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Autore: Geneviev    18/06/2006    1 recensioni
Non avrebbe mai creduto di poter fare quelle cose. Mai avrebbe immaginato di essere in grado di fare azioni tanto atroci. Eppure... Il suo dolce viso elfico, la sua voce, la sua anima... erano svaniti... e ora rimaneva solo la malvagità dell'Anello del Potere.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Legolas
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Elennath era ormai un Elfo adulto

Elennath era ormai un Elfo adulto. Aveva viaggiato con Nenredhel per moltissimi anni. Aveva visitato ogni luogo della Terra di Mezzo e ora la conosceva praticamente a memoria. La Mezzelfa gli aveva insegnato a controllare la sua magia e ora usava i suoi poteri in rare occasioni, solo a fin di bene.

Aveva imparato molto grazie a Nenredhel e adesso se la sapeva cavare da solo. Erano quasi due anni che non vedeva sua zia. Gli dispiaceva tanto, anche perché molto di quello che gli permetteva di sopravvivere in quella vita raminga l’aveva appreso da lei, e dai consigli di Sire Aragorn. Le uniche due persone che erano veramente importanti per lui.

Era diventato un Elfo forte, alto, con le spalle larghe e lo sguardo indomito. Dal comportamento fiero e coraggioso, forse un po’ troppo freddo in alcune situazioni, sempre garbato e sincero. Era rimasto introverso e questo lo rendeva un ragazzo schivo, anche per le ragazze che adoravano i suoi lineamenti e la sua fama.

Rimuginava sulla notizia di una figura incappucciata che andava in giro ad aiutare chi si trovava in difficoltà. Aveva ascoltato i discorsi di due Uomini quando si era fermato al villaggio di Brea, qualche giorno prima e si ricordò che non era la prima volta che sentiva parlare di questo misterioso personaggio. Già da quando era ancora un ragazzino, era nato il mito.

Il mattino era fresco e bagnato di nebbia notturna, che andava diradandosi all’avanzare della luce del giorno. Stava sistemando le briglie del suo cavallo color argento, pronto per ripartire dopo la notte, quando dalla boscaglia sentì provenire alcuni rumori sospetti. Portò la mano all’elsa della spada che portava al fianco e rimase in paziente ascolto, all’erta.

"Ciao Elennath". L’Elfo si girò e vide l’ultima persona che si aspettava.

"Cosa… cosa fai qui?".

"Vuoi la verità?" chiese la figura avvolta nel mantello scuro. Dal cappuccio si potevano scorgere alcuni ciuffi biondi.

"Sì… Legolas". Il ragazzo allontanò le dita dall’elsa e abbandonò il suo atteggiamento restio.

"Ti stavo cercando" ammise il Principe.

"Cercando me?". L’Elfo annuì. "Perché?".

"Perché sei mio figlio. Volevo vederti, e smetterla di scorgerti da lontano… volevo parlarti".

Elennath abbassò lo sguardo e rimase in silenzio. Sapeva che abbassare la guardia era rischioso, ma vedere il padre dopo decenni lo metteva a disagio.

"Mi avevi detto che mi odiavi e che forse un giorno sarebbe cambiato tutto. Non ti ho nemmeno salutato. Abbiamo intrapreso ognuno le nostre strade e non si sono mai incontrate. Volevo sapere se era cambiato qualcosa su quello che pensavi di me".

"Io non…". Non sapeva cosa rispondere. Non ci aveva mai pensato. Non ci voleva pensare, forse per paura di ricordare il dolore che aveva vissuto. Si sentì un po’ codardo.

"Non ci hai mai riflettuto? Non importa. Hai tutto il tempo che vuoi. Tutta l’eternità" disse il Principe, sorridendo. "Ti voglio bene, Elennath" riprese voltandosi. Stava per andarsene quando Elennath trovò il coraggio di parlare.

"Aiutare la gente non ti servirà a farti perdonare per quello che hai fatto". Legolas tornò a guardarlo, con lo sguardo rabbuiato.

"Darei la mia stessa vita per riportartela. Ma non posso, e la cosa mi fa soffrire terribilmente, credimi. Lei stessa mi ha chiesto di rimanere a rimediare ai miei errori, in nome del suo ricordo".

"Lei?".

"Sì" rispose il padre, con lo sguardo assorto nel vuoto e un pallido sorriso sulle labbra. "Mi ha detto di tenerti d’occhio, ma non ce n’è stato bisogno. Si cavartela benissimo da solo". Si avvicinò al figlio e lo prese per le spalle, specchiandosi nei suoi occhi celesti. Un gesto semplice e veloce, affettuoso. "Dimenticavo…" sussurrò il Principe "…devo darti questo". Elennath stringeva ora tra le mani un oggettino.

"Cos’è?".

"Me lo ha regalato tua madre, prima che nascessi" rispose, mettendolo il piccolo ciondolo blu al collo del ragazzo. "Mi sembrava giusto che lo tenessi tu".

"Ma mamma lo ha regalato a te".

Legolas si allontanò da lui, sorridendo irremovibile. Si incamminò verso la boscaglia dove si trovava il suo destriero color notte, salutando il figlio con un cenno della mano.

"Ah… carina la ragazza. Quella bionda intendo. Miriel mi pare". Elennath arrossì prepotentemente. Il padre del ragazzo scoppiò a ridere, teneramente.

"Padre" lo richiamò il giovane Elfo "Spero di rivederti". Legolas annuì sorridendo e, di nuovo, le loro strade si divisero.

a b

Allora cosa ne pensate? Recensitemi presto! Ringrazio un mondo chi lo ha già fatto!!! Grazie!!!

   
 
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