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Autore: Violet Tyrell    11/10/2011    5 recensioni
Merope era quasi una Cenerentola del mondo della magia, nessuno avrebbe pensato che in lei scorresse sangue del nobile Serpeverde vedendola vestita di stracci; i vestiti che portava erano stati evidentemente rattoppati in più punti al punto che non si riusciva più a capire che cosa fossero in origine.
Personaggi: Merope Gaunt, Tom Riddle. Altre comparse: famiglia Gaunt, Tom O. Riddle(Voldemort), altri minori
Note: Missing Moments, Sentimentale, Tragico e Triste
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merope Gaunt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Sangue Sporco

Personaggi: Merope Gaunt, Tom Riddle. Altre comparse: famiglia Gaunt, Tom O. Riddle(Voldemort), altri minori

Note: Missing Moments, Sentimentale, Tragico e Triste


Note - Sarei da ammazzare, lo so avendo altre storie in corso, ma ahimè io quando posso scrivo >__< e questa storia era iniziata da almeno 3 anni, l'ho ritrovata nei miei vecchi file. Sarà corta, non prevedo più di 3 capitolo, 4 esagerando. In realtà mi è venuto lo stimolo a riprenderla avendo letto proprio stamattina una storia molto bella che riguardava Cecilia, la ragazza babbana del babbano(che gioco di parole xd) Riddle. Io vi offro invece Merope zizi un personaggio che mi ha sempre affascinata. non ricordo che ci sia una descrizione precisa dell'aspetto fisico di Merope, ho un pò inventato. la stessa cosa per la pozione d'amore, che ho rielaborato di mio non avendo trovato info precise^^ Se volete rilasciarmi qualche commento vi ringrazio^^


Capitolo 1 - Rinascita


Il giorno in cui Merope Gaunt portò in tavola una zuppa di cereali bollente e vide le sedie vuote attorno al tavolo fu il giorno della rinascita. A tutti gli effetti Merope era sempre stata soggiogata dalla brutale violenza del padre e dal sadico potere che il fratello amava esercitare sugli altri.
Posò il pentolone della zuppa di nuovo sul fornello, cercando di fare mente locale.
Il giorno prima il signor Ogden era giunto lì a Little Hangleton per parlare con Orfin, suo fratello. Invece era scoppiata l'ennesima lite perché Orvoloson si era intromesso - suo padre - e nessuno dei due aveva voluto ascoltare ciò che il dipendente del Ministero aveva da dire. Non che per lei fosse una novità quel comportamento
: Orfin e Orvoloson non prestavano ascolto a nessuno solitamente, tantomeno a lei.
Merope era quasi una Cenerentola del mondo della magia e nessuno avrebbe pensato che in lei scorresse sangue del nobile Serpeverde
, soprattutto vedendola vestita di stracci; i vestiti che portava erano stati evidentemente rattoppati in più punti al punto che non si riusciva più a capire che aspetto avessero avuto  in origine.
Maltrattata e dimenticata, Merope non aveva mai saputo cosa significasse vivere una vita da persona felice; persino a Hogwarts pochi si ricordavano di lei, complice anche il fatto che non aveva mai terminato neppure il terzo anno. Suo padre l'aveva ritirata, sostenendo che con voti così pessimi non valeva neppure la pena che vi perdesse tempo.
Negli anni non era cambiata poi molto: magra e smilza, somigliava più alla servetta di casa che un membro di famiglia
, ma come più volte aveva pensato, lo preferiva: non avevano nulla in comune loro tre, se non il cognome che suo padre portava tanto in trionfo e una miseria senza confini.
E l'odio per le persone prive di magie
, o con il sangue sporco.
In verità questo non valeva per lei, che aveva quasi sempre invidiato i Babbani: tutte le persone che aveva conosciuto nel villaggio vicino erano prive di poteri magici
, eppure molto più felici. Vivevano in belle dimore ed erano amate e coccolate dalle loro famiglie, ma non erano i soldi ciò di cui lei aveva bisogno e che desiderava ardentementenonostante portasse al collo il cimelio più importante di Salazar Serpeverde, non sentiva alcun orgoglio nel guardarsi al vetro della finestra sporca e scoprire una mendicante invece di una ragazza con tutta una vita davanti.
Non era bella
, e lo sapeva bene, ma persino il suo aspetto poco piacevole sarebbe stato poca cosa in confronto alla libertà: la chioma bionda ricadeva floscia sulle spalle e gli occhi erano troppo grandi per il volto ossuto. In aggiunta a questo c'era il suo abbigliamento decisamente poco intrigante: non c'era da meravigliarsi se Tom non si degnava neppure di guardarla, pensò amaramente, ricordando la bellissima Cecilia che giorno dopo giorno non si staccava mai dal suo fianco.
Tom Riddle, figlio del signorotto locale, era tutto ciò che una donna potesse
, mai desiderare ma a lei non importava nulla della sua condizione sociale: le bastava vedere quei lineamenti perfetti, il sorriso che gli illuminava il volto e che le consentiva di illudersi che un raggio di sole fosse entrato nella sua vita. Purtroppo, però, raramente Riddle sorrideva quando la vedeva, anzi sembrava impietosito e schifato nel guardare l'orrida catapecchia in cui lei e la sua famiglia vivevano.
Una volta le aveva detto che la compativa perchè non aveva la forza di lasciare tutto e ribellarsi a quel padre padrone che aveva
: sembrava addirittura comprendere che lei era diversa da quel fratello psicologicamente instabile e dal padre violento. Anche se quelle parole l'avevano fatta sentire indesiderata, si aggrappava ancora all'illusione di poter riuscire un giorno ad attirare la sua attenzione.
La soluzione arrivò alla mente, facendo capolino come un raggio di sole attraverso le nuvole gonfie d'acqua.
Non c'era motivo di crucciarsi, non usava certo nessun sortilegio proibito nel forzare la mano del destino; per tutta la vita aveva atteso la sua occasione di felicità
, ed ora sapeva come farla arrivare con certezza alla sua porta. Per quanto poco pratica di incanti, aveva sempre avuto un debole per le pozioni e non esitò a ritrovare il suo vecchio libro: in esso c'erano molti intrugli e trovò ciò che cercava circa a metà del volume.
Amortentia, una delle pozioni d'amore più potenti, in grado di assicurare eccellenti ed immediati risultati; gli ingredienti non erano difficili da trovare, nè era troppo elaborata la sua preparazione anche se occorreva tempo. Quello non le mancava: siccome suo padre doveva scontare sei mesi ad Azkaban non aveva neppure troppa fretta e valeva bene la pena di aspettarne tre per completarla, no?

Esattamente tre mesi dopo riuscì a convincere Tom Riddle a fermarsi dal suo solito giro a cavallo: c'era caldo e lui era evidentemente stanco perciò accettò di prendere da lei un sorso d'acqua fresca.
Non sapeva che cosa si celava in quel liquido
: non riteneva che Merope fosse una donna pericolosa, era solamente parte di una famiglia instabile ma lei era comunque diversa, pur non attirando per nulla la sua attenzione.
Non si preoccupò quindi dello sguardo ansioso della ragazza, che sembrava persino palpitare nel desiderio di scoprire gli effetti che aveva; la sola cosa che aveva curiosamente notato Tom era un odore piacevolissimo di menta e funghi di bosco nell'aria. Amava entrambi, chissà come mai proprio in quel momento li percepiva.
" Grazie, sei stata molto gentile. " La voce di Tom suonò leggermente incerta
, non più spavalda, mentre le riconsegnava il bicchiere vuoto e  Merope seppe di avere vinto la battaglia. In quel momento il ragazzo non vide più davanti a sè solo una ragazza dall'aria sconfitta e poco piacevole; no, lui trovò in quella giovane presenza tutto ciò che aveva sempre desiderato per sè. Non riusciva a capacitarsi della ragione per cui fino a quel momento non l'avesse mai notata, del perchè si fosse accontentato di quella mediocre di Cecilia.
Sbatté le palpebre leggermente confuso
, ma più guardava Merope e più sentiva quella dolce ossessione invaderlo, e convincerlo che era lei la donna della sua vita; non attese altro tempo per stringerla a sè e baciarla appassionatamente per lunghe ore, scatenando l'incredulità dei vicini Babbani che osservavano allibiti la scena.
Tra loro c'era anche la sua ragazza fissa, che barcollò sconvolta nel vedere il suo Tom con quella vagabonda sciatta e trascurata; il giovane però respinse tutto e tutti fuorché la sua amata e il giorno dopo scapparono dal villaggio, raggiungendone uno lontano dove sposare legalmente.
Aveva dimenticato i propri sogni di un matrimonio fastoso, tutto ciò che voleva era che Merope fosse sua e la ragazza aveva lasciato sul tavolo in cucina un addio al padre, spiegando quanto accaduto.
Qualora fosse tornato libero sarebbe stato troppo tardi: Tom era già suo.
La vita era tornata sua, non più schiava ma moglie felice, che si crogiolava nell'illusione che lei stessa aveva messo abilmente in piedi.
   
 
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