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Autore: Rebychan    10/10/2011    4 recensioni
Sebastian è un comune essere umano. E' un insegnante di nobili natali, anche se la sua famiglia è decaduta, e gli verranno affidati dal Conte Phantomhive come protetti i figli: Ciel e sua sorella maggiore.
Cosa accadrà?
Non serve infatti essere un diavolo per essere diabolici.
AU completa - Pairing: Sebastian X Ciel
Dal capitolo 15: Quando entrò nel grande salone tutti gli occhi ovviamente furono su di Ciel. E’ inutile dire che quelli più insistenti furono proprio quelli di Elizabeth.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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1 Ecco qui il primo capitolo di questa storia e viene presentato un certo personaggio.
Spero vi piaccia.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite, ricordate e seguite e soprattutto chi ha commento lo scorso capitolo. Grazie di cuore.
Ringrazio anche le persone che hanno messo la sottoscritta tra gli autori preferiti, e quelli che mi hanno selezionato sulla pagina di Facebook. Grazie!
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 1

Ciel Phantomhive entrò nello studio di suo padre con passo deciso.

Anche se nessuno avrebbe potuto dirlo con certezza solo osservandolo, visto che era già di natura un ragazzino freddo e cupo, quel giorno era particolarmente irritato.

Già doveva sopportare il fatto che suo padre gli volesse propinare un nuovo tutore, ed in più ci si metteva anche  sua sorella a farlo arrabbiare.

Come aveva osato parlargli in quel modo giusto qualche minuto prima?

Sbuffò sempre più indispettito mentre la sua mente andava a quelle'episodio.



Quando il maggiordomo era andato ad avvertirlo che suo padre voleva lo raggiungesse nel suo studio, Ciel aveva capito immediatamente che doveva essere arrivato il nuovo tutore e voleva presentarglielo, e subito un lieve sorriso furbo gli era parso sulle labbra.

In testa gli erano vorticate immediatamente le idee più intricate per liberarsi di quel nuovo venuto quanto prima.

Se c’era una cosa che lui odiava infatti, era essere messo in gabbia e dover studiare per costrizione.

Era già abbastanza intelligente per conto suo, tanto che nonostante avesse solo tredici anni già aiutava il padre nell'azienda di famiglia, la Funtom, che proprio grazie al suo aiuto in poco tempo era diventata molto famosa. I loro giocattoli erano di moda, ed i loro dolci riempivano la pancia di ogni bambino da bene del regno.

Erano infatti proprio dell'erede dei Phantomhive le idee che avevano permesso di perseguire quell'obiettivo, ma nonostante quei suoi successi personali suo padre continuava ad insistere perché avesse un precettore che gli correggesse certi suoi comportamenti discutibili e gli insegnasse le materie in cui era carente.

Per un futuro pieno di gloria era indispensabile che imparasse a stare in mezzo alla gente con grazia, ed utilizzando un modo di parlare forbito. La parola d'ordine era essere accomodanti e fintamente umili, in modo da intrecciare dei buoni legami sociali che avrebbero potuto essere utili sia nel lavoro, sia nella vita privata, sia in mezzo alle difficoltà.  

Cavolate!

A suo avviso non c’era nulla di male nel dimostrarsi superiore, se lo si era.

Se avesse voluto comportarsi in modo consono al suo stato ci sarebbe riuscito, anche senza l’ausilio di un insegnate che gli spiegasse come e cosa doveva fare.

Anche quello probabilmente quando avrebbe raggiunto l'età giusta sarebbe stato un gioco divertente da fare.  Fingere di essere un anonimo nobile qualunque, quando in verità era il più scaltro di tutti poteva essere interessante.  

Ora come ora però farsi legare non era nei suoi obiettivi, per cui il nuovo tutore doveva andarsene come se n'erano andati i dieci precedenti.

Con quei pensieri era andato nella camera della sorella per ricercare il suo aiuto ed era entrato come faceva sempre senza bussare.

Lei a quella sua scortesia lo aveva sgridato, dicendogli che le buone maniere stabilivano che bisognava annunciarsi prima di entrare nella camera di una signora.

Lui l'aveva guardata scettico, chiedendosi dove fosse la signora.

Era da qualche mese che era iniziata quella storia. Da quando aveva compiuto quattordici anni Angelina era diventata strana, quasi non la riconosceva più.

Prima di quella data non gliene importava un fico secco che lui bussasse o meno alla sua porta. Era più maschiaccio di lui. Giocava i suoi stessi giochi maschili, pianificava strategie d'attacco con lui per l'azienda di famiglia, lo supportava nel suo atteggiamento freddo, e lo aiutava a fare brutti scherzi alla servitù e soprattutto ai tutori.

Ora invece non pensava che ai vestiti ed al modo di apparire più carina, scimmiottando con scarso successo i modi di fare della madre.

Gli dispiaceva per sua sorella ma lei non era nemmeno la metà bella come lo era loro madre.

Rachel Phantomhive era una donna bellissima dai capelli biondi e dal sorriso magnetico. La sua pelle era senza imperfezioni ed i suoi occhi azzurri erano come due pietre preziose.

Angelina invece aveva preso dalla loro zia defunta che portava il suo stesso nome. Aveva dei capelli rossi molto accesi, la pelle delicata e pallida piena di lentiggini e due occhi castani che sembravano anche loro quasi scarlatti.

Il suo fisico poi era ancora acerbo per cui il suo portamento era sgraziato e privo di fascino.

Gli abiti che provava ad indossare erano molto simili di modello , fattura e tonalità a quelli di loro madre, ma possedendo dei colori ed un portamento diverso su di lei apparivano scialbi, rendendola uno spettacolo brutto da vedere.

A Ciel tutto quello ovviamente non importava. Ai suoi occhi era sempre stata e lo sarebbe stata sempre molto carina. Era dopotutto sempre sua sorella ed anche se appariva sgraziata le voleva bene, per cui quando qualche bellimbusto che trovavano nelle vie di Londra osava schernirla, lui la difendeva ed usava la sua parlantina sarcastica per rimetterlo al suo posto.
Si vedeva che Angelina però ci rimaneva male.

Forse lei sul serio avrebbe avuto bisogno di qualcuno che le desse una mano a valorizzare il suo aspetto, ma di sicuro la soluzione non era un tutore che li avrebbe solo messi in prigione.

E poi Angelina aveva ancora a disposizione qualche anno prima del suo debutto in società,  era ancora presto per mettersi in croce con i corpetti e chissà quale altra diavoleria indossavano le donne per apparire più carine a detta loro, quando invece lui le considerava delle oche starnazzanti capaci solamente di far venire il mal di testa ad un uomo. E forse probabilmente loro confidavano proprio in quello per conquistarne uno.

Per l’uomo probabilmente impazzire d'amore significava infatti impazzire a causa del mal di testa.

Dopo averle sentite parlare per diverse ore dei loro argomenti futili, non si poteva infatti che capitolare concedendo quello che le donne volevano, pur di essere lasciati in pace e respirare per un po'.

Per fortuna che lui non aveva di quei problemi.

Lui non avrebbe dovuto buttarsi nella mischia per trovarsi una ragazza con cui convolare a nozze, avrebbe potuto evitare tutta la parte dei corteggiamenti, essendo già fidanzato fin da quando era nato con sua cugina.

E lei la conosceva già bene.

Da bambini loro due giocavano spesso insieme, ed anche ora lei andava a trovarlo ogni volta poteva.

Certo Elizabeth, il suo nome, non faceva che parlare, urlando di quanto le piacessero le cose carine, ed ultimamente si divertiva ad aiutare  Angelina a vestirsi tutta piena di frappe e merletti ma ormai al suo modo di fare si era abituato, per cui sì gli veniva il mal di testa nel sentirla parlare, ma era tutto sotto controllo.

Tutto quello però in quel momento non era rilevante.

Se era entrato in camera di Angelina era perchè fino a quel momento nonostante il suo improvviso desiderio di diventare donna, prima del necessario, dimenticando la fanciullezza, gli aveva sempre dato man forte con i suoi piani anti tutore.

Anche quel giorno, quindi era andato da lei tutto convinto del suo aiuto.

Ed invece era stato deluso.

Lei lo aveva guardato con un'espressione perplessa sul volto, e gli aveva detto: "Ciel, credo sia giunto il momento che la smettiamo con questa storia. So che non ti piace essere comandato a bacchetta da qualcuno, in quanto ti ritieni superiore visto il tuo cervello alla maggior parte degli adulti che incontriamo, ma imparare qualcosa da qualcun'altro forse ci farebbe bene. Siamo indietro nello studio delle lingue straniere, per non parlare delle buone maniere. E fra qualche anno io dovrò fare il mio debutto in società, e guardami, sembro un clown. Voglio qualcuno che mi aiuti a valorizzarmi, e la mamma ha detto che questo tutore lo farà. E poi...", la sorella aveva sorriso entusiasta a quelle parole mentre il suo pensiero fluttuava chissà dove verso lidi che Ciel avrebbe preferito ignorare ancora per secoli. "... mamma ha pure detto che Sebastian Michaelis è un uomo dalla bellezza folgorante e quindi piuttosto che un bruttone come ne abbiamo avuto tanti, è meglio avere lui tra i piedi, no?"

A quelle parole, finalmente Ciel capì quanto la sorella fosse davvero cambiata.

Ormai per lei non c'era più spazio per i giochi ed i divertimenti da bambini, pensava solo alle buone maniere, ai vestiti ed a i bei ragazzi.

La sua principale complice, l'unica che lo avesse sempre capito durante l'infanzia supportando le sue idee, e coccolando il suo ego con grida di giubilo ogni volta che organizzava qualcosa per loro che poteva essere un gioco, uno scherzo o qualche altra diavoleria non c'era più.

Angelina non era più Angelina, non era più l’unica ragazza davvero in gamba che avesse mai conosciuto,  era diventata esattamente come tutte le altre.

La cosa ovviamente lo ferì, ma non lo diede a vedere.

Era come se avesse perso il suo migliore amico, già perché solo in quel momento Ciel si rese conto di aver sempre considerato Angelina quasi come un uomo, l'unico alla sua altezza.
Per lui non era mai stata probabilmente una vera ragazza.

Era troppo in gamba per esserlo. Non si tirava mai indietro nel fare le stesse cose che faceva lui, ed anche nel loro studio individuale se non proprio intelligente come lui, riusciva comunque a stargli dietro.

Ed ora quella persona non c'era più, ed era stata sostituita da quella cosa che s'atteggiava come una donna, senza però averne ancora l'aspetto.

Quello irritò profondamente Ciel che uscì dalla stanza immediatamente senza rispondere nulla alle sue parole.

Figurarsi quanto gli interessasse sapere che il loro nuovo tutore era un bell'uomo.

Tanto sia con, sia senza l'aiuto di Angelina lo avrebbe comunque fatto fuggire dalla loro casa.

Se Angelina poteva essersi uniformata al suo stato sociale ed al suo sesso, lui non era ancora disposto a fare né l'uno, né l'altro.

Lui voleva ancora godere della prerogativa della fanciullezza che gli permetteva di avere delle libertà che l'età adulta non gli concedeva.

Tutti infatti sottovalutano i cosiddetti mocciosi e finivano con il parlare in loro presenza di cose che avrebbero dovuto tenere segrete. Era capitato spesso che i soci del padre facessero così lì al maniero, e lui poi aveva usato quelle informazioni per i suoi scopi.

Se fosse stato presentato come adulto non avrebbe potuto più farlo.

Ed inoltre non ci teneva ad andare alle feste, non ancora almeno. Erano soltanto un circo per nobili incapaci, che dovevano mettersi in mostra e lui preferiva starci lontano per più tempo possibile.  

Tanto una volta che avesse iniziato ad andarci, di sicuro avrebbe avuto successo.

Per sua fortuna infatti lui aveva preso le caratteristiche migliori dei suoi genitori a livello fisico. Era quindi un bellissimo ragazzino dai capelli scuri ed gli occhi azzurri. Il suo viso possedeva ancora i lineamenti rotondeggianti della fanciullezza, ma già cominciavano ad allungarsi rivelando una bellezza delicata, che avrebbe fatto invidia a qualsiasi donna.

Lui era fiero del suo aspetto fisico, perché sapeva che in futuro gli avrebbe aperto molte porte, in quella società in cui il bello sembrava un canone irrinunciabile.

E per il resto, di ballare non ne era capace ma non gliene importava. Considerava le danze, infatti, solo come una rottura.

Aveva imparato a suonare il piano da autodidatta ed il suono che produceva non era malaccio.

Tirare di scherma era un’autentica noia, ma ogni tanto si esercitava.

Le lingue le conosceva a livello di scrittura, e per perfezionarne il parlato ci sarebbe stato tempo quando sarebbe andato all'estero.

Leggeva ogni mattina il giornale e studiava i libri più complessi per conto suo, senza bisogno di un tutore.

Se avesse voluto quindi avrebbe avuto argomenti di discussione a iosa con chiunque, sia che il suo interlocutore fosse stato un medico, sia un avvocato, sia un dandy, sia un uomo d'affari.
Solo che lui non voleva. Preferiva mille volte restare lì al maniero di campagna dei Phantomhive che rinchiudersi nell’abitazione di Londra dove sarebbe stato obbligato a fare vita sociale.
Anche suo padre la pensava alla stessa maniera, visto che andava solo un mese l'anno a Londra, eppure voleva a tutti i costi che lui imparasse a stare in società.

E pensava che un tutore gli sarebbe stato utile.

Stupidaggini!

Se avesse voluto essere un buon lord, lo sarebbe diventato anche senza l'aiuto di nessuno.

Non considerava nessuno un suo pari, forse la sorella lo era stata per un po', ma ora aveva perso la sua posizione privilegiata per inseguire i suoi sogni di beltà.

Amava ovviamente i suoi genitori ed avrebbe fatto di tutto per loro, ma nemmeno loro probabilmente erano alla sua altezza.

Le altre persone per lui non erano altro che pedine di un gioco di cui lui avrebbe tirato le fila, atto a farlo diventare il migliore in tutto.

Non riusciva a considerare nessuno come qualcuno di davvero importante.  

In effetti, lui era un tipo strano.

Amava isolarsi, ed era convintissimo di non aver bisogno di nessuno, se non di servitori che obbedissero ai suoi ordini a bacchetta, per permettergli di raggiungere i suoi scopi di gloria.
Non voleva amici, ma solo servitori.

Ed era per quello che la figura del tutore non gli piaceva.

Era un servitore di suo padre, quello sì, ma aveva il potere di comandare lui a bacchetta con la scusa di insegnargli cose di cui non aveva bisogno.  

E lui non voleva essere comandato.

Il nuovo venuto quindi  e lo ribadì di nuovo con forza doveva andarsene.



Erano quelle le riflessioni che Ciel Phantomhive aveva in testa mentre si dirigeva senza guardare nessuno in faccia verso il piccolo divano nello studio di suo padre.

Sapeva perfettamente che il suo nuovo tutore era già arrivato, ma lui non ci teneva a osservarlo.

Farlo avrebbe significato accettarlo e lui non ci pensava nemmeno.

Gli era già bastato l'urlo entusiasta della sorella alle sue spalle per capire che invece lei lo trovava di suo gusto.

Si sedette senza chiedere il permesso sul divano e tenne lo sguardo dritto di fronte a sé per non fissare la sua attenzione sul padre ed il tutore.

Voleva far capire immediatamente al suo genitore che lui non era contento di quella situazione.

Sentì suo padre sospirare mentre diceva: "Ciel per favore dovresti venire qui a presentarti come sta facendo tua sorella."

Angelina infatti si era diretta immediatamente verso la scrivania del suo genitore, ed era tranquillamente in attesa che il padre gli presentasse l'uomo che all'arrivo dei due ragazzi si era alzato in piedi dalla sedia in cui era stato seduto.

Loro madre era invece accanto a Vincent e guardava la scena preoccupata, anche se sulle sue labbra era presente il suo solito sorriso dolce.

Ciel sbuffò a quelle parole, ma visto che per il momento non aveva ancora un piano ben definito su come cacciare il nuovo venuto era meglio per prima cosa conoscerlo. Tanto ormai aveva già fatto capire il suo disappunto con il suo comportamento seccato di prima.

Indolente per cui si rialzò dal divano per dirigersi verso il tutore.

Per tutto il tragitto non lo guardò in faccia.

Fu costretto a farlo solo quando gli fu davanti.

Era un uomo decisamente alto, pensò Ciel, mentre sollevava il capo per vederlo in viso, ma d'altra parte in quell'ufficio lui era per il momento il più basso visto che anche sua sorella lo superava di una decina di centimetri in altezza.

Suo malgrado inoltre fu costretto ad ammettere che il nuovo tutore era sul serio molto bello, con i suoi capelli neri che si aprivano sulla fronte in due ciocche e gli incorniciavano il viso dai lineamenti delicati su cui spiccavano due occhi che tendeva al rosso, magnetici che sembravano in grado di sondare l'animo di chiunque.

Non fu però la sua bellezza che colpì di più Ciel.

Fu il sorriso che gli rivolse quando lui alzò la testa a renderlo pensieroso.

Le sue labbra si piegarono lievemente verso l'alto dando vita ad un'espressione furba, mentre i suoi occhi lo fissavano con sarcasmo.

Quel sorriso ironico fece innervosire ancora di più Ciel, che ancora una volta non poté che etichettarlo come il male da allontanare.

No, a dirla tutta, in quel momento non pensò immediatamente ad allontanarlo, il suo primo pensiero fu infatti che quel tizio era il male che avrebbe voluto vedere sconfitto per mano sua, in quanto da come lo guardava era molto sicuro di sé, e sembrava volergli dire: 'Io sono invincibile per cui da qui non mi schiodo.'

FINE CAPITOLO 1

Cosa succederà alla presentazione? Come reagiranno i ragazzi? Ed il tutore? Tutto quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.

L'ANGOLO DI REBYCHAN:
Ecco qui il primo capitolo di questa storia, in cui viene presentata la psicologia di Ciel. E' decisamente un maniaco del controllo, approfittatore. Ha un bel caratterino, e chissà se e come Sebastian riuscirà a raddrizzarlo. Vediamo!
Ebbene sì, la zia di Ciel Angelina è morta, e l'ho sostituita con la sorella, una ragazza che si sta aprendo a diventare donna e come tale è piena di contraddizioni ed il fratello non la capisce più. Probabilmente più in là rivelerà delle sorprese. Speriamo in bene.
Spero che come primo capitolo vi sia un pochino piaciuto. Fatemi sapere.
Con questo, anche stavolta mi sembra di aver detto tutto.
Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan

L'ANGOLO DELLE RISPOSTE AI COMMENTI:

Un ringraziamento speciale va a:

pazza x narusaku: Come vedi l’ho continuata! Spero continuerà ad ispirarti ed a sembrarti interessante. Fammi sapere!
Grazie per il commento.

Willow: Sono felice di sapere che hai trovato il prologo interessante!
Sebastian è stato scelto per il ruolo di tutore per le sue capacità. Angelina ma soprattutto Ciel hanno trovato pane per i loro denti.
Il motivo per cui la ragazzina si chiama come la zia di Ciel è perché quest’ultima è morta. Ho voluto dare una sorella a Ciel per una serie di motivi che si spiegheranno più avanti nel proseguo della storia.
Spero che la fic continuerà a piacerti. Incrocio le dita.
Grazie per il commento.

Dead Master: Esatto! La storia è proprio questa. ^^
Per sapere cosa succederà durante l’incontro tra Sebastian e Ciel dovrai aspettare il prossimo capitolo, in questo ho voluto presentare il piccolo Phantomhive in modo di rendere chiara la sua psicologia.
Per scoprire i motivi per cui ho deciso di donare a Ciel una sorella invece dovrai aspettare un po’ di più.
Ho voluto darle il nome della zia che qui è morta perché probabilmente Angelina potrebbe rivelarsi in futuro una novella Madame Red. Vediamo! Eh eh eh!
Sì, appena ho letto quella parte del manga subito mi sono detta che con Sebastian tutore e Ciel protetto ne sarebbe venuto fuori qualcosa di interessante. Sono felice di sapere che lo spunto ti è piaciuto. Spero di non deluderti con il proseguo.
Eh eh eh! Come avrai letto, Ciel in questa storia è un maniaco del controllo, che odia dover sottostare a qualcuno. Mentre Angelina lo appoggiava sempre, fino a quando non  si è accorta di essere una ragazza, e di avere altre priorità. Sì, Ciel ha un carattere terribile.
Spero che il primo capitolo ti sia piaciuto. Grazie per tutto il sostegno che mi dai.
Grazie per il commento.

_Hiromi_: Grazie! Sono felice di sapere di essere riuscita ad intrigarti ed incuriosirti con il prologo, anche se non spiegava in effetti poi molto, come hai detto bene.
In questo capitolo invece ci siamo introdotti nella psicologia di Ciel per cui lo si può ritenere lo stesso introduttivo. Vediamo invece se nel prossimo succederà qualcosa in più.
Sono contenta di sapere che ti piace il mio stile di scrittura, perché ti tiene attaccata allo schermo. Grazie!
Spero di non deluderti con il proseguo della storia e che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Fammi sapere.
Grazie per il commento.

Un bacione

Rebychan

   
 
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