Film > Kill Bill
Ricorda la storia  |      
Autore: cellerdoor_    16/06/2006    5 recensioni
Solo una breve descrizione introspettiva di quello che è il mio personaggio preferito di Kill Bill, interpretato magistralmente da Lucy Liu, O-REN ISHII. Scritta perchè non potevo farna a meno, dopo aver ascoltato Skip Divided, dal primo nuovo bellissimo album di thom yorke.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Silenzioso, e quasi in bianco e nero: se le sue labbra non fossero state rosse di un rossetto passato in fretta, ma con precisione esasperante, in mattinata, avrebbe pensato di essere un fotogramma di qualche vecchio film muto. Niente, niente si muoveva intorno. Per qualche secondo trattenne il respiro, poi riprese più forte, per paura di scomparire. Intorno solo neve, e lapidi e alberi, ma bianchi anch’essi perché ricoperti dai fiocchi caduti. Un fiumiciattolo chiazzato di sporco e nevischio (quale meraviglia per i suoi occhi, un contrasto così forte!) le scorreva accanto. Guardò nell’acqua putrida e uno sguardo stanco le rispose di rimando, così i suoi occhi le piacquero un po’ meno del solito e per un istante li socchiuse, poggiandosi una mano alla tempia. Stanca, che fosse stanca non c’era nessun dubbio. Si strinse più forte il kimono, si massaggiò le braccia, forse per stimolare la circolazione, forse per ripararsi, proteggersi da qualche male che aveva dentro di sé. O-Ren Ishii era sempre stata una donna spietata. Spietata, vanitosa, razionale. Non si era mai pentita della sua vita, e non se ne pentì in quel momento. Né in quello dopo. Era una donna bidimensionale, dal momento che tutta la sua esistenza era stata un insieme di azioni e reazioni concatenate fra loro. Si sedette. Se fosse stata più debole si sarebbe chiesta qual era stata l’ultima volta che aveva sentito il suo cuore contrarsi in un’emozione, se fosse stata più saggia avrebbe dedotto che da quella stramaledetta notte era passato troppo tempo. Se non fosse stata così vendicativa, non ricorderebbe che aveva solo nove anni quella notte. Se solo fosse stata meno razionale, si sarebbe abbandonata al ricordo. Un ricordo che faceva male, l’avrebbe rivissuto dieci, cento, mille volte, finchè non sarebbe diventato solo una sequenza di immagini, e suoni, e non le sarebbe più davvero appartenuto, se solo fosse stata meno razionale, attraverso il dolore si sarebbe trascinata fino alla catarsi. Invece l’orgoglio la tratteneva in quello stato. Il bellissimo aneroide nipponico si alzo in una mossa da persiana, fulminea lasciò che la spada le cadesse in mano, la estrasse come se fosse stato un gesto voluto dal cielo, in un brave grido di inquietudine si mise in posizione da difesa, e, nonostante gli alberi non sembrassero poi un pericolo così imminente, prese a scalfirli, e tagliarne le foglie, allenandosi su potenza e precisione. Si allenò fino al crepuscolo, zitta, senza che un solo respiro si trasformasse in suono, nient’altro che aria uscì dalle sue labbra, e nient’altro che quella vi entrò. Tutto il pomeriggio ad affilare gli artigli, se non fosse stata com’era, si sarebbe fatta una gran pena. Invece lei, quando vide il sole tramontare, semplicemente controllò che il abito bianco non si fosse sporcato di fango e rinfoderò la spada. Di nuovo si ebbe l’impressione (stavolta dalla sua camminata) che fosse per metà felina, le mani piccole e aggraziate si strinsero intorno alla maniglia della porta e per poco non le scappò una risata pensando che doveva essere ben stupida La Sposa per non aver sospettato di niente. Quel giorno non vide il sole tramontare, non ci fece caso. Del resto, cosa ne poteva sapere, che sarebbe stato l’ultimo della sua vita?
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Kill Bill / Vai alla pagina dell'autore: cellerdoor_