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Autore: Tatydanza    08/10/2011    3 recensioni
Una serata speciale per sognare, tornare indietro nel tempo e, a sorpresa, incontrare uno dei propri idoli: Opera on Ice
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Marika, che mi ha permesso di vivere questo sogno a 5 metri dalla pista (... e tutto il resto)

01 ottobre 2011, Arena di Verona

Le luci si abbassano, l'emozione cresce, tra poco inizieranno a scendere sulla pista i campioni che ho tanto amato. La voglia di scrivere, che si era un poco assopita nell'attesa di riprendere i ritmi di sempre, lentamente torna, complice l'atmosfera magica e la compagnia, ed eccomi a riprendere in mano il blocchetto. Mi sembra quasi di essere a teatro, quando manca poco allo spettacolo.
L'Arena è sempre una magnificenza, ancora la ricordo da quando la vidi per la prima volta in occasione di Aida, una prima volta che ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore. Pensare a quanta Storia (sì, con la "S" maiuscola) è presente in questo luogo fa sentire noi spettatori come piccole particelle di polvere che si muovono in un luogo sacro, un tempio dell'Arte.
Stanno effettuando gli ultimi check quando entra in scena il Maestro Fabio Mastrangelo, che dirigerà l'Orchestra dell'Arena. Arriva anche il presentatore, Alfonso Signorini, che ci introduce a questo evento, per la prima volta l'Arena ospita una pista di pattinaggio su ghiaccio.
Ecco, le luci si sono spente definitivamente, e sulle note della Carmen di Bizet entrano in scena i pattinatori, il suono delle lame sul ghiaccio ad emozionarmi come sempre, in questo caso un po' di più potendolo udire bene come non mai.

Una dopo l'altra passano le esibizioni, sono tutti bravissimi, e pattinano sulle arie delle opere che saranno in cartellone la prossima stagione. Shandu è davvero bravo nella sua interpretazione di “O mio babbino caro”, ma quando arriva Lambiel, detto anche “il signore delle trottole”, è un'ovazione. La sua personale versione pattinata de “La donna è mobile” mi fa sorridere, perchè la sua è un'espressività incredibile.

Dopo le varie altre arie ecco ricomparire Stèphane, che incanta tutti con il suo spettacolare “Guglielmo Tell”, già pezzo di gara. La trottola finale (vista alla “enorme” distanza di cinque metri dalla pista) gli fa guadagnare nuovamente un'ovazione, lunga però circa cinque minuti, è davvero il Roberto Bolle del ghiaccio, non c'è altro da dire. Lo segue Carolina Kostner con la “Habanera” tratta dalla Carmen, mi piace, sembra quasi un'altra persona rispetto a quando gareggia, pattina rilassata, come se fosse lì per il puro piacere di pattinare.

A chiudere le esibizioni individuali sono i cinesi Pang/Tong, che ci regalano un memorabile “Romeo e Giulietta” da brividi, eseguono dei salti lanciati impressionanti, sentiamo solo la mancanza della spirale della morte ma va bene così, sono comunque riusciti tutti a farmi venire la pelle d'oca nonostante la temperatura alta, insolita per questo periodo dell'anno.

Ci salutano sulle note della marcia trionfale dell'Aida, sono stati stupefacenti. Pian piano ci avviciniamo all'uscita per dirigerci al gate e raggiungere la persona che, dopo un messaggio sms giunto a Marika, ci porta nel backstage, possibilità unica per poter incontrare in tranquillità qualcuno dei personaggi che hanno popolato i miei sogni quando riuscivo a pattinare con una certa continuità, seppur non esibendomi in chissà quali evoluzioni. Luccicano i miei occhi quando vediamo passare Emanuel Shandu e Maxim Marinin, poi ci facciamo coraggio e chiediamo l'autografo alla coppia cinese. Ad un certo punto lo vediamo: è Lui, il nostro idolo, Stèphane Lambiel. Sta parlando con una delle organizzatrici della serata, poi viene letteralmente sequestrato da tre ragazze russe che dopo alcune foto lo lasciano libero. Riceve i complimenti da una signora dai capelli bianchi e poi finalmente eccolo di fronte a noi. Marika timidamente gli ricorda l'intervista fattagli qualche giorno prima, lui riflette un attimo e... “I remember!”.

Gli chiede una foto, devo farla due volte per colpa della maledizione dell'Iphone che ci coglie. Io sono emozionata a tal punto da riuscire a malapena a tirare fuori dalla mia bocca un semi-udibile “Merci” quando mi firma il biglietto, cui lui replica con un “Prego!” che penso non dimenticherò tanto in fretta.

Felici per l'autografo abbandoniamo quel luogo, ma nell'uscire mi soffermo ad ammirare anche questa parte dell'Arena solitamente interdetta al normale pubblico, mi sembra davvero di vivere un sogno, non credo potrò dimenticare in fretta le emozioni provate in questa notte speciale, anzi, probabilmente non le dimenticherò mai.

E quando, stanca ma felice, arrivo a casa, non riesco a prendere sonno facilmente, la mente a ripercorrere quel che ho appena vissuto. Domani dovrò mettere per iscritto tutto, già lo so, non posso proprio tenerlo solo dentro di me, Opera on Ice non è solo uno spettacolo, è un'emozione unica che va condivisa, e spero che altri potranno goderne in futuro dal vivo.

  
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