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Autore: DeAnna     10/10/2011    7 recensioni
Un brutto malinteso rischia di compromettere per sempre il rapporto fra Carlisle e Jasper. Per la serie "anche i padri migliori possono sbagliare ed i figli sanno perdonare" . Pessimo sommario, come sempre, ma spero che la fic vi piacci e che qualcuno/a mi faccia sapere cosa ne pensa. Grazie :)
(QUESTA STORIA FA PARTE DELLA SERIE : JASPER & CARLISLE, MOMENTS BETWEEN FATHER AND SON)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
- Questa storia fa parte della serie 'Jasper & Carlisle: moments between father and son.'
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Premessa:

L'autrice , ormai è noto, adora Jasper !!!!

Mi piace molto la coppia Carl/Jazz ed il loro rapporto padre-figlio un po' complicato.....

Spero che la storia vi piaccia

Mi spiace Carlisle, è morto.”

La voce di Jasper era poco più che un sussurro.


Carlisle si lasciò cadere a terra.

Il destino della sua famiglia era ormai segnato! Se solo fosse stato più pronto , più veloce, se fosse riuscito a catturare il nomade prima che uccidesse qualcuno...

Picchiò il pugno per terra, creando delle crepe profonde intorno.


A quel punto comunque ciò che era stato era stato e non aveva alcun senso stare fermi lì quindi Carlisle alzò la testa sospirando, scoraggiato.


La smorfia di disappunto dipinta sul suo viso si trasformò in uno sguardo penetrante verso il proprio figlio.


Jasper era accovacciato sul morto, i capelli a nascondere il suo viso , i suoi occhi....



E se non fosse stato il nomade a togliergli la vita? …. E se.... E se invece fosse stato suo figlio?

Ne avrebbe avuto il tempo,.....

Quasi in risposta al suo pensiero Jasper voltò immediatamente la testa, gli occhi volti ad incontrare quelli di Carlisle. Occhi dello stesso colore dell'oro fuso, occhi tormentanti da una tempesta di emozioni che lasciarono Carlisle atterrito.

Amarezza, diffidenza, rabbia, dolore, offesa, umiliazione, dispiacere, tormento, angoscia, turbamento, strazio....

Carlisle annuì e si alzò in piedi, evitando di incontrare , di nuovo, lo sguardo di suo figlio.

Sentiva gli occhi di Jasper sulla schiena quasi gli stessero scavando un buco di fuoco, mentre camminavano. O, forse, sperava soltanto che gli muovesse almeno un rimprovero, perché qualsiasi cosa sarebbe stata meglio di quell'imbarazzato silenzio.

Mentre raggiungevano l'auto Carlisle ricordò improvvisamente, come un lampo, un flashback che il figlio che era lì, a pochi passi da lui era il suo empatico figlio e si sforzò di eliminare dalla sua mente inutili , cattivi e stupidi pensieri, mentre una muta preghiera nasceva spontaneamente in sé.

Sperava con tutto sé stesso di non aver offeso Jasper, di non aver ferito , in maniera irreparabile, i suoi sentimenti.




Con un sorriso mortificato Carlisle si fermò a pensare, meravigliandosi, non per la prima volta, di quanto forte potesse essere il dono di suo figlio, più sottile, decisamente meno palese di quello di Edward o della stessa Alice, ma altrettanto potente.

Jasper aveva percepito le sue sensazioni nel momento stesso in cui nascevano in lui e si era regolato, comportandosi di conseguenza.

Il sorriso però gli morì sulle labbra quando vide il ragazzo stringersi nelle spalle , quasi in risposta ai suoi pensieri inespressi, quando notò la valanga di emozioni che il suo viso non riusciva a nascondere.

E la rabbia lasciò il posto alla paura nell'animo di Carlisle.

Lo stoicismo silenzioso di Jasper aveva reso fin troppo facile , a tutta la famiglia, dimenticare quanto profondamente fosse stato ferito dalle battaglie, fino a che punto la vita dura e terribile, che ciascuno di loro poteva solo intuire o immaginare, avesse lasciato cicatrici profonde in lui , più pericolose, benché meno visibili, di quelle che si portava addosso.

Avevano impiegato parecchio tempo per convincerlo che i Cullen erano diversi dal suo precedente coven, che lui non era un leader , che non si sarebbe mai e poi mai comportato come Maria ed ora rischiava di rovinare tutto, di perdere per sempre la possibilità di dimostrargli che la vita poteva essere diversa, di amarlo come un figlio, come meritava di essere .

La paura di Carlisle lasciò il posto alla disperazione nel suo vecchio cuore che non batteva più da secoli....ed allungò la mano sul braccio di Jasper, quasi a volergli impedire una ipotetica e fantomatica fuga lontano dalla famiglia, lontano da lui....

Perdonami. Ti prego – mormorò - lasciami provare di nuovo! Posso essere il padre di cui hai bisogno..... Per favore....”

Erano trascorsi alcuni angosciosi secondi prima che Jasper lo guardasse di nuovo in viso, prima che Carlisle potesse vedere un pallido , timido sorriso sul suo viso, prima che potesse rendersi conto che non c'erano più ombre nei suoi occhi, prima che lo abbracciasse istintivamente.

Sapeva che lui non amava particolarmente il contatto fisico, ma in quel momento non si ritrasse, anzi pareva traesse conforto dalla vicinanza.

Ti voglio bene anch'io papà” gli disse Jasper, intercettando, come sempre i suoi sentimenti, con un sorriso affettuoso e divertito a cui Carlisle non seppe rispondere che stringendolo un po' più forte a sé.



  
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