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Autore: kateausten    09/10/2011    5 recensioni
Mentre l'acqua cominciava a bollire, Hagrid pensò che avrebbe sempre visto Harry come quel ragazzino magro e sciupato che guardava ad occhi spalancati la torta che gli aveva portato per il suo compleanno.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Rubeus Hagrid guardò fuori dalla finestra della sua piccola casetta ai margini della Foresta Proibita. Si grattò la testa cespugliosa e mise su l'acqua per scaldare un pò di tè. L'autunno stava arrivando, con quei colori e odori che a Hogwarts erano ancora più accentuati. La Foresta era piena di alberi con foglie gialli e arancio e il vento fresco, arrivava a portarle addirittura ai margini del castello.
Hagrid sospirò e diede una distratta carezza a Thor.
Quell'autunno, il primo dopo la Guerra, tutto andava bene. L'atmosfera era tranquilla e serena, gli studenti spaventati solo dallo studio e dai compiti, non più da minaccie mortali.
Insomma, era come doveva essere una scuola. Come doveva essere Hogwarts.
Hagrid aprì la porta e stette sulla soglia a guardare il profilo dell'immenso castello, respirando pesantemente.
Eppure, c'era qualcosa che non andava.
La prima cosa- Hagrid lo sapeva, una cosa che lo svegliava nel cuore della notte- era l'assenza di Silente. Il Preside era morto da due anni, eppure Hagrid non se ne era ancora reso conto.
Si aspettava, da un momento all'altro, un tocco gentile alla sua porta, la delicata voce di Silente e le loro chiacchere su mille argomenti. Mai si era sentito inferiore con lui. Mai si era sentito sciocco, inutile, stupido, cafone.
Benchè fosse il più grande mago del mondo, Silente lo aveva sempre trattato con rispetto.
Grand' uomo Silente, grand'uomo.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per parlarci un'ultima volta: certo, c'era il ritratto nell'ufficio del Preside, ma non era la stessa cosa. L'avrebbe voluto ringraziare nuovamente per averlo accolto a Hogwarts, per avergli dato una casa, un lavoro, l'amore di quel padre che troppo presto se ne era andato.
Hagrid si riscosse, diede un colpo di tosse e rientrò in casa, chiudendo la porta.
La seconda cosa, persona, che gli mancava era Harry. E Ron, ovviamente.
Senza di loro Hogwarts non era Hogwarts.
Certo, c'erano Hermione e Ginny che lo andavano a trovare spesso, ma l'assenza di quel ragazzo dai capelli rossi e del suo piccolo Harry si faceva sentire.
Mentre l'acqua cominciava a bollire, Hagrid pensò che avrebbe sempre visto Harry come quel ragazzino magro e sciupato che guardava ad occhi spalancati la torta che gli aveva portato per il suo compleanno.
Anche Harry aveva avuto la capacità, come Silente, di accettarlo senza pregiudizi.
Ci era rimasto male quando aveva saputo che entrambi i ragazzi non avrebbero frequentato il settimo anno, ma si era detto che se questa era loro scelta non poteva essere che giusta.
Proprio quando stava per mettere l'acqua in una grossa tazza sbreccata, Hagrid sentì due colpi alla porta.
Sospettoso, andò alla porta e l'aprì.
"Ma che sorpresa che ci hai fatto!" ruggì dopo qualche secondo di meravigliato silenzio.
Come se lo avesse evocato con il pensiero, Harry Potter era davanti a lui, con la sciarpa dei Grifondoro arrotolata al collo e le guancie rosse per il freddo. Se non fosse stato per il fatto che Harry non indossava la divisa, ma un semplice paio di pantaloni, Hagrid si sarebbe illuso di un suo ritorno a scuola.
"Ciao Hagrid" disse Harry sorridendo.
"Entra, entra!".
Harry non fece in tempo a levarsi la sciarpa che Thor gli saltò addosso, cercando di leccargli le orecchie.
"Buono Thor" Giù, giù... fai il bravo!" lo ammansì Hagrid.
Fece sedere Harry, continuando a guardarlo. Era un bel pò che non si vedevano.
"Allora" cominciò il guardiacaccia "Come mai sei qui?".
"Oggi c'era la gita a Hogsmade, Hagrid" gli ricordò lui "E dopo aver visto Ginny mi è venuta voglia di venire a trovarti".
"E Ron? Quel birbante?" disse bonario Hagrid, mentre versava il tè in due tazze.
"Quando l'ho lasciato stava litigando con Hermione" rispose Harry con leggerezza "Ma hanno detto tutti e due che verranno qui, dopo" Prese un minuscolo sorso di tè "A meno che non si sbranino a vicenda".
Hagrid ridacchiò, ricordandosi le litigate epiche dei due.
"Vuoi un pò di biscotti rocciosi fatti in casa?" chiese gioviale Hagrid, mettendogli davanti un piatto.
Un lampo di terrore passò negli occhi di Harry,
"Ehm... grazie, ma ho mangiato tantissimo a Mielandia" disse sorridendo.
Hagrid prese un biscotto e lo lanciò a Thor, che cominciò a masticarlo rumorosamente.
"Mi mancava" disse Harry all'improvviso.
"Cosa?" fece Hagrid.
"Mielandia. E Hogsmade. E stare li, con i miei amici..." disse Harry. Si tormentava la manica della giacca.
Hagrid attese.
"E Hogwarts" mormorò Harry "Hogwarts mi manca molto più di quello che avrei mai pensato".
Hagrid guardò quegli occhi verdi, gli stessi occhi che lo avevano fissato tanti anni prima, quando lo aveva raccolto dalle macerie della sua casa.
"Puoi tornare, Harry" disse dolcemente Hagrid "Lo sai".
Harry fece un mezzo sorriso.
"Lo so" rispose lentamene "Ma non so... non credo che ce la farei. Ormai ho cominciato una carriera come Auror, Hagrid, e penso di aver fatto la scelta giusta, sai...".
La sua voce si spense e Hagrid stette in silenzio.
"E' solo che mi mancano. Mi mancano tanto".
Hagrid non aveva bisogno di chiedere di chi stesse parlando. Chi meglio di lui poteva sapere cosa significava la mancanza di una famglia? Come non poteva capire Harry, cresciuto senza genitori?
E Harry aveva visto andarsene tutti coloro che lo avevano protetto a costo della loro vita.
Lily, James, Sirius, Remus, Silente lo avevano lasciato solo e Hagrid era una delle pochissime persone che poteva capire quel genere di solitudine che Harry doveva aver provato per tanto tempo.
"Lo so Harry" disse con la sua voce burbera, resa roca dalla commozione di vedere il suo giovane amico piccolo e sperduto, come se avesse nuovamente undici anni "Ma non dimenticare che ovunque siano sono felici e sereni. Ma soprattutto non vorrebbero che tu fossi triste".
Hagrid sapeva che le sue parole erano banali e scontate e oltretutto non sapeva neanche se erano vere, ma avrebbe detto di tutto pur di far star bene Harry.
Lui annuì, mentre una grossa e unica lacrima gli scese giù. Hagrid si chiese se Harry avesse mai pianto in tutti quei mesi.
"Scusa Hagrid" disse Harry senza guardarlo "Voleva essere una visita allegra e invece...".
"Sciocchezze!" lo interruppe "Fai bene a sfogarti Harry. Fai bene! E' solo che... pensa alle cose belle. Solo a quelle".
Harry annuì, guardando la tazza fumante che aveva davanti.
"E' tutto come sempre qui dentro" disse poi, facendo girare lo sguardo per la stanza. La voce non tremava più.
"Si beh... ci ho fatto mettere dei bruchi giganti!" esclamò Hagrid "Sono nell'angolo".
"Ma dai!" disse Harry, lanciando uno sguardo allarmato alla cassa coperta da uno straccio.
"Quando diventeranno belli grossi li porterò a lezione" annunciò allegro.
"Bene!" disse Harry in tono gaio.
Poveri ragazzi.
"Sai, per fare in modo che questa sembri veramente una visita di come quelle che ti facevo durante l'anno, mancano solo..." disse Harry, ma si interruppe quando vide Hagrid sorridere in direzione della finestra.
Era buio, ma Harry non si chiese come Hagrid avesse fatto a vedere quel ragazzo rosso e dinoccolato che camminava accanto ad una ragazza più bassa e dai capelli crespi.
Hagrid aveva la capacità di vedere anche nei meandri più bui.
Era capace di vedere al buio della Foresta Proibita per portare cibo ai suoi adorati ragni giganti.
Era capace di vedere al buio di un faro decadente nel mezzo di una tempesta quando era venuto a salvarlo dicendogli che era un mago.
Era capace di vedere al buio, passo dopo passo, mentre portava il corpo di Silente in un luogo dignitoso per la sepoltura.

Ed era stato capace di vedere nel buio che Harry si era portato dentro in tutti quegli anni passati ad Hogwarts.
Sorrise anche Harry quando, dopo aver buttato furtivamente il tè nella pianta carnivora li accanto, vide Hagrid andare di corsa alla porta.
Pensò che anche per il suo adorato guardiacaccia non poteva esserci di meglio che dare a lui, Ron e Hermione dei biscotti rocciosi fatti in casa.

  
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