Opera di Dikar 93
BUON NATALE HARRY.
Un bambino sui quattro anni era seduto
su una altalena, mentre si dondolava nel parco di Privet Drive, la sciarpa
logora e troppo grande lo avvolgeva fino al naso.
Due occhi smeraldo si intravedevano al di fuori di quella sciarpa rossa.
Tremava, faceva freddo, la neve cadeva coprendo tutto il vialetto, gli era
sempre piaciuta la neve, era così morbida e bella. Se solo avesse potuto
giocare con mamma o papà sarebbe stato ancora più bello, ma lui era orfano,
non aveva mamma o papà, gli sarebbe piaciuto in quel momento vedere sua madre
corrergli in contro e dirgli: "Vieni Harry, senti com'è morbida la
neve!" Oppure suo padre che giocava a palle di neve con lui. Essere
abbracciato e consolato, in quel momento avrebbe voluto tanto essere in braccio
a uno di loro, mentre lo coccolavano affettuosamente. Oppure essere spinto
dolcemente su quell'altalena. Invece aveva imparato ad andarci da solo,
guardando gli altri bambini.
Lui non aveva nessuno. Viveva con i suoi zii e suo cugino, ma loro non gli
volevano bene, così era andato via, rifugiato in quel giardino, dove si sentiva
al sicuro e protetto. Anche se era solo.
Su una panchina del parco c'era un
signore, era magro, avvolto in dei giornali, che ormai erano tutti bagnati per
la neve. Lo guardavi incerto, chiedendoti chi fosse. Poi capisti, anche lui era
solo, come te. Non aveva nessuno, e allora si era avvolto in quei giornali per
stare al caldo.
Era questo il destino delle persone sole? Stare sdraiati su una panchina avvolti
da dei giornali nel freddo dell' inverno?
Scesi dall'altalena, per dirigerti da quel signore. Ti inginocchiai sulla neve
davanti a lui, guardandolo dolcemente. Il barbone aprì gli occhi, aveva un
espressione sofferente, era triste.
- Ehi, come mai non sei a casa?- Ti chiese perplesso.
Tu gli risposi che non avevi una casa, eri solo, proprio come lui.
Poi il signore richiuse gli occhi e prese a raggomitolarsi nei giornali.
Tu lo guardai sorpreso, poi ti sfilai
la sciarpa dal collo e gliela appoggiai sulla schiena. Il barbone aprì gli
occhi e prese in mano la sciarpa, e dopo averla guardata per un po' alzò gli
occhi a te.
- Che bei occhi verdi che hai - Ti disse.
- Sono come quelli della mia mamma - Gli rispondesti.
- E dov'è la tua mamma? -
- In cielo - Disti alzando il ditino verso il cielo grigio.
- E il tuo papà?-
- Anche - Disti, assumendo un'espressione sofferente.
- Ti mancano?-
- Tanto tanto - Gli rispondesti tu facendo cadere una lacrima.
Il barbone ti strinse a sé in quel freddo invernale, mentre ti scaldava e tu
smettevi di piangere, poi ti lasciò andare.
- E dimmi piccolo, come ti chiami?- Ti chiese.
- Harry - Gli dissi.
- Io Robert - Disse lui.
- Cosa hai fatto alla fronte, Harry? - Disse guardando la cicatrice a forma di
saetta.
- Ah, i miei zii hanno detto che quando mamma e papà sono morti in un incidente
d'auto io mi sono fatto male con un vetro - Dicesti toccando la cicatrice.
- Adesso torna a casa, figliolo - Disse il barbone.
- Ma io non voglio... perché quella non è casa mia - Dicesti tu abbassando la
testa.
- Non importa, non voglio che ti ammali, e grazie per la sciarpa -
- Non c'è di che - Dissi, andando a risederti sull'altalena.
Ti ricordavi solo un lampo di luce
verde, ma non sapevi cosa fosse.
Ti sentivi solo, immensamente solo. Incompleto, avresti voluto poter stringere
la mano a qualcuno che ti voleva bene mentre attraversavi la strada, ti sarebbe
piaciuto sentire delle mani dolci coprirti con una coperta quando ti
addormentavi sul divano. Oppure qualcuno che ti coccolasse quando avevi la
febbre e dovevi stare a letto.
Ma non avevi nessuno, eri solo in un mondo troppo grande per te. Dove non potevi
neanche allontanarti troppo per la paura di perderti.
Affondasti i piedi nella neve, per scendere dall'altalena, incominciasti a
giocare, mentre l'appallottolavi per fare un pupazzo di neve, immaginando di
avere accanto a te tua madre e tuo padre.
- Mamma, mi prendi ancora un po' di neve?- Dicesti indicando un mucchietto di
candida neve bianca. Ma poi ti rendesti conto che vicino a te non c'era nessuno,
e ricominciasti a fare quel pupazzo da solo.
Sulla testa in costruzione del pupazzo di formarono dei piccoli solchi, stavi
piangendo.
Ti mancavano tanto, non sopportavi di non poter avere nessuno accanto, ma poi
sentisti una mano poggiarsi sulla tua spalla, e prendere la neve in mano per
finire il pupazzo. Alzai la testa, era Robert, il barbone di prima.
Anche lui forse era triste perché gli mancavano mamma e papà?
Forse voleva giocare con te.
Gli sorridesti e riprendesti a fare il
pupazzo di neve.
Era venuto proprio bene, aveva un bastoncino come naso e due sassolini per gli
occhi, infine incidendo la neve con il ditino avevi fatto la bocca.
Il signore dopo però si allontanò e
si sdraiò di nuovo sulla panchina, raggomitolandosi per stare al caldo.
Forse gli sarebbe piaciuto essere sdraiato su un divano, sorseggiando una
cioccolata calda davanti a un caminetto acceso.
Anche a te sarebbe piaciuto tanto.
Ti risedesti sull'altalena, guardando
il pupazzetto di neve, poi alzasti gli occhi al cielo e dicesti: - Mamma, papà,
questo è per voi, vi piace? Buon Natale -.
Adesso era come se loro ti avessero abbracciato forte, perché sentivi un calore
dentro il cuore, era il calore di Natale. Quando tutti si vogliono bene, ma tu a
chi potevi voler bene? E chi voleva bene a te?
I tuoi genitori, sì, ti stavano sorridendo, dal cielo. Dandoti dei bacini e
abbracciandoti. Poi una lacrima ti cadde di nuovo dagli occhi, ma senti una
frase provenire dal cuore: "Non piangere più, tesoro". Erano la tua
mamma e il tuo papà.
Loro non avrebbero voluto che piangessi, perché ti volevano bene. Perciò non
l'avresti fatto, ormai eri grande.
Una settimana dopo il barbone non c'era più su quella panchina, era salito al cielo. Harry raccolse la sciarpa caduta sulla neve, poi se la rimise al collo. In fondo il Natale era bello, anche se si era soli e non si aveva nessuno che ti diceva "Buon Natale"...
So this is
Christmas
And what have you done?
Another year over
And a new one just begun
And so this is Christmas
I hope you have fun
The near and the dear ones
The old and the young
A very Merry Christmas
And a Happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fear
And so this is Christmas
For weak and for strong
The rich and the poor ones
The world is so wrong
And so Happy Christmas
For black and for white
For yellow and red ones
Let's stop all the fight
A very Merry Christmas
And a Happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fear
And so this is Christmas
And what have we done?
Another year over
And a new one just begun
And so Happy Christmas
We hope you have fun
The near and the dear ones
The old and the young
A very Merry Christmas
And a Happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fear
War is Over
If you want it
War is Over
now
"Buon Natale, Harry"
ORA TOCCA A ME:
Lo so bene che
il Natale è finito da mo', ma che ci posso fare. Non potevo aspettare Dicembre
2006 per scriverla.
Così l'ho fatta adesso, in Giugno. -_-
A me piace molto com'è venuta, e a voi? Recensite e fatemi sapere. ^^
Dikar.