Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: roxy_xyz    12/10/2011    7 recensioni
Riavvolgere il tempo e rivivere il giorno appena trascorso. Chi non vorrebbe avere quest’opportunità? Uno strano incontro porterà Hermione a fare delle scelte, sulla sua carriera come anche sulla sua vita personale.
“Ragazza mia, non perdere la tua occasione.”
“Scusi?”
“A volte, ci si abitua alla luce del sole e non ci accorgiamo di quanto sia bello e luminoso. Sei così bella, così intelligente eppure… perché i tuoi occhi sono tristi?”

[Quinta classificata al "Romione, Dramione, Fremione e Harmony Contest" di Alyssia98 sul forum di Efp e vincintrice del premio "Miglior Harmony"]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
… a Lights che dopo aver letto in anteprima questa storia ha esclamato “Hermione mi sta antipatica in questa ff”. E ti adoro quando sei così spontanea!
… a Leireel, perché senza la sua guida mi sarei persa nei meandri dei tempi verbali. Grazie mille per la tua infinita pazienza!
Infine, questa storia è dedicata a Christine23, Francibella, Patronustrip e Buffy86 che festeggiano il loro compleanno a Ottobre. Un piccolo regalo per voi!


Nick: roxy_xyz
Titolo: One choice. One kiss
Citazione: “Il bello della pazzia è che ti fa vedere cose che gli altri non vedono.” (Dirk Pitt in "L' oro dell' Inca")
Prompt: Ricordi
Luogo (se scelto): Binario 9 e ¾
Coppia scelta: Harry/Hermione
Genere: Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: Minilong di tre capitoli
Introduzione: Riavvolgere il tempo e rivivere il giorno appena trascorso. Chi non vorrebbe avere quest’opportunità? Uno strano incontro porterà Hermione a fare delle scelte, sulla sua carriera come anche sulla sua vita personale.
NdA: Dato che la mia storia è ambientata in un arco di tempo in cui i protagonisti sono adulti e non più dei diciassettenni, ho pensato di cambiarli un po’. Non riuscivo a scrivere di Hermione o di Harry nella stessa maniera della Rowling, quindi ho cambiato di poco la loro caratterizzazione. Harry è più sicuro di sé, Hermione, invece, a causa del periodo che sta vivendo è meno combattiva del solito. Mi sono immedesimata in lei, è stanca e delusa dal suo uomo e dalle sue stesse scelte di vita. Possiamo dire che l’ho resa più umana e meno “di carta”.








One choice. One kiss

I



“Hermione, svegliati!”
La voce di Ron mi stava chiamando da più di dieci minuti, mentre io cercavo in tutti i modi di far finta di non sentirla. Non riuscivo a trovare le forze necessarie per alzarmi dal letto e, inoltre non avevo voglia di fare nulla quel giorno. Avete mai passato giornate intere a letto?
L’odore della pioggia mi aveva reso un po’ pigra, volevo rimanere sotto il piumone fino a mezzogiorno. Perché alzarsi quando il tempo uggioso suggeriva di rimanere nell’ozio? Non avevo calcolato la malagrazia di Ron che, innervositosi, tirò giù le coperte.
“Ron, mannaggia a te! Ma che vuoi?” Chiesi con voce impastata.
“Hermione, ieri sera mi avevi chiesto di svegliarti presto perché devi andare a fare compere!”
Vero. 1-0 per Ronald Weasley.
Quella sera sarebbero venuti a cena Harry e Ginny e il mio frigo stava piangendo miseria. Non avrei potuto offrire nulla di decente quindi mi ero ripromessa di alzarmi presto per rimediare.
Non volevo fare brutta figura davanti a Ginny che, essendo figlia di Molly, sapeva cucinare molto bene: in pratica era il mio esatto contrario.
Di malavoglia, mi alzai posando i piedi sulla soffice moquette. Grattastinchi, vedendomi, cominciò a leccarmeli per augurarmi il buongiorno.
“Hai ragione, mi era passato di mente.” Dovevo avere un’espressione distrutta perché dalla faccia di Ron traspariva un certo sconcerto, o forse erano i miei capelli a destare il suo stupore.
Con calma, mi recai in bagno per specchiarmi e potei capire l’espressione di Ron. Sembrava che avessi combattuto all’ultimo sangue con qualche pazza assassina, mentre in realtà ero andata solo a dormire.
Rinunciando a metterli in ordine, li legai in una coda di cavallo e cercai di svegliarmi con un po’ di acqua fredda, altrimenti mi sarei rimessa a letto.
In meno di dieci minuti ero pronta per uscire e con un bacio sulle labbra salutai il mio fidanzato.
“Ci vediamo stasera per la cena, va bene?” Sapevo che non ci saremmo rivisti prima di allora, dato che doveva andare in ufficio, mentre io avrei dovuto sperimentare in cucina, creando magari qualche disastro. Dopotutto, non era colpa mia, ma dei miei amici che mi lasciavano l’arduo compito di preparare la cena, quando era risaputo in tutto il mondo magico quanto fossi poco abile. Mi stavo recando al supermercato quando una vecchia signora attirò la mia attenzione.
Era piccola e completamente vestita di nero. Lettura delle mani. Madama Clear vi aprirà gli occhi svelandovi il futuro, recitava il manifesto ai suoi piedi e non potei evitare di alzare un sopracciglio. Fin dai tempi delle lezioni della Cooman, ero stata piuttosto scettica nei confronti della Divinazione e anche di più nel mondo Babbano, dato che molti si spacciavano per veggenti quando, invece, volevano solo spillare qualche soldo a gente disperata.
Dopo averle gettato un ultimo sguardo, la sorpassai a gran velocità, non volendo perdere inutilmente tempo. Improvvisamente, una mano mi afferrò il braccio, fermandomi bruscamente. Con molto stupore vidi che si trattava della vecchia in nero e che mi stava guardando in modo curioso.
“Signora… mi lasci, per favore!”
La veggente levò una mano per accarezzarmi il viso. “Non vedevo una come te da tanto tempo.”
“Una come me?” Chiesi, confusa da quello strano atteggiamento.
La sua bocca si aprì in un sorriso e non potei soffocare un brivido nel vederlo.
“Una strega. Ho il terzo occhio e non mi inganni tanto facilmente.”
“Capisco.” Possibile che tutta la gente strana la incontrassi io?
Con nonchalance mi voltai con l’intenzione di proseguire, quando per la seconda volta, la donna mi prese la mano. “Ragazza mia, non perdere la tua occasione.”
“Scusi?”
“A volte, ci si abitua alla luce del sole e non ci accorgiamo di quanto sia bello e luminoso. Sei così bella, così intelligente eppure… perché i tuoi occhi sono tristi?” La veggente aveva parlato lentamente, senza mai lasciarmi la mano.
“Io non sono triste. Ho solo una gran fretta, quindi, anche se mi piacerebbe ascoltarla, devo andare.”
“Stai per caso scappando?” aveva detto, forse con l’intenzione di innervosirmi.
“Io non sto scappando! Sto solo andando al supermercato…”
La pioggia, che minacciava di calare sin dal mio risveglio, cominciò a scendere sui nostri visi. Era il classico acquazzone, impetuoso e veloce.
Nonostante ci stessimo bagnando completamente, la donna non rinunciava al predicozzo nei miei confronti.
“Strega, non perderti. Sei una donna forte, nonostante tutto, vedo quanto tu stia tentennando per una scelta che devi compiere. Agisci e bacialo.”
Le veggenti erano tutte così? Prima parlavano di una scelta e poi di baciarlo?
“Sono un po’ confusa e non capisco di cosa lei stia parlando. Chi dovrei baciare?”
La donna sorrise e finalmente mollò la presa dalla mia mano. “Guardo dentro i tuoi occhi e vedo lui. Ci sono due uomini nella tua vita, ma solo uno riesce a leggerti fin dentro l’anima. Solo uno. Non farti sconfiggere dalla paura e sii un po’ egoista, almeno per una volta. Mi raccomando strega, finché non prenderai la scelta giusta non ti mollerò tanto facilmente. Intesi?”
Mi stava per caso minacciando? Cosa intendeva con “non mi avrebbe lasciato in pace”? Già me la immaginavo fuori dal mio vialetto con la sua filippica mattutina.
“Certo” dissi semplicemente per scappare più velocemente e, questa volta, potei allontanarmi senza alcuna difficoltà.
Non riuscii a smettere di pensare alle sue parole neanche mentre facevo la spesa. Possibile che fossi vittima di qualche pazza che mi seguiva e sapeva tutto di me? Aveva parlato di scelte e in quel momento non avevo pensato subito alla lettera che avevo ricevuto alcuni giorni prima. Mi era sembrato di tornare indietro nel tempo, precisamente al giorno in cui mi era stata recapitata la lettera per Hogwarts.
Solo che in questo caso era stata Minerva McGranitt a scrivermi, invitandomi ad assumere il posto di insegnante di Trasfigurazione. Accettare oppure no?
Ron mi aveva guardato con uno sguardo un po’ spento prima di parlare. “Non vorrai mica accettare e rinunciare alla tua carriera al Dipartimento di Controllo della Legge Magica? Sarebbe un vero peccato.”
Non ero riuscita a replicare, per la prima volta ero rimasta zitta accarezzando quella lettera e rileggendo le parole affettuose di Minerva. Mi voleva come insegnante, ma io cosa volevo? Il carrello si riempì praticamente da solo e pagai non sapendo neanche cosa avessi comprato.
All’uscita evitai con cura di fare la stessa strada. Non avevo intenzione di ascoltare nuovamente la veggente, così dovetti allungare di molto la strada.
Al mio arrivo in casa, guardai le buste della spesa e la voglia di preparare la cena mi passò completamente.
Perché dovevo passare il tempo a cucinare quando era stato Ron a organizzare tutto?
Allungai la mano per afferrare il telefono e digitai il numero di Harry, non riuscendo a nascondere la voglia di sentirlo, di conoscere il suo parere.
“Pronto?” Rispose una voce calda dall’altra parte della cornetta.
“Harry…” Sussurrai.
“Hermione, ciao! Come va?” Potevo vedere il suo sorriso anche attraverso il telefono. Era davvero felice di sentirmi, non fingeva anche perché non ne era capace.
“Possiamo parlare o ti disturbo?”
Trattenne il respiro per un attimo prima di replicare. “Posso Smaterializzarmi lì da te o vuoi continuare al telefono?”
Come una bambina, mi guardai allo specchio per vedere in che stato fossero i miei capelli. Non volevo che mi vedesse in quello stato, eppure una voce dentro di me urlava per averlo accanto. “Certo che puoi” mi sentii rispondere.
Un crac mi fece scivolare la cornetta dalle mani, mentre osservavo un sorridente Harry Potter in mezzo al mio corridoio.
“Non è meglio avermi di persona?” Disse lanciandomi un occhiolino ammiccante che mi fece ridere. La mia prima risata in quella giornata così strana.
Intuendo che qualcosa non andava, allargò le braccia, chiaro invito a tuffarmi nel suo caldo abbraccio. Come una calamita venni attratta da lui, volevo sentirmi protetta e solo con lui mi succedeva. Una sensazione di pace e benessere mi invase, mentre respiravo il buon odore del mio amico, un profumo che mi inebriava.
“Ho ricevuto una lettera, Harry.”
All’udire le mie parole, si era irrigidito prima di replicare. “Che lettera? Va tutto bene, Hermione?”
“Mi ha scritto la McGranitt.”
“Hermione, mi hai fatto perdere dieci anni di vita. Hai usato un tono così drammatico che ho temuto il peggio. Non lo fare mai più!”
Alzai il viso per guardarlo e vidi quanto si fosse spaventato. “Che cosa avevi pensato, scusa?”
Si staccò leggermente da me per guardarmi bene negli occhi. “Di tutto. Di peggio. Anche noi maghi ci ammaliamo e ho pensato che tu… insomma, ho avuto paura di poterti perdere.”
Mi alzai sulle punte dei piedi per dargli un bacio sulla guancia. Questo era Harry, il mio Harry, colui che si preoccupava sempre per tutti. Candido come la neve, ma sempre combattivo e tenace. “Scusa, non volevo spaventarti.”
“Dimmi cosa ti tormenta invece. Ti conosco troppo bene.”
“Facciamo finta che io abbia ricevuto una lettera da Hogwarts per assumere il ruolo di insegnante. Sempre per ipotesi, tu saresti contento o mi diresti di rifiutare perché danneggerebbe la mia carriera?” Finalmente ero riuscita a svelare quello che mi stava tormentando da giorni.
I suoi occhi verdi sembravano trapassarmi da parte a parte. “Ti accompagnerei al binario, Hermione. O magari chiederei alla professoressa McGranitt di insegnare anche io… non sarebbe una cattiva idea, sai? Chi è lo scemo che ti ha detto una simile stupidaggine?”
Non risposi anche perché non volevo che si arrabbiasse con Ron, ma riuscì lo stesso a interpretare il mio silenzio. “Capito” fu la sua risposta laconica.
“Davvero verresti con me?” Chiesi invece.
Sciolse l’abbraccio per afferrarmi la mano e dirigersi verso la mia stanza, trascinandomi con lui. Dopo una rapida occhiata, prese la valigia sopra l’armadio e l’aprì, mentre io mi chiedevo se fosse posseduto. “Harry, ma che cosa stai facendo?”
“Come che faccio? Preparo la tua valigia!” Disse come se fosse la cosa più ovvia.
“No. Ron non vuole.”
“Non avere paura, Hermione. Non scappare, maledizione!” Mi urlò contro.
Paura? Scappare? Perché tutti mi ripetevano certe cose? Solo perché prima di prendere una decisione importante riflettevo, non voleva dire che fossi una fifona! Non potevo fare la valigia tranquillamente con il rischio di perdere Ron. No, non avrei potuto.
“Ron non ti lascerebbe mai. Sarebbe un folle e io lo riempirei di botte.”
“Smettila! Solo perché ci rifletto, non vuol dire che abbia paura, ma solo che non sono più una ragazzina, quella stessa che non avrebbe esitato un attimo per partire con te. Sono una donna e devo rispettare le decisioni del mio fidanzato. Non voglio perderlo, Harry.”
Non mi accorsi delle lacrime se non quando me l’asciugò con le sue dita. “Non piangere. È che un tempo eri più forte, più combattiva. Ti ricordi quando lottavi per farci capire quanto fosse importante il C.R.E.P.A. e ci facevi girare con quelle spille orrende? Oppure quando organizzasti l’Esercito di Silente sotto il naso della Umbridge. Dove è la mia Hermione?”
Ero cambiata davvero così tanto o ero solo maturata?
Harry era mutato, divenendo un uomo forte senza lasciarsi trascinare dagli effetti del post Voldemort. Era rimasto lo stesso di sempre, cocciuto e buono come il burro. Anche ora che era il capo del Dipartimento Auror, non aveva mai ucciso nessuno, perché cercava in tutti i modi di evitare di sporcarsi le mani o peggio ancora di spezzare la sua anima.
A chi lo chiamava folle, lui rispondeva dicendo che non potevano capire. Loro non avevano visto la morte quando avevano appena un anno.
“Sono sempre la stessa. Cosa credi, che non avessi mai avuto paura? Certo che sì! Solo che c’eri tu al mio fianco e io mi fidavo di te, come Silente e tutti gli altri.” Rivelai con il massimo candore.
“Con me accanto non hai paura? Perfetto, saremo in due a fare le valigie!”
Pazzo, completamente pazzo.
“E Ginny?”
“Mi ha lasciato, Hermione.” Sussurrò evitando il mio sguardo.
“Che cosa?” Gli avevo urlato in faccia, delusa perché non mi aveva accennato di un’eventuale crisi.
“Da un mese almeno, dovevamo annunciarvelo oggi a cena a dire il vero.”
Possibile che non mi fossi accorta di nulla? Eppure ero così arrogante da ritenere di conoscere Harry, anche meglio di Ron.
“Scusa? Dai, non prendermi in giro!” La sua espressione rimase impassibile, segno che non mi stava prendendo in giro. “Perché l’hai lasciata?” domandai.
Abbassò il capo, come se avesse incassato un colpo violento. “Mi ha lasciato lei, a dire il vero.”
Ginevra aveva sbattuto la testa? Era innamorata persa di Harry praticamente da sempre e di punto in bianco lo lasciava. Non potevo crederci, sembrava tutto così assurdo e irreale…
“Oh Harry, mi dispiace.” Furono le uniche parole di conforto che riuscii a pronunciare. Avrei voluto dire che sicuramente sarebbe tornata sui suoi passi, ma neanche io credevo veramente a quell’ipotesi.
Perché lasciare un ragazzo come Harry, uno che l’aveva sempre messa sul piedistallo e che non l’aveva mai trascurata? Ricordavo ancora con un sorriso il giorno in cui si erano scambiati il loro primo bacio, di fronte a tutta la casa di Grifondoro. Eccitati ed euforici per la partita vinta, non mi erano mai sembrati così belli. Da quel giorno, avrebbero potuto vincere la Coppa per la Miglior Coppia, e invece anche in questo Hermione Granger aveva sbagliato.
Non potei trattenermi dall’abbracciarlo. I suoi occhi mi dicevano che non aveva ancora superato la rottura e che il suo cuore stava sanguinando. Una goccia alla volta, come se delle spine lo ferissero a ogni suo movimento o battito di ciglia.
“Passerà.” Stupidaggini, ero solo capace di dire questo genere di cose.
Con una mano mi aveva accarezzato i capelli. “Passerà anche a Ron, se è per questo.”
“Ho paura.” Un sussurro che non sfuggì alle sue orecchie.
“Ci sono io qui con te, Hermione. Come ai tempi di scuola, puoi contare sempre su di me, capito? Forse Ginny può lasciarmi e smettere di parlarmi, ma non permetto a te di farlo. Parlami. Urlami. Picchiami. Fai di me quello che vuoi, insomma!” Concluse ironicamente.
Nessun mi aveva parlato in quel modo, nemmeno i miei genitori che mi erano sempre stati accanto. Per la prima volta, guardai il mio migliore amico sotto una luce diversa, influenzata dalle parole di quella strana vecchia. Guardai Harry veramente e capii.
Ad ogni mia caduta, ad ogni mio passo falso avrei potuto contare su di lui, perché ci sarebbe stato sempre. Non mi avrebbe abbandonato per uscire con la fidanzata, anzi qualcosa mi diceva che se lo avessi chiamato durante un appuntamento galante, avrebbe congedato la donna per venire da me. Perché Ron non era qui, allora?
“Ti dispiacerebbe se annullassimo la cena?” chiesi invece.
Un breve e amaro sorriso accompagnarono le sue parole. “Non sai quanto ho desiderato sentirtelo dire! Non ho né voglia di vedere Ron, perché molto probabilmente gli spaccherei il muso a causa della sua stupidità, né Ginny. Vorrei stare solo con te. Potremmo scappare, sai? La mia valigia è già pronta, sai?”
“Non essere sciocco!” Dissi dandogli un leggero pizzicotto.
“Non sto scherzando. La tengo sotto il letto, tipo le donne che si preparano all’imminente parto!”
“Grazie, mi sento meglio.” Era vero, le sue parole e quel pizzico di buon umore mi avevano rallegrato un po’ la giornata.
“Uno schiocco di dita e io corro, ricordatelo.”
Un bacio in fronte, un sorriso, un crac.
Rimasta sola, salii le scale che mi conducevano nella mia stanza da letto e presi la valigia.
Partire o non partire? Avrei sfidato Amleto a prendere una decisione al mio posto.
Eppure Harry non aveva esitato un attimo. Parti. Prendi il treno e realizza il tuo sogno.
Mi immaginai già nelle vesti di insegnante di Trasfigurazione e un moto di orgoglio mi salii al petto. Con le dita percorsi i bordi della valigia, fantasticando sulla mia prima lezione, sui miei primi studenti. Fantasie, solo quelle mi rimanevano.
La valigia rimase lì sul letto fino all’arrivo di Ron. Sempre vuota come a ricordarmi la mia mancanza di coraggio.
Il mio fidanzato non fece alcun commento, si limitò a storcere il naso e a lanciarmi un lungo sguardo di disapprovazione.
Quando vide che non mi muovevo da quel letto, si avvicinò per parlarmi.
“Harry e Ginny?”
La sua donna se ne stava da ore seduta su un letto vicino a una valigia vuota e lui mi chiedeva della cena.
“Annullata, sarà per un’altra volta, non ti dispiace vero?” Chiesi, anche se sembrava che stessi parlando più a me stessa che a lui.
“Figurati! Ma non hai fame?”
Scossi il capo lentamente. “Ho sonno, credo che dormirò. È stata una giornata pesante.”
Mi tolsi le scarpe con un gesto nervoso, come se volessi buttarle via, lontane da me. Volevo tornare sotto il mio comodo piumone e non svegliarmi più.
Le mie palpebre si chiusero quasi a comando e mi addormentai quasi subito.


   
 
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: roxy_xyz