Era fuori l’edificio della casa di moda dei Parker, e Alex non era sicura di quella che stava per fare. Voleva affrontare i suoi genitori una volta per tutte, voleva sputargli in faccia tutto il veleno che aveva ingoiato negli anni in cui faceva parte di quel mondo, specialmente quello che gli avevano fatto ingoiare l’anno scorso. Quel giorno preciso in cui i suoi genitori l’avevano spezzata in due dal dolore.
<< Papà ti prego >> era l’ennesima volta che Alex supplicava suo padre. Gli occhi erano rossi e le bruciavano tante erano le lacrime che le inondavano il volto candido. Solitamente la vista del volto stravolto dalle lacrime della figlia portava James Parker a cambiare idea, ma quella volta non fu così. Alex negli occhi del padre vedeva solo delusione e disprezzo. << No Alexis! Si fa come dico io! >> la voce arrabbiata del padre gelò il sangue di Alex che si accasciò al pavimento priva di forze. << Annabeth! Chiama Elizabeth e dille di venire qui. Solo lei può evitare uno scandalo simile. >> Annabeth, la madre di Alex, annuì prontamente riservando uno sguardo pieno di delusione alla figlia che piangeva disperata accasciata lungo la parete.<< Alexis Rachel Parker, sappi che ci hai delusi molto. >> sia James che Annabeth uscirono dal salone chiudendosi dentro lo studio del marito.
Alex alzò gli occhi azzurri puntandoli sul fratello. << Sei felice? È tutta colpa tua! >> si scagliò contro di lui iniziando a colpire il suo petto. << Ti odio! Mi hai rovinato la vita! Mi fai schifo! Io mi fidavo di te! >> gli lanciò un occhiata piene di delusione e di rancore e uscì di corsa da quella casa, andandosi a rintanare nelle braccia dell’ unica persona che l’avrebbe sempre accettata.
Un brivido percorse la spina dorsale di Alex che, prendendo il toro per le corna , entrò nell’edificio scansando chiunque le intralciasse la strada. I tacchi sbattevano sul pavimento in marmo lucido emettendo un rumore gradevole e fastidioso allo stesso tempo.
Entrò nell’ufficio del padre spalancando la porta. << Alexis! >> erano sorpresi di vederla lì, davanti a loro. << Tesoro vieni qui. Fatti abbracciare. >> ma con quale coraggio quella donna, che si etichettava come madre, le chiedeva un abbraccio. Alex sorrise schifata e si tolse gli occhiali da sole, scoprendo gli occhi azzurri agghiacciati tanta era la delusione. << Un abbraccio? A mala pena so chi sei, non meriti un mio abbraccio. >> la voce, se possibile, era ancora più gelida degli occhi. << Sei ancora arrabbiata con noi tesoro? >> fu James a parlare ora. Alex non lo guardò nemmeno. Lui, più di tutti, l’aveva delusa.
<< Non ho intensione di stare ai vostri giochi sporchi. Se mi vuoi bene , papà, rinuncia alla tua idea. Non è troppo tardi, sei ancora in tempo. >> James la fulminò con gli occhi dandole un ceffone in pieno volto. << Alexis, se tu non farai come noi ti abbiamo detto, sarai sbattuta fuori da questa famiglia. >>.
Elizabeth arrivò in quel preciso istante. << Sei pronta Liz? >> la ragazza dai capelli biondi annuì guardando Alex. << Si James. Stia tranquillo mi occuperò io di tutto. Questa cosa non arriverà a nessuno >> James annuì soddisfatto incurante che il cuore di sua figlia stesse diventando di pietra a causa sua. << Bene. Tu e Dustin avrete quello che avete sempre voluto. Lo scandalo non toccherà la casa di moda, e Alex continuerà con la sua carriera da modella senza altri intralci. >> il rumore di qualcosa che andava in frantumi rimbombò per il salone. Il cuore di Alex? no, quello ormai era freddo e solido come una pietra. Alex aveva buttato a terra l’antivo vaso della sua famiglia. Il rumore attirò l’attenzione dell’intera famiglia che raggiunse il salone.
Alex guardava il padre e la sua cosiddetta cugina con odio. << Io, non farò mai più la modella. Non farò più parte di questa famiglia. Io per voi non sarò più nessuno come voi non lo sarete per me. Mi fate solo schifo. >> Annabeth guardava la scena con la lacrime agli occhi e con una mano sulla bocca, tutti i presenti piangevano, ma lei no. L’avevano persa? Si.
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Jessica rileggeva per le decima volta quel paragrafo di letteratura. Non riusciva a studiare e non ne capiva il motivo. Forse era il rumore dei baci che quei due si scambiavano dietro la libreria, forse era la vecchia bibliotecaria che zittiva rumorosamente chiunque emettesse un minimo suono, forse era il pensiero di sua sorella che non era tornata a casa, o forse erano i continui messaggi di Nick? Afflitta chiuse, rumorosamente , il libro beccandosi un occhiataccia dalla vecchia megera. Sbuffando si stiracchiò sulla sedia scomoda per poi alzarsi e aggiustarsi i jeans chiari. << Ah, eccoti dove eri! >> Jess riconobbe la voce e fece un sorriso a trecentosessanta gradi. << Jack che ci fai qui? >> la vecchia fece un altro dei suoi versi per ottenere silenzio e Jess, infastidita, prese per mano l’amico conducendolo fuori. << Quella vecchia mi manda in bestia! >> disse ridendo e accendendosi una sigaretta. Lei non fumava spesso, ma tutto le stress accumulato la portava ad averne bisogno. Ispirò il fumo cacciandolo fuori mentre giocherellava con l’accendino. << Allora? Jess dovevi raccontarmi di quello strafico che ti ossessiona. >> disse Jack impaziente di avere qualche gossip per le mani. Non ne avrebbe parlato con nessuno tranne che con Emily e Alex, ma loro sicuramente erano già a conoscenza di tutto, o almeno avrebbero saputo dopo. Jessica rise e si mise a sedere sulla scalinata della biblioteca. << Ieri ci siamo incontrati per caso e abbiamo passato un po’ di tempo insieme, niente di particolare … posso solo affermare che è un’idiota. >> Jack prese un tiro dalla stessa sigaretta di Jess facendole segno di continuare mente ciccava. << Non so come, ha avuto il mio numero e ora mi sta tartassando di messaggi. >> fece un altro tiro dalla sigaretta mentre si puliva la punta degli stivali neri e scamosciati. << Beh ci deve pur fare qualcosa col tuo numero. Che vuole? >> prese la matita ,che Jess aveva poggiato sul libro, e iniziò a scarabocchiare sul gradino di cemento liscio. << Vuole uscire qualche volta per “conoscermi meglio” dice che ieri è stato bene e che vorrebbe ripetere l’occasione magari stando insieme per più di mezz’ora. >> spiegò lei non curante. Quel Nick non le piaceva per niente e , dal suo tono distaccato e scocciato, si capiva quanto fosse intollerante nei suoi confronti. << Jess vuole conoscerti meglio, vuole conoscere la tua dolce intimità. >> disse ridendo mentre giocherellava con la matita. Jessica rise di gusto. << Jack da quanto tempo non scopi? credo che tu sia in carenza esagerata di pesce. >> Jack ridendo scosse il capo. << No, io vado alla grande con il sesso tesoro. È il pessimismo di Emily che mi contagia.
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Joe sospirò per l’ennesima volta canticchiando una canzone che poco prima era passata alla radio. La giornata al bar era piuttosto tranquilla, ma qualcosa non lo convinceva quel giorno. Guardò per l’ennesima volta l’orario. Era mezzogiorno e tra poco avrebbe chiuso , oggi gli toccava lavorare solo mezza giornata. Lavò le ultime cose sporche e, dopo aver contato i soldi, mise l’incasso nella piccola cassaforte.
Dopo aver chiuso il bar si diresse verso la sua camera del campus sorridendo, di tanto in tanto, a qualche cliente abituale del bar.
<< Joe hai già staccato? >> gli chiese Nick una volta entrato in camera. Annuì semplicemente per poi sospirare , ancora, e buttarsi sul letto mettendo la testa sotto il cuscino. Che aveva Joe? Erano praticamente due giorni che non faceva altro che pensare a Alex. Perché pensava a lei così tanto? Cosa aveva lei di speciale a parte gli occhi azzurri come il cielo , il sorriso bello come quello di un angelo e la capacità di trasmette gioia anche al tizio più depresso del mondo? Beh oltre a tutto questo aveva un corpo da paura, una voce meravigliosamente dolce e cristallina, un modo di pensare tutto suo e insolito e in più lo faceva ridere. Oddio, era proprio cotto il problema era che la conosceva da si e no due giorni, come faceva ad essere entrata nella sua mente così facilmente? Forse ci era riuscita quando aveva ordinato un bel panino pieno di schifezze ipercaloriche al posto di un’insalata.
<< Per me un Big Mc menu, delle crocchette da sei. >> sorrise al ragazzo aspettando la sua ordinazione. << No fammi capire, dove la matti tutta quella roba? >> Joe la guardava sconvolto mente lei, sorridendo, si indicava il ventre piatto. << Mi piace mangiare >> si giustificò solo prendendo il vassoio e andandosi a sedere.
Forse era successo quando aveva preso quel gatto dalla strada.
Stavano chiacchierando tranquillamente quando qualcosa attirò l’attenzione di Alex.
Corse in un piccolo veicolo per poi tornare con un tenero gattino dal pelo arancione e folto tra le braccia. << Joe,guarda che tenero! >> Joe rise divertito facendo una carezza al micetto tutto fusa. << Mmh, tu sei Jay! >> disse lei soddisfatta avvicinando il naso al musetto del gattino che, come se approvasse, miagolò dolcemente. Si era affezionata al gatto in pochi minuti, tanto che se lo era portato dietro e anche nel campus.
Probabilmente era successo quando l’aveva trascinato a fare delle fotografie, oppure quando aveva dato del chiwawa isterico a un vecchio signore facendolo scoppiare in una fragorosa risata. Beh era probabile che tutte quelle situazioni l’avessero resa unica e speciale.
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E eccomi tornata con un nuovo capitolo. Ehm okay Kevin e Emily sono deceduti e Nick è stato presente per mezzo secondo ma tranquilli nel prossimo saranno presenti anche loro.
Bacioni Roby =)