Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    09/10/2011    5 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettere, fiocco rosa/blu e un nuovo cavaliere per il ballo

< Cinque giorni, ti rendi conto? Tra cinque giorni terminerò la mia carriera scolastica da liceale! > esclamai mentre versavo una valanga di cereali Capn' Crunch nella ciotola.
Robert scosse la testa ridendo e quando posai la scatola dei cereali fece lo stesso. Ebbene sì, avevo convertito anche lui a quei cereali.
< Prima devi solamente passare gli ultimi test finali >
< Grazie per avermelo ricordato, Mister Guastafeste > replicai facendogli la linguaccia.
Dopo aver finito di fare colazione posai la ciotola dentro la lavastoviglie e baciai Robert.
< Questa sera non ci sono, mi vedo con Emma > disse prima di lasciarmi andare a scuola.
< Okay, allora salutamela e…io e te ci vediamo domani >
Lo salutai con la mano e dopo essere uscita da casa corsi a prendere Jenny e come sempre arrivai a scuola all'ultimo minuto.
Stavamo trascorrendo le ultime settimane ripetendo a scuola tutto il programma svolto ed ero parecchio stressata, senza contare che non potevo lasciare la scuola prima delle sette, perché dopo le lezioni mi aspettavano gli ultimi allenamenti in attesa della grande partita per la finale del campionato.
< E se sabotassimo l'allenamento di oggi? > propose Megan durante la pausa pranzo < Ve lo giuro, ragazze, io non ce la faccio più >
< Non sei l'unica > ribatté Mary mentre addentava la mela < il coach è impazzito, ci sta facendo sgobbare come delle matte, senza contare che quando arriviamo a casa abbiamo tutti i compiti da fare. Non vedo Juan da cinque giorni >
< A chi lo dici! > replicò Vanessa < Tay ed io abbiamo litigato ieri perché era venuto a prendermi per farmi una sorpresa, ma io l'ho cacciato via perché dovevo studiare biologia. E invece lei > disse indicando me < è la più fortunata. Il suo fidanzato le abita accanto, quindi possono dormire insieme quando vogliono >
< E chi ti dice che Robert ed io abbiamo dormito insieme questa notte? >
< Oh, ti prego! > replicò ridendo < Hai la camminata da una che ha fatto sesso. Io le noto queste cose, quindi non negare l'evidenza >
Arrossi e mi grattai la testa.
< Possiamo parlare di tutto, all'infuori della notte trascorsa tra me e Robert? >
< Giusto > intervenne Megan dandomi una pacca sulla spalla < a proposito, tu devi ancora dirmi una risposta >
< E cioè? >
< È o non è un dio del sesso il tuo fidanzato? >
< Oh, ancora con questa storia? Dalla mia bocca non uscirà niente, lo vuoi capire? >
< Hey, capo, sei tu che dici sempre che dobbiamo essere oneste tra di noi! >
Scossi la testa disperata, mentre le altre ragazze non facevano altro che ridere.
< Uhm, la Taylor si è fatta nera oggi > disse Hilary indicandola.
< Peccato, mi sarebbe piaciuto vederla a scuola con i capelli verdi > ribattei ridendo.
< Sei stata una gran bastarda > intervenne Kate.
< Doveva pagare > dissi in mia difesa alzando le spalle: da quando mi aveva giocato quel tiro mancino con Kristen non mi ero ancora vendicata, così ieri avevo deciso di fargliela pagare colpendola nel punto debole di ogni donna, i capelli, e mentre lei era impegnata agli allenamenti delle cheerleader, ero entrata nello spogliatoio e avevo versato della tinta verde dentro il suo shampoo.
< Mi spiace solo non averla vista > intervenne Jenny sbuffando e Sarah ed io ridemmo.
< Ragazze, voi lo sapete che quest'anno il capo redattore dell'annuario è mia sorella? > ci chiese Sarah.
< Sì, ce lo avrai detto un milione di volte > rispose Megan sbuffando.
< E sapete anche che ieri Michelle ed io, dopo l'allenamento, siamo rimaste a scuola per vedere la reazione di Olivia, che le abbiamo scattato una foto con i capelli verdi e che mia sorella mi ha promesso di pubblicarla nell'annuario? >
Le ragazze scoppiarono a ridere, si complimentarono con noi due per la trovata geniale e tutte insieme alzammo le nostre lattine di Coca-Cola e facemmo un brindisi ai capelli verdi di Olivia.
Ad un certo punto il mio cellulare squillò e quando vidi che era Robert mi alzai dal tavolo e uscii in giardino.
< Ciao straniero >
< Mitchie, l'appuntamento con Emma è stato rimandato a domani, ti va di vederci questa sera? Ho bisogno di parlarti di una cosa >
< Va bene, allora quando esco da qui vengo a casa tua. Devo preoccuparmi? >
< Tu no, ma io sì >
< Che vuoi dire? >
< Lo capirai più tardi. A stasera >
Rimasi a guardare il cellulare per diverso tempo, mentre cercavo di capire cosa volesse intendere con quell'ultima frase.
< Va tutto bene? > domandò Jenny sedendosi accanto a me sul prato.
< Il mio fidanzato ha iniziato ad usare frasi criptate > risposi guardandola < uomini, chi li capisce è bravo. Ma tu cosa ci fai qui? >
< Volevo parlarti di una cosa prima di tornare alle lezioni >
< Spara >
< Vedi, io ho un… >
< Michelle! > esclamò il professor Rodriguez interrompendoci.
< Scusa, faccio subito > dissi guardando la mia amica e dopo essermi alzata dall'erba lo raggiunsi < salve, prof >
< Hai un momento? Avrei bisogno di parlarti >
< Certo > risposi e lo seguii fin dentro la sua classe.
< Puoi chiudere la porta? > mi chiese una volta dentro e eseguii il suo ordine < Michelle, volevo mostrarti questa > disse porgendomi una lettera.
< Una lettera? >
< È una lettera di raccomandazione per te per Yale >
< Cosa? > chiesi guardandolo sconvolta.
< A dire il vero questa è una copia. L'originale l'ho spedita due settimane dopo che tu mi hai detto di aspirare ad entrare a Yale nella facoltà di medicina. Michelle, sei la studente più brillante del mio corso ed io ho voluto fare questo. Il tuo coach, la professoressa di chimica ed io abbiamo firmato la lettera e speriamo che possa servire a qualcosa. Intanto vorrei che avessi la copia per sapere quello che abbiamo scritto > disse porgendomi la lettera.
< Io non so davvero cosa dire >
< Un grazie andrebbe bene >
< Grazie! > esclamai e per la prima volta in cinque anni lo abbracciai < Grazie, grazie, grazie! Vi sarò per sempre riconoscenti per tutto >
< Prima bisogna vedere se la nostra lettera conterà qualcosa >
< Quello che mi importa è il gesto. La ringrazio davvero >
< Non c'è di che. E ora vai a goderti gli ultimi attimi di pausa, ci vediamo al suono della campanella >
Gli sorrisi e uscii dalla classe per raggiungere Jenny, ma quando rientrai in caffetteria la vidi assieme a Walter e decisi di non interromperla, così presi il mio zaino, salutai le ragazze e mi incamminai con Emily nella classe di spagnolo, dal momento che era suonata la campanella di inizio delle lezioni.
< Salve, ragazzi > ci salutò il professor Rodriguez entrando in classe.
< Salve > rispondemmo in coro e tutti si misero a sedere nelle rispettive sedie.
Il professore aprì il registro e fece scorrere la penna su di esso per scegliere delle persone da interrogare.
< Michelle Waldorf, ti interessa l'eccellenza? > domandò guadandomi sorridendo e lo guardai sconvolta per la seconda volta.
Mi aveva dato la lettera di raccomandazione e ora voleva interrogarmi? Sospirai e mi alzai dal banco.
< Sì, professore > dissi avvicinandomi alla cattedra e insieme a me chiamò Emily.
Mi aveva dato la lettera di raccomandazione e sapeva benissimo che se mi fossi rifiutata dopo aver saputo della sua esistenza lo avrei deluso. Era un genio, ma allo stesso tempo bastardo. La fortuna, però, girò dalla mia parte e feci una bella interrogazione, così il professore mi rimandò a posto dopo un quarto d'ora, mentre Emily la tenne un po' di più, ma andò bene anche lei.
Alle quattro terminarono le lezioni e prima di andare a cambiarmi in palestra corsi in bagno e aprii la lettera per leggerla.

Gentili signori del centro ammissione di Yale,
Il coach Andrew Mendler, la professoressa Nicole Judd ed io, il professore Miguel Rodriguez, del Santa Monica High School vorremmo presentare questa lettera di raccomandazione per la signorina Michelle Waldorf, studentessa dell'ultimo anno nella nostra scuola, che ha fatto domanda per entrare nel vostro college.
La signorina Waldorf è una delle ragazze più brillanti che abbiano mai messo piede in questa scuola, è volenterosa, partecipa attivamente in classe e alle attività extrascolastiche. I miei colleghi ed io ci teniamo a dire che sarebbe un vanto per voi avere nella vostra scuola un elemento come lei, perché Michelle è in grado di fare grandi cose.
Nell'attesa che voi prendiate la vostra decisione, vi porgiamo i nostri cari saluti
Andrew Mendler
Nicole Judd
Miguel Rodriguez

Lessi quella lettera almeno una quarantina di volte e mi commossi anche, non mi era mai capitato di avere la fiducia di un professore al punto tale da scrivere una lettera di referenze per me.
Quando vidi che si erano fatte le quattro e dieci corsi in palestra, mi cambiai e diedi il massimo agli allenamenti, tanto che anche le ragazze mi fecero i complimenti e il coach Mendler fu così soddisfatto da farci finire l'allenamento mezz'ora prima.
< Coach, posso parlarle un attimo? > domandai quando fummo praticamente soli.
< Certamente > rispose sorridendomi < mi dai una mano, intanto? > chiese mentre indicava i tappetini.
< Ecco, io… > cominciai mentre lo aiutavo < il professor Rodriguez mi ha consegnato una copia della lettera di raccomandazione per il college e volevo ringraziarla >
Il coach Mendler si mise le mani sui fianchi e mi sorrise.
< Michelle, ho solamente firmato un pezzo di carta, sei tu che hai fatto tutto il resto. E come sicuramente ti avrà detto Miguel, è tutto merito tuo >
Sorrisi e lo abbracciai.
< Grazie, coach >
< Coraggio, vai a cambiarti ora > rispose e vidi che aveva gli occhi un po' lucidi < questa sera tu e le altre dovete riposarvi, la finale ci sarà tra due giorni >
Gli sorrisi e raggiunsi le altre nello spogliatoio e dopo essermi fatta la doccia tornai a casa da Robert. Bussai e attesi impazientemente che mi aprisse.
< Ciao > disse sorridendomi.
< Tu non hai idea di quello che è successo oggi! > esclamai entrando in casa e ignorai il bacio che stava per darmi.
< Cioè? >
< Rodriguez mi ha confermato l'eccellenza e lui, il coach e la professoressa Judd hanno scritto una lettera di raccomandazione per me! Ti rendi conto?! >
< È splendido > disse sorridendo e si avvicinò per baciarmi ancora, ma ero talmente euforica che lo ignorai anche quella volta lì < Michelle, me lo dai un bacio? >
Risi e mi lanciai sulle sue labbra, scambiandoci così un bacio appassionato.
< Allora, di cosa volevi parlarmi? >
< Coraggio, vieni > disse facendomi sedere sul divano < ho una notizia buona e una cattiva, quale vuoi prima? >
Ci pensai su e appoggiai la schiena al cuscino.
< Dammi la cattiva notizia >
< No > replicò < ti do prima la buona, ha più senso dirti quella prima >
Risi e gli presi una mano.
< Va bene, ti ascolto >
< Emma mi ha chiamato dicendomi che hanno scelto me per il volto maschile della nuova linea di abbigliamento di Armani e il servizio fotografico si terrà in Argentina >
< È fantastico, congratulazioni! > esclamai lanciandomi ad abbracciarlo < So che ci tenevi molto, sono davvero orgogliosa di te! >
< Grazie > rispose sorridendo.
< E la cattiva notizia? >
< Parto tra tre giorni > disse guardandomi dispiaciuto.
< Tre giorni? Ma ti perderai il ballo e la consegna dei diplomi >
< Lo so e mi dispiace >
< Ti rendi conto che io potrei picchiarti perché tu mi stai dando buca a pochi giorni dal ballo? Ma sei fortunato perché hai una giustificazione valida. Anzi, sai che ti dico? Non ti perdono! > esclamai incrociando le braccia al petto e assottigliai lo sguardo < Da oggi in avanti tu non devi più parlarmi, guardarmi né tanto meno pensarmi >
< E se volessi fare l'amore con te? >
< È proibito! > risposi minacciosa imitando la voce della Bestia nel cartone animato della Disney, ma Robert mi guardò e si mise a ridere, così mi alzai dal divano, presi un fazzoletto e una penna e dopo avervi scritto sopra che Robert non avrebbe più dovuto ronzarmi attorno glielo consegnai per firmarlo, ma Robert ci si soffiò il naso < Oh, tu non hai idea di quanto io ti odi >
< Un briciolo in confronto a quanto ti odio io, sappilo >
Assottigliai ancora di più lo sguardo e portai il viso vicino al suo.
< Hai per caso intenzione di sfidarmi? Guarda che sono più furba di te e potrei batterti. Senza contare che io ho questa > dissi prendendo in mano le chiavi di casa e gli mostrai il portachiavi.
< Wow, hai un portachiavi >
< Non prendermi in giro, Pattinson… > lo intimai cliccando sul pulsante e un piccolo fascio di luce verde partì dal portachiavi < io ho la spada laser >
Di certo l'ultima cosa che mi aspettavo era vederlo piangere, ma stava ridendo talmente tanto che all'improvviso gli vennero le lacrime.
Mi catapultai su di lui per…beh, non so bene per fare cosa, visto che lui non soffre il solletico, ma nessuno poteva deridere la mia spada laser,
nessuno.
< Non credevo fossi una fan di
Star Wars >
< Infatti non lo sono > replicai ancora tra le sua braccia < ma ho sempre desiderato una spada laser >
< Sei la solita voglina >
< Sei la solita voglina > ripetei facendogli il verso.
< Me lo dai un bacio? >
Lo guardai con il sopracciglio inarcato.
< Scordatelo >
< Nemmeno uno piccolo piccolo? >
< Non te lo meriti >
< Minuscolo? >
< No >
< Okay > disse e dopo avermi bloccato il mento mi baciò con la forza.
< Robert! > esclamai mollandogli una pacca sul petto.
< In un modo o nell'altro devo arrangiarmi >
< Ti detesto >
< Bugiarda >
< No, davvero > replicai guardandolo con superiorità.
Pochi minuti dopo il mio stomaco iniziò a brontolare, così Robert mi lasciò a cucinare qualcosa, mentre lui era andato a farsi una doccia. Avevo già detto di odiarlo, vero?
Erano passati dieci minuti, la cena era praticamente pronta e il signorino non era ancora arrivato. Tirai fuori dal frigorifero una bottiglia di birra, la aprii e quando suonò il telefono di casa andai a rispondere, tanto non era la prima volta che lo facevo.
< Pronto? >
< Brutto bastardo che non ti fai mai sentire! > esclamò una voce sconosciuta.
< Il bastardo è sotto la doccia >
< Con chi parlo? > chiese titubante.
< Sono Michelle. E tu? >
< Sono Bobby…Long >
< Tu devi essere l'altro membro della banda >
< Sì, esatto > rispose ridendo < e immagino che tu sia la sua fidanzata >
< Esattamente. È un piacere conoscerti >
< Il piacere è tutto mio. Quando Robert finisce potresti… >
Improvvisamente Bobby smise di parlare e sentii delle voci indistinte.
< Pronto? >
< Mitchie! > esclamò una seconda voce, che riconobbi essere quella di Tom.
< Tom! > risposi ridendo < Come stai? >
< Sto bene, grazie. Tu? >
< Tutto nella norma. Le riprese? >
< Sono tornato ieri, sono andate alla grande >
< Vedi, tu sì che prendi seriamente il tuo lavoro! Robert invece è una polenta e tutte le volte che è a girare qualcosa sta via mezzo secolo >
< Questo è un motivo in più per scaricarlo e frequentarmi >
Risi e mi misi a sedere sul tavolo.
< Lo prenderò in considerazione > risposi e mi alzai quasi subito per controllare che la carne fosse cotta, ma nel momento in cui il mio sedere lasciò il tavolo Robert me lo palpò con entrambe le mani < ma sei scemo?!?!?!? > urlai voltandomi e quello stupido mi scoppiò a ridere in faccia < Tom, è ufficiale, Robert ed io abbiamo chiuso. Vienimi a prendere quando ti pare >
Robert ascoltò la mia ultima battuta con la bocca spalancata e poi mi sfilò il telefono di mano < Tom, se ci provi te lo taglio, siamo intesi?…No, non mi interessa. Uomo avvisato, mezzo salvato >
Mi appoggiai al bancone della cucina e lo guardai intrattenersi con Tom e Bobby.
< Saluta i bambini, è ora di andare a tavola >
< Stai scherzando? > replicò Robert al telefono, ignorandomi < Ma…quando è successo? >
< Cosa? > domandai curiosa, ma lui mi fece segno di stare zitta.
< Amico, sono felicissimo per te e già che ci sono ti auguro buona fortuna, mia sorella è un tornado. Ma, hey, contento tu…sì, certo. Salutami Bobby e Vic…e anche Marcus e Andrew quando li senti! Buona serata >
< Allora, allora, allora? > domandai saltando sul posto, curiosissima, quando Robert posò il telefono al suo posto.
< Tom esce con Vic >
< No! > esclamai piacevolmente sconvolta.
< Già, sembra strano da dire, eppure è così >
< E a te sta bene? >
< Direi di sì > replicò sorridendo e mi avvicinai a lui.
< Rob… > gli dissi giocando con il bordo dei suoi jeans, mentre lui deglutiva < coraggio, la cena si raffredda > continuai allontanandomi e mi sedetti a tavola.
< Cosa…? No! >
< Mi dispiace signorino, ma siccome tu mi dai buca per il ballo, io questa sera ti lascio in bianco >
< Sei sleale >
< No, ho imparato le regole > ribattei ghignando.
< Ma a me dispiace lasciarti da sola per il ballo >
< Ma te pensa, a me non dispiace per niente lasciarti in bianco, invece >
Robert mi guardò malissimo e bofonchiò qualcosa di incomprensibile e per tutta la cena mi guardò con una faccia da cane bastonato, mentre io tentavo di non ridergli in faccia da quanto sembrava stupido.
< Sei mai stata in Spagna? > domandò all'improvviso.
< Mai > risposi dopo aver deglutito < l'unico posto che ho visitato in Europa è Londra. Megan e Hilary ci sono state e mi hanno detto che è splendida. Avevo fatto richiesta per essere inserita nel gruppo di studio con il professor Rodriguez per andare in Spagna per due settimane, ma poi mi sono trasferita in clinica, sono stata bocciata e quindi è saltato tutto >
Robert annuì e tornò a mangiare senza proferire più alcuna parola e dopo cena si attaccò davanti al computer. Decisamente un bel modo di passare la serata insieme.
< Mitchie, io vado a dormire > mi disse verso le dieci e mezza venendo in salotto dove io stavo guardando un film da sola.
< Rob, ho per caso detto o fatto qualcosa di sbagliato? >
< Perché? > domandò sedendosi accanto a me.
< Mi hai ignorato per tutta la sera, mi avevi chiesto di vederci e invece sei stato tutto il tempo attaccato al computer >
< Avevo delle cose da fare, mi dispiace. Vieni a dormire anche tu? >
< Vado a casa > replicai stizzita spegnendo la televisione e mi alzai in piedi.
< Okay > disse baciandomi la guancia e mentre se ne andava di sopra il mio sguardo inviperito lo seguiva.
Lo infamai lentamente e rientrai in casa, andando a dormire dopo aver sistemato la divisa sulla sedia. La mattina dopo mi svegliai con un odore di brioche calda appena sfornata e quando aprii gli occhi ne trovai una su un piattino, con tanto di rosa accanto; sorrisi e annusai il fiore e quando alzai lo sguardo vidi Robert osservarmi sul ciglio della stanza.
< Cosa hai? >
< Di cosa stai parlando? >
< Ti ricordo che prima di essere la tua ragazza sono stata tua amica, ti conosco. Quando stai bene i tuoi occhi parlano, mentre ora sono spenti, esattamente come ieri sera >
Robert sospirò e si sedette sul letto accanto a me.
< Non è niente, mi mancano semplicemente i miei amici >
Sorrisi e appoggiai il mento sulla sua spalla, mentre con la mano destra gli accarezzavo la guancia.
< Perché non ti prendi una vacanza e vai a Londra? >
< E non preferiresti che trascorressi il mio tempo libero con te? >
< Rob, sono la tua vicina di casa, possiamo vederci ogni volta che vogliamo >
< Ma tu tra tre mesi andrai al college >
< Robert…parti > replicai e dopo avermi preso il volto tra le mani mi baciò < ma quando torni dovrai farti perdonare, quindi vedi di portarmi tante cose costose da Londra >
< Ad esempio? >
< I gioielli della corona sono molto graditi >
Robert rise e mi diede un buffetto sul naso.
< Vedrò quello che posso fare. Vuoi un passaggio per andare a scuola? >
Mi si illuminò il volto e gli saltai addosso.
< Sì, sì, sì! Chiamo Jenny e le dico di non passarmi a prendere >
Schizzai fuori dal letto per chiamare la mia amica, ma il tono della sua voce mi fece preoccupare.
< Mitchie, stai bene? > chiese Robert quando finii di parlare con Jenny al telefono.
< Jenny mi è parsa strana al telefono >
< Vuoi che passiamo a prendere anche lei? >
< No, ha detto che oggi non sarebbe venuta a scuola >
Dopo essermi preparata per la scuola telefonai a Jenny alla fine di ogni ora, ma rifiutava sempre le mie chiamate, così decisi di lasciarla stare, finché verso la fine della giornata scolastica mi mandò un messaggio nel quale mi chiedeva di incontrarla da Wallies dopo l'allenamento.
Fortunatamente quel giorno il coach non ci trattenne oltre le sei, così mi feci una doccia in fretta e furia e poi mi feci accompagnare da Megan al luogo dell'appuntamento. Una volta entrata vidi Jenny aspettarmi in un un tavolo nell'angolo del locale.
< Jenny? > la chiamai quando fui vicina a lei.
< Ciao > rispose sorridendomi < forza, siediti. Sto morendo di fame, ti va un frullato? >
Annuii e la guardai chiamare la cameriera, dirle le nostre solite ordinazioni e quando mi guardò mi sorrise falsamente.
< Jenny, come stai? >
< Sto bene > replicò sorridendomi falsamente per la seconda volta.
< Ti conosco, stai mentendo >
< Ma sto bene >
Odiavo essere presa per i fondelli, specialmente da Robert, Sarah e Jenny, le persone più importanti per me, così mi alza dalla sedia e posai sul tavolo cinque dollari.
< Questi sono per il mio frullato. Non ho intenzione di restare a farmi prendere in giro, torno a casa >
< Aspetta! > esclamò trattenendomi per un braccio < Hai vinto >
< Mi dirai la verità? >
< Sì >
< Okay > replicai sedendomi e aspettai che iniziasse a parlare.
< Non mi giudicherai, vero? >
< L'ho mai fatto? > chiesi sorridendole e le strinsi la mano per infonderle un po' di coraggio.
< C'è un motivo se oggi non sono venuta a scuola > disse dopo che la cameriera ci consegnò i nostri frullati < avevo un appuntamento con il dottor Richardson, ma alla fine non mi sono presentata. E dire che ero sicura, non lo volevo, ma quando sono arrivata davanti all'ambulatorio non ce l'ho fatta e sono scappata via >
< Chi è il dottor Richardson? > domandai interrompendola, ma lei iniziò a piangere.
< Ho avuto paura, ma non facendolo ho più paura ora. E se non ne fossi all'altezza? Io avevo dei progetti, volevo andare ad Harward a studiare legge! >
< Jenny, non capisco > dissi stringendole le mani e gliele accarezzai.
Tirò su col naso e prese dalla borsa un foglietto piegato in quattro, che mi porse. Lo aprii e all'inizio non riuscii a capire cosa quei dati volessero dire, ma la parola
stato interessante mi fece capire tutta la parte precedentemente scritta.
< Mi stai prendendo in giro? > chiesi sconvolta e lei fece di no con la testa.
< Oggi avevo l'appuntamento per andare ad abortire, ma non ce l'ho fatta >
Guardai la mia migliore amica e senza dire qualcosa andai ad abbracciarla, mentre lei si sfogava sulla mia spalla.
< Walter lo sa? >
< No >
< Vuoi tenerlo? >
< Non sono pronta ad essere madre > replicò alzando le spalle < ma non so nemmeno cosa voglio >
Strinsi Jenny nel mio abbraccio.
< Qualunque decisione tu prenda io ti starò accanto, hai capito? Non resterai sola >
< Grazie >
Aspettai che si calmasse e quando tornai a sedere le raccontai della piatta giornata scolastica che avevo trascorso e dell'ennesima ramanzina da parte di Rodriguez per Olivia. Verso le otto e mezza Walter e la sua sorellina entrarono dentro il locale, si sedettero di fianco a noi e quando andarono ad ordinare da mangiare dissi a Jenny che li avrei lasciati da soli e che avrebbe dovuto raccontargli tutto.
< Io vado > dissi quando Walter e Lisa tornarono a sedersi.
< Non te ne vai solo perché siamo venuti noi, vero? > domandò Lisa con uno sguardo triste.
< Ma certo che no, piccolina. Devo andare a casa > le risposi scompigliandole la frangetta e dopo aver salutato Walter e Jenny chiamai un taxi e tornai a casa, mentre durante il tragitto non feci altro che pensare a Jenny: se era capitato a lei, una delle persone più razionali del mondo, perché non poteva accadere anche a me?
< Signorina, si sente bene? > domandò il tassista guardandomi < È pallida come uno straccio >
< Sto bene > replicai scendendo dalla macchina e in quell'esatto momento Robert uscì di casa con Emma e una orda di giornalisti che lo seguivano.
Robert si fece largo tra la folla di flash e mi venne incontro.
< Salve, saldo io il conto della signorina. Quanto è? >
< Trentacinque dollari > rispose il tassista e subito dopo ripartì.
< Grazie > dissi sorridendogli.
< Stai bene? > domandò Robert guardandomi preoccupato.
< Possiamo parlarne più tardi? > replicai mentre mi guardavo intorno.
< Okay. Ma stai bene, vero? >
< Sì >
Gli baciai la guancia e dopo aver salutato Emma con la mano mi feci largo tra la folla e mi chiusi in casa. Possibile che fossi io quella sconvolta?
Mi stesi sul divano e mi addormentai di colpo, svegliandomi la mattina dopo senza aver toccato un libro e dal momento che il professor Simpson ci aveva detto che avrebbe interrogato sui compiti che aveva dato ieri a scuola da fare a casa mi diedi malata. Oltretutto Robert quest'oggi sarebbe partito e volevo salutarlo. Gli mandai un messaggio dicendogli di passare da me non appena avesse un minuto libro e me lo ritrovai davanti alla porta trenta secondi dopo.
< Come mai non sei andata a scuola oggi? >
< Ieri non ho studiato > risposi facendolo entrare in casa < come è andata l'uscita? >
< Bene, anche se ero stanco morto >
Sorrisi e lo abbracciai.
< Cosa hai deciso di fare allora? Dopo l'Argentina torni a casa o vai a Londra? >
< Credo che starò un po' con i miei amici >
Annuii e appoggiai una mano sulla sua guancia.
< Non abituarti troppo alla mia assenza però >
Robert rise e mi baciò la guancia.
< Fidati, questo non accadrà. Ieri cosa avevi? Ieri mattina quello strano ero io, mentre alla sera lo eri tu >
< Jenny è incinta >
Robert sgranò gli occhi.
< Ne sei sicura? >
< Mi ha fatto vedere le analisi e è scritto che è in stato interessante >
< E come sta? >
< È shockata, un po' come me >
< Walter lo sa? >
< Fino a ieri lui non sapeva niente >
Robert si sedette sul divano e mi invitò a sedersi sulle sue gambe.
< Scusa, ma perché anche tu sei sotto shock? >
< Perché mi shocka sapere che la mia migliore amica, che ha diciotto anni, è incinta > dissi alzandomi in piedi e gli tesi la mano < devo darti una cosa, seguimi >
< Agli ordini > replicò afferrando la mia mano e non me la lasciò fino a che non salimmo le scale ed arrivammo in camera mia.
< Ecco, prendi > dissi porgendogli Priscilla(*), il mio peluches a forma di cigno che avevo comprato ad Hyde Park al
The Boat House < così quando sarai via tutte le volte che la guarderai mi penserai >
< Vuoi davvero privarti di Priscilla? > domandò sorridendomi.
< Solo per questa volta >
< Grazie > disse baciandomi e quando alzò lo sguardo sorrise amaramente < è il vestito del ballo? >
< Sì > replicai voltandomi verso il vestito appeso sull'anta dell'armadio.
< Mi dispiace >
< A tal proposito…Robert, devo parlarti > gli dissi indicandogli il letto.
< Cosa devi dirmi? >
< Prometti di non arrabbiarti? >
< Prometto che mi arrabbierò >
< Non vale > replicai imbronciandomi.
< Coraggio, non tenermi sulle spine >
< Ti ho mai parlato del mio amico Jeremy? >
< No > replicò assottigliando lo sguardo < chi è questo ragazzo? >
< Jeremy è…lui veniva nella mia stessa scuola, ma siamo diventati amici in clinica. Quando è arrivato era davvero in pessime condizioni, all'inizio temevano tutti che non ce la facesse, la sua sete di eroina era talmente tale da credere che una volta fuori ricadesse nel giro. Lui stesso era il primo a crederlo, pertanto ha continuato a studiare lì ed ora è uscito per dare gli esami finali ed è tornato a scuola. Comunque…ci siamo visti durante la lezione di storia, abbiamo parlato e quando mi ha detto che per il ballo sarebbe rimasto a casa gli ho chiesto di farmi da accompagnatore. E lui ha accettato >
Lo guardai con la bocca serrata mentre lui fissava davanti a sé e annuiva. A dire il vero era abbastanza inquietante. Poi si alzò e mi fissò negli occhi.
< Potrebbe provarci con te? > domandò.
< No, assolutamente. Abbiamo provato a frequentarci, ma non è andata bene. La nostra è più una relazione tra fratello e sorella, lui è sempre stato molto protettivo nei miei confronti quando eravamo in clinica. Non so se lo sai, ma io sono rimasta chiusa lì per sei mesi e ci siamo frequentati per due. Il resto del tempo che ho trascorso lì siamo stati amici. E anche se non ci siamo visti per tutto questo tempo, ogni tanto sono andata a trovarlo. Sai, quando gli ho raccontato di quella famosa volta della tua indecisione tra me e Kristen mi ha detto che nonostante avessi scelto me aveva una gran voglia di romperti il setto nasale >
Robert rise e mi porse la mano per invitarmi ad alzarmi.
< Voglio conoscerlo. E se mi farà una buona impressione acconsentirò alla vostra uscita, in caso contrario ti rapirò e ti porterò con me in Argentina >
< Ma così non mi diplomerò >
< Questo è un problema tuo. Puoi dirgli di passare dopo la scuola? >
< Certo > replicai sorridendo e gli inviai subito un messaggio, ricevendo qualche minuto dopo la sua risposta, ovvero che nemmeno lui era andato a scuola perché non aveva studiato per Simpson e che sarebbe venuto subito < Rob, sta per arrivare. Ti prego, non picchiarlo, è uno dei due ragazzi maschi a cui affiderei la mia vita >
< Chi è l'altro? > domandò con disappunto e gli diedi uno scappellotto in testa.
< Tu, sciocco >
Scendemmo al piano inferiore e attendemmo l'arrivo di Jeremy e non appena suonò il campanello, Robert mi mise un braccio attorno alle spalle.
< Andiamo a conoscere il tuo amico > disse spingendomi verso l'entrata.

 

(*) Priscilla esiste davvero. Non scherzo! È il mio peluche che dorme con me (sì, ho 19 anni, vado all'università e dormo con un pupazzo xD) L'ho comprato due estati fa a Londra *____*

Buonasera!
Allora, chiedo perdono per il mio ritardo, ma ieri pomeriggio sono stata al cinema a vedere Abduction (grande flop per me), alla sera alla Notte d'Oro, oggi ho aiutato mamma con il suo stand e sono arrivata un'ora fa a Urbino. Quindi, eccomi qui! :D
Ringrazio le cinque sante che hanno recensito, dopo una settimana isolata dal mondo mi sono trovata le vostre preziose recensioni, grazie <3 E ovviamente ringrazio anche i lettori silenziosi che spendono qualche minuto per me <3

Giulls

   
 
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