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Autore: Alchbel    08/10/2011    13 recensioni
La storia si propone di ripercorrere con voi le tappe del rapporto tra Blaine e Kurt, soffermandosi sui pensieri che i due hanno avuto durante le canzoni che li hanno visti protagonisti... Verranno inoltre inseriti dei “missing moments” attraverso i quali si indagherà ancora sulle dinamiche del loro rapporto. Enjoy!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~ KlaineSongs ~

 

 

 

16°_ Don’t you want me ~ Blaine

~ Di assurdi ed inappropriati paragoni e silenzio assordante ~

 

 





You were workin' as a waitress in a cocktail bar
When I met you
I picked you out, I shook you up and turned you around
Turned you into someone new
Don't, don't you want me?
You know I can't believe it
When I hear that you won't see me

 

Questa festa è uno sballo! Sul serio, uno sballo! Kurt si sbagliava dicendo che tutto quello che ha a che fare con Rachel sia noioso! Cavoli… i microfoni… sono rosa! Sono rosa e luccicano. Uno sballo!

 

Adoro questa canzone, l’adoro! È troppo forte che piaccia anche a Rachel! Rachel… quando Kurt mi ha parlato di lei… wow, non la immaginavo così!

La indico mentre facciamo il duetto insieme, sul piccolo palco di casa sua… un palco, un palco a casa sua!

 

Kurt è stato fantastico a portarmi qui. È uno sballo! Kurt… forse avrei potuto duettare con lui, invece che con  Rachel… però è casa di Rachel… devo duettare con lei. Kurt non si arrabbierà, lui non si arrabbia mai con me.

 

 

Don't, don't you want me?
You know I don't believe it
When you say that you don't need me
It's much too late to find
You think you've changed your mind
You'd better change it back or we will both be sorry

 

Mi avvicino a lei impugnando il microfono e puntando i miei occhi nei suoi… sono così… profondi! È strano, credevo fossero azzurri. E i suoi capelli.. sinuosi… le sue labbra… non sono come credevo, non sono come volevo che fossero, come quelle di Kurt.

 

Kurt… Kurt! Ha messo la mia camicia! La camicia che gli ho preso a Natale. Cavoli! Gli sta davvero bene: è così… bello. Avevo ragione: il rosso… cavoli… il rosso gli sta troppo bene… Kurt… sa vestirsi, è normale. Rachel, no. Che diavolo ha addosso?

 

Oddio! Le nostre voci! Cavoli… che bello. Non credevo che le nostre voci insieme fossero tanto belle… Ora capisco perché ha scelto me: lei lo sapeva!

 

Il ritornello, il ritornello! Tra un po’ c’è il ritornello! Muovo la testa a destra e sinistra mentre sento ormai la frenesia che mi prende sempre più.

 

 

Don't you want me, baby?
Don't you want me, ohh?
Don't you want me, baby?
Don't you want me, ohh?
I was working as a waitress in a cocktail bar
That much is true
But even then I knew I'd find a much better place
Either with or without you

 

Ci scateniamo! Non capisco più nulla, non so più nulla e l’unica cosa che vedo, anche se sfocata – cavoli vorrei ben dire, sto saltando! – è la macchia verde e marrone di Rachel che salta con me, prima di attaccare a cantare la sua strofa. Io le cammino intorno e per un attimo ho la possibilità di vedere Kurt che è seduto accanto al pianoforte. Il pianoforte! Come nel nostro duetto-prova prima di Natale! Che bello che è stato… ma ora non mi sembra così felice, non ride. Kurt! Devi ridere! È una festa! Sei così bello quando ridi! Ridi!

 

Dio, ma quanto fa caldo stanotte? Non sarà mica la canzone? Starò saltando troppo? Ma devo saltare! Come faccio a fermarmi? È tutto troppo forte, stanotte! Notte… sarà notte ormai? Ritorno alla mia posizione e ballo sfiorando il corpo di Rachel con nuova energia.

Cavoli! Rachel sembra un fiume in piena! Nessuno può fermarla! Wow!

 

 

Don't, don't you want me?
You know I can't believe it
When I hear that you won't see me
It's much too late to find
When you think you've changed your mind
You'd better change it back or we will both be sorry
Don't you want me, baby?
Don't you want me, ohh?
Don't you want me, baby?
Don't you want me, ohh?
Don't you want me, baby?

 

Accidenti, non credevo che questa canzone sarebbe potuta essere così forte! Non credo di essermi mai divertito tanto! Le nostre voci che si rincorrono sono meravigliose… Rachel è meravigliosa… credo. Devo chiedere a Kurt se vogliamo cantare insieme questa canzone… Oh! Ho già detto che insieme le nostre voci stanno troppo bene? No, non quella di Kurt, quella di Rachel… anche se, quella di Kurt… amo la voce di Kurt…

 

Schiena contro schiena… pronti all’ultimo ritornello… No, la canzone sta finendo? Non possiamo rimetterla da capo?

 

Qui la gente si bacia… e se anch’io baciassi qualcuno? Rachel? Di nuovo? Il suo bacio è stato… wow! Ma… non lo so… e se baciassi Kurt? Insomma non posso sapere se il bacio di Rachel è stato così bello se non ne ho un altro con cui confrontarlo!

 

Si salta! Si salta di nuovo! Amo saltare! Le parole scorrono… Don't you want me, baby? Rachel… la guardo negli occhi cercando di concentrarmi ed il suo sorriso mi illumina: è meraviglioso! Davvero stupendo…

 

Fine. La canzone è finita e Rachel non mi stacca gli occhi di dosso… non che la cosa mi dia fastidio, eh! Cioè… dovrebbe? Sì…? Non lo so… non mi dispiace… E poi, cavoli, Rachel è troppo forte e… meravigliosa! Devo saperne di più.

 

 

~∞~

 

 

Parcheggio la macchina proprio di fronte al cinema Revival e guardo l’orologio. Sette precise, sono in perfetto orario. Non so se restare ancora un po’ seduto o scendere, magari appoggiandomi alla vettura, così da farmi vedere. Opto per la seconda e sto attendo a non sporcarmi mentre aspetto.

 

Speravo di non doverlo fare, di non dover aspettare. Mi sono illuso che almeno per queste poche ore non avrei avuto il tempo per pensare, travolto da Rachel Berry, ma mi sbagliavo.

Il viso sconvolto di Kurt torna in un attimo al centro dei miei pensieri, come uno schiaffo in pieno viso. I suoi occhi lucidi, il volto leggermente più pallido del solito, la voce tremante.

 

Abbiamo litigato. Di nuovo. E se la prima volta è stata colpa mia ed in realtà non avevo motivo per prendermela con lui, stavolta è stato uno scontro in piena regola.

Con tanto di ferite.

 

Sospiro. Non aveva il diritto di parlarmi così! Lui non sa cosa provo, non sa cosa mi è successo! Io… non gliene ho mai parlato. Mi mordo la lingua. Avrei dovuto? So tutto di lui, mi ha raccontato ogni cosa: questo implica che avrei dovuto fare lo stesso anch’io? In ogni caso, non sono io ad aver sbagliato! Sono insicuro, indeciso e lui mi ha elevato su un piedistallo dal quale credo di essere appena caduto.

Sbaglio forse a voler capire, a cercare delle risposte certe? Che c’è di male?

 

Se l’è presa come se stessi facendo del male a lui. È stato troppo – non ho potuto resistere, mi sono allontanato: non ci parliamo da ieri, se escludiamo qualche atono “buongiorno”.

 

«Eccoti qui, Blaine!»

 

Trasalisco non appena sento quella voce ed il bacio che Rachel mi porge sulla guancia con uno slancio affettuoso, mi riscuote completamente dai miei pensieri, riportandomi con i piedi per terra e la testa a quella serata.

 

«Ciao, Rachel!» la saluto con un sorriso e ricambio il gesto.

 

Niente Kurt, stasera! Ho solo bisogno di rilassarmi e di scoprire quanto piacevole potrà essere la serata.

 

«Alla fine, l’hai fatto davvero anche tu!» si esalta la mora e per un istante i suoi occhi brillano come se non potesse credere a quello che vede. I suoi occhi… illuminati in quel modo… In un attimo ogni mio pensiero ritorna a Kurt.

 

Dannazione, Blaine! Smettila! Possibile che non riesca a non pensare a lui neanche per un minuto?

 

«Hai detto che volevi rivedere “Love Story” e che, per l’occasione ti saresti vestita come Ali McGraw. Sarebbe stato poco carino, non accompagnarti con la mia interpretazione di Ryan O’Near e poi, amo l’idea che hai avuto!» confermo con entusiasmo, dando un veloce sguardo ai nostri vestiti.

 

Semplicemente perfetti. Sussulto. Questa frase mi fa uno strano effetto, ma evito di soffermarmici troppo sopra, prendendole la mano con un certo trasporto e dirigermi verso il cinema.

È stata un’ottima idea: unirò l’utile al dilettevole. Niente pensieri negativi, un ottimo e coinvolgente film e Rachel Berry. Nulla può andare storto.

 

 

*

 

 

Niente pensieri negativi, un ottimo e coinvolgente film e Rachel Berry. Nulla può andare storto.

 

No, seriamente, quanto posso essere stupido? Eppure credevo di essere arrivato al massimo, al limite, di aver toccato il fondo.

Credevo, appunto.

 

Nel buio del cinema, con Rachel a fianco che continua a recitare le battute del film e le mie labbra impegnate nella stessa mnemonica operazione, la mia testa non vuole saperne di smetterla di pensare a Kurt, alla nostra litigata, alle guance arrossate sulla pelle chiara, alle sue parole, affilate, sputate con il tono più sorpreso e deluso che io gli abbia mai sentito.

 

«Bisessuale è un termine che i gay usano a liceo quando tengono per mano una ragazza e vogliono sentirsi normali, per una volta!»

 

Quasi mi manca il fiato. È questo che pensa Kurt? E se a me piacesse davvero Rachel, è questo che penserebbe di me? L’incomprensione ed il dubbio mi fanno stare ancora più male. Non me l’aspettavo, non da lui e questo è quello che veramente mi fa male. Essere stato accusato da lui, da una persona che sa cosa voglia dire non sapere chi si è.

 

Fa così male che al momento ho quasi voglia di piangere. E mi prenderei a schiaffi perché mi sto rovinando la serata, quando mi ero detto che non avrei pensato a Kurt o al nostro litigio.

Eppure… è davvero troppo importante per me.

 

Mi riconcentro sulle immagini che mi scorrono davanti. Dopotutto, non credo sia stata una buona idea rivedere un film che conosco a memoria: certo, so già come finirà ed il magone sarà più lieve, ma così la mia testa può permettersi distrazioni del tutto fuori luogo!

 

«Amore significa non dover mai dire mi dispiace» sussurrano le mie labbra in contemporanea alla pellicola e a Rachel.

 

Lei si volta verso di me e mi guarda, dritto negli occhi, mentre i suoi risplendono illuminati dalla luce del grosso schermo e lucidi per quella che rimarrà la più bella frase del film. Per un attimo io resto così, fermo, a guardarli brillare come mai avrei creduto avrebbero fatto ed ho paura. All’improvviso quello sguardo sembra così intenso e forte da poter scavare nella mia anima e sentire quello che provo. E non voglio, per nessuna ragione al mondo voglio che lei sappia quello che sto provando, i miei dubbi, il mio dolore…

Kurt  non deve saperlo.

 

I nostri sguardi si staccano e voltandomi di nuovo verso il film chiudo gli occhi. Kurt. Ho davvero pensato “Kurt” nonostante gli occhi fossero quelli di Rachel. Cosa c’è che non va in me?

Ora non riesco a togliermi davanti quegli occhi chiarissimi e brillanti quando ride o quando è emozionato, lucidi se ha pianto o se la rabbia ha il sopravvento.

 

«Perché ti arrabbi così tanto?»

«Perché per me sei un modello. Ammiro il tuo orgoglio nell’essere ciò che sei; so cosa significa nascondersi e invece eccoti a fare un passo indietro»

 

Un passo indietro. Sto facendo un passo indietro? E se davvero non fossi gay? Sa fosse stata solo una fase e mi trovassi bene con Rachel? Kurt non ha il diritto di giudicarmi e di certo non può sapere meglio di me chi sono o cosa provo. Quindi farò quello che voglio, non penserò a lui e mi godrò la serata.

 

Spostando gli occhi verso la bruna, vedo lacrime silenziose scendere sulle guance bianche della luce che emana la neve proiettata sullo schermo. Oh. Non mi ero accorto di nulla, che stupido.

 

Ormai i titoli di coda stanno per concludersi, quando prendo un fazzoletto dalla tasca e le sorrido: questo film fa sempre lo stesso effetto anche a me, ma stavolta sono stato troppo impegnato anche solo per sentirlo o rendermi conto che Rachel, accanto a me, invece, stesse piangendo.

 

Ci alziamo ed io le prendo la mano con dolcezza, cercando di non soffermarmi a lungo su quanto la sua pelle sia diversa da quella di Kurt.

 

«Che ne dici se, prima di andare, ti offrissi qualcosa?» le propongo, non potendo sopportare che la serata finisca con lacrime di cui neanche mi sono reso conto.

 

Lei annuisce e si stringe lievemente a me, al che io le passo una mano sulle spalle con nonchalance. Già, almeno spero che appaia come nonchalance. In realtà non sono assolutamente sicuro di quello che sto facendo. Poco lontano dalla sala, ci fermiamo ad un bar: nonostante ormai siamo prossimi alla primavere, ora un caffè caldo – e magari un dolce – non ci stanno male e credo siano il modo migliore per concludere la serata.

Dopo aver ordinato, ci sediamo ad un tavolino.

 

«Peccato che la serata stia finendo» fa lei con un sorriso; ormai non c’è più traccia di lacrime sul suo volto e di questo ne sono davvero felice.

«Non è detto che sia l’ultima» ribatto io cercando di mettermi quanto più a mio agio.

 

Nonostante tutto, un silenzio imbarazzante sembra improvvisamente cadere tra di noi.

«Kurt mi ha parlato molto di te» improvvisa lei ed sono io stavolta a ridere.

«Ah, sì? E che ti avrebbe detto?»

 

In che modo avrà parlato di me? E sarà successo prima o dopo la nostra litigata? E l’avrà descritta proprio a Rachel? Quanto sa lei di noi? Noi…? Esiste un noi adesso?

 

Mentre mi faccio prendere dalle più disparate ed assurde domande, Rachel mi sorride di nuovo, con uno strano ed accattivante luccichio negli occhi.

«Mi ha detto che sei un bravo ragazzo, un ottimo cantante; ma di certo non mi serviva lui per capirlo! L’ho intuito dal primo momento che ti ho visto – al tavolino, il giorno delle Provinciali – che eri un professionista! Io ho occhio per queste cose, sappilo!»

Io soffoco uno scoppio di risa: quanti problemi e paranoie mi sono creato in pochi secondi? Kurt mi sta seriamente mandando fuori di testa!

 

Intanto una cameriera ci porta le nostre ordinazioni ed io do uno sguardo al conto prima di mettere mano al portafoglio. Di sottecchi vedo Rachel fare lo stesso, ma la blocco con un cenno sicuro della mano.

«Non provarci neanche» le dico, porgendo una banconota alla ragazza «Non crederai che lasci pagare te!»

 

Lei mi osserva per un attimo, senza sapere che fare, mentre io con un cenno indico alla cameriera di tenere il resto. Quando mi volto di nuovo verso di lei, mi sta sorridendo, mentre sistema di nuovo la borsetta.

«Grazie»

«Non dirlo neanche!»

 

In breve consumiamo tutto, parlando del più e del meno senza più problemi. Rachel è una bella persona, forse solo un po’… egocentrica, ma dolce e simpatica.

Quando terminiamo tutto, ci avviamo verso le rispettive macchine e ci salutiamo con un affettuoso buonanotte e baci sulle guance. Per un attimo mi pare di scorgere disappunto nei suoi occhi, ma è tanto rapida quell’impressione che forse l’ho solo immaginata.

 

Aspetto che lei vada, per poi salire in macchina anch’io. Non appena mi siedo mi rendo conto di ciò che avrebbe potuto significare quello sguardo. Oh. Di nuovo poco attento, Anderson! Avrei… lei credeva che io avrei… e davvero io avrei dovuto baciarla? Mi soffermo qualche istante a rifletterci. Come sarebbe stato? Gradevole, come l’ultima volta?

 

«È stato bello perché eravate ubriachi!»

 

Perfetto! Ora la voce di Kurt risponde anche alle mie domande?

Scuoto la testa e metto in moto, diretto alla Dalton.

 

 

*

 

 

Il lieve venticello che soffia nel parco antecedente la struttura della  Dalton è più freddo di quello che credevo e mi trovo costretto a stringere le braccia al petto per il freddo, dato che ho stupidamente posato il cappotto in camera non appena sono arrivato. Ero stato un po’ titubante, a dire il vero, a mettere piede nella stanza subito dopo l’uscita con Rachel: che Kurt fosse ancora arrabbiato? Non avevo voglia di litigare ancora.

 

Eppure, il fiato mi si è mozzato in gola lo stesso e forse in un modo ancora più doloroso, quando, entrando, non ho trovato nessuno. La stanza era vuota e buia. Per un attimo la folle idea che se ne fosse andato, che avesse cambiato camera o addirittura che fosse tornato al McKinley mi ha lasciato davvero senza fiato, fermo di fronte al suo letto. Solo quando mi sono accorto che la stanza era ancora piena delle sue cose, mi sono dato una seria calmata.

 

Questa è stata ufficialmente la serata più assurda e paranoica di sempre! Spero di aver dato tutt’altra impressione a Rachel.

 

In ogni caso, non ce l’ho fatta a stare da solo, in camera, con mille pensieri per la testa e sono uscito per rilassarmi un po’. O congelarmi, non so che scegliere al momento.

 

L’appuntamento non è andato male. Mi sono divertito – almeno per i momenti in cui non ho pensato a tutto quello che era successo con Kurt – e Rachel è davvero una bella ragazza, simpatica ed incisiva. Eppure… non lo so. Forse non è stato abbastanza. Abbastanza per capire cosa voglio, intendo. Perché certamente non è la prima volta che mi trovo bene una ragazza, ma questo non ha mai inciso sulla mia cieca convinzione di essere gay. E poi è arrivata Rachel. E quel bacio.

 

«È stato bello perché eravate ubriachi!»

 

La voce di Kurt mi rimbomba di nuovo nelle orecchie in risposta. Dannazione! Riesco a riflettere in pace per un attimo senza sentirlo o pensare a lui? Perché, certo, potrebbe essere stato lo stordimento dell’alcohol a farlo sembrare qualcosa di bello. Ma… ma potrebbe anche essermi piaciuto al di là di tutto questo.

 

Stupido. Sono stato uno stupido a non baciarla! Sembrava che se lo aspettasse ed almeno io ora sarei più sicuro di quello che provo!

 

Invece me ne sto qui a gironzolare al freddo e la stanchezza sta prendendo lentamente il sopravvento, tanto che, più che sedermi su una panchina, mi ci affloscio sopra come un pallone bucato. Uno sbadiglio sfugge alle mie labbra. Kurt sarà tornato? Non mi va di stare in camera da solo e magari di addormentarmi così. Non che con Kurt non ci sia silenzio, anzi… ma è un silenzio diverso: non è mai completo, assordante. Anche se non parliamo, c’è sempre il graffiare della sua penna sul quaderno se sta finendo di studiare o la musica che nonostante le cuffie lascia libero il ritmo nella stanza… o semplicemente il suo respiro che scandisce il tempo.

 

Il silenzio con Kurt non è mai assoluto, senza via d’uscita. Ora, invece, so che se andassi in camera, l’assenza di qualsiasi cosa a spezzarlo non farebbe che peggiorare la situazione.

 

Mi alzo traballando. Vale la pena controllare, anche solo per prendere il cappotto.

Mi avvio per i corridoio immersi quasi totalmente nell’oscurità, fino ad arrivare alla mia camera. Apro la porta cercando di fare quanto meno rumore possibile e mentre sono lì per entrare, ancora una volta uno strano panico mi invade: spero che Kurt sia tornato, ma se è così cosa dovrei dirgli? Dovrei fare finta che non sia successo nulla? Che il litigio sia solo un brutto ricordo? L’ultima volta che ho lasciato correre non è stata affatto la mossa migliore. Ma chiarire… chiarire come? Al momento ho solo paura che il silenzio assordante che mi spaventa tanto diventi il nostro.

 

Troppi piani, Anderson. Stasera fai troppi piani e sei poco attento alle cose!

 

Entrando, infatti, mi accorgo immediatamente della abatjour che lascia una lieve e soffusa luce nella stanza e del fagotto coperto dalle coperte che dorme nel suo letto.

Perfetto. Kurt è tornato e, in più, non ho neanche bisogno di chiarire dato che dorme già. Indosso il pigiama e mi intrufolo nel mio letto, senza avere la forza di fare altro. Nonostante la stanchezza mi porti presto a dormire, ho il tempo di accorgermi che anche quel silenzio, il nostro, fa male.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE:

>.< Prima che mi sbraniate, chiedo scusa per l’enorme ritardo con cui abbiamo postato! *Alchimista si nasconde*

Università ed ultimo anno di liceo ci stanno stressando non poco.. ç_ç E in più il mio Blaine ha preso la febbre.. e si scusa per non aver risposto alle 14 meravigliose persone che hanno recensito lo scorso capitolo – ho provveduto io ^^’

Emh.. boh.. non so che dire (anche io non sono al 100% oggi.. tempaccio..) Che ne dite dell’appuntamento di Blaine e Rachel? Ah, non credevo sarebbe stato tanto divertente scrivere i pensieri dell’Usignolo ubriaco *-*

Ok, con un grazie anche a coloro che seguono, preferiscono o ricordano che continuano ad aumentare.. mi eclisso.

A presto. Baci!

 

-*Alchbel ♥

   
 
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