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Autore: Sasita    09/10/2011    3 recensioni
Astoria ascolta la musica e si lascia inebriare, è cambiata da quando era a Hogwarts e anche suo marito lo è, anche se non vuole ammetterlo e continua a nascondersi dietro a una fulgida maschera.
Fanfiction partecipante al contest "scegli la melodia - accorda la penna"
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dice l’autrice [mettendo le mani avanti…]: Noterete, nel testo, degli asterischi. Vi spiego subito cosa vogliono significare, in modo che non vi dobbiate tenere il dubbio amletico fino alla fine! ;)
*Mi hanno fatto notare, le gentilissime giudicE, che il Marchio Nero, una volta morto Voldemort, diventa una cicatrice. Ebbene, non lo sapevo, per cui avevo inizialmente scritto che il marchio “sbiadiva lentamente”. Ho corretto, nella speranza che così sia meglio.
**Niente da dire, all’infuori del fatto che nella storia ho utilizzato il nome che la Rowling riporta sul suo taccuino, invece che quello utilizzato dai traduttori e gli editori per la coincidenza con il nome del “time megazine”. Ho pensato che fosse più giusto mantenere il nome originale, in modo da dare una sfumatura al personaggio… Asteria significa “stella”, in greco. Non è un dettaglio rilevante nella storia, però io sono per gli originali.
***A quanto pare l’iPod non si confà a una donna di tal grado sociale. Probabilmente hanno ragione le giudice, ma quando ho scritto questa storia ero così presa dal mio iPod nuovo di zecca che, beh… ma non è rilevante. L’unica cosa che voglio dire è che nel punto in cui ci sono tre asterischi c’era la parola “iPod”, l’ho tolto dal contesto.
Enjoy!
 

 

Il canto del violino
 

 
Non mi ero mai fermata ad ascoltare il canto del violino.
Non mi ero mai fermata ad ascoltare niente, in realtà, nella mia vita. Niente, a parte la mia vanità e i miei desideri.
La cecità con cui osservavo il mondo era così marcata e folle, che neppure mi rendevo conto di quanto pomposamente falsi fossero tutti i miei propositi di grandezza.
Ero una Slytherin destinata al marchio. Una purosangue instradata verso la via del non ritorno, verso l’omicidio di persone innocenti, il cui unico errore nella vita era stato quello di nascere Babbani.
Eppure, ripensandoci adesso, tutto sembra così assurdo.
Non riesco neanche a credere di aver davvero permesso ai miei genitori di inculcarmi quell’odio malato, quella pallida presupponenza di superiorità sanguinea che aveva dato fuoco a così tante vite, per le quali adesso mi si annebbiano gli occhi.
Giovane, impulsiva, bella e con quell’infinita passione per la musica e il canto. Arti pervase da quel sentimento ardente che io non riuscivo a comprendere davvero: l’amore non era reale, nel mio pensiero di allora. Oh, no! L’amore nasceva solo dalla ricchezza e la predisposizione di sangue del promesso.
Solo ora capisco che in realtà non ho mai creduto che l’amore fosse solo una conseguenza del denaro, ma che la mia unica paura, quando ero niente di più di una bambina, era che un giorno sarei stata cancellata dall’albero genealogico della mia famiglia se mai mi fossi permessa di amare qualcuno al di sotto di me.
Cancellata, bandita, diseredata. Per una bambina cresciuta nell’oro era troppo poterlo sopportare.
Ma poi le cose sono cambiate.
Non mi ero mai fermata ad ascoltare il canto del violino, eppure ne suonavo uno.
All’epoca per me non era altro che una dimostrazione di superiorità, l’essere capace di incantare con la musica del più elegante degli strumenti.
Non sentivo la musica, non percepivo la forza energetica e magica che essa sprigionava intorno a me, senza colpirmi.
Ma, dopo tutto, nella vita si cambia. Potevo essere marchiata, e non posso che ringraziare Harry Potter se la mia anima non è dannata.
Non si può dire lo stesso dell’uomo che amo.
Ho sempre avuto la sensazione che la passione e la musica siano due entità infinitamente affini: ho sempre pensato che la musica dovrebbe essere solo lo straripare di un grande silenzio.
Così come la passione dovrebbe esserlo di un grande amore.
Sembra strano a dirsi, dopo che mi sono descritta come una tra le più ciniche, malevole e vuote ragazze al mondo.
Eppure, stando qui seduta in teatro, con al mio fianco l’uomo che ho scelto e che mi ha scelta, non posso che rendermi conto che in realtà ho sempre provato un profondo senso di repulsione per quella folle scommessa di sangue.
Draco ha il braccio marchiato da quando aveva sedici anni. Troppo tardi ha capito dove la sua famiglia lo stesse conducendo, troppo tardi si è ricreduto sulle sue convinzioni, sulle sue malate ideologie puriste.
Ma il suo marchio oramai non è che una cicatrice sformata, solo un pallido barlume di quel che un tempo gli aveva sfiorato il cuore*. Mi stringe la mano, con gli occhi chiusi perché la musica gli invada la mente scacciando ogni altro pensiero.
Ma io lo so che è tormentato. E’ tormentato anche se ancora indossa la maschera del meschino, malvagio e dispettoso Malfoy che un tempo assillava i suoi compagni in ogni modo.
E’ tormentato, anche se porta i capelli biondissimi impeccabili e perfetti, più corti di quelli del padre, ma con la stessa fatale grazia.
E’ tormentato, anche se quando incontra un Nato Babbano non lo degna neppure di uno sguardo.
E’ tormentato, ma è sempre stato troppo orgoglioso per accettarlo.
Preferisce continuare a fingersi cattivo, preferisce ostinarsi a credere di odiare Harry Potter, preferisce mostrarsi austero e sprezzante della vita altrui.
Ma a volte lo sento, rinchiuso nel suo ufficio, mormorare parole che somigliano tanto a preghiere.
Lo sento, quando facciamo l’amore, il suo cuore che batte veloce come un colibrì.
La passione e la musica, due forze incommensurabili ed infinite.
- Asteria**?- mi sussurra, stringendomi la mano.
- Sì?- gli rispondo, girandomi ad osservarlo.
Lui mi guarda per un momento, lasciando cadere quella maschera - Niente. - risponde, con un sorriso vero, prima di richiudere gli occhi.
Il violinista continua la sua melodia discendente. E io lo ascolto.
Ascolto le note che scandiscono il mio respiro, percepisco l’armonia che mi contorna l’anima, sento la forza dell’archetto che produce quel suono, come fosse il battito aritmico del mio cuore.
Mia sorella fu marchiata.
Mio marito fu marchiato.
I miei genitori morirono, inseguendo un valore irreale.
Ed io? Io ho avuto la fortuna di sopravvivere e di innamorarmi, nonostante tutto. Porto anche io una maschera, sono una Malfoy adesso. Ma ogni tanto, quando mio marito non c’è, non mi dispiace mettermi una tuta da ginnastica, pettinarmi i capelli in una alta coda di cavallo e fare jogging tra i comuni babbani come se non fossi nessuno***.
Lasciare la tensione dei nervi e rilassarmi in un posto dove nessuno sa che sono Asteria Greengrass, dove nessuno conosce la mia storia, dove io e mio marito siamo solo una coppia, al di là di soldi e discendenza genetica.
A volte anche Draco si lascia convincere in queste mie piccole fughe dal mondo che ormai ci ha schedati.
Oggi siamo qui, al Metropolitan di New York, ad ascoltare assoli e concerti in mezzo a sconosciuti privi di magia, privi di ricchezza.
Eppure mi rilassa immaginare le loro storie senza entrare nelle loro menti con l’Occlumanzia, mentre l’Ave Maria di Schubert risuona nella sala, arrivando a circondarmi totalmente.
E so che anche Draco si sente bene qui, si sente libero.
E violino e pianoforte continuano con i loro sali-scendi magnetici, facendomi ricordare la prima volta in cui ascoltai un violino: quando ero piccola e ancora niente mi aveva contaminata. Quella fu la prima e l’ultima volta che ascoltai davvero qualcosa, prima di innamorarmi della vita.
 
 


 
Dice l’autrice:
Salve a tutti!! Allora, sono qui oggi per presentarvi questa storiella, arrivata 7° al contest indetto nel forum di EFP intitolato “Scegli la musica – accorda la penna”. Ammetto di essere contenta, perché comunque è una posizione più che buona, dato il numero dei partecipante e perché, mio grandissimo sbaglio, non avevo riletto la storia dopo averla scritta.
Appurato questo, aggiungerei che non avevo mai scritto niente su Draco, e tanto meno su Asteria. Spero quindi che questo mio tentativo di entrare in dei personaggi su cui non ho mai letto ne scritto vi possa piacere tanto quanto è piaciuto alle giudicE. :)
Con ciò, passo a dare i punteggi da me assegnati da quella bravissime ragazze e colgo l’occasione anche per ringraziarle della loro disponibilità e della qualità del loro lavoro.
Grazie.
Ho finito di sproloquiare.
 
Grammatica: 7,9/10  [ahimè, le virgole mi uccidono!]
Stile: 8,3/10
Caratterizzazione e IC: 8,5/10
Originalità: 9/10  [Posso? Bah, sì direi: FUCK YEAH!]
Gradimento personale: 4,5/5
Utilizzo pairing e strumento: 4/5
Utilizzo citazione: 1,8/2
 
Totale: 44/52
 
Prometto che la prossima volta farò di meglio! :) Grazie di essere passati e di esservi soffermati almeno un attimo su questa piccola cosa, spero di avere un vostro parere a riguardo!
Baci,

Sasy

   
 
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