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Autore: MrBadCath    12/10/2011    1 recensioni
Autori: MrB feat. C (vale a dire MrBadGuy and la Cath)
Desclaimers: Niente di tutto questo è mai successo nella realtà. I Queen e le canzoni citate non ci appartengono. David è un personaggio di MrBadGuy. No infringement of copyright intended.
Note: per le note vedere Nda e Varie :D grazie.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Freddie


Ogni volta che riuscivo a mettere a posto un pezzo della mia vita, irrimediabilmente un altro tassello finiva per spostarsi e mandare tutto il resto a monte. Mi chiedevo se il puzzle sarebbe mai stato completo, e soprattutto, che cosa mai avrebbe raffigurato una volta appeso ed incorniciato.
Roger lo faceva senza pensarci, scombussolare tutto rientrava in una sua specie di capacità innata che amavo profondamente, faceva parte dell'effetto sorpresa che lo contraddistingueva.
Niente a che fare con David.
L'uomo dagli occhi di ghiaccio era bravissimo in questo gioco molto più che a Risiko o a Poker: disordinare i miei tasselli per confondermi, colpire e distruggere. Decisamente la sua tattica migliore, lo stratega, dopotutto, era lui.
E, non appena raggiunto il mio equilibrio interiore una volta siglata la mia pace con Roger, l'altro aveva pensato di pugnalarmi.

I want it all
and I want it now.


Non si può avere tutto, dicono. Ma io voglio tutto e lo lo voglio subito.
Subito, infatti, arrivò la prima sprangata: sentire le sue mani delicate, ma allo stesso tempo forti, severe, accarezzarmi, e vederlo appoggiato sul margine del mio letto, non appena sveglio, sono due immagini che una persona normale può assimilare forse nell'arco di tre vite umane. Io dovetti accelerare questo processo in soli trenta secondi e trovare anche il modo per indossare la mia aria di superiorità prima ancora della vestaglia.
-Non abbassare la testa, mai, non abbassare mai la testa. Tu sei Freddie Mercury e lui è solo David Bowie, quello non famoso, per giunta- quell'idea elaborata dal mio cervello ai primi albori dell'accensione, puzzava di fallimento, come la maggior parte delle mie idee, per la verità.
Ecco subito colpire ed affondare con la seconda mandata di informazioni non digeribili dal mio cervello prima di colazione: ti amo.
Ogni volta che riuscivo a mettere a posto un pezzo della mia vita, irrimediabilmente un altro tassello finiva per spostarsi e mandare tutto il resto a monte.
Ok, stavo anche diventando ripetitivo. Il fatto è che anche quelle due stupide paroline continuavano a ripetersi nel mio cervello, creando un certo scompiglio tra gli altri pensieri e tra i cassetti dell'intimo.
Oltretutto mi metteva fretta ancora una volta: se ne stava già andando? Lo rincorsi giusto in tempo per fermarlo, ma una volta fermato, non sapevo cosa dirgli, così, semplicemente, lo baciai.
Questo complicò ulteriormente la mia situazione psicologica.
Sì, amavo Roger e non sopportavo di vederlo tra le sue braccia, ma quello non era un bacio alla francese dato così per darlo e l'intensità della risposta mi fece capire che non ero l'unico a pensarla così. Era difficile da ammettere, ma, sì, probabilmente amavo anche David, e non sopportavo l'idea di vederlo tra le braccia di Roger.
Il dramma era che da protagonista ero passato a terzo in comodo. Eppure...
«L'hai detto anche a lui?» chiesi, non appena le nostre labbra si furono separate ed il mio cervello godette di una certa autonomia
«Cosa?» domandò sconvolto «Io ti dico che ti amo e tu mi chiedi se l'ho detto anche a Roger Taylor? Non sono un idiota come te: io non gioco con i miei stessi sentimenti» ha sbottato
«Guarda che non lo faccio di proposito» sbuffai
«L'ho sempre saputo che eri una frana a gestire le tue tresche sentimentali, ma non credevo che tu fossi caduto così in basso» mi rise in faccia. Aveva tremendamente ragione, e lo odiavo per questo, senza averne diritto fino in fondo. Infondo era più l'amore, del rancore. Stavo per esprimere questo mio concetto, quando arrivò l'ultima, devastante bastonata:
«Dovevo togliermi questo peso prima di partire, quindi, a mai più rivederci, Mr. Mercury»
-Dove, come, quando, perché?-
Il mio cuore iniziò a tempestare la mia testa di domande a cui non avevo risposte.
Per un semplice amico non potevo soffrire così tanto, eppure non potevo neanche amare due persone contemporaneamente, due uomini, oltretutto... come era possibile questa cosa? Non è che stavo impazzendo e via via, le persone che avrebbero incrociato il mio letto, avrebbero allungato la lista iniziata dai due biondi? Non è che non ero più capace di distinguere chi amavo davvero, chi amavo di più? E che ne sarebbe stato del mio cuore?
Diviso.
Una metà sarebbe rimasta a David e l'altra a Roger, in due poli opposti di questo maledetto mondo... e visto che irrimediabilmente li avrei persi entrambi, alla fine ne sarei uscito distrutto.
Prima o poi, la fine sarebbe dovuta arrivare, ed io non sarei mai stato pronto ad accettarla, affrontarla, e superarla.
Ero fottuto.
Che cazzo facevo io se David se ne andava? Certo, mi rimaneva comunque Roger, ma eravamo arrivati ad un punto in cui anche lui era rimasto troppo influenzato da David per rimanere lo stesso, per potersi accontentare di quella misera scartoffia deambulante che sarebbe rimasta di me, dopo aver avuto lui... dopo David, anche Roger se ne sarebbe andato, mi avrebbe lasciato, e sarei rimasto da solo...
«Tu non puoi andartene...» sentenziai in un tono piuttosto severo, molto lontano da quello di una supplica
«Perché lo dici tu?» rise scompostamente «Non è il mondo della musica, è il corpo militare britannico, non credo che tu possa avere un qualche tipo di influenza...» riusciva sempre a farmi sentire un granello di polvere, se lo voleva
«Il punto non è chi sono io, né cosa voglio. Quello che ti chiedo è se tu vuoi davvero tornare a fare quello schifo di lavoro...»
«Non t'importa davvero e comunque, sì, per me è importante quello schifo di lavoro. Perlomeno non devo farmi inculare a saltelli da qualche discografico gay per vendere uno schifo di cd...»
«Quella è arte, mio caro, e preferisco farmi inculare a saltelli, anche da te, che andare in giro ad ammazzare la gente per non morire io stesso» anche se probabilmente sarei morto lo stesso, se lui se ne fosse andato
«Parlando in termini di un accordo ragionevole, tu mi staresti offrendo un posto nella musica britannica, in cambio di una guerra... non è male, no? Che ne dici, mi ci vedi a duettare con il mio omonimo? Saremmo la coppia gay più apprezzata degli ultimi millenni, seconda solo ad Alessandro ed Efestione... non vorrei che questo ti causasse dei cali di popolarità...» da pallido, sembrava diventato verde di rabbia e mi stava vomitando addosso tutto quello che pensava. Era frustrato all'idea di dover ripartire, all'idea di avermi detto che mi amava e in generale, per l'idea che qualcun altro stesse decidendo del suo futuro. «Freddie, ti ho detto che ti amo e tu cerchi di incollarmi qui con qualche scusa ridicola. Credi che mi basti? Sai cosa voglio sentirmi dire»
«Tu non resteresti qui per un mio capriccio e non resteresti qui per me, vuoi solo sentirti supplicare per poi provare il gusto di dirmi di no, come hai già fatto in passato»
«Fallo»
«Cosa?»
«Supplicami di restare»
«Non lo farò mai»
«Ti sei arrampicato fino ad ora sugli specchi per inventarti una scusa che stesse in piedi, ma non vuoi supplicarmi. Quale delle due è più imbarazzante?»
   
 
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