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Autore: larabella    10/10/2011    0 recensioni
Bene, penso che qua raccoglierò tutte le cazzate che mi passano per la testa la notte, ma troppo stupide per essere trasformate in fanfiction.
Insomma, un piccolo mio blocknotes D:
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccoli pezzi di carta volano dappertutto.
Qualcuno ancora caldo e ardente come la fiamma dell'accendino rosso che tenevi in mano, altri anneriti o quasi completamente ridotti in cenere.
Fluttuano nell'aria fingendo di essere dei ben più pittoreschi fiocchi di neve, posandosi piano su quella testa che pare scoppiare.
Inginocchiata sui frammenti delle tue memorie insignificanti, scossa dai tremori che preannunciano un'altra, delirante crisi isterica.

Ti senti così male.

Hai ridotto in briciole ogni pagina dei tuoi quaderni.
Cerchi di distruggere il tuo passato.
Come se fosse possibile strapparlo come si fa con una pagina di diario.

Come sei ridicola, con i capelli elettrici e le mani sulla faccia, quelle mani al contempo sudate e fredde come il ghiaccio, incrostate di quel sangue viscoso che stilla dai tagli che la carta ti ha lasciato, come a dire che stavi sbagliando, e che era lei a dovervi strappare, te e la tua mente malata, in tanti piccoli pezzi.

E sono proprio quei pezzi del tuo cervello insano che volano adesso, in quella stanza buia, come tanti piccoli fiocchi di neve, a creare una situazione anormale, surreale, mentre ti strappi i capelli e inizi a ridere, una risata malata, isterica. Pazza.

No, non sei felice.
Ma ridi, perché non sai quello che fai, perché sei in preda alla peggiore delle crisi, un'altra volta.
E devi scegliere se piangere o ridere.
Piangere richiede fatica, e tu sei così stanca.

Stanca, sì, ti piace questa parola, anche se non ti ricordi cosa vuol dire.
Stanca, ti si chiudono gli occhi, l'ultima risata è ormai un'ombra, un'eco morente che riecheggia nella stanza buia...

Cadi, insieme agli ultimi pezzetti di carta, sul pavimento freddo.
Inerte, come addormentata da un incantesimo.

Sei una vittima di te stessa.
Della malattia che la tua mente ha creato per difendersi dal mondo, che riesce così bene a opprimerti.
Delle relazioni con il mondo che tu stessa ti sei obbligata a rifiutare.
Sì, un'altra fottuta vittima del sistema.

E' il suicidio della tua mente.
Spera che qualcuno ti trovi.
Corri, scappa via da te stessa.
Conosci il tuo nemico?


Scritta mentre ero a letto mezza malaticcia, yeah.

  
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