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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    09/10/2011    1 recensioni
"C’è un silenzio pesante tra noi Giudici: ci sono state molte perdite tra le nostre fila, e tutto per colpa di quei Saints di Athena: ciascuno di noi è perso nei suoi pensieri, forse anche loro hanno qualcuno da ricordare tra i nomi dei nostri morti, ma in questo momento di grave crisi, siamo qui per ascoltare un concerto.
E la cosa forse più sconvolgente è che il musicista è Orfeo della Lira: non uno Specter ma un ex Guerriero della Dea Athena, un nostro nemico."
QUARTO PROMPT DELLA BIG DAMN TABLE, dedicata al pairing LuneXMinos e DUECENTESIMA FANFICTION!
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Il Confessionale del Cuore
Prompt: 004.Interiorità.
Fandom: Saint Seiya
Pairing: Lune e Minos
Rating: VERDE
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Malinconico

 

IL CONFESSIONALE DEL CUORE

 

J'ai souvent évoqué cette lune enchantée,
Ce silence et cette langueur,
Et cette confidence horrible chuchotée
Au confessionnal du coeur.
 

Charles Baudelaire, Les Fleurs Du Mal, XLV. Confession

 

POV MINOS

 

Il Cosmo di Sire Hades ci ha nuovamente convocato qui.

 

Sono passate poche ore da quando Rhadamanthys mi ha portato la notizia, eppure sembra trascorso un tempo infinito e purtroppo mi sono reso conto della realtà delle cose: eravamo tutti preparati alla guerra, è per questo motivo che le 108 stelle ci hanno scelto, solo non pensavo fosse così doloroso il non sentire più la rassicurante presenza di Rune.

 

C’è un silenzio pesante tra noi Giudici: ci sono state molte perdite tra le nostre fila, e tutto per colpa di quei Saints di Athena: ciascuno di noi è perso nei suoi pensieri, forse anche loro hanno qualcuno da ricordare tra i nomi dei nostri morti, ma in questo momento di grave crisi, siamo qui per ascoltare un concerto.

E la cosa forse più sconvolgente è che il musicista è Orfeo della Lira: non uno Specter ma un ex Guerriero della Dea Athena, un nostro nemico.

 

Sembra assurdo, eppure lui è qui davanti a noi e anche se ha giurato fedeltà al sire Hades, non mi fiderò mai: ha cambiato barricata solo per amore di una donna, non per vera convinzione, sono certo che, in fondo al cuore, non abbia mai smesso di essere un Saint.

Non è stato scelto da una delle Stelle come noi, è nato sotto la protezione di una Costellazione, ha lo stesso spirito di quei vermi che hanno strappato la vita di Rune.

 

Sire Hades, però, sembra nutrire grandi speranze per lui.

 

Ci accomodiamo accanto a Lady Pandora senza aprire bocca e, mentre lui comincia a suonare, raccolto dinanzi a noi, quasi prostrato al nostro cospetto, mi pare quasi di vedere la leggera tenda, che cela il Trono, si sia mossa, come se un refolo di vento l’abbia sfiorata.

E una voce sussurra all’orecchio il mio nome.

 

Tutto si fa buio e io mi sento come intorpidito, quasi addormentato…

Cerco di combattere il torpore ma lui è più forte, mi imprigiona nelle maglie del sogno a cui non riesco a sottrarmi: e davanti a me compaiono alcune immagini, che hanno il sapore di un malinconico passato, accentuato nella sua struggente realtà dalla consapevolezza che tutto sembra perduto per sempre.

 

Io posso solo osservarle come spettatore senza fare altro, benché il viso di Rune sembri così vicino da poterlo sfiorare.

 

Due bambini che camminano mano nella mano sulla via di casa che taglia per i prati della campagna, chiacchierando di ogni cosa senza quegli spiacevoli silenzi che da tempo hanno segnato le nostre più recenti conversazioni…

 

Si delinea, nel quadro che si sta materializzando davanti a me, anche la scogliera dove giocavamo, battuta dai venti e lambita dai flutti, rifugio delle sterne: gli adulti non volevano che andassimo lì a giocare, era troppo pericoloso, saremmo potuti cadere… Ma nella nostra incoscienza, dettata soprattutto dalla fiducia che ci legava – eravamo convinti che, se fossimo rimasti assieme, non ci sarebbe accaduto nulla – correvamo sul prato e ci arrampicavamo sulle rocce.

 

Mi manca il respiro mentre tutto sembra farsi più reale, come se fossi tornato indietro nel tempo in un istante: come ho potuto scordare tutto questo?

 

Riviverlo ora e più doloroso che mai, soprattutto se visto alla luce del rammarico, dell’odio e del rimorso per la sua morte.

Mi ritrovo gettato di nuovo nel buio, in piedi e, come se fossero fatte di luce, le nostre due sagome brillano, correndomi attorno tra risate e scherzi, ignari della mia presenza e racchiusi nella dimensione di un ricordo che avevo rimosso dal mio cuore.

 

Mi sento morire mentre mi vedo stringergli la mano e tirarmelo dietro lungo la via principale, col Sole che scende velocemente dietro la linea dell’orizzonte.

“Ci penso io a dirlo a tua mamma, vedrai che non si arrabbierà del ritardo!”.

 

La mia voce suona convinta mentre gli faccio questa promessa, la sua risata sembra più vera e viva che mai nel ringraziarmi.

 

Di nuovo quella sensazione di realtà che mi dà le vertigini, con i suoni e profumi della nostra infanzia che mi assalgono i sensi con violenza, eppure continuo a star loro dietro malgrado tutto, posso sentire la mano di Rune nella mia ancora adesso mentre le nostre controparti piccine non si lasciando andare neppure sulla soglia del cancello.

 

Sua madre ci aspetta sulla porta, vorrebbe farmi entrare ma io scuoto la testa, è tardi, devo tornare a casa: lo saluto, forse ci promettiamo di vederci presto, poi sparisco nella foschia che è scesa come un manto perlaceo dovunque, conferendo a questo paese il suo alone di mistero e malinconia che lo ha sempre caratterizzato sin da quando io ricordi.

 

Un altro salto, di nuovo la salsedine che mi mozza il respiro e il vento che mi sferza il viso.

Non devo neppure aguzzare la vista per distinguere, nel buio, la scogliera e le nostre figure sedute sul bordo, stretti l’uno all’altro per combattere il freddo.

 

So che sono qui: non appena ho visto la Luna, ho capito.

Ricordo alla perfezione questo momento, e come non potrei…?

 

Tante volte l’ho ricordato, spesso con una bruciante malinconia a pungolarmi l’animo.

 

C’era la Luna piena quella notte, noi eravamo sgusciati fuori dai nostri letti e ci eravamo incontrati quassù, mossi dal sentimento e dalla timidezza propria di due bambini che amavano senza rendersene effettivamente conto, che sentivano come normale l’abbracciarsi mentre dormono sui prati, il prendersi per mano e stare assieme, essere l’uno l’ombra dell’altro, in un tacito patto non scritto ma ugualmente reale.

 

Una normalità che la convocazione di Sire Hades ha spezzato, ergendo tra noi un muro che non ho mai avuto la forza di distruggere: eppure sarebbe stato così semplice ricordare questo momento e restarvi tenacemente aggrappato.

 

Siamo in silenzio. Rune si poggia a me, sussurrandomi all’orecchio quella confessione che ho crudelmente relegato nell’angolo forse più buio del mio cuore ma che allora era stata fonte di una gioia unica e irripetibile: eravamo ancora bambini, non avevamo neppure otto anni, e non sapevamo cosa fosse l’amore, ma lo provavamo ugualmente, e nella sua forma più pura.

 

Sento gli occhi pizzicare mentre le mie braccia si stringono attorno a lui, abbracciandolo: altre promesse, queste sono le più dolorose da ricordare perché mi rendo conto che lui ha fatto di tutto per mantenerle, che ha cercato a tutti i costi di non lasciar morire il nostro legame.

E io invece ho cercato di fare tutto il contrario.

 

“Io ti voglio bene…”.

La voce di Rune rimbomba nella mia testa, lo vedo arrossire come se si trovasse davanti a me mentre si avvicina per baciarmi una guancia infreddolita e borbottando di non essere una femmina: eravamo piccoli, teneri, ingenui ed impacciati cuccioli.

 

“Anch’io ti voglio bene… E te ne vorrò sempre…”.

 

NON VOGLIO ASCOLTARE ALTRO!

 

Non voglio ricordare di essere stato io l’artefice di quello sguardo cupo che gli ho visto l’ultima volta!

Non voglio ricordare di averlo ferito.

 

Cado in ginocchio sull’erba, boccheggiando come un pesce fuor d’acqua mentre, a poco a poco, perdo sensibilità in tutto il corpo e vengo rigettato nell’oscurità dell’oblio, conscio che sono stato io, con le mie mani, ad aver strappato il filo rosso della promessa su cui la Luna ha da sempre vegliato.

 

Quella confessione d’amore così bambina al mio cuore…

La morte l’ha privata del suo significato.

 

E nel momento in cui sento la voce di Rhadamnthys sputar fuori con rabbia il mio nome, intimando a qualcuno di svegliarmi, una lacrima lascia i miei occhi e scivola lungo la mia guancia, bruciando la mia pelle al passaggio nel punto in cui le labbra di Rune si erano poggiate.

Probabilmente, neppure le mie lacrime sono degne del suo amore.

 

Forse, quando riprenderò del tutto coscienza, tornerò a essere l’austero Giudice di Sire Hades, il dominatore della Tolomea, Minosse del Grifone: ma in questo momento, voglio semplicemente essere un mero essere umano, inginocchiato dinanzi al confessionale del cuore a chiedere perdono per il proprio peccato.

 

Il non essere stato in grado di ricambiare l’amore concesso.

POSTFAZIONE

Di nuovo una postfazione, ci ho decisamente preso gusto.

Altro traguardo raggiunto, celebrato ormai come da tradizione con una fanfiction su Saint Seiya che è, assolutamente, il mio fandom principe, quello che più amo e che sento maggiormente mio: il Confessionale del Cuore è, infatti, la Duecentesima mia creazione, e la cinquantaseiesima per il solo fandom dei Saint.

Sono passati quasi due anni da BE BROTHERS, che è stata la mia centesima, e in due anni ho percorso un altro bel pezzo di strada, ma ne ho ancora parecchia da fare prima di arrivare dove voglio io.

Ora, lo so che sembra stupido, ma è una cosa davvero importante per me, lo scrivere su questo fandom, vivere con questi personaggi, perchè in questi anni ho imparato a conoscerli e ad amare tutti senza riserve, ho imparato nuove cose e sono cresciuta: e se sono arrivata qui, è anche merito loro.

La Big Damn Table, di cui questa fic fa parte, non è solo una sfida contro gli altri, ma piuttosto è una sfida personale, che mi sprona a fare meglio, e quale occasione migliore per celebrare questa mia intenzione, questo nuovo inizio, con un prompt nuovo di pacca?

Continuerò ancora per questa strada, non mi lascerò abbattere!

Quindi grazie a tutti, è stato solo grazie a voi se sono riuscita ad arrivare sin qui.

GRAZIE.

Charlie

   
 
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