sezione dei Colletti Bianchi ma soprattutto di avere a che fare con Neal.
Di conseguenza, comunque, non riusciva a giostrarsi quando lui finiva per provocarlo e spingerlo oltre a quei suoi limiti di brav’uomo onesto e per bene quale era.
Spesso finiva per farlo gridare infuriato come pochi lo potevano vedere, ma altre volte… bè, altre volte credeva di riuscire a stupirlo.
Ricordava quella volta, ad esempio, in cui aveva dovuto fare lui l’infiltrato e fingersi un esperto tirapiedi per conto di un pericoloso criminale. In quell’occasione, istruito a dovere da Neal stesso e da Mozzie, aveva tirato fuori doti davvero insospettabili finendo per riuscire a fare cose notevoli per un agente federale. Cose da ladro qualificato della migliore specie, effettivamente, e quando Neal aveva visto quanto bravo e dotato fosse, c’era stato lo stupore nel suo sguardo, uno sguardo che per la cronaca non si stupiva mai per niente. Mai impreparato. Mai turbato.
Quella volta Peter si era sentito orgoglioso di sé, come poche volte si sentiva. Anzi, non proprio. Si era sentito contento ed elettrizzato, perché era piaciuto a Neal in modo evidente e disarmante in un ambiente che non era il suo.
L’unica cosa che Peter non aveva saputo di quella volta, era stato che Neal ne era rimasto profondamente colpito, molto più di quello che non avesse pensato. Colpito nel profondo.
Molto nel profondo.
Tanto che poco dopo si era accorto di esserne innamorato.
Non era ancora arrivato alla fase ‘attrazione fatale’, però aveva paura di riuscire a giungere anche lì presto o tardi.
E quel presto o tardi probabilmente era arrivato.
Mentre Peter era alle prese con le sue domande sul perché lui lo provocasse sempre a quel modo, Neal lo era con la registrazione che era riuscito ad avere del suo tango con la bella Selena.
Quella cena che non aveva potuto vedere ma solo sentire aveva riservato decisamente molte sorprese, specie perché effettivamente poi lei ne era rimasta talmente colpita da sussurrargli quella proposta oscena all’orecchio, dunque doveva essere stato pazzesco.
Appurato ciò, aveva tanto fatto finché non era riuscito a trovare dei video di quel famoso tango e nel vederlo in quelle vesti decisamente calde si era mangiato le mani per non essere stato lì presente dal vivo a vederlo.
Certamente alle prese con un’altra donna era diverso, ma lei non l’aveva nemmeno notata. Oh, non che volesse fare cose simili con lui, ma tirargli di nuovo fuori quell’aria dannatamente sensuale e tremendamente erotica e sicura di sé, bè, quello sì che avrebbe voluto farlo.
Fu uno schiaffo incredibile e a nulla poi era servito vedere come si faceva costantemente aiutare da lui per ogni passaggio di quel caso difficile ma estremamente divertente; certamente sapere che Peter non poteva fare a meno di lui era fantastico per il suo ego, così come venir obbligato ad affrontare Elizabeth insieme perché lui da solo aveva paura. Però quello che volta dopo volta voleva, dopo quel continuo provocarlo a spingersi oltre e a dimostrare di cosa era capace in quanto uomo che poteva piacere ed in caso anche sedurre a sua volta, era precisamente essere lui quello sedotto in prima persona e non quello che l’assisteva da lontano per controllare che tutto andasse bene e dargli una mano in extremis.
Il culmine di quel caso finì con la richiesta d’aiuto di Peter, una richiesta esterna al caso ormai risolto.
In sostanza gli aveva chiesto niente meno che casa sua -di nuovo-, di allestirla a festa e di trovare un prete disposto a celebrare per la seconda volta le promesse nunziali sue e di Elizabeth.
Altro schiaffo, ma questa volta doloroso e non sorprendentemente piacevole come erano stati gli altri.
Quando poi si erano ritrovati loro da soli, cioè Peter con sua moglie, Mozzie per celebrare e Neal per fare da testimone, bè lì era stato davvero duro.
Lì il ragazzo ebbe la completa visione precisa del livello a cui era ormai giunto.
Non solo una questione di sentimenti ma anche d’attrazione.
Ed ora quello che aveva sempre saputo, ovvero di non poter certo essere ricambiato in nessun modo perché nel cuore di Peter c’era solo Elizabeth, una donna fra l’altro fantastica.
Assistendo a quel rinnovo matrimoniale intimo e suggestivo nonché estremamente romantico, Neal aveva avuto gli occhi lucidi tutto il tempo dando di sé l’idea di essere commosso ed emozionato per loro, perché avevano qualcosa che lui magari pensava di non poter mai avere.
Invece aveva avuto la dannata voglia di piangere per tutto il tempo solo per tutte quelle verità innegabili e crude che ora veniva definitivamente a sapere nella loro totalità.
Provocarlo per vedere quei lati nascosti di Peter, innamorarsi di ognuno di essi, volerli per sé con tutto sé stesso, provare tutto ciò che di umano potesse essere possibile, compresa quella gratitudine per tutti i suoi continui tentativi per farlo passare dal lato buono della forza, e poi realizzare definitivamente e senza via d’uscita che non era per lui e non lo sarebbe mai stato.
E Mozzie che poi si metteva a dire ‘Tu e Peter… goditelo ora finchè puoi…’.
Ma cosa mai poteva godersi, in realtà?
Come poteva essere così convinto che fra loro ci fosse qualcosa se poi andava a risposarsi Elizabeth giusto per sottolineare quanto l’amasse?
Oh, si sbagliava… non ci sarebbe mai stato, lì con lui, quello che ormai voleva con tutto sé stesso e quella certezza lampante e precisa gliene portava un’altra.
Se fino a quel momento la fuga che Mozzie stava cercando disperatamente di progettare e che a volte sembrava terribilmente vicina e fattibile, l’aveva lasciato turbato ed interiormente indeciso, dopo quella volta no. Dopo quella volta ne fu sicuro.
Per poter voltare pagina e tornare ad occuparsi di sé ed essere felice, felice davvero nell’ottenere ciò che voleva, doveva andarsene. Perché lì voleva Peter e non poteva averlo, quindi chiudendo quella vita avrebbe chiuso con lui e tutto sarebbe cambiato. Era l’unica cosa che gli rimaneva.
Specie perché continuare a vivere praticamente con lui ed innamorarsi giorno dopo giorno ancora di più, a cosa mai poteva portare se non ad un suicidio lento e doloroso?
No, lui si amava troppo per lasciarsi andare a quel modo.
Prima o poi avrebbe ripreso in mano sé stesso e lasciar fare a Mozzie quella sorprendente fuga era la cosa migliore, ne era convinto.
Anche se… poi captava gli sguardi che Peter gli lanciava di continuo, in ogni momento, come per assicurarsi che fosse sempre lì e che non se ne andasse… e lì, in quegli istanti, si chiedeva se guardasse che il criminale non scappasse oppure se l’amico rimanesse con lui.
In ogni caso non guardava, e ne era sicurissimo, l’uomo che desiderava gli restasse accanto.
No, la cosa migliore per tutti, sé stesso per primo, sarebbe stato andarsene definitivamente ed una volta per tutte.
Di sicuro.
Ormai ne era convinto, proprio perché non c’era una sola parte di Peter che non volesse.
Proprio perché non sarebbe mai stato suo.

FINE

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > White Collar / Vai alla pagina dell'autore: Akane