Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Clodie Swan    12/10/2011    7 recensioni
Questa è la mia prima ed unica ff su un attore.Decisamente diversa dalle altre che girano. Una storia che fa ridere e fa anche riflettere.
Robert Pattinson resta bloccato a Roma per 24 ore e decide di prendersi una giornata libera
per potersi svagare in giro per la città come un ragazzo normale.
Ma le cose non saranno tanto semplici...soprattutto quando la sua strada incrocia quella di Isabella una giovane giornalista costretta a scrivere un articolo su di lui. Quanti hanno amato le mie parodie su Twilight potranno apprezzare il modo in cui mi sono divertita a mettere nei guai il suo interprete.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 2
La fuga

«Qualcosa non va, ragazzo?»
La signora che mi ha svegliato di soprassalto adesso si mette a fare la premurosa. Ma come, un secondo fa ero un signore adesso sono un ragazzo?
«La mia vita non va, a volte.» le rispondo secco.
«L'amore, il lavoro? Che cosa?» insiste quella in uno tono mieloso stile posta del cuore. Ma questa lo sa chi sono io?
«Il lavoro direi.» Mi guarda scettica come a volermi incenerire con lo sguardo. Edward sicuramente potrebbe leggere nella sua mente questa frase. «Che ne sai tu del lavoro ragazzino? Scommetto che non hai mai lavorato in vita tua!»
La tipa però invece di farmi la solita ramanzina continua a spolverare con il piumino e mi guarda con comprensione.
«Qual'è il problema?»
«Niente...sono bloccato qui fino a domani ma non so come fare ad uscire. Vede, io faccio l'attore e non posso andarmene in giro come un ragazzo normale.»
«Perchè no?» Ma questa non ha mai letto una rivista di gossip in vita sua?!
«Ci sono dei rischi purtroppo. Diciamo che la privacy è diventata un lusso per me.»
«Figliolo, io dico che la soluzione ce l'hai davanti a te. Fai l'attore? Recita! Fingi di essere qualcun altro ed esci senza farti riconoscere. Non hai visto Vacanze Romane? La principessa se andava a spasso per Roma, con i capelli corti e si divertiva per un giorno a fare la turista. E poi incontrava Gregory Peck.» A quel nome i suoi occhi hanno un'espressione estatica e si porta al cuore la mano che regge lo spolverino. «Quanto era bello! Quello sì che era un attore!»
«Grazie, eh.» commento io. Però la sua idea non è male. Potrei travestirmi in modo da non farmi riconoscere? Mi guardò nello specchio dubbioso. Nella fretta dopo la doccia non mi sono ancora fatto la barba ed è piuttosto lunghetta. Forse con qualche ritocco al punto giusto potrei farcela. «Sto pensando di seguire il suo consiglio. I capelli come me li potrei sistemare?»
Quella fa un sorrisetto soddisfatto. «Niente paura. A casa mia tagliavo i capelli a tutta la famiglia.» Aiuto! In che guaio mi sono andato a cacciare?

Per fortuna la gentile signora non ha esagerato con le forbici. Me li ha accorciati leggermente e mi ha lisciato tutta la frangia in una pettinatura oscena da nerd ultrasfigato. Il prezzo della libertà. «Ultimo tocco.» mi dice infine. Tira fuori un paio di occhiali da vista con le lenti spesse e la montatura grossa. «Sono dell'inserviente che cambia le lampadine. Provateli un pò.»
Inforco quei due fondi di bottiglia e mi guardò nello specchio. Un mostro! Sfido qualunque ragazza a venirmi dietro adesso. Per finire indosso la camicia bianca a quadretti blu che avevo comprato per Kellan e la metto fuori dai pantaloni. Ci navigo dentro e posso nascondere anche il mio bel fisichetto. Ok. Sono pronto. Mi porto solo il portafogli e il cellulare che fa anche le foto. Sono quasi emozionato.
«Come faccio ad uscire adesso? C'è un esercito di giornalisti là sotto.» Ma la mia nuova amica ha pensato anche a questo. «Il camioncino della biancheria tra poco riparte. Ti faccio dare uno strappo.» Mentre la seguo nei corridoi deserti dell'hotel mi continuo a guardare negli specchi cercando di adattare anche la mia espressione. Posso farcela. Ho fatto il vampiro posso fare anche l'ebete. Arrivo nel seminterrato e mi preparo a salire sul famoso camioncino.
«Non così in fretta, James Dean.» brontola la cameriera. Tira fuori carta e penna. «Voglio un bell'autografo per mia figlia. Con tanto di dedica. Minimo cinque righe.»
Soffoco un ringhio e mi metto a scrivere. Lo sapevo che quella tramava qualcosa. Alla fine il camioncino mi porta oltre i cancelli lontano dai paparazzi alla luce del sole.
La libertà ha un prezzo. Ma il suo sapore è così dolce.


 
 
MP
  
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