Camminava tranquillo per la sua strada quando
 
-Hei ciao Kidou-kun!-
c’era una sola persona che pronunciava il suo nome in modo così irritante. Kidou si girò con aria seccata.
 
-Che cosa vuoi Fudou?-
 
-Guarda, ho comprato dei mikado, ne vuoi uno?- gli chiese il moro porgendogli una scatola dalla confezione celeste

-Se non mi sbaglio quelli al latte sono i tuoi preferiti no?- continuò. Kidou si stupiva sempre di quante cose sapesse di lui. Ma la cosa era reciproca comunque.

-Si è vero, ma non mi vanno ora.-      rispose con un alzata di spalle.

-Fa come ti pare, io ne prenderò uno!-

Detto ciò si infilò uno di quei bastoncini appetitosi in bocca. Poi lo guardò con quei meravigliosi occhi ardesia ed inclinò leggermente la testa.
Kidou lo trovò adorabile e sentì che quei sentimenti che cercava di nascondere stavano facendosi strada nella sua mente.

Adesso trovava molto più invitante quei mikado, anzi QUEL mikado!

-Ho cambiato idea, fammelo assaggiare-       

disse sorridendo ed avvicinando una mano al bastoncino che Fudou teneva in bocca. Questo però gliela scansò con una mano. Gli puntò un dito sulle labbra come a dirgli “Non l’hai voluto prima? E ora ti arrangi!”

Kidou si lasciò completamente andare alle emozioni: gli bloccò una mano e con l’altra gli sollevò il mento in modo tale che i loro occhi si incrociassero. Poi si sporse verso l’altro ed addentò il mikado, fino a finirlo tutto, incontrando così le labbra di Fudou

-K-kidou...fer..-

Non lo stette a sentire e si prese anche quelle, le catturò in un bacio travolgente e pieno di sentimento.
Improvvisamente però sentì una leggera fitta al labbro inferiore, Fudou lo aveva morso. Quel gesto però non lo fece arrabbiate, ansi, sorrise beffardo a quel gesto di ribellione.

-Hai visto? Io ottengo sempre quello che voglio...-     gli disse passandosi una mano sulla ferita infertagli dal ragazzo.

Fudou era completamente rosso, non si aspettava quella reazione.
Però non gli era dispiaciuto affatto, semplicemente era troppo orgoglioso per ammetterlo.
Così girò la testa di lato e disse solo un sommesso:
-Stà zitto!-