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Autore: KrisJay    10/10/2011    5 recensioni
Un ragazzo, una ragazza, una sorella un po’ invadente.. come si svolgerà il primo appuntamento di Edward e Bella?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Un primo appuntamento... particolare

Buonasera! Come potete vedere, sono di nuovo qui.. ormai non me ne vado più! XD
Quella che vi lascio stasera è una OS, che ha partecipato al contest di SerenaEsse “First Date”.. spero che a voi faccia piacere leggerla, come a me è piaciuto scriverla ;)
Un bacio,
KrisC

 
 
 
 
 
 
 

Autore
: KrisCullen
Titolo: Un primo appuntamento.. particolare

Rating: Arancione
Genere: Generale, Romantico
Trama: Un ragazzo, una ragazza, una sorella un po’ invadente.. come si svolgerà il primo appuntamento di Edward e Bella?

 

Un primo appuntamento.. particolare

 
 

Da venti minuti buoni me ne stavo ferma di fronte all’armadio aperto, immersa nella contemplazione di tutti i miei vestiti. Le uniche cose che avevo addosso erano i miei occhiali ed un asciugamano ormai umido, che avevo messo subito dopo essere uscita dalla doccia.
Sospirai e mi grattai la fronte, sfiorando con la punta delle dita una ciocca umida di capelli. Sbirciai con la coda dell’occhio la sveglia posizionata sul comodino e constatai che erano quasi le sette di sera: avevo ancora un ora prima dell’arrivo di Edward.
Non potei fare a meno di sorridere mentre pensavo al suo nome..
Avevo conosciuto Edward un paio di mesi prima, all’università di Los Angeles. Non era stato, diciamo, un incontro tranquillo: lui mi aveva salvato da una brutta ed anche imbarazzante caduta sulle scale della facoltà di legge dove studiavo. Ritrovarmelo davanti per me era stato un piccolo shock: il suo volto dai lineamenti delicati sembrava quello di un angelo.. inutile dire che credetti di essere morta e di essere andata in paradiso.
Ripresami un po’ dall’accaduto, riuscimmo a parlare un po’ ma dopo qualche minuto dovetti scappare via, anche se mi dispiaceva. Se non avessi avuto un appuntamento con quella scema di mia sorella, sicuramente avrei trascorso tutto il resto del pomeriggio insieme a lui.
Qualche giorno dopo l’accaduto però io ed Edward ci incontrammo di nuovo, non so se per fortuna o per caso.. in quell’occasione riuscii a scoprire che aveva ventiquattro anni, due in più di me, che era single e che anche lui studiava nella mia stessa università; quello sarebbe stato il suo ultimo anno di studi prima di laurearsi in psicologia.
Le ultime settimane di studi le passammo quasi sempre insieme, chiacchierando e imparando a conoscerci meglio; quando invece non riuscivamo ad incontrarci per degli impegni improvvisi, trascorrevamo parecchio tempo al telefono.. in pochissimo tempo diventammo grandi amici, anche se io cominciavo a provare un sentimento più forte dell’amicizia nei suoi confronti.
Io ed Edward continuammo a sentirci anche quando finirono le lezioni all’università, e due giorni prima lui mi chiese se potevamo uscire insieme una sera, solo noi due. Accettai senza indugi, anche perché avevo davvero voglia di rivederlo, e ci mettemmo d’accordo per uscire una sera.
E mentre ricordavo quelle cose, mi stavo ancora scervellando per trovare un capo d’abbigliamento che potesse andare bene per il nostro appuntamento..
Il nostro primo appuntamento.
Mordicchiai distrattamente un unghia mentre sentivo l’ansia salire ad ondate dentro il mio petto: se continuavo di quel passo alle otto mi sarei trovata ancora in quelle condizioni, con Edward che mi aspettava sotto casa.
-Ma sei ancora in queste condizioni?-
Mi girai e fissai Alice, mia sorella, ferma sulla porta della mia stanza con uno sguardo sorpreso e sconvolto allo stesso tempo.
Alice era più grande di me di un anno, anche se dall’aspetto fisico non si sarebbe notato. Lei era bassa e magra, aveva corti capelli corvini acconciati in un caschetto ribelle e profondi occhi marroni. Io, invece, ero un po’ più alta di lei e un po’ più in carne, avevo dei capelli castani lunghi e mossi e gli occhi verdi.
Totalmente diverse.
-Alice, ti prego, non ti ci mettere anche tu!- sbottai irritata. -Non so cosa diavolo indossare per stasera!-
Alice, scuotendo la testa, si avvicinò al mio armadio e cominciò a frugarci dentro. -Non capisco perché ti ostini a non chiamarmi mai per queste cose.. sai che ti darei una mano più che volentieri!-
Mi sedetti sul letto, passandomi distrattamente una mano sul viso e ringraziando mentalmente Alice per quello che stava facendo.
-Edward dove ti ha detto che andate?- domandò senza smettere di spulciare tra i miei vestiti.
-Non me l’ha detto, veramente..- mormorai, ricordando quel particolare che mi aveva mandato in pappa il cervello e che aveva causato l’indecisione sul vestiario.
-Quindi vado alla cieca! Splendido!- esclamò euforica.
Si spostò verso il cassettone dell’intimo e ci frugò dentro, afferrando due oggetti neri e striminziti e tirandomeli addosso.
-Intanto metti quello, poi vatti a finire di preparare.. io cerco di recuperare qualcosa dalle oscenità che hai lì dentro- disse indicando il mio povero armadio.
-I miei vestiti non sono oscenità- ribattei guardandola male. Solo perché amavo mettere i jeans e le converse invece degli abitini, non poteva criticare la mia roba.
-Bella!- mi richiamò lei battendo un dito sul polso. -Tic tac tic tac.. muoviti!-
Sbuffando, entrai in bagno e guardai per la prima volta gli oggetti che mi aveva tirato Alice: un reggiseno nero di pizzo ed un perizoma coordinato, uno dei suoi regali che non avevo mai messo e che aveva ancora attaccato il cartellino del negozio.. Victoria’s Secret, per giunta.
-Alice.. non è un po’ troppo azzardato?- urlai dal bagno rigirandomi il perizoma tra le mani. Quel coso era talmente inesistente che non avrebbe sicuramente coperto nulla.. figuriamoci il mio sederone.
-Smettila di lamentarti e indossa quella meraviglia!- urlò lei in risposta.
Feci quello che mi aveva detto, anche se con riluttanza. Lamentandomi mentalmente per la scomodità dell’indumento, cominciai a sistemare il disastro che avevo in testa e che chiamavo ingiustamente ‘capelli’ e poi passai al trucco.. per quello non dovevo scervellarmi molto, anche perché ero solita usare cose molto semplici e leggere.
Quando finii mi ritrovai soddisfatta del risultato che ero riuscita ad ottenere. I capelli non erano più un macello di nodi e ricadevano gentilmente sulle mie spalle, acconciati in boccoli morbidi e lucidi; gli occhi invece li avevo truccati leggermente con un ombretto marrone che avevo poi sfumato, aggiungendo un filo di kajal all’interno dell’occhio ed un po’ di mascara per incurvare le ciglia. Per quella sera avevo deciso di abbandonare gli occhiali e di indossare le lenti a contatto.
Alice entrò nel bagno mentre io finivo di passare un velo di lucidalabbra trasparente sulle labbra.
-Wow tesoro, stai benissimo!- esclamò battendo le mani. -Sapevo che quel completino addosso a te sarebbe stato un incanto!-
-Dici?- domandai riposando il cosmetico nella pochette dei trucchi. -Per me fa sembrare il mio sedere ancora più grosso di com’è normalmente.-
Alice fece una smorfia e mosse la mano come se stesse scacciando una mosca. -Piantala di dire assurdità, Bella! Il tuo sedere è perfettamente normale!-
-Se lo dici tu..-
-Adesso, vuoi venire di là? Ti faccio vedere cosa ho trovato!- disse afferrandomi per un braccio e tirandomi verso di sé.
Mi trascinò in camera mia e mi posizionò di fronte al letto, su cui era poggiato un abito nero molto semplice. Aveva le maniche corte, una scollatura accettabile sul davanti ed era corto.. ad occhio e croce, mi sarebbe arrivato a metà coscia.
-Bello vero? Non sapevo che avessi roba del genere lì dentro- disse colpita, riferendosi di nuovo al mio armadio.
-Ma che ti sei messa in testa?- domandai fissando quel vestito. -Il completino sexy, l’abito corto.. cosa ti aspetti da me stasera?-
Lei mi guardò sorridente. -Non mi aspetto un nipotino, ma che tu faccia qualcosa di sicuro!-
Un nipotino? Era già arrivata a quel punto?
-Alice, leggi troppe fan fiction..- commentai sedendomi sul letto. -E non penso che stasera arriveremo a quel punto..-
-Perché dici così?- domandò prendendo posto al mio fianco.
La guardai, abbassando poi gli occhi per evitare i suoi. -Sai che io sono attratta da Edward..-
-Guarda, Bella, che non è una novità! Ho visto come parli di lui!-
-Come stavo dicendo- continuai, facendo finta che non mi avesse interrotta -io mi sento attratta da lui, ma non credo che Edward provi la stessa cosa per me. Quindi, penso che trasformarmi in una Barbie versione castana sia inutile..-
Restai in silenzio e mi guardai le mani, sentendomi in imbarazzo: era la prima volta che confidavo le mie paure a qualcuno e mi sentivo a disagio. Non volevo fare la parte della ragazzina alla sua prima cotta che aveva paura di non piacere al ragazzo di cui era innamorata, ma in quel momento mi sentivo esattamente così..
Insicura e cotta fino al midollo.
La mano piccola di Alice mi accarezzò una guancia. -Bella, tesoro.. io non penso che sia così. E non lo dico perché sei mia sorella e perché ti voglio bene, ma perché è la verità..-
Alzai timidamente lo sguardo e la guardai, non riuscendo a capire le sue parole.
-Tu sei una ragazza bellissima, certo ti trascuri un po’ ma questo lato di te ti rende unica. E penso che Edward lo abbia capito, altrimenti non ti avrebbe invitato ad uscire stasera..- sorrise senza smettere di accarezzarmi la guancia. -E guarda che anche lui è attratto da te.. ho visto come ti guardava l’altra volta!- disse infine.
Sorrisi, sentendo le guancie imporporarsi ed abbassando di nuovo lo sguardo. Alice mi abbracciò e mi baciò la guancia teneramente nello stesso momento in cui sentii il citofono suonare.
-Oddio, mi sa che è lui!- esclamai alzandomi in piedi.. ed ero ancora in intimo!
-Calma Bella, non urlare! Vado io.. tu mettiti quel vestito!- ordinò uscendo dalla camera.
Infilai il vestito velocemente mentre sentivo la sua voce allegra e squillante rispondere al citofono.
-Chi è?.. Ciao Edward!.. Due minuti e scende, si sta infilando le scarpe!-
-Ma che diamine vai dicendo?- sussurrai quando la vidi tornare in camera.
-La verità.. ti stai infilando le scarpe!- disse porgendomi un paio di sandali neri.. tacco dodici.
-Alice, con quei cosi mi ammazzerò- mormorai fissandoli.
La vidi alzare gli occhi al cielo e sbuffare. -Sono comode.. e non cadrai, fidati!-
Quando finii di allacciare i sandali mi alzai e notai che aveva ragione: le scarpe erano comode, ma sicuramente avrei trovato lo stesso un modo per cadere a terra.
-Ok, sei pronta e super stupenda! Prendi questa- disse concitata. Mi infilò una pochette nera e piena di lustrini tra le mani e mi spinse fuori dalla camera. -Dentro c’è tutto quello che ti potrebbe servire: cellulare, lucidalabbra, fazzoletti..-
-Preservativi?- domandai scioccata, ritrovandomi tre quadratini argentati dentro la borsa.
-Sì Bella, anche quelli ci sono..-
-Che ci devo fare con questi?-
-Vuoi un disegnino? Te lo faccio se ne hai bisogno..-
-Prendi questi cosi, non mi serviranno stasera!- urlai afferrandoli.
-Davvero? Sicuramente Edward ne sarà fornito, ma se non fosse così mi darai il tanto sognato nipotino?- domandò eccitata, saltellando davanti a me.
-Smettila con questi discorsi!-
-E tu invece smettila di parlare.. il tuo cavaliere ti aspetta!- senza riuscire a capire come aveva fatto mi ritrovai fuori da casa nostra. Afferrai una giacca che Alice mi aveva tirato all’improvviso e la vidi fare  ‘ciao ciao’ con la manina prima di chiudermi la porta in faccia.
-Alice, apri! Devo posare quei cosi!- urlai battendo il pugno sul legno della porta.
-Non ci sono, Bella!- urlò quella tonta dall’altra parte.
Scocciata dal suo comportamento, presi i preservativi e li infilai sotto la porta prima di cominciare a scendere le scale. Sentii la porta aprirsi e la voce di Alice urlare -Sorella ingrata!- prima di chiudersi nuovamente.
Ridacchiai scendendo l’ultima rampa di scale e in men che non si dica mi ritrovai davanti al portone socchiuso del palazzo.. il respiro mi si mozzò quando elaborai che oltrepassandolo avrei visto Edward. Prima di farlo, però, cercai di calmarmi un po’ e di fare scorta d’aria, visto che i miei polmoni sembravano essere a secco.
Alla fine riuscii a spingere il portone e ad uscire nell’aria afosa della sera prima di vedere la sagoma di Edward, appoggiato accanto ad un auto mentre muoveva distrattamente un piede sul marciapiede. Mi avvicinai lentamente a lui, osservandolo attentamente: i suoi capelli castani, già ribelli di loro, erano scompigliati dalla leggera aria della sera. Indossava una camicia blu a maniche corte ed un paio di jeans scuri, ed ai piedi aveva delle scarpe blu della stessa sfumatura della camicia..
Era bellissimo.
Alzò lo sguardo quando sentì il rumore delle mie scarpe e quando mi vide sorrise, staccandosi dalla macchina e raggiungendomi.
-Ciao- sussurrai timidamente quando fummo abbastanza vicini, guardando i suoi bellissimi occhi azzurri.
-Ciao Bella..- disse lui, annullando la poca distanza che ancora c’era tra di noi e baciandomi una guancia. -Sei meravigliosa stasera!- esclamò poi fissandomi.
-Anche tu lo sei, però..-
Scosse la testa. -Mai quanto te.-
Sorrisi, un po’ in imbarazzo. Lui ricambiò il mio sorriso e mi prese per mano, guidandomi verso l’auto su cui si era poggiato fino a qualche istante prima. Aprì la portiera sul lato del passeggero e mi fece salire sulla macchina, senza smettere di sorridere.
Richiuse la portiera mentre il mio cellulare squillava, e riluttante lo presi per vedere chi fosse. Per mia sfortuna era Alice, che mi aveva mandato un messaggio.
Aw! Come siete belli insieme! Mi raccomando, fatemi un bel bambino! :P
-Ma che caz..- non finii la frase perché Edward salì in macchina e mi sorrise ancora una volta, mentre avviava il motore.
-Qualcuno di interessante?- domandò osservando il cellulare che ancora tenevo in mano.
-No.. assolutamente no- dissi in fretta. Cancellai il messaggio e tolsi la suonerai per evitare altre interruzioni di quella pazza.
Dopo aver posato il cellulare nella pochette guardai fuori dal finestrino, notando che ci stavamo allontanando dal mio quartiere.
-Dov’è che stiamo andando?- domandai incuriosita.
Edward distolse per un attimo lo sguardo dalla strada e mi sorrise.
-È una sorpresa- disse enigmatico. -E non provare a fare altre domande, tanto non ti rispondo!-Fingendomi offesa, mi girai dall’altra parte e guardai le strade che correvano veloci davanti ai miei occhi. Non sapevo quanto veloce stesse andando Edward, e nemmeno volevo saperlo: avevo un po’ paura della velocità.
Per la mezz’ora successiva restammo in silenzio, io ero troppo impegnata a far finta di essere arrabbiata per pensare a dire qualcosa. Smisi però quel gioco quando notai che eravamo arrivati sul lungomare, stupendo a quell’ora della sera.
-Stiamo andando in uno di quei locali?- chiesi continuando a fissare la strada.
-Sì e no- rispose Edward. -Ma se aspetti un paio di minuti lo scoprirai..-
Qualche minuto dopo, infatti, Edward fermò la macchina davanti ad un locale carino e dall’aria accogliente. Aveva i muri dipinti di giallo, decorati agli angoli da alcuni sassi che gli conferivano un aria rustica. Sull’insegna, che non era illuminata, c’era scritto La bella Italia.
-Oh.. non ci ero mai stata qui!- esclamai fissando il ristorante: erano anni che sentivo parlare di quel posto, ma ancora non avevo trovato l’occasione giusta per andarci.
-Rimediamo subito allora!- disse Edward aprendo la portiera ed uscendo dalla macchina. Io feci la stessa cosa e stavo per uscire quando me lo ritrovai davanti.
-Potevi aspettarmi.. ti avrei aperto la portiera- mormorò scontento, porgendomi la mano.
La afferrai ed uscii, sorridendo divertita per la sua faccia delusa. -Vorrà dire che ti rifarai alla prossima..-
Mi sorrise e dopo aver chiuso lo sportello e fatto scattare le sicure mi guidò verso l’entrata del ristorante. Quando fummo abbastanza vicini notai che dall’interno non proveniva nessuna luce, come se fosse chiuso.
-Siamo venuti il giorno sbagliato!- esclamai un po’ delusa.
-Non credo proprio!-
Mi voltai verso di lui e vidi che la mano non impegnata a stringere la mie reggeva un mazzo di chiavi.
Strabuzzai gli occhi. -S-sono le chiavi del ristorante? Ma come..-
-Il ristorante è gestito dai miei genitori- mi spiegò mentre apriva la porta. -Oggi è il giorno di chiusura del locale e ho chiesto loro se potevo usarlo.. in privato.-
Non riuscivo a credere alle sue parole.. in pratica era come se avesse riservato un ristorante solo per noi due.
-Sei pieno di sorprese..- sussurrai sorridendogli.
-E non hai ancora visto niente- disse spalancando la porta. -Prego madame..-
Ridendo per quella scena entrai nel locale buio e cercai di vedere come fosse arredato il posto, ma solo quando Edward ebbe acceso le luci potei ammirare il tutto.
La sala in cui mi trovavo era grande ed accogliente, con i muri della stessa tonalità di giallo che c’era fuori. Un sacco di tavolini quadrati erano sparsi per la sala ed erano coperti da tovaglie bianche.. era semplice ma bello da vedere.
-Che ne pensi?- domandò Edward quando mi raggiunse.
-È bellissimo qui- mormorai. Mi girai verso di lui e gli sorrisi. -Fai i complimenti ai tuoi genitori..-
Lui ridacchiò. -Senz’altro..-
Mi allontanai da lui e girai un po’ per la sala, guardandomi intorno. Camminando lentamente raggiunsi una portafinestra che dava su un piccolo terrazzo. Curiosa, la aprii e uscii fuori, rimanendo colpita dall’immagine che mi ritrovai davanti agli occhi.
La spiaggia e l’oceano sotto di me erano dipinti di rosso, grazie alla luce del tramonto che li colpiva; il cielo invece era di un arancione spettacolare, talmente accecante che dovetti mettere una mano davanti agli occhi per cercare di smorzare un po’ la luce. L’unico rumore che si sentiva in quel piccolo angolo di paradiso era il verso che facevano i gabbiani ed il rumore delle onde che si infrangevano sul bagnasciuga.
Mentre continuavo a guardare quel bellissimo tramonto sentii l’aria smuoversi accanto a me e poi percepii il corpo di Edward accanto al mio, anche lui con lo sguardo rivolto all’oceano.
-Hai mai visto qualcosa di più bello?- domandai continuando a guardare il tramonto, che stava lentamente scomparendo.
Quando riuscii a voltarmi verso di Edward vidi che era appoggiato con le mani al muretto del terrazzo, impegnato a fissarmi intensamente. Aveva lo sguardo concentrato, come se stesse contemplando qualcosa di bello ed estremamente prezioso.
Arrossii e abbassai il viso, sentendomi a disagio. Quel pensiero era talmente assurdo che mi maledii per averlo concepito.. non era possibile che mi stesse guardando in quel modo, non poteva..
-Allora- disse Edward all’improvviso; alzai ancora una volta il viso per guardarlo e notai che stava sorridendo. -Hai fame?-
A quella domanda sentii il mio stomaco brontolare; se non avesse mai fatto quella domanda, molto probabilmente non me ne sarei mai accorta.
-Adesso che me lo fai notare.. sì- gli risposi.
-Andiamo di là allora, così posso preparare qualcosa- continuò a dire sfregandosi le mani.
-Aspetta un secondo.. cucinerai tu?-
-Che c’è.. non ti fidi per caso?- domandò inarcando un sopracciglio.
-Sai com’è, non vorrei finire intossicata..- lo provocai sorridendo.
Edward mi guardò male per un po’, poi allungò una mano e disse: -Scommetto che tra un po’ cambierai idea!-
Afferrai la sua mano e la strinsi forte, ricambiando il suo sguardo. -Ci sto!-
 

-Che ti avevo detto?- esclamò Edward vittorioso. -Sono riuscito a farti cambiare idea!-
Non risposi, avevo ancora la bocca piena e non volevo fargli vedere quello spettacolo così orrendo.
-Non è colpa mia.. sei bravissimo a cucinare!- dissi a fatica dopo aver ingoiato una quantità spropositata di pasta.
Ci trovavamo nella cucina del ristorante, seduti su uno dei banconi che si trovavano lì. Edward, dopo essersi messo un grembiule ed un cappello da cuoco (ero scoppiata a ridere quando lo avevo visto con quella roba addosso!), cominciò ad armeggiare tra i fornelli ed in pochissimo tempo era riuscito a preparare dell’ottima pasta, condita con del pesto alla genovese.
Avevo già mangiato quel piatto, ma dovevo dire che il condimento preparato da Edward era il migliore in assoluto. Batteva di gran lunga quello che preparava nonna Swan..
-Devo prenderlo come un complimento?- chiese, mentre portava alla bocca una forchettata di pasta.
Annuii, non riuscendo a dire nulla perché avevo di nuovo la bocca piena; la cosa lo fece ridere e non poco.
Continuammo a mangiare in silenzio, anche se ogni tanto ci scambiavamo qualche battuta tra un boccone e l’altro. Dopo la pasta, Edward servì della carne che aveva cucinato in contemporanea con il primo e la accompagnò con un po’ di insalata preparata sul momento.. inutile dire che anche quel secondo piatto era perfetto.
Stavo togliendo i piatti sporchi per metterli nella lavastoviglie quando Edward mi annunciò che stava andando a prendere il dessert.
-Oddio, Edward! Vuoi farmi scoppiare!- esclamai, dopo aver chiuso la lavastoviglie.
-Alla fine della cena ci vuole il dolce Bella.. non te l’hanno mai detto?- disse lui mentre ridacchiava. Chiuse l’anta dell’enorme frigorifero e si voltò, tornando accanto a me e poggiando sul bancone due tartufi al cioccolato.
Guardai quella piccola prelibatezza con aria sognante, sentendomi anche un po’ in colpa. Alzai gli occhi e incontrai quelli divertiti di Edward, che davanti a me mi osservava tenendo in mano un cucchiaino.
-Sappi che se ingrasso è tutta colpa tua..- borbottai, immergendo il cucchiaino nel dolce e prendendone un pezzetto.
-Sarò felice di prendermi tutte le colpe- disse divertito, cominciando anche lui a mangiare il dolce.
Quando anche l’ultimo pezzo di tartufo fu finito, decidemmo di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia per smaltire un po’ la cena; aiutai Edward a risistemare il locale e dopo averlo chiuso scendemmo in spiaggia.
Non appena misi piede sulla spiaggia decisi di togliere i sandali: per quanto fossero comodi avevano lo stesso dodici centimetri di tacco, ed i miei piedi che non ci erano proprio abituati cominciavano a lamentarsi. Restai a piedi nudi sulla sabbia soffice e fresca, sentendo subito i benefici sui miei piedi doloranti.
-Non ricordavo che fossi così bassa- mormorò Edward al mio orecchio.
Gli lanciai un occhiataccia. -Non sono io quella bassa.. sei tu quello troppo alto!-
-Ho capito.. Puffetta!-
Gli mollai un ceffone sul braccio, fingendomi indignata. -Smettila!-
Ridendo, Edward mi prese per mano e cominciò ad incamminarsi lungo la spiaggia, deserta a quell’ora della sera; durante la giornata però doveva essere stata piena di gente, soprattutto adesso che stava cominciando la stagione estiva e che le scuole erano terminate.
Restando in silenzio e ascoltando lo sciabordare delle onde, camminammo fino a raggiungere il bagnasciuga dove l’acqua si infrangeva sui nostri piedi nudi.
-È fredda!- urlai sentendo l’acqua entrare a contatto con la mia pelle.
-Sembri una bambina che ha fatto la sua prima scoperta!- esclamò Edward guardandomi. -Non lo sapevi che l’acqua del mare è fredda?-
-Certo che lo sapevo.. ma sapevo anche che la sera diventava più calda..-
-Durante le ore della notte diventa più calda, è vero.. vogliamo aspettare di sentirla?- propose sorridendo.
Mi grattai una guancia, guardandolo dall’alto in basso. -Non è male come idea.-
Anche Edward cominciò a guardarmi più intensamente, così tanto che sentii le guancie andarmi a fuoco per l’imbarazzo che mi stava causando. Sciogliendo la presa delle nostre mani, mi allontanai un po’ da lui e cominciai ad osservare la luna, bianca e splendente sopra le nostre teste.. quella sera era più bella del solito.
Sentii la presenza di Edward alle mie spalle ma non mi voltai, rimasi voltata verso la luna continuando a guardarla.
-È bellissima stasera, la luna.. non trovi?- mormorai, così piano che temetti che non mi avesse sentito.
Le braccia grandi di Edward mi avvolsero, facendomi sentire la sua presenza, e sentii la sua bocca venire a contatto con il mio orecchio.
-Ho qualcosa di più bello da vedere, in questo momento- soffiò sulla mia pelle, facendomi sentire dei forti brividi lungo la schiena.
Sospirando, girai sul posto fino a trovarmi faccia a faccia con lui. Percorsi con gli occhi il suo viso, osservando con attenzione anche il particolare più piccolo ed insignificante. Lasciai cadere le scarpe sulla sabbia e portai la mia mano sul suo viso, accarezzandolo gentilmente con la punta delle dita. A quel contatto Edward chiuse gli occhi e sospirò, stringendo la presa sul mio corpo.
Sfiorai con le dita le sue labbra dischiuse e riaprì gli occhi all’improvviso, osservandomi con i suoi occhi resi blu dall’oscurità. Il suo fiato caldo si infranse sulle mie dita, facendomi sentire una scossa che percorse tutto il braccio.
-Te l’ho già detto che sei bellissima stasera?- sussurrò sulle mie dita, prima di baciarle.
Inghiottii a vuoto prima di rispondergli. -Sì..-
-Posso dimostrartelo ancora?- domandò socchiudendo gli occhi.
La mano che era rimasta ferma sulle sue labbra si spostò sul suo collo, e cominciai ad accarezzare la porzione di pelle posta poco sotto l’attaccatura dei capelli. Non riuscii a dirgli nulla in quel momento.. riuscii soltanto a fargli un piccolo cenno di assenso col capo.
Sentii le braccia di Edward stringermi ancora di più a lui, come se temesse che sarei scappata da un momento all’altro. Se davvero pensava quello, allora stava sbagliando.. perché c’era soltanto un posto in cui volevo stare in quell’istante, ed era proprio quello in cui mi trovavo già..
Tra le sue braccia..
Insieme a lui..
Chiuse gli occhi e lentamente fece avvicinare il suo viso al mio. Non riuscivo a credere che stesse accadendo veramente, che stesse accadendo proprio a me.. Avevo fantasticato così tante volte su quel momento così magico, e adesso non riuscivo quasi a farmelo entrare in testa.
Socchiusi gli occhi mentre aspettavo con il cuore in gola di sentire le sue labbra morbide e calde sulle mie. Ormai mancava poco, lo sentivo sempre più vicino..
Le punte dei nostri nasi si stavano sfiorando timidamente..
All’improvviso sentii il suo respiro infrangersi sulle mie labbra, e stavo quasi per andare in iperventilazione quando arrivò qualcosa ad interrompere quel momento.
Qualcosa che vibrava e che sembrava provenire dalla mia borsa, stretta nella mia mano.
Dovette sentirlo anche Edward, perché riaprì gli occhi spaesato e sorrise mestamente. Riavvicinò il viso al mio e delicatamente posò le labbra sulla mia fronte, vicino alle sopracciglia. Chiusi gli occhi e sospirai profondamente, cercando di bloccare il fiume di delusione che imperversava dentro di me.
-Vedi chi è, potrebbe essere importante- mormorò lui sciogliendo l’abbraccio in cui mi aveva tenuto imprigionata per tutto quel tempo.
-C-ci metto poco- balbettai mentre lo vedevo allontanarsi.
Ancora scossa per quello che era successo, anzi, per quello che non era successo, frugai nella borsa e recuperai il telefonino per poter vedere chi era il colpevole che aveva rovinato uno degli istanti più belli della mia vita.

“Sorellina, vado a dormire da Jazz.. avrai casa tutta per te stanotte, non sei contenta?! Baci, A.
P.S: non usate la mia camera, per favore! :P”

Alice.. avrei dovuto immaginarlo. E dovevo anche rimandare la sfuriata verso di lei! Ma appena l’avrei rivista, sarebbero stati guai!
Sentendomi ancora delusa per l’accaduto riposai il cellulare nella pochette e raggiunsi Edward, che guardava il mare nero con le mani infilate nelle tasche dei jeans. Sentendo i miei passi si voltò e mi guardò, sorridendo leggermente.
-Hai già fatto?- domandò avvicinandosi a me.
Annuii. -Non era niente di importante..- dissi scrollando le spalle.
Dopo la mia frase vidi il suo viso diventare un po’ più triste.. forse anche lui, come me, ci era rimasto male per l’interruzione. E pensare che avevo tolto la suoneria proprio per evitare eventuali scocciature! Sarebbe stato meglio se avessi spento il telefono..
Recuperai le scarpe che avevo lasciato cadere a terra e cercai di pulirle dalla sabbia che ci si era depositata sopra. Cercavo in tutti i modi di evitare il suo sguardo: non mi andava di vederlo triste a causa mia.. sapevo che era stupido dirlo, ma non potevo fare a meno di credere che la colpa fosse mia.
Una sua mano si posizionò sul mio mento e dolcemente mi fece alzare il viso, così da poter incontrare il suo. Con l’altra mano mi accarezzò una guancia e a quel contatto così dolce chiusi gli occhi.
-Che cosa c’è?- domandò leggermente preoccupato. Capii che lo era dal tono della sua voce..
Scossi la testa, riaprendo gli occhi e fissandolo. -Niente..- sussurrai abbozzando un sorriso.
Sorrise anche lui, un po’ più sollevato per via della mia risposta.
-Si è fatto tardi.. ti accompagno a casa?-
-Ok..-
 

Durante il viaggio di ritorno restammo entrambi in silenzio: se prima avevo fatto apposta a non dire nulla, adesso neanche mi ci impegnavo. Ero ancora dispiaciuta per quel quasi bacio, dopotutto. Ma non potevo dire che la serata fosse andata male.. mi ero divertita, e poi passare tutte quelle ore insieme ad Edward era stato stupendo. Mi sarebbe piaciuto passare altro tempo insieme, ma si era davvero fatto tardi e per quella sera non sarebbe stato proprio possibile..
Una volta entrata in casa, poi, mi sarei trovata anche da sola.. Alice a quest’ora si trovava già a casa di Jasper, il suo ragazzo, e quindi non avevo nemmeno qualcuno con cui parlare. Chiamare la mamma era fuori discussione: sarebbe entrata nel panico vedendo l’ora, pensando sicuramente che una di noi due stesse male..
-Eccoci qua.-
La voce di Edward mi distolse dai miei pensieri, e guardando fuori dal finestrino vidi che ci trovavamo sotto casa mia.. era arrivato il momento di separarci, ma non sapevo se avrei trovato il coraggio per farlo.
Dopo essere sceso dall’auto, Edward aprì anche il mio sportello e mi fece scendere porgendomi una mano. Lo guardai dopo che ebbe richiuso la portiera e gli sorrisi, rimanendo felice perché lo vidi sorridere a sua volta.
-Sono stata davvero bene stasera..- dissi un po’ a disagio.
Lui annuì. -La stessa cosa vale per me. Magari uno di questi giorni ci.. ci risentiamo- sussurrò grattandosi la testa.
Sorrisi timidamente per quella piccola proposta. -Mi piacerebbe.. sì, va bene.-
A quel punto non seppi più cosa dire, o cosa fare.. solo una cosa avevo in testa e desideravo tanto farla, ma avevo paura di risultare troppo impacciata. Se non la facevo, però, sarei stata peggio..
Presi tutto il coraggio che avevo in corpo e, dopo essermi alzata in punta di piedi, lasciai un bacio sulla guancia di Edward. Non osai fare niente di più audace, mi sarei vergognata troppo..
Tornai alla mia posizione iniziale e sorridendo leggermente alzai una mano, facendo un cenno di saluto.
-Buonanotte, Edward..- sussurrai prima di voltarmi.
Non sentii la sua risposta, e sospirando cominciai ad incamminarmi lentamente verso il portone di casa. Avevo cominciato a cercare le chiavi dentro la pochette quando sentii qualcuno afferrarmi per un braccio e voltarmi. Sgranai gli occhi quando me lo ritrovai davanti.
-Edward..- soffiai piano.
Lui mi guardò intensamente e disse -Non posso andarmene senza averlo fatto..- prima di catturare le mie labbra con le sue.
Sorpresa e felice allo stesso tempo, ricambiai il bacio con foga mentre mi aggrappavo al suo collo con le braccia. Le nostre labbra si accarezzavano senza sosta, iniziando a conoscersi, e quasi svenni quando sentii la sua lingua entrare nella mia bocca per poter giocare con la mia.
Fu lui il primo ad interrompere il bacio, e restammo per parecchi secondi immobili a guardarci ed a riprendere fiato. Chiuse gli occhi e sorrise, facendo scontrare le nostre fronti.
-Desideravo così tanto farlo.. dalla prima volta che ti ho visto- sussurrò facendo sfiorare i nostri nasi.
Chiusi gli occhi e li riaprii subito dopo, sorridendo. -È la stessa cosa per me..-
Ridendo, Edward riavvicinò le nostre labbra e ricominciammo a baciarci, stavolta però più lentamente, assaporando tutte le sensazioni che quel gesto ci stava regalando. Accarezzai i suoi capelli morbidi, desiderando di sentirlo così vicino ogni istante della mia vita..
-Non vorrei lasciarti andar via- mormorò tristemente quando finimmo di baciarci.
Gli accarezzai una guancia, e all’improvviso decisi di fargli una proposta che mai e poi mai avrei fatto di mia spontanea volontà.
-Sali con me- sussurrai guardandolo.
Lui mi fissò speranzoso, restando sempre a pochi millimetri di distanza dal mio volto. -Dici sul serio?-
Annuii, sorridendo. -Mia sorella non c’è.. sono sola in casa.-
Come spiegazione dovette sembrargli sufficiente, perché si tuffò impetuoso sulle mie labbra e mi strinse convulsamente a sé.
-Che stiamo aspettando, allora?-
Ridendo, recuperai le chiavi del portone dalla borsa ed entrai, tirandomi dietro Edward per una mano.  
Mi dispiace sorellina, ma mi sa proprio che useremo la tua camera stanotte..

   
 
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