Anime & Manga > Shugo Chara!
Segui la storia  |       
Autore: Meme06    12/10/2011    7 recensioni
E se Ikuto fosse un vampiro ed Amu una semplice ragazza che però dentro di se nasconde un'indole oscura e sadica? Che cosa succederebbe? Ambientato nel passato. un'altra storia che ha sviluppato la mia mente malata, spero vi piaccia ^ ^
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The smell of your blood'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I suoi occhi color miele, ma freddi come il ghiaccio guardavano fisso il ragazzo che non aveva idea di quale doveva essere la sua prossima mossa. La ragazza gli stava davanti. Sorrisetto divertito stampato in volto. Era legata, certo. Ma chi poteva sapere che non si sarebbe potuta liberare da un momento all'altro? In più il suo sguardo ambra imprigionato nei suoi occhi smeraldini la rendevano ancora più inquietante. Il modo in cui lo guardava lo faceva rabbrividire. Sarebbe voluto sparire in quel preciso momento, ma non gli era possibile. Doveva aspettare che il signor Williams tornasse con la croce, l'acqua santa ed il paletto. E forse dopo sarebbe riuscito ad andarsene via.

- Andiamo Eiji… - disse la ragazza. - Sii uomo e liberami, oppure non hai abbastanza fora in quei due rami che tu chiami braccia?

Il moro deglutì. Ogni sua parola, il modo in cui la pronunciava, il senso di derisione che vi era nascosto dietro. Tutte queste caratteristiche messe insieme la rendevano terribile e accendevano in lui la paura. L'emozione più brutta che possa esistere sulla faccia della terra, a suo parere. Con la paura chiunque può manovrarti e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, lei ci stava riuscendo con lui.

- N-non ho voglia di liberarti. - disse con voce tremante distogliendo lo sguardo dai suo occhi.

La ragazza sogghigno.

- Lo sai… - stava per dire qualcos'altro quando entrò John che parò davanti ad Amu una croce in legno. La ragazza si appiattì sulla parete. - Siete tutti bravi eh? Non è molto difficile usare le debolezze altrui per non fare il lavoro sporco…

Disse la ragazza. L'uomo non capì bene il significato delle sue parole o a chi fossero riferite. Amu teneva il viso coperto dai capelli,per questo non si riusciva a capire chi stesse fissando al di là di quelle liane rosa.

I capelli le erano notevolmente cresciuti, quasi fino ai fianchi e in poco tempo. Brutto segno, la trasformazione si stava completando, presto le catene non sarebbero più bastate.

- Che cosa vuoi dire? - chiese Williams confuso.

- Facile usare un ragazzo debole come scudo per non essere uccisi… - disse guardando dritto negli occhi John. L'uomo rabbrividì un istante. Gli occhi della ragazza erano diventati bianchi e opachi, c'era determinazione e malignità nel suo sguardo.

Williams abbassò la croce mentre si allontanava. Poi si abbassò all'altezza dell'orecchio del ragazzo.

- Rafforza le catene domani mattina, sarà come se fosse un'umana… - gli disse a bassa voce per non farsi sentire dalla ragazza.

- Oh si, rafforzami le catene, altrimenti il cacciatore si fa la bua… - disse con disprezzo la ragazza, misto ad ironia.

Williams la ignorò uscendo dalla stanza. Eiji indugiò un attimo a guardare Amu, con uno sguardo triste e rassegnato. Ma bastò un richiamo da parte del cacciatore di vampiri per far uscire anche lui.

Questa volta si diressero tutti nella stanza da tè. Williams aveva programmato un'assemblea per decidere una volta per tutte che cosa farne della ragazza.

- La trasformazione completa è molto vicina e noi non abbiamo più tempo… - iniziò a dire mentre la cameriera gli versava il tè. - Inoltre c'è la probabilità che da un momento all'altro il vampiro sbuchi fuori e che per noi si metta davvero male.

- Signore? - lo chiamò il moro.

- Dimmi ragazzo. - disse mentre si portava la tazzina alle labbra.

- Sono passati due giorni, domani sarà il terzo, perché il non morto tarda a farsi vivo? - domandò.

John Williams sospirò. Bevve un lungo sorso di tè, dimezzando la tazzina.

- Credo che si stia preparando per attaccarci. Le ferite dovrebbero essersi già tutte rimarginate, secondo i miei calcoli tra… - guardò l'orologio che segnata mezzanotte e un quarto. - prendiamo i paletti.

Disse in fine. Eiji iniziò a sudare freddo. Perché quell'ordine improvviso? Che cosa sarebbe successo adesso?

Si alzò dalla sedia per obbedire all'ordine dell'uomo, dirigendosi in salotto dove avevano lasciato gli oggetti.

- Signor Hotori chiami subito gli altri uomini. - disse poi il cacciatore alzandosi anche lui e bevendo l'ultimo goccio di tè.

Il biondo non ci stava capendo niente.

- Ma insomma, che sta succedendo? Non sta succedendo niente! - disse Hotori affondando ancora di più nella poltrona.

- Usi il cervello per una buona volta, forse ci potrà arrivare… - disse Williams prima di uscire dalla stanza e raggiungere Eiji.

Il ragazzo aveva in mano un paletto e una croce, che tremavano quanto il corpo del moro.

John sorrise e gli diede una pacca sulla spalla.

- Stai tranquillo se le cose si mettessero male ricorda che siamo quattro contro uno. - tentò di rassicurarlo.

Eiji fece un sorriso tirato, ma il tremolio delle sue mani non lo voleva abbandonare.

Dopo qualche minuto altri uomini entrarono in casa, anche essi armati, forse anche troppo. Williams sospirò.

- Per favore signori, evitate di portare armi di cui non sapete neanche l'utilizzo. - disse. Quei babbei tendevano sempre ad esagerare. Sospirò di nuovo, questa volta rumorosamente.

- Scusate perché ci avete fatto venire qui di corsa? - domandò un ragazzo.

- Veramente io vi ho solo fatti chiamare, chi è venuto di fretta è solo un problema suo… - rispose il cacciatore, prendendo dal baule un paletto appuntito da tutti e due i lati. Lo aveva fatto lui stesso quando si era appropriato della carica di cacciatore di vampiri. Erano quasi vent'anni che lo aveva con se e vi era molto affezionato. Una questione sentimentale stupida, ma lui e Mr. tip ne avevano passate così tante insieme che sarebbe stato un delitto non far vivere a quel paletto un'altra avventura, un'altra uccisione di un vampiro e chissà… forse anche l'ultima.

- Siete pronti? - chiese d'un tratto un uomo alto con la barba nera.

Williams si girò a guardarlo. Era il classico fessacchiotto che fa il capo banda, ma che poi è il più fifone. Sbuffò, che rottura collaborare con la difesa del paese. Era sempre più scandente, sempre più noiosa e tremendamente incapace.

Gli uomini però si facevano condizionare facilmente perché in un attimo tutti alzarono le braccia in pugni e gridarono forte un si pieno di carica ed energia. Tutti tranne Eiji che preferiva restarsene in un angolo a tremare e ad attendere la sua fine. L'unica cosa che faceva era pregare. Pregava perché non morisse, pregava perché poi perch se proprio doveva morire fosse il più veloce e più indolore possibile, pregava infine perché il vampiro non facesse malia sua comparsa. La prima e la seconda erano realizzabili, ma la terza no. E lo appurò poco dopo.

- Uomini? - chiese di nuovo a gran voce l'uomo barbuto. - Vogliamo uccidere il vampiro?

Il si si librò di nuovo in aria.

- Vogliamo uscire vincitori?

Altro si possente venne pronunciato.

- E infine vogliamo portare la pace nel nostro paesino?

Di nuovo tutte le persone gridarono si. Eiji le guardava, avrebbe voluto essere sicuro anche lui come sembravano esserlo loro. Ma non ci riusciva. Le gambe lo tremavano e la voce non ne voleva sapere di fare la sua uscita.

- E allora appena arriverà… - non riuscì a finire la frase l'uomo dalla barba nera che cadde a terra inerte producendo uno strano scricchiolio del collo. Dietro di lui fece la sua comparsa Ikuto con un sorrisetto stampato in volto, sadico e divertito.

Tutti rimasero allibiti alla sua presenza. Deglutirono rumorosamente, facendo scomparire gli uomini sicuri che poco prima erano stati.

Ikuto fece un passo in avanti e meccanicamente loro ne fecero uno indietro. Si mise a ridere. Sarebbe stato fin troppo facile la lotta contro di loro.

- Dunque… - disse. - Dov'è Amu?

Williams si mise davanti a tutti gli uomini e sorrise anche lui reggendo lo sguardo del vampiro, cosa che non piacque affatto ad Ikuto.

- Se vuoi Amu prima devi uscire vivo da questa stanza. - disse.

- Mh… ti vedo sicuro di te, chissà se lo sarai ancora dopo che ti avrò ucciso… - disse il vampiro mutando il colore dei suoi occhi dal viola al bianco.

- Non contarci troppo… - rispose l'uomo tenendosi pronto a colpire il vampiro con il suo fido Mr. tip.

Ikuto alla vista del paletto sogghignò.

- Paletto amico? - fece ironico indicando il pezzo di legno appuntito che teneva in mano John Williams. Il legno era un po' storto e scorticato in alcuni punti.

- Si, paletto amico… - rispose il cacciatore per poi tentare di colpirlo al petto. La mano gli fu bloccata e ricevette all'istante un pugno sotto il mento che quasi gli fracassò la mascella.

Era stato troppo precipitoso, quel ragazzo era un vampiro di alto livello, doveva andarci cauto.

Si mosse di qualche passo indietro per poter studiare meglio il suo avversario, ma si accorse subito di essere in grave difficoltà e in grande svantaggio rispetto al suo avversario.

Ikuto osservava l'uomo dall'alto in basso. La dose di calma che si portava dietro gli rendeva tutto più facile. Studiava tranquillo la situazione e poi agiva.

Williams si muoveva invece confuso e disorientato. Cercava un appiglio, qualcosa in cui poter sperare di avere qualche possibilità di vittoria. Ma più si guardava intorno, più fissava il vampiro, più tutte le sue speranze andavano in fumo. Era frustrato, per un attimo ebbe la sensazione che anche Mr. tip provava lo stesso. Mise di nuovo il paletto davanti quando vide Ikuto avanzare nella sua direzione.

Tentò un pugno che venne parato, una mossa di gambe che venne schivata. Tentò di nuovo di affondargli il paletto nel petto ma nello stesso istante Ikuto gli prese il polso e glielo strinse forte girandolo e spezzando tutte le ossa. Williams urlò di dolore ritraendo la mano e facendo cadere il paletto.

Ikuto lo raccolse e fulmineo inchiodò il cacciatore di vampiri al muro con solo l'uso della mano sinistra, prendendolo per la gola. Poggiò il paletto sul petto e sibilò a qualche centimetro di distanza dal suo viso:

- Non è così che si fa signor Williams?

E in un attimo iniziò a conficcargli lentamente il paletto nella carne, facendogli subire tutto il dolore.

John tentava di non gridare, per non dare soddisfazione al vampiro, sapeva che era il suo dolore che voleva. Però per quante resistesse le urla straziate di dolore uscivano dalle sue labbra. Quasi senza che lui se ne accorgesse.

Quando poi il pezzo di legno raggiunse il cuore il dolore cessò, lasciando spazio alla morte che lo stava ricoprendo lentamente. Sorrise, un sorriso di arresa, di rassegnazione.

Questa volta non ce l'abbiamo fatta, vero Mr. tip? fu il suo ultimo pensiero, prima di dare il permesso ai suoi occhi di velarsi e di crollare a terra inerte.

Ikuto sorrise di nuovo, soddisfatto del suo lavoro. Poi si voltò verso gli uomini che lo guardavano con la paura negli occhi.

- Qualcun altro vuole fare l'eroe o preferisce dirmi subito dov'è Amu? - domandò.

Eiji avrebbe voluto rispondere, rispondere che non aveva paura di lui e che era disposto a combatterlo fino alla morte. Ma la paura aveva preso il sopravvento in lui così tante volte che ormai resistergli gli era impossibile. Per questo preferì restare in silenzio, rinchiuso nell'armadio dove si era nascosto appena si era accorto della presenza del vampiro e ciò era avvenuto prima che spezzasse il collo di quell'uomo.

Un castano con gli occhi cioccolata si fece avanti brandendo un'ascia.

- I-io t-ti combatto… - disse con voce tremante.

Ikuto si avvicinò a lui.

- Come vuoi… - gli disse.

Il ragazzo alzò l'arma, pronto a tagliare la testa al vampiro. Lui non si scompose e non appena il colpo stava per arrivare afferrò il manico dell'ascia e capovolse l'arma tagliando la testa del ragazzo che rotolò per qualche metro per terra.

Gli altri rimasero allibiti, impauriti e disgustati dalla scena.

- Ascoltatemi bene… - disse Ikuto in tono minaccioso e tremendamente serio. - Non ho tempo da perdere con dei cani randagi come voi quindi o mi dite subito dov'è la mia creatura oppure fare te la stessa fine, se non peggiore, dei vostri compagni.

Disse indicando i cadaveri stesi a terra che iniziavano già ad emettere uno sgradevole odore.

I due rimasti deglutirono di nuovo, si scambiarono occhiate pensierose, poi decisero dicendo in coro:

- In fondo al corridoio seconda porta a destra.

Ikuto sogghignò.

- Saggia decisione ragazzi… - disse voltandosi. - Davvero saggia…

Ora, un essere umano avrebbe mantenuto la sua parola di non far loro del male. Ma un vampiro, una creatura della notte come lui no. Si girò e con le unghie tagliò in un solo colpo le due gole leccandosi poi le dita soddisfatto.

Si voltò e iniziò a camminare per il corridoio. Ora che vedeva la porta si accorse che non ci sarebbe stato neanche bisogno di domandare. Era fin troppo evidente che fosse quella. Tutte le altre porte erano marrone, fatte in ebano. Questa era in ferro ed era molto più pesante. Ovviamente paragonata alla forza di un vampiro e soprattutto ad un vampiro come lui era ben poco.

Con un calcio la buttò giù facendo sussultare la figura che vi era al suo interno.

La ragazza alzò lo sguardo stupita e felice. Era rannicchiata in un angolo, delle catene le tenevano i polsi e corde strette le segavano la carne delle caviglie. Le si avvicinò abbassandosi alla sua altezza. La ragazza gli saltò al collo felice di vederlo, come non lo era mai stata.

Il ragazzo ricambiò l'abbraccio staccandola da lui poco dopo e guardandola in viso.

- Che ti hanno fatto? - le chiese notando i segni di bruciatura sul viso e sul corpo e i lividi che aveva. Il viso era sporco di terra e di sangue, il suo sangue secco e raggrumato.

Lei scosse il capo.

- Ti racconto tutto dopo, ora limitati a portarmi via da qui. - disse la rosa.

Il vampiro annuì. Ruppe le catene che le serravano i polsi e le corde che le segavano le caviglie e che le lasciarono graffi e tagli sulla carne, senza contare i segni rossi e terribilmente visibili causati dalle corde troppo strette.

La ragazza provò ad alzarsi ma ricadde a terra. Erano giorni che non camminava e non ci riusciva, specialmente a causa del dolore che provava.

Ikuto sorrise e la prese in braccio uscendo dalla stanza e dirigendosi all'uscita della casa.

L'aria fresca che le carezzava la pelle sembrò quasi una benedizione alla ragazza che il vampiro teneva tra le sue braccia, con fare possessivo.

- Adesso raccontami tutto… - le disse.

Amu disse al ragazzo tutto quello che le avevano fatto e i discorsi che aveva sentito. Infine poi chiese a lui che cosa fosse successo e nell'altra stanza, aveva sento una puzza terribile e, anche se già immaginava di che cosa si trattasse, adorava sentirlo raccontare dalle labbra del ragazzo.

- Sono morti… - iniziò col dirle, seguendo poi con le descrizioni di ciò che aveva fatto ai loro corpi. Amu lo guardava estremamente interessata e con una luce strana negli occhi. - Che c'è?

- Mi hai fatto venire fame… - rispose. - Sono giorni che non mangio.

Disse. Ikuto annuì.

- Provvederemo subito, non ti preoccupare. - le rispose continuando a camminare fino ad entrare nel castello. - Ho già preso qualcosa da asporto…

Disse ridendo. Amu seguì la sua risata leccandosi le labbra. Finalmente si mangia… si disse soddisfatta.


Aspettò ancora qualche ora prima di uscire dall'armadio. Voleva essere sicuro che il vampiro se ne fosse andato. Ricontrollò più volte che cosa vedeva dalla fessura che creava la distanza fra le due ante dell'armadio. Non vedeva nessuno passare, sentiva solo un tanfo terribile riempirgli le narici.

Finalmente si fece coraggio e spinse le ante del mobile uscendo. A terra cinque cadaveri se ne stavano scomposti sul pavimento. Il ragazzo non aveva assistito alla scena della loro morte, ma considerando lo stato dei loro corpi e le pozze di sangue con gli schizzi, messi qua e là, non doveva essere stato bello.

Un conato di vomito si fece largo tra il suo intestino, portandolo a vomitare sopra la testa di uno di quelli che fino a poco tempo fa erano stati esseri umani, con una vita, una famiglia e un obbiettivo.

Si asciugò la bocca con la manica della maglia, una volta che ebbe vomitato anche l'anima.

Iniziò a camminare per dirigersi verso l'uscita che non appena trovò si fermò per circa tre quarti d'ora a riflettere sulle ipotesi del fatto che Ikuto fosse fuori dalla porta ad attenderlo.

Impossibile… si disse in fine. Lui voleva Amu, che motivo avrebbe avuto per voler aspettare lui? Se però Amu avesse avuto fame? Ma no, lei… lei non si sarebbe mai approfittata del suo migliore amico. Non che ne fosse poi così sicuro, era solo un modo per decidersi.

Alla fine si disse 'o la va o la spacca' e con uno sforzo e un coraggio immane, che neanche lui credeva di possedere, aprì la porta e uscì all'aria fresca e pulita della notte.

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shugo Chara! / Vai alla pagina dell'autore: Meme06