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Autore: M e g a m i    09/10/2011    8 recensioni
Lucy stava correndo più veloce che poteva, tanto da non avere più fiato. Ma non era abbastanza.
I due uomini le stavano alle costole, e presto l’avrebbero raggiunta. Dentro di lei invocava disperatamente l’aiuto di qualcuno, ma a quell’ora di notte le strade di Magnolia erano deserte. Non c’era nessuno.
Nessuno poteva salvarla.
Cercando di farsi forza, svoltò l’angolo ed entrò in un vicolo. Se solo avesse trovato un posto in cui potersi nascondere e riposare un po’…
E all’improvviso un colpo violento alla testa. Ebbe giusto il tempo per rendersi conto di aver sbattuto contro qualcosa, o qualcuno. Poi svenne.
Genere: Angst, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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You were standing in the wake of devastation
(Eri ferma davanti al risveglio della devastazione)
You were waiting on the edge of the unknown
(Stavi aspettando sul ciglio dell’ignoto)

With the cataclysm raining down
(Con un cataclisma che riversava pioggia a dirotto)

Insides crying “save me now”
(Dentro piangevi “salvami adesso”)

You were there and possibly alone
(Eri lì e probabilmente eri sola)
[Linkin Park - Iridescent]



Lucy stava correndo più veloce che poteva, tanto da non avere più fiato. Ma non era abbastanza.
I due uomini le stavano alle costole, e presto l’avrebbero raggiunta. Dentro di lei invocava disperatamente l’aiuto di qualcuno, ma a quell’ora di notte le strade di Magnolia erano deserte. Non c’era nessuno.
Nessuno poteva salvarla.
Cercando di farsi forza, svoltò l’angolo ed entrò in un vicolo. Se solo avesse trovato un posto in cui potersi nascondere e riposare un po’…
E all’improvviso un colpo violento alla testa. Ebbe giusto il tempo per rendersi conto di aver sbattuto contro qualcosa, o qualcuno. Poi svenne.
 
 
Per Natsu quella giornata era iniziata come tante altre. Si era svegliato all’alba, aveva dato da mangiare al suo gatto, poi era uscito per andare a lavorare. Il supermercato in cui lavorava come commesso era piuttosto distante da casa sua, ma la sua insensata fobia per i mezzi di trasporto lo costringeva a doversi svegliare presto ogni mattina per andare al lavoro a piedi. Ma tanto a lui piaceva camminare. E le strade deserte di Magnolia a quell’ora, erano un vero toccasana.
Magnolia diventava una città piuttosto caotica, dopo le sei di mattina. Ormai città non era neanche più adatto, come termine: era diventata una vera e propria metropoli. Natsu ricordava ancora il senso di calore e accoglienza che aveva provato quando da bambino ci aveva messo piede per la prima volta. Allora era ancora un piccolo paesino di provincia che appariva a malapena sulle cartine. Ma da quando era diventata la sede dell’Heartphilia Group, si era trasformata in qualcosa di completamente diverso. Grattaceli e metropolitane erano spuntati come funghi in ogni dove. Il piccolo paesino di provincia si era trovato sommerso da persone in cerca di lavoro. E Natsu era stato sommerso con esso.
Non gli piaceva l’aria che si respirava adesso a Magnolia. Era diventata fredda e pungente, e puzzava di inquinamento. Solo la mattina presto, quando il sole baciava timidamente le strade e non c’era un anima viva in giro, aveva la sensazione che quella fosse ancora la sua vecchia Magnolia, la sua casa.
Il resto della giornata passò lentamente e in modo tranquillo. Ormai ci si era abituato, quella noiosa routine era diventata la sua vita. Ma dopotutto quel lavoro gli serviva per pagare l’affitto dell’appartamento, e doveva tenerselo stretto a tutti i costi, dopo tutti gli altri impieghi che aveva perso per colpa della sua testa calda.
Eppure quella vita tranquilla e noiosa non gli bastava. Certo, non aveva niente di cui lamentarsi, ma sentiva il bisogno di un cambiamento. Mentre si incamminava di nuovo verso casa, si chiese se mai sarebbe successo. Se mai si sarebbe imbattuto in qualcosa in grado di farlo sentire di nuovo vivo.
Qualcosa di così caldo e luminoso come quel sole dorato che stava tramontando dietro una sfilza di tristi edifici grigi.
 
 
   « Ohi! Ooohi! ».
Lucy strizzò gli occhi e sbatté più volte le palpebre per mettere a fuoco il viso che stava pochi centimetri sopra di lei. Ma non ci riusciva. C’era troppo rosa… e rosa?!
   « Ah, finalmente ti sei svegliata! Certo che hai proprio la testa dura… », disse la macchia rosa indistinta, massaggiandosi la fronte. « Riesci a metterti seduta? ».
Lucy sbatté ancora le palpebre, mentre lentamente cominciava a distinguere suoni e colori che la circondavano. Tenendosi la testa che le faceva un male cane, si tirò su e si guardò intorno: era circondata da un gruppo di persone strane che più strane non si poteva – c’era pure un ragazzo in mutande. Che diavolo ci faceva in mutande?! – che la osservavano curiosi. Guardandosi ancora intorno, capì che si trovava in una specie di bar.
   « Come… come sono finita qui? », chiese voltandosi verso il ragazzo coi capelli rosa – capelli rosa?! Ma scherziamo?! – che le stava ancora troppo vicino per i suoi gusti.
Natsu le rivolse un sorriso smagliante. « Ti ci ho portata io. Ci siamo scontrati qui fuori, e mi sei svenuta addosso come un sacco di patate. Certo che correvi proprio di fretta. Chi erano quei due tizi che ti inseguivano? ».
Lucy si sentì mancare di nuovo. « D-Dove sono adesso?! »
   « Uh? Qui fuori, perché? », chiese Natsu confuso. In effetti era proprio curioso di sapere chi fossero quei due uomini che aveva appena messo a nanna.
   « I-Io devo andarmene subito! ». Lucy si alzò di scatto, ma una forte fitta alla testa la fece ricrollare immediatamente sul divanetto su cui era sdraiata fino ad un attimo fa. Natsu le posò una mano sulla spalla e le fece un sorriso rassicurante.
   « Tranquilla, tranquilla! Non sono più un problema. Credo che dormiranno per un bel po’. ».
   « Ma cosa…? ». Lucy non capiva più che diavolo stava succedendo. Chi era tutta quella gente? Dove era finita? Ma più importante, avevano capito chi era?
   « Gesù, Natsu, certo che tu non hai proprio il minimo tatto. Non vedi che è sconvolta? ». Il ragazzo in boxer si fece largo tra il gruppo di persone, e diede una piccola spinta a Natsu, che rispose subito con una spinta più forte.
   « E tu non hai il minimo senso del pudore! Fai schifo! ».
   « Hah?! Che hai detto?! Prova a ripeter-… », sbottò l’altro di rimando, afferrandolo per il bavero della maglietta.
   « Gray, i tuoi pantaloni… », si intromise una ragazza, reggendo un paio di jeans.
   « Oh cazzo! ».
Lucy era sempre più sconvolta. Quel posto sembrava un covo di pazzi, o di malviventi. Doveva andarsene da lì al più presto, se avessero scoperto chi era, quella gente non avrebbe esitato a-…
   « Stai bene? Mi scuso per il comportamento di Gray e Natsu, volevano solo essere gentili… », le sorrise la ragazza di prima, accovacciandosi vicino alla sua sedia. Aveva dei lunghi capelli bianchi, e un viso incantevole. Lucy rimase a fissarla per qualche secondo senza sapere cosa dire, poi sobbalzò.
   « M-Ma tu sei Mirajane, la… la modella di fama internazionale! ».
La ragazza si coprì la bocca con le mani e arrossì leggermente. « Oh cielo, fama internazionale… Ho solo fatto qualche foto per una rivista… »
   « No, io sono una tua grandissima ammiratrice! ». Lucy non poteva credere di trovarsi davvero di fronte a Mirajane. Cosa ci faceva in un posto così una come lei?
   « Oddio, è così imbarazzante… Ma non parliamo di me ora. Posso chiederti chi sei? Non sei di queste parti, vero? »
   « No, io…  ». Lucy abbassò lo sguardo. Cosa poteva dire?
   « Se non te la senti di parlarcene, non lo fare. Non ti vogliamo forzare. ». Mirajane le rivolse un altro sorriso dolce e le sfiorò una mano. Lucy si guardò ancora intorno: quelle persone non sembravano essersi resi conto di chi fosse. O forse stavano solo fingendo. Però dentro di lei sentiva di potersi fidare, voleva farlo. E poi era così stanca di scappare…
   « Mi chiamo Lucy Hear-… Lucy Harden. Mi sono trasferita qui qualche giorno fa. E quei due uomini… », alzò lo sguardo verso Natsu che la stava fissando curioso come tutti gli altri, sperando che i suoi due inseguitori non gli avessero detto niente che potesse smascherarla. « … Quei due uomini volevano rubarmi la borsa. Non è stata una buona idea uscire a quest’ora di notte da sola, eh? », fece una piccola risata per mascherare il nervosismo.
L’atmosfera sembrò distendersi, dopo quella sua risposta. Le persone che la circondavano, che fino ad un secondo prima erano in un religioso silenzio, e la guardavano quasi sospettose, si lasciarono andare in una serie di commenti come “Avresti dovuto farti accompagnare da qualcuno” o “Devi stare attenta, non si sa mai chi puoi incontrare in giro”. Lucy pensò che era strano sentirsi dire cose del genere da qualcuno del genere, visto che quel locale sembrava il covo dei peggiori ceffi della città.
   « Per fortuna che ti sei scontrata con Natsu, allora! »
   « Sembra proprio l’inizio di una storia d’amore! Sai Lu-chan, ho letto un libro una volta che-…  »
   « Tieni, bevi un goccio per rilassarti. »
Tutti parlavano insieme e le voci si sovrapponevano. Lucy, che oltre al mal di testa aveva anche un mucchio di sonno arretrato visto che aveva passato le ultime ventiquattr’ore a scappare, avrebbe solo voluto chiudere gli occhi ed allontanarsi da tutto e tutti, nel mondo dei sogni.
Ma forse quello che avrebbe visto non sarebbero stati sogni. Sarebbero stai incubi, o meglio ancora… ricordi.
Scosse la testa per cacciare quei pensieri, e per ritrovare un po’ di lucidità. Non era il momento di lasciarsi andare, doveva pensare a come risolvere quella situazione. Facendo due conti mentali, si rese conto che non poteva uscirsene da lì come niente fosse, e tornare nel suo appartamento. Con ogni probabilità, i suoi inseguitori si erano ripresi e si erano già rimessi sulle sue tracce. E poi, non aveva neanche un appartamento in cui ritornare. Quei due uomini erano entrati forzando la serratura, e l’avevano letteralmente sfasciato, in cerca della pendrive che portava sempre con se.
Pendrive che conteneva delle informazioni criptate che avrebbe protetto a costo della vita.
   « Dove abiti, Lucy? Ti riaccompagno. », la riscosse la voce di Natsu, che si era chinato a parlarle all’orecchio, per farsi sentire in mezzo a tutto quel casino. Aveva notato le profonde borse sotto gli occhi della ragazza, e la sua aria stremata. Senza ombra di dubbio, se qualcuno non l’avesse riportata a casa, e subito anche, sarebbe crollata lì da un momento all’altro.
Lucy rimase a guardarlo per qualche secondo, pensando a una risposta plausibile.
   « Io… abito piuttosto lontano da qui. Davvero, non è il caso che ti distur-... »
   « Sì, così esci di nuovo da sola e ti fai attaccare da qualche altro borseggiatore, o peggio. », s’intromise Gray, ancora intento a rivestirsi.
Quella specie di ragazzo-maniaco aveva ragione. Non poteva davvero andarsene da lì come se nulla fosse, l’aveva già capito. Dove avrebbe passato la notte? Di certo non poteva passarla su quel divanetto, in quel bar pieno di matti. Avrebbe aspettato qualche altra ora, e poi sarebbe uscita in cerca di qualche edificio abbandonato, o qualche vicolo in cui ripararsi, sperando di non essere scoperta. Il suo corpo tremava al solo pensiero, ed istintivamente portò una mano al ciondolo a forma di cuore che nascondeva la chiave USB, stringendolo fino a farsi male.
   « Lucy, se casa tua è così lontana, puoi passare la notte da qualcuno di noi. Sai, mi sembri piuttosto stanca. Non mi sembra il caso di metterti in viaggio in queste condizioni… », aggiunse Mirajane, che aveva ascoltato la conversazione.
   « Mira ha ragione. Sono sicuro che Levy o Cana potrebbero ospitart-… », annuì Gray.
   « Puoi stare da me. », lo interruppe Natsu, risoluto.
Lucy alzò nuovamente lo sguardo verso di lui, non sapendo ancora come rispondere. Non poteva assolutamente coinvolgere qualcun altro in quella situazione, eppure…
   « Natsu, ma che diavolo stai dicendo?! Figuriamoci se può passare la notte a casa tua! »
   « Perché no, scusa? Per te va bene, vero, Lucy? ».
… Eppure gli occhi sorridenti di quel ragazzo le trasmettevano un senso di calore e fiducia. E ogni cellula del suo corpo in quel momento sentiva il bisogno di lasciarsi andare e affidarsi a qualcuno.
   « Se… se non ti da fastidio, allora… », balbettò, ancora esitante. Era davvero la scelta giusta? Se qualcuno avesse anche solo sospettato un qualsiasi rapporto tra loro, Natsu sarebbe stato in pericolo.
   « Mira! Digli qualcosa! », esclamò Gray sdegnato.
   « Che cosa posso dire? Natsu è un bravo ragazzo, dopotutto… », rispose Mirajane accennando a un sorriso, già cominciando ad immaginarsi chissà quale sviluppo amoroso tra quei due.
   « Andiamo, allora. »
   « Natsu! », cercò ancora di trattenerlo Gray, ma ormai lui aveva già preso Lucy per il polso e la stava trascinando fuori dal bar.  
 

Natsu rimase sveglio tutta la notte, seduto sul davanzale interno della finestra del suo monolocale. Non riusciva a prendere sonno.
E non riusciva a smettere di guardare quella Lucy, che si era appropriata del suo letto e che ora dormiva a bocca spalancata, sbavando sul cuscino.
C’era qualcosa in lei, non sapeva spiegarlo. I suoi occhi, il suo sorriso… gli erano sembrati velati da un ombra di tristezza.
Era come un raggio di sole... coperto dalle nuvole.
  
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