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Autore: LyliRose    09/10/2011    10 recensioni
Draco e Hermione si sposano lo stesso giorno, alla stessa ora, ma non tra loro, naturalmente. Coincidenza? Entrambi ne sono convinti. Questo finché una strana mattina non vengono ricoverati assieme nella stessa stanza del San Mungo, per poi scoprire di essere stati vittima di un incantesimo. Il viaggio che dovranno compiere a ritroso per scoprire il colpevole li porterà a ben altre rivelazioni e la sottile linea tra coincidenza e fato li costringerà a trovare, loro malgrado, un equilibrio. Incastrati in una fitta ragnatela di ricordi fantasma e di sensazioni familiari, torneranno ad Hogwarts, dove tutto è iniziato, per trovare un bandolo ad una matassa talmente intricata da sembrare irreale. E cercando di sopravvivere agli eventi; insieme.
Questa fan fiction si è classificata prima al contest 'Togliere la polvere' indetto da Andrea S. sul forum di EFP
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Minerva McGranitt, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dramione o Draco/Hermione? Il dramma della scelta'
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Cursed Love
Chapter five: The Mudblood and the Pureblood


Tic-tac. Tic-tac. Tic-tac.
Nessuno riusciva a camminare ed allo stesso tempo fare un rumore così assordante, pur non portando scarpe col tacco. Nessuno tranne la Granger.
Draco fu costretto a correrle dietro per raggiungerla.
<< Dove stai andando? >> le chiese affannato.
Non avevano parlato molto quella notte, e nemmeno il giorno successivo. Dopo aver scoperto un pezzo di vita che nessuno dei due ricordava ed aver passato tutta la giornata assieme rinchiusi in quella dannata camera, quelle furono le prime parole degne di nota che si rivolsero.
<< Ho fatto un sogno stanotte e sono sicura che l’hai fatto anche tu. >>
In effetti era vero, il problema era che non ricordava quasi nulla del sogno, sapeva solo che era qualcosa di dannatamente importante.
<< Non ricordi nemmeno tu i particolari, vero? >> gli chiese lei senza nemmeno fermarsi.
<< No >> ammise << Però ricordo chiaramente il posto. >>
<< Sì, anch’io. >>


Era una finestra. Una normalissima finestra gotica come tutte le altre che affollavano il castello di Hogwarts. Eppure nel marmo macchiato della soglia e nei tasselli colorati del vetro, c’era qualcosa di familiare.
Erano al settimo piano, un corridoio qualunque, pieno di quadri sussurranti e di spifferi maligni, niente in confronto al chiostro della sera prima, ma in qualche modo era qualcosa di molto più importante.
<< Alla fine, si ritorna sempre alle origini >>
Draco si voltò non riconoscendo la voce, né la sua provenienza.
La Granger, silenziosa, gli indicò un quadro dall’aria malandata, appeso in mezzo ad altri mille cornici in cui gli abitanti sonnacchiosi mugugnavano suoni incomprensibili.
<< Cosa significa? >> chiese la ragazza.
La piccola figura indistinta che abitava il quadretto si sporse più vicina, rivelando un viso anziano, solcato da profonde rughe. La vecchia indossava un abito da maga color porpora ed era seduta davanti ad un focolare antico forse quanto lei.
<< Chi vi ha fatto questo ha commesso un errore enorme signorina Granger: non ha cancellato le prove circostanziali >> rispose con voce gracchiante.
<< Guardate più da vicino quella finestra, vi prego >> aveva continuato poi, vedendoli persi.
Come spinti da una forza invisibile entrambi si avvicinarono all’arcata luminosa.
Questa volta il ricordo arrivò senza nessuna avvisaglia.

Se ne stava seduta a fissare la luce della luna entrare dalla finestra e giocare con i tasselli del mosaico colorato del vetro. Ad ogni lacrima una piccola goccia argentata cadeva sulla divisa, bagnando lo stemma del Grifondoro.
Draco si avvicinò in silenzio.
<< Mi hai salvato >> sibilò piano, da serpente codardo che era.
<< Buonasera, Malfoy >>
<< Perché l’hai fatto? >> chiese ancora.
<< Che cosa? >> lei non lo guardava neppure, era così che doveva apparire al suo cospetto: invisibile.
<< Quei due tizi mi avrebbero picchiato a sangue, se tu non li avessi schiantati >> chiarì.
<< Pensavo saresti venuto qui ad insultarmi e a dirmi di farmi gli affari miei. Pensavo ti saresti preso una bella rivincita, sai, essere salvati da una Sanguesporco non dev’essere stato facile. >> rideva, un sorriso amaro e triste allo stesso tempo.
<< Sono venuto per sapere perché Granger. >>
<< Perché non ho combattuto una guerra solo i per i vincitori. L’ho combattuta anche per i vinti, perché nessuno dovrà mai più essere discriminato né per il suo sangue, né per uno stupido tatuaggio >> era seria, e piangeva ancora.
Draco la guardò per un lunghissimo istante. Non l’aveva mai guardata prima.
“Sanguesporco” diceva suo padre. “Feccia” pensava lui.
Ma ora era tutto differente.
<< Grazie Granger >> aveva sussurrato, desideroso di infilarsi sotto il primo sasso disponibile. Infondo non era degno nemmeno di stare in presenza di una come lei.
La ragazza aveva alzato lo sguardo piano verso di lui, asciugandosi le lacrime con la manica della camicia.
<< Prego Malfoy >>

<< Ero sicura che ve lo sareste ricordato. >> disse piano la vecchietta del quadro.
<< Quindi questo è tutto? E’ la fine? >> chiese Draco girandosi verso di lei.
<< No, mio caro signor Malfoy. Questo è l’inizio. >>

§§§

 Hermione l’aveva visto ancor prima che lui la scorgesse tra la folla. Forse perché l’aveva cercato.
Lui l’aveva afferrata per un gomito, trascinandola fuori dalla moltitudine di studenti che transitava per il corridoio.
<< Hai letto “Il Profeta” stamattina? >> domanda secca, anche troppo.
<< Sì, mi arriva per posta ogni giorno. >>
Il giornale faceva capolino dalla tasca della veste nera di Draco. In primo piano una sua foto, scattata pochi mesi prima assieme a Ron.
“ UN’ALTRA COPPIA SCOPPIATA?”
Il titolone non la stupì nemmeno per un momento.
<< Insomma? >> insistette lui, riportandola alla realtà.
Era strano, pensò Hermione, come dopo mesi e mesi di incontri tristi e solitari attraverso il castello, lui la stringesse ancora a quel modo: come se fosse una cosa.
<< Insomma niente Malfoy, cosa vuoi che ti dica? >>
<< Voglio sapere se è vero Granger. >>
Hermione alzò gli occhi dal giornale scioccata. Come poteva interessare a Draco Malfoy la sua vita privata?
Certo, ogni notte si incontravano da mesi, ma la cosa non era mai andata oltre la compagnia reciproca. Lei si limitava ad ascoltarlo mentre raccontava gli anni bui a Malfoy Manor, con Voldemort che alitava sopra la sua spalla e lui la consolava quando piangeva per la morte di Fred e tutti gli altri. Niente di più.
Mai una volta le si era avvicinato più del dovuto, mai una notte in cui l’avesse realmente toccata.
<< Ti interessa? >> chiese riprendendo a fissare la folla di studenti assonnati che tentavano di sopravvivere al ritorno dalle vacanze Natalizie.
La presa sul suo braccio era diventata ancora più dolorosa.
<< Maledizione Granger, dimmelo! >>
<< L’ho lasciato più di una settimana fa. Era finita da mesi, ma nessuno dei due lo vedeva >> sputò lei infastidita.
<< Ti prego non picchiarmi >>
Hermione non riuscì nemmeno a registrare le parole di Malfoy, non riuscì a chiedergli una spiegazione, riuscì solo a sentire le  labbra del ragazzo premere sulle sue.
Draco Malfoy sapeva di vaniglia e limone.

<< Hai lasciato Weasley? >>
Hermione si svegliò dal ricordo, il familiare mal di testa che la tormentava ogni qualvolta ne usciva.
<< No. Non credevo di averlo mai fatto. Ma ora mi ricordo. >> rispose sincera.
<< Ti ricordi cosa? >> chiese lui avvicinandosi. Quello sgabuzzino era decisamente troppo stretto per entrambi.
<< Mi ricordo il perché lo lasciai, successe durante le vacanze di Natale alla Tana. >>
<< Perché? >>
<< Perché non lo amavo più. >>
Perché amavo te.
Ma questo Hermione non riuscì a dirlo. Non prima che Malfoy uscisse di colpo dalla piccola porta.


<< Chi può essere stato? >>
Malfoy sedeva scomposto sul letto della loro stanza, le mani sopra il viso.
<< Qualcuno che non voleva che io e te … >> tentò lei, non riuscendo comunque a finire la frase.
Non poteva farlo, non dopo l’ennesima giornata trascorsa dentro la scuola, non dopo l’ultima nottata passata nei corridoi, non dopo l’ultimo ricordo raccolto.
Hermione aveva ancora sotto la pelle l’odore di Malfoy, di Draco. Poteva sentire le sua mani scorrere sulla sua pelle nuda, le sue labbra esplorare ogni centimetro del suo corpo. Come un vecchio conoscente entra in casa tua e sa esattamente dove posare le cose, Malfoy conosceva il suo corpo e sapeva esattamente dove voleva essere baciata.
Ed era divino. Nudo era letteralmente divino.
Almeno a diciassette anni. Pensò ricordando a sé stessa che nel presente non avrebbe mai avuto l’occasione di confermare la sua affermazione.
<< Ti viene in mente qualcuno? >> gli chiese, indolente al suo silenzio.
Da qualche giorno il suo comportamento nei confronti del ragazzo era cambiato, ora lo vedeva anche con gli occhi dell’Hermione diciassettenne. Con gli occhi dell’amore.
Era come essere intrappolati in una stanza piena di specchi. Sai di essere lì, quindi ti rendi conto che il riflesso che vedi deve per forza essere tuo, ma i tuoi occhi non accettano di vedere qualcosa di differente da ciò a cui sono abituati.
<< Due nomi sopra tutti >> rispose lui.
Hermione ci aveva già pensato qualche tempo prima. Chi poteva voler ostacolare un amore innocente e puramente adolescenziale, nato dalla forza del dolore e della comprensione reciproca?
Chi poteva avere interesse che le cose andassero diversamente?
Ronald e Astoria.


§§§

<< Quindi parti? >> gli aveva chiesto lei delusa.
Draco l’aveva osservata alla luce del tramonto di giugno, una rosa appena sbocciata. Era fantastica.
<< Sì, vado in Francia, da degli zii  >>
<< In Francia a studiare legge? >> Hermione sembrava confusa.
<< Non ci crederai ma ho voglia di cambiare aria >>
Lei aveva annuito, rivolgendo lo sguardo all’enorme prato che si estendeva attorno ad Hogwarts. Erano sotto un enorme albero nodoso e come loro, una miriade di studenti appena usciti dai MAGO e dai GUFO, si riposava sotto al sole godendosi l’ultimo giorno di scuola.
<< Ogni volta che non vuoi sentire quello che sto dicendo guardi da un’altra parte >> le disse.
<< Non voglio che tu parta, voglio che tu stia con me  >> quasi piangeva.
Draco sospirò piano.
<< Tu dimmi che sei pronta a parlare a Potter ed al resto del mondo di noi ed io resterò. >> un ultimatum era l’ultima cosa che avrebbe voluto proporle, ma era stato costretto.
Naturalmente lei non rispose, continuando a guardare lontano, verso l’orizzonte.
<< Tre anni >> disse lui << Fra tre anni i miei studi saranno conclusi ed avrò trovato un lavoro decente, fra tre anni saremo degli adulti e potremo disporre della nostra vita come vorremo >>
Lei lo guardò stupita.
<< E cosa dovremo fare fra tre anni? >> chiese.
Draco sorrise calmo.
<< Ci incontreremo qui, e se saremmo ancora disposti, staremo assieme. >>
Ora sorrideva anche lei.
<< Sembra uno stupidissimo romanzo rosa per zitelle >> disse Hermione.
<< Ci stai o no? >> la incalzò lui.
<< Che giorno è oggi? >>
<< Il trenta giugno >>
<< Ok, ci sto >>


La Granger sospirò al suo fianco. Lui la guardò di sottecchi mentre si sistemava il mantello leggero sulle spalle coprendosi dalle fresche notti di Hogwarts.
<< Questa credo sia la fine >> disse lei.
<< Sì, chiaramente chiunque ci abbia fatto l’incantesimo lo ha fatto subito dopo questo momento, perché io ricordo di aver iniziato la scuola di legge e di aver rivisto Astoria, che si lamentava di non potermi incontrare spesso come avrebbe desiderato >>
Il solo pensare ad Astoria lo sconvolse, come poteva paragonarla alla flessuosa figura che aveva al suo fianco?
Amava Hermione Granger, nonostante fossero passati anni da quei ricordi, lui l’amava comunque.
<< Se non altro abbiamo capito il perché della data >> disse lei.
<< Trenta giugno. Ed io che credevo di averla scelta perché mi piaceva… >> sospirò lui in risposta.
<< Ogni anno, il trenta giugno uscivo di casa ed andavo in giardino, senza nemmeno saperne il perché >> continuò la Granger, Hermione.
Non poteva stare con lei, questo era chiaro. All’epoca era un ragazzino, incurante di tutto e tutti, ma ora lo sapeva, ora ne era convinto…
 E poi c’era sempre quella fastidiosa parte di lui che si aggrappava ai ricordi fasulli…
<< E’ tempo di tornare a casa >> disse Draco per spezzare la tensione.
La vide annuire poco convinta, continuando comunque a fissarlo con discrezione.
<< Il piano andrà avanti come stabilito? >> chiese lei.
Lui annuì un secondo prima di andarsene e lasciarla là, proprio come avrebbe dovuto fare anni prima.


<< … e così abbiamo scoperto che ci sono stati rubati dei ricordi. Ricordi comuni, ricordi nei quali entrambi ammettevamo le nostre colpe e tentavamo di andare avanti, dopo la guerra. >>
Draco abbassò gli occhi sul suo piatto, doveva ammettere che la Granger era dannatamente brava a mentire, o per lo meno ad omettere. Non aveva fatto menzione della loro storia d’amore, nemmeno una traccia di rossore sul suo viso l’aveva tradita.
Ognuno dei commensali la fissava stranito, lo stupore assoluto attraversava i loro volti. Potter, consorte, Weasley ed Astoria sembravano un gruppo di mollicci dopo un “Riddikkulus” di troppo.
<< Magia nera? >> chiese Weasley incredulo.
Hermione annuì.
<< Operata male, naturalmente >> corresse Draco.
<< Credi possa essere stato … uno dei… nostri? >> chiese Astoria aggrappandosi al suo braccio con aria preoccupata.
<< No >> rispose lui, sapendo benissimo a chi si riferisse << Nessun Mangiamorte è coinvolto, chi l’ha fatto non aveva idea di cosa stesse combinando >>
<< E quindi >> ridacchiò la neo signora Potter << Avete avuto un flirt durante il vostro settimo anno e qualcuno l’ha saputo? >>
Din-din. Eccolo, il campanello che cercavano.
Draco guardo Hermione che, come al rallentatore, si girava verso l’amica. Conoscendola come solo lui poteva, capì che si stava trattenendo dal piangere.
<< Nessuno ha mai detto che abbiamo avuto un flirt Ginevra. >> disse grave.
<< E’ chiaro che ne eravamo al corrente solo noi. >> disse Draco alzandosi << Noi e chi ha fatto l’incanto >>
Fu questione di un secondo, il viso della Weasley cambiò espressione, da divertito a spaventato. Portandosi le mani alla bocca fece per alzarsi, ma Hermione fu più veloce; la ragazza si ritrovò pietrificata in un attimo.
Nessuno al tavolo si mosse di un solo millimetro.
<< Non è possibile … >> bisbigliò Potter.
<< Harry … non so cosa dire… >> sussurrò Hermione tra i singhiozzi.
Potter si passò una mano sulla faccia, un gesto disperato.
<< Dovrò arrestare mia sorella >> Weasley tornò alla vita con un mugugno, niente di più.
<< Draco, hai o non hai avuto una storia con la Gr… con Hermione? >> chiese Astoria dopo qualche istante.
Lui la guardò intensamente, sforzandosi di provare per lei, la donna che avrebbe sposato fra una settimana appena, la stessa cosa che provava per Hermione.
<< No Astoria, questo era solo ciò di cui era convinta Ginny >> lo salvò quest’ultima << E da qui tutta la stupida farsa dell’incanto. Infondo credo solo fosse preoccupata per Ronald >>
Draco fissò il volto pietrificato della Weasley, lei sapeva perfettamente cosa era successo tra loro due. Qualcosa che avrebbe potuto cambiare le sorti del Mondo Magico ed allo stesso tempo distruggere il bel quadretto che si era costruita per il futuro.
<< Lo sapevi già? >> chiese Potter d’improvviso.
Hermione abbassò la testa asciugando le lacrime.
<< Lo sospettavo, la mia ragione lo sussurrava da tempo, infondo lei era l’unica ad Hogwarts in quel periodo. Devi sapere che Astoria dopo la guerra è stata spedita a Beauxbatons dai genitori, dove poi ha incontrato Draco, durante i suoi anni alla scuola di legge. Era il mio cuore che non mi permetteva di crederci Harry, solo il mio maledetto cuore. >>
Le parole della ragazza rimbombarono nella stanza silenziosa, come un eco di un pensiero lontano.


§§§

Un gruppo di Auror aveva appena portato via Ginevra, la quale aveva confessato ogni cosa, accusando Draco di voler rovinare ogni buona azione ottenuta con la guerra e la vittoria. Hermione era sulla soglia assieme a Ron, la porta aperta per far uscire Draco ed Astoria.
<< In bocca al lupo per le nozze allora >> cinguettò quest’ultima.
<< Crepi, anche a voi. >> rispose Ron pacato.
Il silenzio invase l’ingresso, mentre Hermione incontrava gli occhi glaciali di Malfoy.
Cosa aveva sperato?
Che lui la salvasse col suo cavallo bianco e corressero assieme verso il tramonto?
Che lui abbandonasse Astoria lì sulla soglia per lanciarsi a baciarla?
Hermione, questo non è un romanzetto rosa. Cercò di ricordare a sé stessa.
<< Bene, allora dovremmo fare una cena una sera di queste, così ci racconteremo tutti i dettagli delle cerimonie >> proferì senza colore.
<< Certo … sicuro … certo >> borbottò Draco.
<< Arrivederci >>
<< Arrivederci >>
La porta si chiuse senza nemmeno fare rumore, il cuore di Hermione smise di battere nello stesso momento, per poi riprendere un istante dopo.


:::::::::::::::::::::::: SPAZIO AUTRICE :::::::::::::::::::::::::::::::::

 Ecco, adesso potete cominciare a tirare i pomodori! Prego! * L'autrice si mette in posa come bersaglio, braccia aperte ed occhi chiusi*
Ricordo che questo è l'ultimo capitolo e che dalla fine vi separa solo un epilogo di due paginette.
Non ho risposto alle vostre recensioni, mea culpa, ma ho avuto da fare, preparerò qualcosa di interessante da scrivere per farmi perdonare, stavo pensando ad un "Making of", dove ad ogni recensione agli ultimi due capitoli lasciati io vi descrivo un po' come è nata e si è sviluppata la storia. Chi è d'accordo metta il dito qui sotto!

L'epilogo arriverà mercoledì.
Grazie a tutti.
LyliRose

   
 
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