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Autore: MoonRay    09/10/2011    3 recensioni
La vendetta, quella che Albert Wesker cerca e troverà nelle torture inflitte all'ex-compagno d'armi Chris Redfield, ostacolo nei suoi numerosi piani.
Adesso ha l'opportunità di manipolarlo come una marionetta e divertirsi con lui come sognava da tempo.
"Continuerai ancora per molto, Wesker?"
"Per tutto il tempo necessario, Redfield."
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Altro Personaggio, Chris Redfield
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Revenge should be served cold...

...On a deadly dish

 
Stava soffocando, la gola chiusa nella sua ferrea stretta non gli permetteva di respirare.
Wesker aveva velocemente spostato la sua morsa letale dalla giacca alla sua gola.
Quando lo vide prossimo a svenire, lo lasciò andare, facendolo cadere di nuovo a terra con tutta la sedia; questa volta fu meno fortunato e nella caduta sbattè violentemente la testa sul pavimento.
Il colpo lo lasciò disorientato mentre i polmoni reclamavano avidi l’aria.
Wesker poggiò un piede sul petto di Chris facendo lievemente pressione sullo sterno; Chris iniziò subito a risentire della mancaza d’ossigeno ansimando in cerca d'aria.
-Bene Redfield, sarai felice di sapere che la tua partner è ancora viva...- disse Wesker meschino come sempre col il suo inmancabile subdolo tono.
Chris si chiese per un secondo a chi riferisse.
Si sentì comunque sollevato, almeno per quanto poteva esserlo in quella situazione, che Sheva stesse bene... ma allo stesso tempo per niente rassicurato dalle sue parole.
-La cattiva notizia è che... non lo sarà per molto.-
Chris spalancò gli occhi mentre il terrore iniziava ad invadergli lo stomaco.
Wesker si allontanò assestandogli un calcio, evitando attentamente le costole e facendolo rigirare su un fianco: doveva stare attento a non distruggere il suo fragile fisico o non sarebbe sopravvissuto fino alla fine.
 

Finchè non avrebbe desiderato la morte.

 
Questa volta Chris urlò, mentre il sangue andava a formare un livido violaceo e tentò di ripiegarsi su stesso per cercare di attenuare il dolore, ma le corde gli impedivano qualsiasi movimento, incidendogli la carne e prolungando la sua tortura.
Il colpo era stato molto violento, poteva avere un'emorragia interna e in quel caso Wesker si sarebbe potuto divertire con lui a fare l’allegro chirurgo... ipotesi che aveva preso seriamente in considerazione.
Chris fulminò il suo aguzzino con uno sguardo carico di odio e di una rabbia disumana quasi quanto l'essere che aveva davanti, che nel frattempo aveva ripreso a girargli attorno con il suo sorrisetto sadico.
-Non guardarmi così, Redfield; lo sai che lo faccio solo per te. Contro di lei non ho proprio nulla... o quasi.- aggiunse, allargando il ghigno.
Non poteva star fermo, doveva in un qualche modo trattenersi dall'ucciderlo, sarebbe stato semplicissimo, era così facile spezzare una vita, molto facile...
 

...troppo.

 
In quel momento, l'unico motivo per cui stava andando così tanto per le lunghe era per godersi appieno le sue pene.
 

Voglio assaporare ogni istante della sua lunga, lenta e dolorosa sofferenza.

 
-Potrei cavarti gli occhi senza che te ne accorga, ma non sarebbe abbastanza divertente.-
-Penso che dovresti cavarti il culo, e godresti il doppio, forse così me ne accorgo.-
-Siamo di buon umore oggi, vero? Mi dispiace per te che io non lo sia, ma concedimi di rovinarti la giornata, Redfield.-
La porta si aprì di nuovo e dei passi riecheggiarono nella stanza, pungenti come i tacchi che portava la donna, ma c'era anche un altro rumore che faticò ad associare a qualcuno che cercava di liberarsi e che mugugnava nel tentativo di parlare.
Chris era ancora a terra e il suo campo visivo non gli permetteva di vedere chi fossero nè la fonte del rumore.
-Ma guarda, Chris, hai visite.- disse Wesker falsamente ironico e raggiante come un bambino, esattamente quello che era.
Aveva le sue bambole a disposione, poteva avere tutte quelle che voleva, romperle per poi procusarsene delle nuove.
Chris fu di nuovo messo in piedi dopo un altro giro di danza intorno a lui, ma quasi ricadde quando vide la scena che gli si parava davanti.
Sheva era in ginocchio con un bavaglio alla bocca e le braccia legate dietro la schiena molto probabilmente da un paio di manette.
Puntata alla sua tempia, brillava alla luce del lampadario una calibro impugnata da Excella.
Sheva sgranò gli occhi nel vedere lo stato in cui si trovava Chris, che rispecchiò subito il suo sguardo constatando che stava bene; ma un presentimento gli diceva che niente era finito.
Wesker congedò la bella donna dalla scollatura vertigionosa e il vestito bianco attillato con un semplice cenno della testa.
La porta si richiuese e Wesker riprese il suo lavoro.
 

Prima o poi ammazzerò quella stupida donna.

 
Adesso Sheva era tremante di paura, sembrava cercare di urlare con gli occhi qualcosa al suo partner, qualcosa di terribile che avrebbe dovuto temere. E sapere...
Il terrore ed il panico la invadevano: non c’era scampo, era già condannata.
Chris cercò di infonderle un po' di coraggio con l'azzurro brillante dei suoi occhi e il suo sorriso sporco di sangue.
Wesker si fermò proprio dietro a Sheva, si avvicinò e chinandosi appena le prese la testa con una mano.
Invece quel demonio sogghignò ancora e scostò dolcemente con una mano guantata il bavaglio dalla bocca della ragazza.
Sheva colse subito l’occasione per parlare:
-Chris! Attento a...-
Prima che potesse continuare Wesker la colpì con un malrovescio in pieno viso che la fece rovinare a terra.
Il colpo la lasciò completamente stordita.
-Adesso che siamo tutti più comodi possiamo iniziare...-
 

Inizia lo spettacolo.

 
-Allora Redfield, che vogliamo fare?- chiese, infido.
-Farti a pezzi ti va bene?-
Wesker piegò l’angolo delle labbra a formare il suo sorrisetto malvagio, mentre si avvicinava a Sheva ancora bocconi a terra.
-Risposta sbagliata.-
Un urlo risalì dalla gola di Sheva e uscì insieme a tutto il dolore che il braccio appena rotto le provocava.
Cercava di dimenarsi e sfuggire alla morsa del piede che le aveva appena frantumato l'omèro e che la teneva inchiodata a terra.
Il dolore era atroce e Chris riusciva a vedere distintamente il braccio piegato in un'angolazione innaturale e scomposta.
-Se fossi in te sarei molto attento a cosa dire.- disse Wesker perfido.
-Non vuoi che la tua amichetta soffra ancora, giusto?-
-Sei un figlio di puttana!-
Wesker, con appena un passo si portò ai piedi di Sheva e con il suo pestò la caviglia che ruppe con un “crack”.
-Non ti azzardare a farle ancora del male o...- Chris si bloccò, non sapendo come continuare la frase e risultare credibile: era legato a una sedia chissà dove, cosa poteva fare?
-Adesso fai anche minacce?- Wesker rise spietato.
-Non sei nelle condizioni adatte per minacciare nessuno e te lo sto dimostrando.- gli fece notare poi in tono piatto.
Un altro schiocco nauseante riecheggiò nella stanza, seguito a breve da un altro urlò che vibrò nell’aria.
Adesso il ginocchio era completamente disarticolato, tutto ciò che lo rendeva ancora parte del corpo di Sheva era pelle e carne, per il resto era come se non le appartenesse più e l'osso lussato e fratturato le lanciava stilettate di puro tormento.
Lacrime copiose scorrevano sul viso della ragazza e violenti singhiozzi la scuotevano mischiandosi a dei lamenti soffocati.
-Shh...- le sussurrò Wesker all'orecchio in tono falsamente dolce, come a rassicurarla, ma in realtà godendo ad ogni lamento della ragazza.
Sheva cercava di controllarsi, non voleva rischiare di provocare altre reazioni che l'avrebbero solo danneggiata ulteriormente, ma così, non avrebbe potuto neanche avvertire Chris.
-Perchè non ti accomodi?- chiese sarcastico, scaraventando Sheva su una sedia nascosta in un angolo in penombra; l'urto le strappò un altro lamento d'agonia.
Wesker adesso era in piedi ai margini della luce sempre vicino a Sheva e aveva già meditato con che osso continuare la sua demolizione.
Chris, fissava impotente e con gli occhi colmi d'orrore la tortura della sua compagna.
L’odio e la rabbia crescevano sempre di più in lui, tanto da riuscire a stento a contenerle.
 

Stupiscimi, Redfield.

 
Chris stava cercando di pensare sul da farsi, nonostante la confusione: una parola fuori posto sarebbe costata la vita a Sheva.
A che gioco stava giocando?
Non gli riusciva difficile credere che stesse facendo tutto questo solo per lui, per godere della sua sofferenza.
Sheva continuava a piangere non osando più parlare, ormai sperava solo di morire presto.
-Smettila, fai del male a me, ma lasciala andare.- disse Chris, disperato.
Non sapeva più che cosa fare.
Forse mostrarsi docili avrebbe potuto salvarle la vita, ma purtroppo il primo a non crederci era lui.
-Sta pur certo che te ne farò, e molto, ma adesso goditi lo spettacolo.-
Fece presa sull'altra scapola della ragazza e la spezzò facilmente.
Sheva riprese ad urlare più forte di prima, questa volta senza cercare di contenersi.
Chris era ammutolito, qualunque cosa avesse detto o fatto avrebbe solo provocato altro dolore alla compagna d'armi.
Cercò comunque di rimediare:
-Aspetta! Posso darti tutte le informazioni che vuoi, sulla B.S.A.A., su... su quel che vuoi! Torturami, uccidimi, ma lascia stare lei!- gridò cercando di sovrastare le urla della ragazza straziata dal dolore per farsi sentire.
-Non prendo ordini da nessuno, tantomeno da te, Redfield.-
Wesker prese per i capelli Sheva e sollevandola caricò la mano.
Chris non ebbe neanche il tempo di realizzare ciò che stava accadendo.
Le urla cessarono, solo il sangue che sgocciolava rompeva il silenzio della morte.
La mano guantata, prima nera, ora rossa, usciva dal petto di Sheva in un mare di sangue.
Chris si sentì improvvisamente impotente e distrutto dal dolore.
Era morta, e la colpa era sua, solo sua...
Wesker estrasse con uno scatto secco la mano e il corpo si riversò a terra davanti agli occhi di Chris, pieni di paura e di lacrime gelide come la vita che si era appena spenta davanti a lui.
-Vedi che cosa hai fatto? Che peccato, avrei potuto usarla per qualche esperimento...-
-Tu...- ghignò Chris a denti stretti.
-Oppure io... l'ho già fatto?- Wesker sorrise.
Sheva iniziò a muoversi, rotolò su un fianco, il capo chino mentre cercava di rimettersi in piedi.
Non poteva crederci.
Non voleva crederci.
Era pallida, sporca di sangue, le braccia che penzolavano dietro la schiena scomposte.
Non urlava più, rantolava.
Quel bastardo aveva previsto tutto!
Aveva infettato Sheva un’ora prima calcolando la velocità con cui avrebbe agito il virus su di lei in modo da fargli godere a pieno quell’orrore e in tempi perfetti.
Come il suo teatro di bambole, ognuna doveva entrare in scena seguendo il copione alla lettera.
Camminava verso Chris, instabile sulla gamba rotta e malferma su quella sana, mostrando i denti pronti a strappargli e mangiare la sua carne, a bere e gustare il suo sangue e i suoi organi.
Era vicinissima, Chris riusciva a vedere nettamente gli occhi vitrei della ragazza, un tempo dolci e caldi, gli occhi che lo avevano amato e adesso lo desideravano solo per cibarsene.
Chris avrebbe sopportato qualsiasi morte, anche per mano di Wesker, ma non quella, qualunque cosa ma non quella.
Cercava di indietreggiare barcollando sulla sedia, ma otteneva solo di farla avvicinare di più, ed infine... gli saltò addosso.
Appena posò le mani su di lui, Chris ebbe un brivido di terrore, la non-morta inclinò la testa per strappargli la giugulare, ma Wesker le spezzò l'osso del collo con un semplice gesto rotatorio delle mani facendo riecheggiare un’altro sciocco.
Il corpo si accasciò a terra, finalmente senza vita.
Chris aveva il fiatone per l'agitazione e lo sforzo di trattenere i conati di vomito.
Senza che Wesker chiamasse nessuno, la porta si aprì una seconda volta.
Non entrò Excella, ma qualcuno incappucciato e coperto da un lungo mantello scuro.
-Neptune.- disse semplicemente Wesker, sibillino.
L'altro prese il cadavere per un piede e lo trascinò via dalla stanza, lasciando delle scie di sangue rappreso e pezzi di organi interni che iniziavano ad uscire dal corpo.
Wesker si tolse gli occhiali rivelando le iridi rosse come le fiamme in cui aveva gettato il mondo e in cui lui era appena precipitato.
-Che tu sia dannato, Wesker.-
-Lo sono, Redfield. Da molto tempo...-
 

Ho plasmato un angolo di inferno solo per te.

 
“Lui non è Dio”, pensò Chris, “Lui è il Diavolo in persona”.

 





N.d.a.:
 
Penso che dopo aver letto questa “roba” avrete voglia anche voi della fine, o di un bel Wesker in edizione limitata torturare, ma mi dispiace dirvi che invece anche io mi divertirò a torturavi per bene con un bel po’ di capitoli ù.ù
Ho deciso di scendere più nel dettaglio con i pensieri, questa volta è toccato a Wesker ma non so se manterrò sempre il suo punto di vista,  probabilmente mi divertirò a cambiarli e alla fine vi si scontreranno i neuroni per capirci qualcosa D:
Credo si sia abbastana capito che Sheva mi sta parecchio antipatica (ciò non vuol dire che non adori Chris *^*) e così mi sono divertita a farla soffrire èWé
Ringrazio Glaucopis e _Lightning_  (la dolce beta ò_o’’) per aver recensito lo scorso capitolo e per chi ha avuto la forza di arrivare fin qui ^^
 
_ Shadow _
  
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