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Autore: Beatriz Aldaya    08/10/2011    6 recensioni
Questa storia si basa sulle note di un violino: una melodia piangente sentita da bambina che accompagna Bellatrix durante il ritorno del Signore Oscuro, arrivato ad Azkaban per liberare i propri seguaci.
Sarà quel violino a fare da sottofondo alla pazzia di Bellatrix, al suo amore malato.
The Mirror of Erised's Violin, il Violino dello Specchio delle Brame.
"Ho sempre pensato che la musica dovrebbe essere solo lo straripare di un grande silenzio."
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Quinta classificata al contest "Scegli la Melodia-accorda la penna" -di SereILU e °vavvina°- e vincitrice del premio "preferita di °vavvina°"
Prima classificata al "Flash contest dei contest" di Polvere_di_stelle.
Vincitrice del Premio Montaggio agli 'Oscar delle fanfiction' di MedusaNoir.
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Enjoy :)
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Pairing: Bellatrix/Voldemort
Prompt: Violino
Citazione: Ho sempre pensato che la musica dovrebbe essere solo lo straripare di un grande silenzio.


THE MIRROR OF ERISED'S VIOLIN

Tlin, tlin, tlin.
Cosa?
Il tintinnio d'un vetro infranto che cade a terra.



Allunghi una mano e tocchi il pavimento sudicio della cella, ricoperto di piccoli diamanti opachi.
Alzi la testa e come un gufo osservi la luna, talmente vivida e brillante da ferirti gli occhi, senza il vetro opaco a coprirla.

Un rumore.
Cosa?
Un basso di fondo, qualcosa di diverso dal continuo borbottare o mugolare dei prigionieri sull'orlo della pazzia, sul punto di lasciare questa vita.



Tendi le orecchie e ascolti il suono vibrante nell'aria che puzza di morte.
T'alzi in piedi barcollando e afferri le sbarre, ma nessuno s'è ancora accorto di niente.
Come fanno a non sentire che Lui questa volta è veramente vicino, che questa volta non è pazzia?

Un boato.
Cosa?
Un rumore assordante, uno scoppio che fa tremare tutto, che fa cadere le finestre e scuote la terra.



Ripari la testa con le braccia, crollando in ginocchio, mentre una pioggia di spessi vetri t'investe.
Senti il sangue scorrere caldo da una ferita sulla testa, incollarsi ai capelli impastati e colarti sulla faccia: ti ritrai nella nicchia buia, allontanandoti da quella cascata mortale.

Come allucinata, vedi una scheggia purpurea a terra, la ghermisci allungando una mano pallida che sembra un artiglio, la porti al cuore, la guardi.
Ti ci specchi dentro, vedendovi pallidi fantasmi riflessi.
Volti la testa guardandoti alle spalle, spaventata: non c'è nessuno.
Un ricordo dimenticato si fa strada per uscire dall'oblio: non è la prima volta che vedi stranezze dentro un pezzo di vetro...

“Hogwarts. T'imbatti in uno specchio, aspettando il preside nel suo studio.
L'immagine riflessa è piena di ombre incappucciate che camminano alle tue spalle, spaventandoti e affascinandoti allo stesso tempo: ti sembra di riconoscere in quello specchio le tue fantasie, i tuoi sogni notturni che ormai sono diventati un'ossessione.
Vuoi entrare a far parte dei Grandi, di quella schiera di uomini e donne che hanno consacrato la propria vita al Signore Oscuro.
Nelle tue visioni loro sono così, lontani e inconsistenti come fantasmi poiché ancora irreali, ma sai che presto, non appena quest'ultimo anno sarà finito, tu servirai il Signore Oscuro e loro non saranno più solo figure misteriose.

Poi, come se da quelle ombre s'alzasse la melodia, odi il suono d'un violino.
Struggente e deciso, infinitamente triste.
La musica è la stessa di quella volta in cui, bambina, scappasti di casa per capriccio e scendesti nella metropolitana di Londra per nasconderti.
Ti bloccasti davanti un ragazzo magro e pallido, che suonava un violino con talmente tanta costanza da aver segato quasi le corde: sullo strumento v'era polvere fine che sembrava farina.
Lui suonava con la luce negli occhi, sebbene avesse le mani irrigidite dal freddo e coperte da vecchi guanti dalle dita tagliate; la gente che passava gli buttava dei buffi soldini in un cappello, ma tu ti fermasti ad ascoltare veramente e lui suonò solo per te, guardandoti negli occhi.
Alla fine, quando concluse con una nota lunga e piangente, ti fece cenno di avvicinarti.
Carezzò la tua testa dai lunghi ricci scuri.
«Ti piacerebbe imparare a suonare il violino?»
Non facesti in tempo nemmeno ad annuire estasiata, perché una signora sconosciuta ti afferrò, allontanandoti dal ragazzo e intimandogli di
'tenere le sue sporche mani a posto, o avrebbe chiamato la polizia'.
Lui riprese lo strumento, chinando la testa.
Questa volta, la melodia risuonò come una marcia funebre, mentre le lacrime scendevano dai suoi occhi.

Per qualche anno, conservasti il desiderio ardente d'imparare a suonare il violino per andare in giro ed incantare la gente, come faceva quel ragazzo nella metropolitana: poi, diventasti abbastanza grande per capire che lui era solo feccia, un barbone Babbano, e dimenticasti il violino.

Eppure, grazie a questo specchio che sembra mostrare i tuoi sogni più nascosti e profondi, il ricordo della sua struggente melodia è riemerso, facendoti rabbrividire come se fossi tornata bambina.”



Getti a terra il pezzo di vetro, alzi gli occhi nuovamente alla luna.
Stanotte quel violino suona ancora per te, salvandoti dal silenzio terribile di tutti questi anni in prigione.
Cosa vedresti, se guardassi adesso in quel magico specchio?
Una risata folle ti sconquassa, ti prende alle viscere, esplode potente facendoti rannicchiare a terra sui vetri, come una bambina deforme.
Ti vedi al fianco del tuo Signore, ritta accanto a Lui mentre gli altri stanno in ginocchio.
Ti parla da pari a pari, mentre il tuo cuore batte solo per Lui di malato amore.

Infine la confusione si placa, non solo fuori dalla cella, ma anche nella tua mente.
Torni ad essere lucida come non eri da tempo e la prigione diventa talmente quieta da sembrare pulsante e viva.
Di colpo, il violino ricomincia a suonare sbiadito nei tuoi ricordi, mentre la musica diventa lo straripare di questo grande silenzio, la sua traduzione in suono.
Malinconia e solitudine, pazzia.

Dei passi si avvicinano.
Cosa?
È Lui, è Lui che viene a salvarti.



Alzi gli occhi tremante, mentre lacrime di gioia cominciano a colare dagli occhi, mischiandosi al sangue caldo e appiccicoso.

Un lento stridio.
Cosa?
Le sbarre che cedono alla Sua potente magia.



«Bellatrix Lestrange.»
«Mio Signore.»
Arranchi verso Lui, gli baci la veste.
Senti la Sua mano posarsi sulla tua testa a guarire la ferita.
Mentre godi del contatto, il violino suona la propria ultima, struggente nota.
Poi, tace per sempre.



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Ciao a tutti!
Questa storia ha partecipato a due concorsi: il "Scegli la melodia-accorda la penna" di SereILU e °vavvina°, classificandosi quinta e vincendo il premio come storia preferita della Vavva <3, e il "Flash Contest dei contest" di Polvere_di_stelle, classificandosi prima a parimerito con quella fic stupenda che è La Ballata del Sopravvissuto di Ferao.
Tra l'altro, ho iscritto la storia anche al "Gli Oscar delle fanfiction" indetto da Medusa Noir, presto vi farò sapere com'è andata :)
EDIT: la storia ha ricevuto l'Oscar per il miglior Monteggio (Stile), e la candidatura ad altri 5: Miglior Attrice Protagonista, Miglior Attore Non Protagonista -il mio violista!-, Miglior Fotografia (introspezione), Miglior Regia (originalità), Miglior Film (gradimento personale).
L'ho finita di elencare contest secondo voi?? Ma certo che no! Amo troppo questa storia :)
Infatti, l'avevo scritta per un altro contest ancora, in origine, ma la giudice è finita nell'Armadio Svanitore, maledizione :@

Qui sotto vi riporto entrambi i giudizi...
Ma prima vi devo rompere le balle -scusate il francesismo- con una storia strappalacrime...
Vi ricordate il violinista barbone? Sappiate che Lui è il protagonista occulto di questa storia.

Cinque anni fa ero in gita a Milano: mi è successo di vedere un ragazzo giovane, un barbone, che suonava un violino nella metro, morto di freddo ma con la luce negli occhi.
Quel ragazzo è lo stesso di questa fanfiction, lo sarei rimasta ad ascoltare fino alla morte per la sua bravura.
Quel violino era il più malridotto che io abbia mai visto, ma la musica che ne scaturiva rimarrà per sempre nella mia testa come la più bella mai sentita.
È colpa di quel ragazzo se odio Milano per la sua tristezza, colpa sua e di mio padre che non gli ha voluto donare nemmeno cinquanta centesimi, quando io l'avrei portato a suonare all'Opera, se fosse dipeso da me.

Bene, potete mettere via i fazzoletti, storia strappalacrime finita :')
Ecco perché amo così tanto questa storia, ma voi siete liberi di dire che fa schifo xD

Parola alle giudice varie!

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Giudizio di °vavvina° e SereILU

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5° Classificata

Grammatica e sintassi: 8.95/10

Niente da dire. La tua grammatica è corretta, cosa che in molte storie manca, e non ci sono errori particolari, tranne qualcosa per quanto riguarda la punteggiatura. Brava!
- in punto di lasciare questa vita[sarebbe più corretto scrivere ‘sul punto di’. -0.15]
- Ripari la testa con le braccia cadendo in ginocchio [Ci va una virgola dopo ‘braccia’. -0.15]
- Lui suonava con la luce negli occhi, sebbene avesse le mani irrigidite dal freddo e coperte da vecchi guanti dalle dita tagliate: la gente che passava gli buttava dei buffi soldini in un cappello [Al posto dei due punti sarebbe andato il punto e virgola. -0.15]
- Per qualche anno, conservasti il desiderio ardente d'imparare a suonare il violino per andare in giro ed incantare la gente come faceva quel ragazzo nella metropolitana.[Ci va una virgola prima di ‘come’. -0.15]
-Poi, diventasti abbastanza grande per capire che lui era solo feccia, un barbone babbano, e dimenticasti il violino.[Il termine ‘Babbano’ vuole la lettera maiuscola. -0.15]
- esplode potente facendoti rannicchiare a terra sui vetri come una bambina deforme [Manca una virgola prima di ‘come’. -0.15]
- mentre lacrime di gioia cominciano a colare dagli occhi mischiandosi al sangue caldo e appiccicoso. [Manca una virgola prima del gerundio. -0.15]
Stile e lessico: 9.35/10
Bravissima, davvero. Il tuo stile mi è piaciuto tantissimo. È elevato, con termini scelti accuratamente e ricercati. Sempre fluido e scorrevole, regala alla storia il ritmo narrativo che merita, con frasi più o meno lunghe a seconda del caso. Carina anche l’idea dei commenti a lato, danno quel ‘non so che’ in più, così come l’inserimento del doppio flashback.
-Ripetizione di sudicio a una riga di distanza. -0.25
-Ripetizione ‘cadere’ e ‘cadendo’ a una riga di distanza. -0.25
- Arranchi verso lui, gli baci la veste. [Dato che hai usato la lettera maiuscola ogni volta che ti riferivi a Voldemort, andava usata anche qui. -0.15]
Caratterizzazione e IC: 8.5/10
IC perfetto, direi.
Per la caratterizzazione, Bellatrix è fantastica. Mi sembrava di trovarmi in cella con lei, di vederla disperata, di guardarla mentre ride di quella sua risata così particolare. Mi ha dato i brividi, veramente.
Il punteggio purtroppo non è pieno, però. Ahimè, la storia doveva essere basata sul pairing, perciò andava caratterizzato bene anche Voldemort, che è invece appena accennato e, perciò, è un po’ carente sotto questo punto di vista.
Originalita: 9.5/10
Storia originalissima, non credo ci sia nulla da aggiungere. Parte da un’idea ovviamente già letta, la pazzia di Bellatrix in prigione è un tema piuttosto comune, ma è sviluppata in modo fantastico. L’inserimento del violino, e il suo ritorno continuo all’interno della storia, è stato il fiore all’occhiello!
Gradimento personale: 4.75/5
°vavvina°: 5/5

Non so se si è capito, ma… la tua storia mi è piaciuta da morire! Non sono una fan accanita delle Bella/Voldemort, anzi, in realtà non mi piacciono più di tanto, ma questa mi ha fatto tremare per davvero. Lo stile è perfetto, adattissimo alla situazione descritta, fluido e scorrevole ma senza cadere nel semplice e nel banale, con un lessico variegato e scelto con molta cura. La caratterizzazione di Bellatrix mi ha messo i brividi, te l’ho già detto. Ho adorato il modo in cui hai inserito il violino, in una sorta di flashback nel flashback, regalando a tutta la storia una melodia di sottofondo dolce e, allo stesso tempo, struggente e malinconica. Complimentissimi!
SereILU: 4.5/5
Molto, molto bella. Complimenti davvero per lo stile, incredibilmente azzeccato. Anche io gioco molto su un lessico ricercato quando c’è bisogno di alzare il livello di una storia. Te l’hai fatto benissimo. Mi è piaciuta la tua Bellatrix e il violino, perfetto.
Utilizzo pairing/strumento: 4/5
Lo strumento è inserito alla perfezione, ha un ruolo importante all’interno della storia e non è messo lì per caso. Il punto in meno è dato dal pairing che, invece, è soltanto accennato mentre doveva essere un pochino più presente.
Utilizzo citazione: 2/2
Nonostante la citazione sia stata un po’ modificata, è perfetta. Inserita in modo fluido nel testo, senza alcuna forzatura, semplicemente come logica conclusione del discorso.
TOTALE: 47.05/52

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Giudizio di Polvere_di_stelle



1° classificata

Grammatica e Punteggiatura: 9,85/10
Stile e Forma: 10/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Gradimento personale: 9,85 /10
Totale: 49,7/50

La grammatica e la punteggiatura sono quasi perfette. Hai scritto “ed” prima di una parola che non comincia con la vocale “e” (in questo punto: “…ed incantare la gente…”), perciò ti ho tolto 0,1 punti. Poi, hai scritto “alla viscere” al posto di “alle” (-0,05 punti).
Lo stile mi ha incuriosita parecchio, così come la forma. Sei riuscita a rendere il tutto molto incalzante e “musicale”. Non c’è nulla che appesantisce la lettura, nulla spezza –in qualche modo- la “magia” del tuo scritto. Sono arrivata alla fine e ne volevo ancora, per intenderci. Veramente bellissimo, l’ho apprezzato molto.
La storia è molto originale, guardata nell’insieme. Mi è piaciuto moltissimo lo sviluppo della vicenda accompagnata dal violino. E’ uno degli strumenti più belli al mondo, secondo il mio parere.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, nulla da eccepire, neanche in questo caso. Bellatrix è lei, senza ombra di dubbio, nella pazzia della sua cella, che attende trepidante il Signore Oscuro e la libertà. L’immagine finale è stupenda, quando arranca e gli bacia la veste, succube.
La storia mi è piaciuta veramente moltissimo. Una piccola perla, insomma. Sei riuscita a stregarmi letteralmente, dal principio alla fine. Bellatrix è un personaggio complesso da descrivere e sviluppare, ma tu hai avuto la capacità di centrarlo in pieno. Tuttavia, ho abbassato un pochino il gradimento personale, perché hai consegnato in ritardo e non mi sembrava corretto nei confronti delle altre, darti il punteggio pieno.
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Giudizio di MedusaNoir



Sei riuscita a descrivere l’incontro (reale) con quel violinista tanto da farlo apparire in carne ed ossa davanti al lettore. Come hai fatto? Amo questo stile, è evocativo, è ricercato, ma allo stesso tempo semplice, ed è questo che più mi piace. Senza contare il cambiamento di stile (sempre magnifico) tra i ricordi di Bellatrix e ciò che sta accadendo in quel momento: sembra quasi che la storia abbia un movimento sinuoso, non so spiegarmi bene. Sei stata favolosa.
   
 
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