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Autore: elly_volturi    11/10/2011    2 recensioni
I Cullen e i Quileute hanno vinto la battaglia finale in Breaking Dawn; che ne sarà di Aro e Sulpicia? Traduzione dalla fanfic originale "For love" di Dani Jones.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aro, Sulpicia, Un po' tutti, Volturi
Note: OOC, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Sono tornata! Bella roba, direte voi, e sinceramente, non posso darvi torto.  Questa storia è una traduzione dell' originale, scritta da Dani Jones:  i Cullen e i Quileute hanno vinto la battaglia finale; che ne sarà di Aro e Sulpicia? Ho cercato di mantenere il più possibile lo stile dell' originale, modificandola solo dove necessario (le parti in corsivo nel POV Aro sono le originali). Bene, ho finito di sproloquiare, buona lettura! Ah, dimenticavo!  Un enorme grazie a  Pazza_voltura (alias la santa beta) Jessy Lupin e Didyme (alias le mie migliori amiche) per... beh, per tutto! 

Per amore

Dolore…

Il dolore è una buona cosa. Il dolore ti dice che sei vivo.

Ma ti ricorda che anche se il tuo corpo è indistruttibile, la tua mente, lo spirito e le emozioni non lo sono.

Non tutto il dolore è fisico.

Il dolore nel mio petto –dove il mio cuore avrebbe dovuto battere ancora- pulsava dolorosamente mentre il suo viso riempiva di nuovo la mia mente. Il suo perfetto, bellissimo viso….

Nella mia mente rivedevo il sorriso che mi rivolgeva quando era divertito, o quando mi sussurrava “ti amo”.

Mi sedetti sul pavimento scivolando, singhiozzando. L'agonia era troppa. Portai le ginocchia al petto e le abbracciai strette.

Appoggiai la testa contro le ginocchia, le spalle sussultavano mentre cercavo di trattenere il pianto. Non volevo che qualcuno sentisse.

Non volevo che loro mi sentissero. I Cullen.

Non riesco nemmeno a descrivere quanto forte sia la rabbia, il disprezzo, l'odio che provo nei loro confronti, per quello che mi hanno fatto.

Sono stati abbastanza “gentili” da lasciarmi una stanza per gli ospiti nella loro casa dove ero confinata assieme a Marcus – sopravvissuto assieme a me dopo la battaglia.

Non la chiamavo ospitalità, come faceva Marcus. La chiamavo prigionia.

Anche Aro era sopravvissuto allo scontro ma i Cullen avevano deciso che a giudicarlo sarebbero stati i lupi, i lupi con le loro stupide leggi medievali anche in confronto di quelle di noi vampiri.

Sarebbe stato un branco di cani a decidere la sorte di colui che è stato il re dei vampiri per millenni.

Ricordo che i due ragazzi più giovani tra Cullen avevano dovuto trattenermi mentre Carlisle lasciava Aro al capo dei lupi. Ho strillato, urlato, e implorato di avere pietà, ho supplicato affinché prendessero me e non lui. Sapevo che i lupi l’avrebbero ucciso senza esitare, altro che giustizia.

Non riuscivo ad accettarlo... Non il mio amore… Non il mio Aro….

L’idea era abbastanza dolorosa da farmi raddoppiare I singhiozzi. Ma non avrei dato ai Cullen la soddisfazione del vedermi ridotta in questo stato….

Un leggero bussare alla porta mi distolse dai miei pensieri.

"Sulpicia?" disse una voce dolce.

"Non voglio compagnia" sibilai, torturando il tessuto della mia gonna con le mani, quando sentii il suo odore provenire dalla porta.

"Sulpicia, voglio solo parlare." Continuò dolcemente, non si era mossa di un centimetro.

Non risposi.

Qualche momento dopo, la porta scricchiolò aprendosi lentamente e il viso di Esme mi scrutò attraverso lo spiraglio.

"Parla" sputai, sentendo le unghie penetrare nel mio pugno.

"Sulpicia…sono venuta semplicemente per confortarti." Disse entrando nella stanza con un’espressione cupa e triste "Non posso immaginare come ti senti ora."

La schernii con durezza. "Non osare compatirmi. Non puoi neanche lontanamente immaginare cosa tu e la tua “famiglia” mi avete fatto. Come fate ad aspettarvi che io vada avanti? Eh?! Come fate ad aspettarvi che io vada avanti senza di lui... lui...  mio marito da più di 3000 anni!"

"Sulpicia, capisco che la tua relazione con Aro era molto forte..."

"Davvero? Puoi anche solo immaginarlo? La tua debole mente può capire tutto l’amore che abbiamo condiviso? Che continuiamo a condividere? Non puoi! Vedi la relazione che c’è tra tuo figlio e quell’indegna neonata? Cade come un filo d’erba in un campo! Io dico che non hai mai visto il vero amore! Come osi venire a confortarmi se non sai nemmeno lontanamente cosa si prova?" strillai, avvicinandomi minacciosamente.

Esme sembrava leggermente spaventata, ma non faceva un passo indietro o si ritirava.

Improvvisamente, trovai una soluzione.

Un fuoco si accese in me, come in quelle occasioni in cui io e Aro riuscivamo a passare una serata insieme. Un fuoco che era impossibile da soffocare.

Lo avrei rivisto ancora. Anche se questo significava che sarebbe stata l’ultima cosa che avrei fatto.

"Lasciami passare”soffiai, il mio viso a un centimetro dal suo.

"Sulpicia…"

"Lasciami passare!" Sibilai arrabbiata, torturandomi le mani nel tentativo di sopprimere l’istinto di colpirla, di farla a pezzi e bruciarne i resti. Esme non disse nulla e non si mosse. Feci un passo per evitarla ma lei mi bloccò, ci riprovai ma lei continuava a bloccarmi il passaggio.

Sentii scattare qualcosa dentro di me.

Ringhiai e le presi il polso, ruotando il braccio e lanciandola contro il muro alla mia sinistra. Esme singhiozzò piano, urtando il muro, e cadendo a terra.

"Sulpicia!"

Un’ altra voce; maschile, Marcus.

"Sulpicia!" chiamò ancora, gli occhi pieni di terrore. Marcus corse verso Esme e le mise una mano sula schiena mentre si rialzava. Il suo viso sembrava contratto in una smorfia di dolore, come se avesse preso un brutto colpo; era ferita.

"Stanne fuori Marcus!”

"Controllati..." disse aiutando Esme a rialzarsi.

"Non puoi dirmi cosa fare. Che faresti se Didyme fosse ancora in vita e stesse per essere uccisa?!"

Seppi l’impatto delle mie parole il momento in cui le pronunciai. Dire il suo nome era già abbastanza doloroso, ma fargli immaginare il suo amore mentre veniva uccisa -come tanti anni prima- era riaprire la ferita che non si era mai completamente chiusa.

Marcus diventò di ghiaccio.

Colsi l’ occasione e balzai verso la finestra.

Anche se la porta era facilmente raggiungibile, ricordai che avrei dovuto affrontare altri sette Cullen se avessi dovuto incrociarli.

E ne ero sicura. Ero sicura che tutti avessero sentito, e stavano per arrivare.

Sentii l’aria soffiare in fretta mentre atterravo in posizione da caccia. Alzai la testa, inalando profondamente, i sensi all’erta cercando la scia di Aro, o quella di un lupo.

Sto arrivando, amore mio.

***

Guardai esasperato il lupo di fronte a me, con le braccia appese sopra la testa; il mio petto scintillava minaccioso alla luce della luna, la giacca e la camicia erano state strappate. Anche lo stemma mi era stato tolto, e gettato con noncuranza nel falò che aspettava.

Sapevo che sarei stato giustiziato.

Negli occhi di quel lupo ingenuo, le mie azioni erano imperdonabili. Ero appeso per le braccia, come una bestia. I miei capelli erano sciolti, il prezioso fermaglio d’avorio distrutto in mille pezzi.

Sembrava che si divertissero a farsi beffe di me.

Il fuoco è il peggior nemico di un vampiro, così come tutti gli oggetti roventi, una vera tortura.

I lupi sembravano saperlo, infatti, sul fuoco facevano bella mostra dei marchi di ferro e con quelli mi stuzzicarono, prosciugandomi le forze. Il loro capo, uno dei genitori dei lupi, un uomo storpio di nome Billy, sedeva pigramente con un’espressione solenne mentre i suoi cagnolini giravano attorno a me con il marchio, insultandomi, e torturandomi.

Le catene che tenevano le mie braccia erano fatte di uno strano metallo; un tipo che non potevo rompere nemmeno usando tutte le mie forze.

Finalmente, I lupi lanciarono il marchio nel fuoco, permettendo a Billy e al capo del branco, Sam, di affrontarmi direttamente.

"Vampiro " iniziò Sam, guardandomi negli occhi con un’espressione che non riuscivo a decifrare completamente. Mi sarei aspettato odio, come l’avevo visto negli occhi degli altri lupi. Ma invece, c’era qualcos’altro. Rimpianto? Compassione? Curiosità? "come giustifichi le accuse contro di te?"

"Specificale" dissi tentando di mantenere un tono superiore. Le labbra di Sam si contrassero come se stessi giocando con lui.

Cosa che stavo facendo…

"Aver dichiarato guerra alla nostra specie, così come ai nostri alleati; mettendo la vita dell’anima gemella di uno dei miei fratelli e della sua famiglia in pericolo.”

"Lo trovo logico”. I lupi -in forma umana- sbuffarono e alzarono gli occhi al cielo, gli stessi comportamenti che avevano in forma di lupo, che razza inferiore.

"Andiamo" ringhiò uno dei ragazzi, ovviamente uno del branco. "Non è così difficile. Sappiamo tutti che sei colpevole."

"Mi permetto di dissentire" replicai inclinando fieramente la testa.

"Non hai nessun diritto qui!" urlò una ragazza. Era l’unica che riuscivo a vedere chiaramente, stava lì dimostrando tutta la sua forza.

"Leah!" mormorò Sam dolcemente, tornando a guardarmi. Per essere così giovane, ero veramente impressionato dalla maturità e saggezza di quel ragazzo. Sebbene queste qualità sembrassero scontate si vedeva che lui era molto più in alto degli altri lupi anche per via della sua saggezza. 

"Aro" disse cogliendomi leggermente di sorpresa per avermi chiamato per nome "Mi rattrista dover mettere fine a un uomo così anziano, pieno d’esperienza, e ovviamente saggio, ma devo sottostare alle leggi che la mia specie ha stabilito."

"Lo stesso vale per me" Ribattei, guardandolo senza battere ciglio. I miei occhi scarlatti e lattiginosi hanno la tendenza a non focalizzare bene le persone. Speravo avessero ancora quell’effetto.

Tuttavia, al momento, dubitavo che i miei occhi avessero il loro splendore abituale. Quando i vampiri sono sotto un’eccessiva pressione, i loro occhi diventano nero carbone.

"Te lo chiederò di nuovo. Come ti giustifichi?"

"Importa? Il mio destino è già stato deciso."

"Esattamente…" brontolò un altro giovane lupo, a conferma delle mie parole.

"Embry!" lo rimproverò Billy venendo avanti sulla sedia e fissandomi con rabbia mista a soggezione. "Non chiederai che ti risparmino la vita?"

Inalai profondamente e sospirai piano. "Non vedo il motivo di sprecare il fiato."

Billy annuì. "Molto bene allora. Mi suona come un ‘colpevole’."

I lupi festeggiarono, due di loro si diedero il cinque mentre la ragazza fece una smorfia strana, incrociando le braccia al petto.

"Sam" un altro ragazzo avanzò, lo riconobbi immediatamente come Jacob Black, l’altro lato del triangolo amoroso di Isabella che avevo visto nella mente di Edward. "Posso avere l’onore?"

Per un momento gli occhi di Sam fissarono il terreno, poi annuì. “Sì”.

Jacob si accovacciò e raccolse un lungo pezzo di metallo, simile a una spada, ma mancavano l’elsa e il pomo.

La punta bianca brillò. Fumava leggermente quando venne a contatto con l’aria fresca.

"Sai di cosa sono fatte le manette, sanguisuga?" disse Jacob, girando il metallo e tenendolo lontano da se. “Questo è fatto della stessa cosa”.

Anche se ero molto curioso di sapere di che metallo si trattasse, ero più concentrato sulla mia impellente condanna. Pensai che sarei stato impalato, poi fatto a pezzi e bruciato. Ma il falò non sarebbe stato necessario; essere impalato su quell’asta dalla punta rovente sarebbe bastato a neutralizzarmi.

Per sempre.

Respirai profondamente, inarcando la schiena e gonfiando il petto verso l’esterno, puntando i miei occhi su Jacob e lasciandogli vedere la mia punta di paura.

Mentre I miei pensieri iniziavano a vagare, pensai all’unica persona senza la quale non potevo vivere. Per quanto ne sapevo, era già morta. Il solo pensiero era abbastanza da farmi chiedere la morte.

Suppongo che ci sia giustizia dopotutto.

L’espressione di felicità di Sulpicia e il suo viso dolce mi tornarono alla mente; i suoi capelli biondi scompigliati dolcemente dal vento quando si sedeva a terra e strappava i petali di un fiore, uno a uno. Mi guardava, sorridendo e facendomi cenno di avvicinarmi a lei.

Un sorriso apparve sulle mie labbra. I miei ultimi pensieri sarebbero stati dei più felici.

Aprii gli occhi, tornando alla realtà, e preparandomi per la cappa di morte che sapevo avrei sentito, sentii Jacob respirare, poi stringere la presa sul metallo mentre lo alzava, per conficcarlo. Chiusi gli occhi.

Ero relativamente calmo. Ma se avessi avuto un cuore pulsante, avrebbe perso battiti udendo il suono che venne subito dopo.

"NO!"

I miei occhi si aprirono di scatto al suono della voce che non avrei più sentito.

Sulpicia; il fiore mio…

Saltò fuori da dietro un cespuglio, correndo verso di me, e circondando con forza il mio petto con le braccia, sibilando mentre piangeva. “No!” urlò di nuovo, voltandosi, tenendo ancora le sue braccia attorno a me, e affrontando i lupi; ringhiando furiosamente.

Billy sembrava completamente sbalordito.

“Spostati cagna!” ordinò Jacob.

Un ringhio mi uscì dal petto.

“Frena la tua lingua, cane bastardo”.

“Spostati, o ucciderò anche te!” esclamò Jacob sollevando il metallo sopra la spalla e prendendo slancio.

I miei occhi si spalancarono ancora mentre ringhiavo un avvertimento. Le unghie di Suspicia erano conficcate nella mia schiena.

“Pace Jacob!” disse Sam voltandosi verso di lui. “Non possiamo uccidere un’innocente.”

“Sta con loro, come può essere innocente?” sibilò il lupo accanto a Embry, guardando a terra. Leah fece lo stesso, mostrando i denti e preparandosi a trasformarsi.

Quanto avrei voluto che le mie braccia non fossero legate.

Sulpicia scosse la testa contro il mio petto, voltandosi ancora per premere la fronte sulla mia.

“Perché sei venuta?” le chiesi in modo appena udibile.

Lei mi guardò, vedevo la tortura nel suo sguardo.

“Non posso vivere in un mondo in cui tu non esisti.” Sussurrò singhiozzando, per poi premere il viso contro il mio petto.

Abbassai la testa fino a toccare la sua, stringendola a me quando le mie braccia potessero fare.

“Vai via, non voglio che tu muoia…”dissi con voce spezzata.

Lei scosse velocemente la testa. “No…. Lasciami morire con te. Ti prego…”

La guardai, scioccato ma anche commosso. Sapevo che mi amava, ma tutte le volte lei mi stupiva.

Non avrei mai voluto soddisfare la sua richiesta. Meritava di vivere, di trovare un nuovo amore.

"Amore…"

“So cosa stai per dire, risparmiami, ” sibilò fissandomi. “Tu sei mio marito, e il mio eterno amore. Preferisco morire con te adesso che trovare un altro compagno il cui amore non sarà mai paragonato a quello che ho provato con te.”

Non avevo scelta.

“Molto bene….” Sospirai baciandole la testa. “Saremo insieme…. Per sempre.”

Annuì, ma iniziò a tremare di più mentre accettava il suo destino.

Un pianto silenzioso le scuoteva il petto mentre si aggrappava con più forza a me.

Singhiozzò, alzandosi sulle punte e baciandomi; quel bacio parlava molto più d’ amore e devozione delle parole.

Si stacco sospirando, cercando la mia mano. Intrecciò le sue dita con le mie mentre le stringevo la mano.

Da sopra la sua spalla, vidi Jacob sollevare nuovamente il metallo.

“Per sempre“sussurrai.

“Con te” rispose, abbassando ancora la testa contro il mio petto e stringendo gli occhi chiusi.

 

***

Le parole di Aro e Sulpicia commossero Leah.

“Preferisco morire con te adesso che trovare un altro compagno il cui amore non sarà mai paragonato a quello che ho provato con te…”

Chiuse gli occhi e nascose il viso. Quanto desiderava trovare l’ amore…

Se un succhiasangue l’aveva trovato, perché lei no?

Jacob afferrò la stretta asta di metallo, prendendo un respiro profondo prima di un grido di battaglia e gettandola il più forte che poteva.

Ci fu un lampo di luce, un grido acuto dalla donna che era la moglie di Aro.

Poi il silenzio.

Tutti i lupi guardarono attentamente il vampiro e sua moglie pendere nel vuoto.

Quil si avvicinò alla coppia di amanti, raccogliendo il marchio dal fuoco e pungolando il fianco di Aro.

Lui non si mosse quando il bastone e le fiamme lasciarono un marchio sulla sua pelle altrimenti immacolata.

“Sono morti...” mormorò voltandosi sorridendo. “Sono morti!”

Un rombo assordante di gioia scoppiò tra i lupi. Billy Black sorrise fiero mentre Jacob cantava e saltava raggiante. Gli altri lupi ululavano e cantavano nella loro lingua.

Leah si avvicinò ai vampiri e slegò le catene che tenevano bloccate le braccia di Aro e li lasciò cadere a terra, per poi gettarli nel fuoco.

Ma si fermò.

“Bruciali, Leah! Noi andiamo da Emily!” canticchiò Embry tenendo Quil per un braccio e correndo nella foresta. Billy girò la sedia e diede un colpetto sulla mano di Jacob perché lo aiutasse. Sam fece un cenno a Leah, dandole il permesso, poi si voltò e seguì i Black.

Leah guardò I due vampiri.

Sebbene li detestasse, e detestasse anche quello che avevano fatto… qualcosa che li riguardava la fermò dal distruggerli.

Sono già morti, pensò, perché dovrei ucciderli ancora?

Li guardò ancora, I suoi occhi indugiarono sul viso della donna che giaceva sul petto del marito.

Un braccio di Aro era sopra la sua testa, ma l’ altro…

Leah si coprì la bocca con una mano mentre sentiva un improvviso singhiozzo di dolore. Le dita di Aro e Sulpicia erano ancora intrecciate. Sarebbero stati insieme, e amati; anche nella morte.

Anche nella morte, io ti amerò per sempre ...

***

Bene, eccoci qua... Questa è stato il mio primo tentativo di traduzione, perlomeno di testi narrativi, e devo dire che è stataleggermente faticosa, se non altro per il lessico. Beh, che dire, spero davvero che vi sia piaciuta e come al solito per recensioni (critiche- ben vengano quelle costruttive-! e non), chiarimenti eccetera, sono qua.
Un grosso bacio,
                              Elly

   
 
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