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Autore: percysword    12/10/2011    2 recensioni
Claire ha un amico molto speciale: suo fratello William. Nessuno li può separare o così sembra…
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo essere rimasti a fissarci per quello che era sembrato un secolo, mi disse che doveva andare e che la sera non saremmo potuti stare insieme, perché doveva fare qualcosa. Lo guardai stupita, mi alzai e mi avviai verso la porta.

«Allora a domani!» 

«A domani, buona serata Claire.»

«Anche a te.»

Passai quella sera a domandarmi cosa facesse rinchiuso da solo in casa, poi decisi di farla finita: dopo cena sarei andata a vedere cosa faceva. Dopo aver mangiato andai di cora in camera e pensai ad un modo per non fare scoprire ai miei della mia "scappatella", intanto presi una borsa e vi infilai dentro tutto ciò che pensavo mi sarebbe servito, ogni volta che ci ripenso mi scappa sempre da ridere, perché mi ero vestita tutta di nero, persino con il cappello di lana! 

Aspettai le 23.30 per uscire di casa, a quell'ora i miei genitori se ne stavano in camera loro al piano di sopra a leggere o a guardare la tv, ed era sicuro che non mi scoprissero ma, come in tutti i piani da me creati, fallì e senza piano di riserva mi ritrovai in punizione per motivi ancora sconosciuti, anzi in verità li so ma sono troppo stupidi.

Ero intenta a sistemare gli ultimi preparativi, verso le 22. Avevo già sentito i miei genitori andare di sopra e mia sorella era in camera sua a giocare.

«Dove stai andando?» mi voltai di scatto: era Elizabeth e mi fissava…

«Io? Da nessuna parte! Dove vuoi che vada?» la tensione mi giocò un brutto scherzo, e mi si poteva leggere la paura negli occhi e nella voce.

«Lo so che vuoi andare da qualche parte. Ora lo dico a papà.»

«No, no, no. Ascolta devo fare una cosa molto importante, ti prego non dirlo a mamma e papà… farò tutto quello che vuoi!»

«La smetterai di prendermi in giro?» annuii «E di darmi la colpa per tutto?» annuii di nuovo. E lei iniziò a elencarmi tutte le cose che non dovevo fare e io accettai le condizioni, così lei se ne ritornò a letto.

Alle 23.20 circa, sentii qualche rumore sospetto provenire dalla stanza davanti alla mia (camera di mia sorella), ora immaginatevi voi vestiti di nero, in una camera buia ad aspettare in silenzio il momento opportuno per "l'attacco", ecco io ero in gran parte tesa, ma decisa a risolvere il mistero, pensai "sarà mia sorella che si rigira o che ha un incubo". Per dieci minuti fu silenzio totale e all'ora stabilita mi affacciai alla finestra per vedere se Sam era ancora sveglio, e lo era: si vedeva chiaramente una luce accesa. Presi silenziosamente la borsa poggiata per terra e cercai la torcia, chissà perché l'avevo messa lì dentro… Andiamo avanti, dopo averla trovata la accesi, mi alzai e mi avviai alla porta, con delicatezza abbassai la maniglia e…

«AAAAAAH! Un mostrooo! Vuole mangiarmiii! AAAAH… ELIZABETH?» 

Nel frattempo le luci si accesero in corridoio e i miei genitori scesero.

«Piccola, che cosa è successo?» disse mio padre e io, pensando che si riferisse a me gli risposi: «Bhè, ecco… Ho aperto la porta e me la sono ritrovata davanti e…»

«Non tu. Liz, che cosa ti ha fatto Claire?» le disse dolcemente.

«Lei, Lei,» disse piagnucolante «voleva andare a casa di Sam per spiarlo ma…»

«COSA?» la guardai male.

«Si, è vero, non puoi negare. Prima sono entrata in camera sua e mi ha detto che se l'avrei detto a qualcuno mi avrebbe fatto del male. Ma io non ho paura.»

«Io non l'ho mai detto!»

«Ora basta!» ci ammonì mio padre «Claire qual è la tua versione?»

«Ammetto che avevo intenzione di uscire… Ma non l'ho mai ricattata!»

«NON É VERO!» mi gridò «L'hai fatto!»

«Elizabeth torna in camera tua!» disse mio padre «e tu Claire, sei in punizione. Non uscirai di casa fino a domenica. Ringraziami perché sono stato gentile con te. E ora a letto.»

Guardai mia madre, ma lei si voltò e si avviò di sopra.

«Perché mi fai questo? Perché credi sempre a lei?» gridai a mio padre, che stava portanto Elizabeth in camera. «A me non dai mai retta. Da quando William se n'è andato tu hai occhi solo per lei. Io non sono niente.»

Si voltò e mi squadrò, poi con un accenno di sorriso mi disse:  «Questo non è vero…»

Provò a continuare ma io avevo già sbattuto la porta e girato la chiave, lui bussò, ma io non mi mossi, se avessi aperto quella porta gli avrei detto cose cattive, e non volevo meritarmi davvero la punizione, anche se le ragioni sarebbero state diverse e non "hai mentito" oppure "hai provato a scappare". 

Mi affacciai alla finestra: la luce era spenta, così mi sdraiai sul letto pensando a cosa gli avrei detto l' indomani.

   
 
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