Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: MartiSpunk    11/10/2011    3 recensioni
Un'altra storia Robsten? Sì.
E'la prima che scrivo, perciò non siate troppo critici o offensivi: sono molto sensibile. LOL.
Anyway, che dire? Tramite i Gossip - giusti v.v - ho deciso di cimentarmi su questa storiella.
Alcune frasi sono delle citazioni famose, altre sono di mia pura invenzione. I luoghi e il resto, a volte veri, a volte no.
Per me i Robsten sono nati COSI'. La loro storia è nata così.
Quindi... buona lettura. :D
-MartiSpunk.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
Heeei. :3 Ecco qui il terzo capitolo. Mmh, molti di voi mi hanno implorato di finirlo! Bah, eccolo qui, gente. Tra la scuola e il resto… sapete, no? Non si può neanche respirare. Ahahah.
Grazie mille per le voste SPLENDIDE recensioni, comunque. Siete fantastici. :’)
Uhm, questo capitolo è difficile da capire. E’ stato complicato scriverlo, figuriamoci leggerlo! Però, sarà una grande mossa per i nostri Robsten. :D
Anyway, ci vediamo giù per commentarlo! Buona lettura.
 
POV KRISTEN:
La parte meno nobile di me, desiderava ardamente poter continuare a lungo. Poter rendere infinito quell’istante.
La più ragionevole invece, mi tempestava di rimorsi e seguiti negativi. A chi dovevo dare ascolto?
Lui intanto mi stava baciando. E non era un bacio da scena, no. Era un bacio suo. Lui mi stava baciando di propria volontà. Non era il nostro primo bacio, ovviamente. Però era come se lo fosse.
Sentivo le sue labbra morbide premere con violenza sulle mie; la sua lingua tracciare i contorni del mio labbro inferiore ed entrare prepotentemente nella mia bocca. Io in maniera automatica lo stringevo a me e lasciavo che tutto andasse per il meglio.
Non riuscivo a staccarmi da lui!
E Michael? Oh sì, quello era il brutto presentimento. Cosa gli avrei raccontato? ‘Sai Mike, io e Pattz ci siamo baciati.
Non se ne parlava minimamente!
La sua bocca si spostò sul mio collo, salendo per l’orecchio e scendendo con sensualità verso la spalla. Poi tornò nuovamente sulla mia bocca. Giocherellai con la sua lingua per diversi secondi, in seguito ripresi fiato, mentre lui baciava la mia mascella con improvvisa dolcezza.
Ma quale era la verità? Amavo Robert? La storia con Michael non era nulla? Infinite domande mi travolsero.
Sì, amavo Rob. Lo amavo. Se fosse stato il contrario, lo avrei già lasciato andare. Mi sarei già fermata. Lo avrei tempestato di insulti e avrei lasciato la camera furiosa chiamando il mio – forse – fidanzato, e chiedendogli di farlo fuori. Ma ero lì.
E lo stavo baciando. Il mio cuore batteva all’impazzata, perché quel momento mi stava facendo riflettere. Mi stava facendo capire con chi e con cosa dovevo andare avanti. Quale era la scelta più ovvia, più sensata, da prendere in considerazione.
Ma cosa avrei detto a Michael? Avrei passato giorni di inferno.
Ma Rob era sempre stato un caro amico; non si era mai sottoposto a un rischio del genere. Semmai avesse provato qualcosa per me, l’avrebbe tenuto nascosto. Oppure, l’aveva fatto? Era solo ‘recitazione’ la sua? Non potevo crederci; non ci riuscivo.
Aveva finto tutto. Mi aveva mentito. Mi amava – e non sapevo se tutto ciò fosse solo una semplice cotta. Robert era innamorato di me in qualche modo.
Da ragazzo educato aveva lasciato perdere tutto… ma per poco tempo. Aveva finto pur di non ferirmi, pur di non farmi arrabbiare. Era deciso a non mostrarsi a me. Non voleva vendere i suoi sentimenti così facilmente. Non voleva farmi soffrire.
Ed io? Lo amavo davvero? Ero disposta a un rischio del genere? Avrei saputo affrontare Michael? Gli avrei detto la verità?
Ma quale era la verità? Di nuovo.
Non la conoscevo. La verità era un buio di sentimenti vuoti e onesti. Era un gioco a cui non sapevo giocare. Era il pezzo mancante per finire un puzzle.
Le mie labbra, però, continuavano a muoversi violentemente sulle sue. E non si staccavano. Ormai era la fine.
Lui era sopra di me, mi accarezzava il viso così dolcemente da farmi venire il diabete. Nel mondo dei contrari invece c’erano le sue labbra, che non smettevo di schiacciare le mie.
Mi allontanai piano, piano. Lui continuò, viaggiando sul mio collo.
“Rob.” Ansimai. “B-b-asta, ti p-rego.”
Un ultimo bacio, e si staccò. Mi guardò, con aria da vincitore.
Non dissi nulla. Aspettavo qualcosa. Delle scuse, o delle motivazioni valide, più o meno.
“Mi dispiace.” Disse infine. E potrei giurarlo: una lacrima invase il suo occhio.
“Non so… cosa.” Era straziante vederlo in quello stato. Combatteva contro se stesso. “Kristen, perdonami. Ti prego.”
“Perché?”. Mi alzai prendendo il giubbotto e mettendomelo tra le braccia. Mi avvicinai verso la porta, ma mi fermò: prendendomi per mano con forza.
“Non andare via. Lasciami spiegare.” La sua stretta era ferrea.
Stetti zitta, sedendomi nuovamente sul divanetto. Lui non mi seguì. Si limitò ad mettersi di fronte a me e a guardarmi, implorante.
“In questi mesi, ho sempre cercato di starti vicino… come amico. Ho sempre lottato contro me stesso, solo per non ferirti. Sapevo che con lui eri felice. Non volevo rovinare le cose.” Feci per interromperlo, ma mi zittì guardandomi torvo. Poi continuò. “Kristen, non sono un tipo da grandi discorsi. Non sto recitando, sappilo. Ma credimi: mi sono solo trattenuto. Adesso tutto può cambiare.
“Cambiare?”.
Ridacchiò, nervoso. “Stew, io lo so che tu lo sai.”
Mi sorprese la sua frase ingarbugliata. “Eh?”.
“Kristen, tu già sapevi da tempo che… provavo qualcosa per te.”
“No. Mi sorprende il fatto che tu creda il contrario, Rob.” Mentii.
Il sorriso che aveva acquistato si spense con tristezza. “Stew, l’hai detto pochi minuti fa.” Osservò.
“Rob, ti ho sempre creduto mio amico. Sei… speciale, a tuo modo. E mi sorprendi sempre. Io ti voglio bene.” Sorrisi, cercando di essere convincente.
“Ma io non ti voglio bene. Almeno, non più.” Stava per scoppiare.
“Robert, ti prego.”
Velocemente si sedette accanto a me. Prese il mio viso tra le mani e mi sussurrò per la seconda volta: “Io ti amo.”
Scossi la testa, e mi allontanai. “Non sai in che razza di guaio mi stai cacciando, Pattz.”
“Tu mi hai baciato.” Obbiettò, e lessi la soddisfazione nei suoi occhi. “Non mi hai fermato. Hai continuato. E tutto questo per me ha un senso.”
“No, non è vero.”
Mi diede un secondo bacio, casto. “Vedi? Kris, tu stessa hai detto sputiamo la verità una volta per tutte. E tu stessa hai confermato il sentimento che provo per te. Siamo arrivati a destinazione, finalmente.”
Sapevo che era la verità. Eccola, che bastarda.
“Forse.” Riuscii a dire.
Mi strinse a sé, coccolandomi. “Cazzo, Kris. Dimmelo.”
“Cosa dovrei dirti?”.
“Tu ami di più me, ammettilo!”. Alzò la voce.
“Rob…”. Mi scoppiava la testa dalla confusione.
“Michael non è niente. Io ti renderò felice.”
Le sue parole erano intense, e allo stesso tempo tese. Però ero stata io stessa a implorargli di dirmi la verità. Io lo sapevo… Sapevo che provava qualcosa per me. Solo che non riuscivo ad accettarlo. Sapevo quali sarebbero state le conseguenze; conoscevo tutto ciò a cui sarei andata incontro. Non volevo infilarlo nei pasticci.
Quando risposi, le lacrime iniziarono a scendere come pazze: “Non posso, Rob.”
Mi abbracciò come per consolarmi. “Sì che puoi. Non pensare a me, Kris. Io sono pronto a tutto lo giuro.
“Cosa cazzo dici? Tu non conosci Michael! Diventerà un pazzo!”.
Sorrise ammaliante. “Interessante. Mi piacciono i tosti.”
“Robert, non farlo ti prego. Non puoi…”
Mi zittì. Poi, prese la mia mano e la poggiò alla mia guancia, asciugando le lacrime. “Adesso basta.” Sussurrò piano.
“Okay.” Mormorai prendendo un fazzolettino. Appena finii di asciugarmi l’oceano che aveva travolto la mia faccia, sospirai frustata.
“Dimmelo, ti prego.” Disse improvvisamente.
“Cosa?”.
Merda, Kris. Dimmelo.” Si lamentò. “Sai cosa.” Aggiunse.
Che impazienza!
Dovevo dirglielo? Sì, una parte di me lo desiderava. Ma era la cosa giusta? Cazzo Kristen, ragiona.
Duecento respiri esagerati e poi via. “Sì, Robert. Anche io provo… qualcosa per te.”
La felicità esplose nei suoi occhi come un fuoco d’artificio. Poi sbuffò. “Non basta.”
“Non ne sono sicura. Il sentimento che provo per te… non è dettagliatamente amore. E’ qualcosa di più che un’amicizia, ma comunque non è ancora quello.” Confessai, spiazzandolo.
La delusione riapparve sul suo viso. “Non riesco a capirti.”
“Neanche io.” Sbottai, irritata. Guardai l’orologio. “E’ tardi. Mike mi starà aspettando.”
Senza dire nulla si alzò, accompagnandomi verso l’uscita.
“Allora, buonanotte.” Disse, con aria spenta. “Divertiti con Michael.”
“E’ stato bello.” Risposi cambiando discorso, e gli baciai la guancia. “Buonanotte.”
Mi avviai verso l’ascensore enorme dell’albergo con il cuore in gola. Serata tra ‘amici’.
Gli dirai tutto?”. Chiese, alzando la voce per farsi sentire.
Sospirai triste prima di sputare una sciocchezza. “Non lo so.”
Entrai dentro senza neanche voltarmi e guardarlo. Sentii solo una porta chiudersi, un respiro spezzarsi nella potenza di un pianto, e un urlo soffocato diffondersi nel silenzio della notte.
 
Un po’ lunghino, eh? Lo so, lo so.
Eh sì, delude un tantino alla fine, ma vi assicuro che nel quarto ci sarà da divertirsi e da urlare saltando per casa: “Robsten, Robsten!”.
Ahahah, purtroppo Kris è ancora confusa. Rob cerca di convincerla… ma nulla da fare. Vi consolerete nel prossimo capitolo. ;)
Ciao! *O*
-MartiSpunk.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: MartiSpunk