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Autore: Sherlock Holmes    12/10/2011    6 recensioni
Che cosa accadrebbe se Moriarty scoprisse il vizio più deleterio di Holmes?
Naturalmente, lo userebbe contro di lui… per distruggerlo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Non riuscivo a muovermi.
Quei tre energumeni mi tenevano ben stretto…
Ero stato sorpreso nel mio stesso appartamento. Non avevo neanche avuto il tempo di afferrare il mio revolver che mi ero ritrovato placcato a terra.
Non c’erano dubbi: coloro che mi avevano immobilizzato erano pugili professionisti…
Con la coda dell’occhio vidi entrare nel mio alloggio un uomo alto ed allampanato. Lo riconobbi immediatamente…
- Moriarty!- esclamai, richiamando la sua attenzione.
L’uomo rise sommessamente:- D’altronde, chi altri potrebbe essere?
Mi dimenai, inutilmente.
- Vedo che ha conosciuto i miei tirapiedi…-
- Ne avrei volentieri fatto a meno.- ribattei.
- Lo immagino.-
Iniziò a passeggiare per la stanza, esaminandola attentamente. I suoi movimenti mi ricordavano quelli di un avvoltoio…
Moriarty iniziò a mormorare:- Se fossi Sherlock Holmes, dove riporrerei i miei segreti?-
Ebbi un tuffo al cuore: “Di che sta parlando?”
- Vediamo… Li collocherei in alto, in modo che il mio coinquilino non arrivi né a scorgerli né, quindi, ad afferrarli… Escludendo le mensole, che sono usate per riporre, a quanto vedo, trattati di medicina… Non resta che un posto, non è così?- mi disse, con un sorriso malevolo stampato in volto.
Alzò il braccio e la sua mano ossuta si posò sull’astuccio di marocchino che campeggiava sul ripiano sovrastante il caminetto.
Iniziai a sudare freddo.
“Che vuol fare?”mi chiesi.
Simulai indifferenza.
- Devo ammettere che è stato abile a trovare un’insignificante contenitore di marocchino…- dissi, ridacchiando.
- Ed io devo ammettere che riesce a dissimulare bene la paura, Holmes…-
- Paura…?- dissi – E di che cosa?-
Il mio nemico sorrise.
- Sa, Holmes, ho svolto molte ricerche sul suo conto… Io so tutto di lei… So dei suoi affetti, delle sue ansie e… dei suoi vizi.-
Non riuscii a nascondere perfettamente lo stupore.
- Sì… So cosa contiene questo astuccio.- proseguì Moriarty, continuando a camminare in circolo – Una siringa e due boccette. Una contiene morfina, l’altra cocaina.-
Come poteva avere appreso della mia antica dipendenza?
Dannazione, era un capitolo chiuso! Non assumevo quelle sostanze da mesi, ormai…
- Scommetto che vuole essere messo al corrente di come io sia venuto a conoscenza di tutto questo… Vede, mi è bastato raggiungere il negozio dove, puntualmente, lei si riforniva… Anche se sono trascorse ormai settimane dall’ultima volta che si è recato all’emporio…-
Aprì l’astuccio, traendone fuori il contenuto e posizionandolo sul tavolino da tè.
Le due ampolle di forma diversa e prive di etichetta rilucevano al tiepido chiarore della lampada ad olio e l’ago della siringa brillava nella semioscurità.
- Mmh… Le fiale sono ancora colme… Da quanto tempo non si droga, Holmes?-
Distolsi lo sguardo, ostinato.
- Beh,- continuò Moriarty – Vorrà dire che l’effetto sarà più rapido.-
“Effetto?”
Cercai di acquistare tempo.
- Come sapeva dell’astuccio, professore?-
Moriarty sorrise:- Sta tentando di tergiversare, vero?
- Il minimo che mi deve è la spiegazione di come sono stato sconfitto, non trova?-
Il professore annuì:- Certamente, ma sappia che sarò piuttosto breve. L’agenzia di pubblicazione alla quale si rivolge spesso il dottor Watson conserva sempre anche gli ultimi manoscritti da esaminare. “Il segno dei quattro” è stato una lettura interessante. Il dottore è stato molto preciso, esauriente oserei dire, riguardo alla custodia dove lei riponeva i suoi... arnesi.-
Quante volte avevo intimato a Watson di non diffondere i suoi scritti su di me e sulle avventure che avevamo vissuto insieme?
Il professore prese le due bottigliette sul tavolo e ne unì il contenuto.
- Lei usa soluzioni al sette per cento… Ho consultato un chimico che mi ha garantito che la morte è assicurata, in caso di miscelazione...-  
Avevo capito ogni cosa…
- E’stato un dilemma trovare il metodo migliore per eliminarla. Inizialmente, avevo pensato di inscenare un incidente con qualche tegola, poi un attacco da parte di criminali di basso ordine… Infine, ho deciso che sarebbe stato migliore simulare un suicidio… Che può però essere interpretato come un’inaccortezza non voluta.-
Aspirò il liquido con la siringa, facendone uscire le bolle d’aria.
- All’autopsia risulterà che lei sarà morto per overdose autoprovocata. Nessuno mai sospetterà di omicidio. Nè tantomeno di me.-
Tentai di liberarmi con tutte le mie forze, senza alcun risultato.
Con le sue magre dita, Moriarty mi tirò su la manica sinistra…
Sapeva che non ero mancino.
Un delitto perfetto…
Sentii l’ago penetrarmi nella pelle.
- Non si muova, Holmes… O sarà ancor peggio…-
- Moriarty, non lo faccia!- esclamai.
- La scelta è stata sua. Tempo fa le avevo detto di togliersi dalla mia strada. Lei non lo ha fatto… E, ora, sarà calpestato.-
Premette lo stantuffo.
Sentii subito quello strano torpore…
- Addio, Sherlock Holmes.- udii.
Le mani che mi stringevano mi abbandonarono sul pavimento.
Non avevo più forze…
Tentai di alzarmi… Non ci riuscii… E caddi a terra.
 
- Holmes! Holmes… Cosa ha fatto… Cosa ha fatto!-
Era la voce di Watson. La sentivo distintamente.
Avvertii le sue braccia attorno al collo e un lieve tocco sul braccio sinistro.
- No, no, no…-
Era disperato.
- Watson…- mormorai, battendo le palpebre.
- E’ vivo… Oh, grazie al cielo…- Vide le fialette vuote. - Ha assunto ambedue le droghe? Ma… Allora…-
- Già…- dissi mestamente, tentando, invano, di sollevarmi - Dovrei essere passato a miglior vita…-
- Entrambe le bottigliette sono prive di contenuto… Come…?-
- Mi dia del whisky dalla mia fiaschetta, la prego.-
- No!- esclamò - Alcool e droga? E’come firmare la sua condanna a morte!-
- Non ho assunto droghe… Anzi, non mi ha fatto assumere droghe. Contento?-
Watson mi fissò sconcertato.
Sospirai, tentando nuovamente di alzarmi.
Il mio coinquilino, questa volta, mi aiutò a prender posto in poltrona.
-Il professor Moriarty, poche ore fa, immagino, ha tentato di uccidermi iniettandomi in vena ciò che lui credeva essere droghe.-
- Lei… Insomma… Le ampolle… L’astuccio di marocchino…-
- Per fortuna che io non l’ho messa al corrente del fatto che ho, ormai, superato il mio antico vizio, Watson, altrimenti lo avrebbe scritto ne “Il segno dei quattro” e quindi Moriarty avrebbe…-
Il viso di Watson si fece paonazzo.
Gli sorrisi.
Sapeva che non volevo che lui scrivesse su di me…
- Non importa.- conclusi – Le rivelo, comunque, che gli ultimi flaconi di cocaina e morfina che ho acquistato mesi fa stanno navigando da settimane nelle acque del Tamigi…-
Watson mi osservò attentamente:- Allora cos’è che gli è stato iniettato, Holmes?
- Ho comprato da un po’ di tempo un coagulante e una sostanza che abbassa la pressione… Sa, per le ferite. Vanno assunti per via endovenosa… Mescolati non comportano nulla di preoccupante. A quanto pare, però, la concentrazione del composto che favorisce l’abbassamento di pressione era leggermente elevata… E così, mi ha fatto perdere i sensi. Per cercare di riattivare una più veloce circolazione del sangue, le ho domandato del whisky, che ancora adesso attendo.-
Watson, così, si alzò e mi porse la fiaschetta.
- Grazie.- dissi. – Devo molto alla mia vena teatrale… Se non fossi un ottimo attore, beh… Ora giacerei probabilmente a terra, con un proiettile nel petto. Infatti, se avesse saputo che quelle sostanze nelle ampolle non erano altro che innocui medicinali, il professore non sarebbe andato tanto per il sottile e mi avrebbe tolto di mezzo in un modo comunque sbrigativo.- osservai.
Per un istante, calò il più completo silenzio.
- Deve denunciare Moriarty, Holmes!-
- Oh, no, Watson… Se lo facessi, la trappola che sto preparando da mesi si rivelerebbe inutile.-
- Trappola?-
- Certamente. Altrimenti, perché Moriarty sarebbe giunto fin qui per uccidermi, mettendo a repentaglio la sua “copertura”?-
Watson annuì.
- Devo riconoscere al professor Moriarty molte qualità, tra cui l’inventiva. Ma, fra di esse, non figurano quelle di un chimico.-
- Come, ad esempio… Quale?-
- L’attenzione all’etichettatura. Mai usare una sostanza non catalogata di cui non si conosce la natura… Può giocare brutti scherzi…-
-… oppure, salvare una vita. Alla fine, Holmes, il suo disordine le ha giovato.-
- Non è caos, Watson. Io riconosco ciò che contengono le mie bottiglie… Ma gli altri no. Vede, il mio disordine, come lo chiama lei, è, per me, una sicurezza.-
- D’accordo, allora non le dirò più nulla riguardo alla confusione che regna nelle sue stanze.-
- Quindi si è arreso, Watson. Finalmente!-
Lui mi sorrise.
Nella sua espressione, però, lessi preoccupazione.
La partita con Moriarty non era ancora chiusa. E Watson lo aveva capito.
  
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