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Autore: Seiht    09/10/2011    5 recensioni
E' passato un mese dalla Seconda Guerra Magica. Dimenticare è difficile, soprtattutto se sei il Prescelto e tutti temono possa succederti qualcosa. Eppure basta un pomeriggio per cambiare le cose. Ed il suono di un sassofono.
[ 10° Classificata al Contest Scegli la Melodia - Accorda la Penna indetto da °vavvina° e SereILU ]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'The Praise of Harmony'
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E stamattina, prima di pubblicare 'The Philosopher's Stone - Severus's Vision' ecco a voi una One-Shot Harry/Hermione!
Cosa dire? L'avrete capito, ha partecipato ad un concorso, e, ehm... ho fatto un po' un casino.
Ma non importa, datele un'occhiata se volete!





 

 I’m with you
 

Si accorse che era entrata solo dopo che sentì la porta chiudersi e quando un « Harry! » aveva già fatto il giro della stanza.
« Ciao, Hermione ».
Qui giace Harry Potter.
Ci starebbe bene, constatando che, effettivamente, era ben seppellito da decine e decine di scatoloni impolverati.
Per la prima volta da anni, il salone di Grimmauld Place numero 12 gli sembrava mostruosamente piccolo.
« Ehm… dove sei? » I passi incerti della ragazza echeggiarono nell’ingresso, e, Dio, perché solo il salotto sembrava essersi ristretto in quella casa?
« Qui sotto » boccheggiò lui, mentre qualcosa di alquanto appuntito minacciava di perforargli il fianco destro.
« Oh, santo cielo, Harry! »
Con un leggero tonfo, Hermione lasciò cadere a terra la borsa, e si avvicinò rapidamente all’ammasso di scatoloni che sommergeva il ragazzo, cominciando a rimuoverli uno per uno con una certa maestria, facendo ben attenzione a non farli cadere.
Quando ebbe tolto anche l’ultima scatola, sì, quella con il minaccioso oggetto perfora-fianco non ancora identificato, lo strinse in un abbraccio.
Forte.
Troppo forte, diamine!
Quasi rimpiangeva gli scatoloni.
No, scherzava, Hermione aveva di certo un profumo migliore.
Hermione aveva il profumo migliore che avesse mai sentito, a dirla tutta.
« Che stai facendo? » gli chiese lei dopo aver sciolto l’abbraccio ed essersi seduta per terra vicino a lui.
« Riordino ».
Hermione lo guardò strano, un sopracciglio alzato.
Harry sospirò.
« Ti ha mandato Molly, vero? »
Silenzio.
« Dio mio! Non sto preparando la fune per impiccarmi nel bagno del bar qui sotto, non ho intenzione di far esplodere la casa e non ho intenzione di lanciarmi un Avada Kedavra da solo! Perché non lo capite, Hermione? »
Lei alzò lo sguardo su di lui, quasi a volerlo supplicare di non andare avanti.
« È passato un mese. Un mese, ok? Io sto bene, Hermione » allungò una mano per accarezzarle una guancia. « Davvero ».
In silenzio, di nuovo.
« Be’ » cominciò lei, la voce roca. « Posso aiutare lo stesso il mio migliore amico a rimettere a posto questo tugurio? »
Migliore amico.
Ah, già.
Harry annuì, e prese subito lo scatolone con il misterioso perfora-fianco, intento a scoprire che cosa rischiava di fargli saltare un polmone.
Non ci mise tanto, però.
Era una custodia, blu, legature d’argento dannatamente appuntite, una forma così strana da far pensare ad una sorta di manico di scopa piccolo e puntuto.
« Di chi era questa roba? » disse Hermione, ancora in contemplazione dello strano oggetto.
« Di Regulus ».
« Bene… » rispose lei, prendendo la custodia in grembo e facendo scattare la chiusura.
« Oh » mormorò.
« Che cos’è? » Harry si sporse curioso per vedere meglio.
« Harry, è… è magnifico! È un sassofono! » Hermione si alzò in piedi di scatto, reggendo tra le mani un grande, enorme, sassofono di ottone dorato e lucidissimo.
Un sassofono.
« Lo sai suonare? » le chiese.
Hermione sorrise, quasi colpevole, per una sua mancanza.
« No, però… » Avvicinò l’imboccatura alle labbra, e dopo aver soffiato un paio di volte, mise le dita sui tasti e… diamine, cominciò a suonare!
C’era qualcosa che Hermione Granger non fosse in grado di fare?
Harry sorrise quando nella sua testa una voce, chissà da dove, urlò ‘certo che no, idiota’.
Non suonò molto.
Cioè, a dire la verità la ragazza aveva semplicemente messo insieme poche note, ma, cavoli, un sassofono!
« Mi sa che non hai capito il senso del ‘non saper fare le cose’, Hermione ».
Si misero a ridere, lei ancora con lo strumento tra le mani.
« Mio nonno suonava il sassofono. Questa era la mia melodia preferita e… me l’ha insegnata, ecco. So solo questo » ammise lei, tornandosi a sedere per terra.
« Che canzone era? »
Lei lo guardò mentre giocherellava con i tasti dello strumento.
« Stranger in Paradise ».
« Era bella ».
Tu sei bella.
Zitto cuore, o chi per lui.
Non sei stato interpellato.
Stai al tuo posto, adesso.
Hermione fece un mezzo sorriso ed annuì.
« Ti piace il sassofono? » le domandò Harry d’un tratto.
La ragazza ci mise poco a rispondere.
« Sì. Penso che… mi rispecchi, rispecchi la mia personalità. È una cosa un po’ stupida da dire, cioè mi sto pur sempre paragonando ad uno strumento d’ottone, ma, in fondo, è così che si trovano le somiglianze, no? Con i paragoni. Io e il sassofono siamo simili in fondo. Tutti così seri, così rigorosamente lucidati e perfetti, così classici. Ma in realtà siamo solo… »
« Incompresi » concluse Harry per lei.
« Già ». Hermione rimise lo strumento nella sua custodia.
« A me non piace il sassofono. » dichiarò improvvisamente lui.
« Perché? »
Harry prese fiato, e cominciò a picchiettare il labbro inferiore con l’indice destro.
« Perché se si suona qualcosa sembra che tutti i suoni siano stonati. Tipo gracchianti ».
« E cosa c’è che non va nei suoni stonati? » sorrise lei.
« Non sono musica ».
Hermione gli si avvicinò.
« Non è vero. Tutti i suoni, belli o brutti che siano, sono musica. Ogni suono è musica, basta che ti dica qualcosa ».
« Basta che ti dica qualcosa? »
Ormai la ragazza aveva poggiato la testa sulla spalla di Harry, un piacevole – diamine, Harry, troppo piacevole! – contatto.
« Sì, basta… basta che ti parli » continuò Hermione.
« E quando non ti ‘parla’? »
Harry guardava imperterrito fuori dalla finestra del salone, resistendo all’impulso di cominciare ad accarezzarle i capelli.
Questo sarebbe stato troppo.
« Be’, ogni musica che non dipinge nulla non è che rumore. Se non la senti tua, se non ti dipinge il sentimento, l’emozione che vuole esprimere, se la senti solo per quello che è, un insieme di note, ecco, allora è solo rumore ».
Harry si scostò di poco per guardarle il viso.
« Dove l’ hai sentito questo? »
« L’ho letto in un libro ».
« E ti pareva ».
Risero, tutti e due, ed Harry ringraziò il cielo che non ci fosse Ron.
E poi si maledì per averlo anche solo pensato.
« Cosa ne farai? »
Non accarezzarle i capelli, Harry, non ci provare.
« Non lo so. Credo che lo darò via, o una cosa così. Non posso tenerlo qui ».
Che bei capelli che aveva.
Harry, sei un idiota.
« Ma dai, che spreco! E poi è in così buone condizioni! Sai che-- »
« È tuo » la interruppe Harry.
« Cosa? »
« È tuo, se lo vuoi. Ti ho detto, io non me ne faccio nulla. E poi così potrai imparare a suonarlo come si deve ».
Ed eccolo di nuovo.
L’abbraccio soffocante, Dio, il suo abbraccio soffocante.
Allontanati, Hermione, il tuo migliore amico potrebbe perdere il controllo.
« Ti adoro, Harry ».
Oh, già, guarda il caso, io invece ti—
« Ti voglio bene, Hermione ».
Sorrisero entrambi.
Poi lei si alzò di nuovo, scostando della polvere dietro di se’.
« Dovresti dire a Kreacher di dare una pulita, qui » disse, il sorriso ancora a colorargli il volto.
« Già, quando finirà di dare una mano ad Hogwarts gli dirò di mettere in ordine questo posto ».
Si alzò anche lui.
« Be’ » Hermione guardò il suo orologio da polso. « Si è fatto tardi. Mi spiace di non averti dato una mano qui, ma devo tornare, sai, Molly… »
« Vuole il resoconto dettagliato della giornata, sì, puoi dirle tranquillamente che le mie vene sono ancora intatte e che l’ultimo incantesimo della mia bacchetta è stato un innocuo Lumos ».
La ragazza sorrise e prese la custodia blu del sassofono.
« Allora lo prendo davvero » disse.
« Certo. A patto che la prossima volta tu mi sappia suonare anche la seconda parte della canzone di prima ».
Sorrise.
Che diamine di sorriso che hai, Hermione.
Falli a Ron i sorrisi così, non a me.
A me ci pensa Ginny.
Giusto?
« Ci vorranno secoli. E poi non credo che Molly sarà molto contenta di sentirmi suonare ventiquattr’ore su ventiquattro a casa sua, ma vedrò di lanciare un bel po’ di incantesimi insonorizzanti, così dovrebbe andare ».
Anche Harry sorrise.
« Ciao, Hermione ».
« Vengo a trovarti presto, Harry » disse lei, un improvviso velo di tristezza sugli occhi. « Te lo prometto ».
« Me la cavo bene anche da solo, non preoccuparti ».
« Ma non fare l’idiota! » La borsa e il sassofono si ritrovarono nuovamente per terra, ed Harry si ritrovò nuovamente in quel dannato abbraccio soffocante che, prima o poi, lo avrebbe fatto uscire di senno.
« Te l’ho giurato anni fa, Harry. Non te la caverai mai da solo. Noi, io, ci sarò sempre per te. Non avrai bisogno di cavartela da solo ».
Hermione sciolse l’abbraccio e raccolse le sue cose, avvicinandosi piano alla porta.
« Sono con te, Harry ».
Ora o mai più.
La senti la mia musica?
« Hermione ».
Io la sento, la tua.
« Aspetta ».
E sai una cosa?
« Harry? »
La tua musica mi dice qualcosa.
« Resta qui ».
Mi dice tutto.
 
 
 
 
 
 
Grammatica e sintassi:6.95/10
Stile e lessico:7.40/10
Caratterizzazione e IC:7.5/10
Originalità:8/10
Gradimento personale:3.5/5
°vavvina°: 3.5/5
La storia non mi è dispiaciuta. L’idea è abbastanza originale, e mi è piaciuto il modo in cui hai inserito la citazione, con il discorso su musica/rumore che torna poi alla fine. Quello che, per quanto mi riguarda, ha abbassato il tuo punteggio, è lo stile. L’ho trovato in molti punti un po’ troppo contorto, con frasi poco chiare e spezzate, rendendo la lettura poco fluida, anche se l’ultima parte mi è sembrata più scorrevole e scritta meglio.

SereILU: 3.5/5
Carina l’idea e carino lo svolgimento. Ho adorato il modo in cui hai inserito lo strumento, anche se l’idea che Hermione sapesse suonarlo mi sa un po’ di cliché, a parte questo comunque devi solo stare attenta allo stile. Hai grandi idee e potenzialità, usale per migliorare il tuo modo di scrivere perché, appena ti allontani dalla semplicità fai errori grossolani!
 
Utilizzo Pairing/Strumento:4.5/5
Utilizzo citazione:2/2
TOTALE: 39.85/52
 
 




 

  
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