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Autore: Slytherin Nikla    19/06/2006    3 recensioni
« L’hai fatto di nuovo » Non c’era emozione in quella voce, non trasmetteva né approvazione né biasimo. Lily la conosceva appena, ma non staccò gli occhi dal libro e neppure rispose. « E così, Evans…» riprese la voce « l’hai fatto di nuovo ».
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Lucius Malfoy, Severus Piton
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Lily

La ragazza sedeva in riva al lago, sola, leggendo all’ombra dell’albero. Poco più in là, il solito gruppo di spacconi della sua Casa si divertiva a perseguitare il povero, immancabile Serpeverde che ogni giorno quei quattro prendevano di mira. Provò un istintivo moto di compassione per lui: era straordinariamente dotato per la magia, uno studente brillante e al tempo stesso modesto che non amava mettersi in mostra… Proprio per questo, i Malandrini – come amavano definirsi i quattro Grifondoro – non perdevano occasione di prendersela con lui: possedeva ciò che loro non avevano né, pensò la ragazza con un po’ di sarcasmo, avrebbero mai avuto.

L’istinto le suggeriva di mandarli via, di impedire loro di continuare, ma aveva provato sulla propria pelle quanto Severus Piton fosse orgoglioso… L’ultima volta che era intervenuta, era stato ben chiaro in proposito: preferiva soccombere agli insopportabili scherzi – dal dubbio gusto, aggiunse lei – di quei quattro, piuttosto che accettare l’aiuto di una Grifondoro, per di più di origine babbana. Un’altra, forse, al suo posto si sarebbe offesa; ma Lily capiva benissimo la sua reazione, e in fondo al cuore sentiva che anche lei, in una situazione simile, avrebbe parlato allo stesso modo.

Ma quando James Potter, il Cercatore della squadra di quidditch di Grifondoro, le si avvicinò per farle notare come Sirius Black e Peter Minus stavano costringendo sott’acqua, a furia di incantesimi, il ragazzo vestito di nero, non poté più trattenersi. Si rivolse al ragazzo che se ne stava in disparte poco più in là, ignorando il Cercatore più giovane del secolo – con grande disappunto del medesimo, peraltro.

« Mi auguro che tu voglia fare qualcosa per impedirgli di affogarlo, Remus! Oppure stai solo aspettando che arrivi una ragazza con abbastanza fegato per farlo? » Il ragazzo dall’aria malinconica si avvicinò agli altri.

« Lasciatelo andare. State esagerando. Sirius, basta! » Qualche istante dopo, Severus Piton era tornato a galla, riprendendo avidamente fiato e tossendo.

« Per questa volta puoi andare, Mocciosus, il tuo santo protettore ti ha salvato di nuovo, e per il momento sei graziato! » Lily Evans provò l’incontenibile desiderio di dare una lezione a quel Black. Spaccone, gradasso, pensi che ti sia tutto permesso solo perché vieni da una grande famiglia di maghi! Ma si arrestò vedendo il volto livido di Severus, e tornò ad immergersi nella lettura come se nulla fosse accaduto. Non aveva voglia di discutere di nuovo con lui, e soprattutto non le andava che lui pensasse che si considerava davvero la sua santa protettrice. Non era affatto così…Solo non tollerava le ingiustizie, e soprattutto verso i più deboli e soli. Potter continuava a ronzarle attorno.

« Vattene di qui, Potter. Se avessi voluto compagnia, avrei cercato qualcuno di mio gradimento », lo congedò con freddezza, e si divertì segretamente un mondo guardando l’espressione del ragazzo mentre se ne andava.

Riassaporò per qualche istante il piacere della lettura in solitudine, ma durò poco. Qualcuno, senza che lei se ne fosse accorta, si era avvicinato e ora la guardava con insistenza, in piedi appoggiato al tronco.

« L’hai fatto di nuovo » Non c’era emozione in quella voce, non trasmetteva né approvazione né biasimo. Lily la conosceva appena, ma non staccò gli occhi dal libro e neppure rispose. « E così, Evans…» riprese la voce « l’hai fatto di nuovo ».

« Che cosa? » domandò lei, con un certo fastidio.

« Giocare a fare l’eroina della situazione. Sai che Severus non te ne sarà grato, vero? Anzi, per quanto lo conosco probabilmente ora sta pensando a come fartela pagare ».

« Non importa, allora pagherò. Stavano disturbando la mia lettura » Il ragazzo si sedette poco distante da lei, e la guardò. Lily non alzò subito gli occhi, ma nell’istante in cui il sole colpì la testa del ragazzo fu investita di luce, e dovette farlo. I capelli biondi di Lucius Malfoy rifrangevano la luce come mille cristalli.

« Ammetto che per un istante ho creduto che avrei assistito al primo duello tra Grifondoro della storia di Hogwarts ».

« Prego? »

« Era difficile non notare il modo in cui guardavi Black, Evans, sai? Sembravi quasi una di noi » La ragazza istintivamente decise di stare al gioco; chiunque l’avrebbe dissuasa, quella decisione equivaleva a scherzare con il fuoco, ma Lily Evans aveva troppa fiducia in se stessa per temere un Malfoy.

« Non capisco di cosa parli » Sulle labbra del ragazzo apparve una smorfia, che nel suo modo di fare era quasi un sorriso beffardo.

« No? Be’, sappi che non ti credo. Sai benissimo di cosa parlo. Se solo non volessi essere a tutti costi così ostinatamente eroica, Evans, saresti un’ottima Serpeverde. E la rabbia di poco fa contro quel parassita lo dimostra meglio di qualsiasi cosa tu possa dire in tua difesa » La ragazza lo guardò celando a malapena la sorpresa; una dichiarazione del genere, così vicina ad un complimento, da uno come lui era decisamente troppo.

« Cosa c’è sotto, Malfoy? » Lui si alzò senza staccarle gli occhi di dosso.

« Sempre a caccia di complotti, Grifondoro… Noi abbiamo un modo molto più semplice di ragionare » Fece qualche passo, poi si voltò di nuovo verso di lei. « Ad ogni modo, se dovessi decidere di dare a Black quello che pensavi poco fa… Avvertimi. Non mi perderei lo spettacolo per niente al mondo. »

Per quanto provò, Lily Evans non riuscì più a concentrarsi sul suo libro; quella conversazione chissà perché l’aveva turbata, e anche un po’ infastidita… Non era possibile che Lucius Malfoy, che nemmeno la conosceva, fosse stato in grado di leggere così apertamente le sue intenzioni.

Lucius Malfoy si guardava intorno, nella stanza, chiedendosi se ancora dovesse arrivare qualcuno. Non erano molti, di solito, gli invitati a quelle riunioni, e per quanto potesse ricordare degli altri, gli sembrava fossero già tutti presenti…

« Sembri sulle spine, Lucius » Lui trasalì. Non si era reso conto che, nonostante fosse perso nei propri pensieri, il tempo nel resto del mondo continuava a scorrere.

« Mi stavo solo domandando per quale assurdo motivo non cominciamo ancora »

« Pare che Lumacorno abbia fatto un nuovo invito, ma non ho idea di chi possa trattarsi » La mascella di Severus Piton si serrò nel momento stesso in cui vide aprirsi la porta. Chiunque, ma non lei… La rigida educazione che sua madre gli aveva impartito gli imponeva di ringraziarla. L’orgoglio cieco nel quale si era rifugiato glielo avrebbe impedito a costo della vita.

« Prego, signorina Evans, venga avanti… » La voce di Lumacorno era affettata e cerimoniosa. Per l’ennesima volta da quando si trovava ad Hogwarts, Malfoy si domandò come quell’uomo potesse essere il suo Capo Casa. Severus Piton, quasi leggendogli nel pensiero, rispose alla sua muta domanda.

« Me lo chiedo anch’io, Lucius, e l’unica risposta che mi viene in mente è che quando ha smistato lui il Cappello Parlante s’è sbagliato davvero ».

« Smetterai mai di esercitarti col Legilimens su di me, Severus? Sei inquietante alle volte » Lily Evans lasciò scorrere lo sguardo sui presenti, e il sospiro di sollievo che il suo cuore emise involontariamente quando notò Malfoy e Piton la sorprese. Non conosceva nessun altro, là dentro, ammesso che potesse dire di "conoscere" quei due, ma trovarli la fece stranamente sentire meglio. Meno sola, forse, ed essendo l’unica Grifondoro nella sala la cosa non era decisamente poco. Ignorando l’occhiata torva di Severus Piton andò a sedersi esattamente nel posto accanto a lui, rispondendo con un sorriso al microscopico cenno di saluto di Malfoy. Lucius non credeva ai propri occhi… Non si era mai reso conto di quanto Lily Evans fosse bella fino a quel momento. Tuttavia, preferì assecondare la sua natura di Serpeverde.

« Posso sapere come mai vieni a sederti proprio in mezzo ai lupi cattivi, Evans? » Lei si strinse nelle spalle, con la stessa aria di sfida che aveva mantenuto in riva al lago.

« Meglio i lupi cattivi e conosciuti di quelli sconosciuti…Si sa sempre come neutralizzarli, almeno » Il professor Lumacorno diede inizio alla riunione, e come sempre Severus Piton si dichiarò disgustato da quei modi manierati entro i primi quindici minuti. Odiava quelle inutili assemblee…Ma sapeva quanto fossero importanti per assicurarsi un futuro degno di quel nome nel mondo magico: chi passava per il ristretto club di Horace Lumacorno aveva inspiegabilmente tutte le porte aperte, nessuna esclusa, fino ai livelli più alti della società. Lucius era invitato perché di quell’alta società già faceva parte, e se avesse deciso di andarsene la sua vita non sarebbe certo cambiata; per lui, invece, le cose erano del tutto diverse. Rimanere nel circolo di Lumacorno avrebbe potuto dargli ciò che la nascita gli aveva negato, motivo per cui era determinato a sopportare qualsiasi cosa: era bravo, molto bravo, ma nel caso di Severus Piton la bravura non sarebbe bastata… Aveva bisogno di appoggi, e Lumacorno, per quanto spiacevole fosse doverlo sopportare, era senza ombra di dubbio la persona giusta. Guardò per un istante la ragazza seduta accanto a lui.

Lily Evans, Grifondoro.

Era difficile catalogarla in maniera così impersonale, ma doveva farlo o sarebbe arrivato al punto di non ritorno di chiederle scusa per il proprio comportamento e ringraziarla per averlo soccorso. E, si ripeté, piuttosto che farlo sarebbe morto. Ma lei non era davvero come le altre, su questo non c’erano dubbi. Non aveva l’espressione adorante e un po’ inebetita che tutti i neofiti di Lumacorno avevano stampata in faccia almeno per le prime cinque riunioni… Sembrava annoiata, come lui e Lucius. Cosa che mai si sarebbe sognato di aspettarsi da una Grifondoro tutta dovere e sani princìpi come lei.

« Un’altra volta così, e giuro che lo ammazzo » Il sussurro di Malfoy non si fermò al suo vicino, ma raggiunse anche la ragazza che, insolentemente, si voltò verso di loro.

« Fatemi sapere dove e quando…ne varrebbe la pena credo » Fissò divertita lo stupore dei due; soprattutto di Malfoy, dato che gli aveva appena fatto, rovesciata, la stessa proposta che qualche giorno prima le aveva rivolto lui! Certo era interessante, si disse, osservare quei ragazzi… Sembravano i due tempi di una fotografia: Severus Piton il negativo, Lucius Malfoy lo sviluppo… Diversi tra loro, e molto, ma entrambi interessanti e non poco. Questo è il fascino, Potter, l’avere un cervello! Non saper soltanto andare a cavallo di una scopa o prendersela con i più deboli! Più di uno studente di Hogwarts ebbe modo di restare a bocca aperta, l’indomani mattina quando, a colazione, due Serpeverde lasciarono il passo sulla porta d’ingresso ad una Grifondoro mezzosangue, senza neppure un dispetto o una battuta. Qualcuno ipotizzò addirittura che nella sua ultima riunione il professor Lumacorno avesse provato sui suoi invitati una qualche strana pozione per invertire la personalità.

« Possibile che ogni volta che vengo qui ti trovo sotto l’albero a leggere? » Lily alzò gli occhi con un po’ di fastidio per quella interruzione.

« L’ho comprato, non lo sapevi? » Lui le rispose sarcastico.

« Il libro o l’albero? » Le pupille degli occhi verdi si strinsero per una frazione di secondo.

« Entrambi »

« Significa che per sedermi dovrò chiederti il permesso, allora ».

« Fallo, ma non è detto che te lo accordi » Mentre una parte di sé gli domandava, infastidita, che cosa diavolo stesse facendo, Lucius Malfoy si piegò accanto alla ragazza e le sussurrò all’orecchio.

« Posso sedermi, principessa? » Lei rimase senza fiato. Da che mondo era mondo, quel ragazzo non aveva mai rivolto ad anima viva una domanda simile! Perché a lei? Perché così? Perché…

« Lasciala in pace, Malfoy! » Di fronte a quell’imbarazzante quanto inopportuna intromissione di James Potter Lily avrebbe voluto protestare, ma non ne ebbe la forza. Ancora cercava di riprendersi dallo smarrimento in cui le parole di Malfoy l’avevano gettata.

« San Potter degli indifesi, eh? Che squallore. Non pensavo frequentassi certa gente, Evans… Davvero deprimente… » Impotente, Lily osservò Lucius – perché diamine lo sto chiamando per nome? – andar via, senza più degnare di uno sguardo il Grifondoro che era apparso accanto a lei. Potter se ne stava lì, fiero di sé, ad aspettare i ringraziamenti che, ne era matematicamente certo, gli sarebbero arrivati per averla salvata da Lucius Malfoy. E qualcosa gli arrivò… Ma di ben più tangibile di un "grazie": Lily lo schiaffeggiò con quanta forza aveva in corpo.

« Ma… Cosa… »

« Sei un idiota, Potter! Se ogni tanto utilizzassi quel poco cervello, sicuramente eviteresti certe brutte figure. E fammi il favore… Stai lontano da me » Chiuse con un colpo il libro, e se ne andò a grandi passi verso la scuola.

Lucius Malfoy entrò nella Sala Comune dei Serpeverde sbattendo la porta. Severus Piton, mimetizzato in un angolo buio a studiare alla pallida luce di una candela, alzò svogliatamente la testa e attese l’esplosione imminente. Invece, non accadde nulla.

« Problemi, Lucius? » Il ragazzo biondo ringhiò di rimando, furente.

« E da quando in qua ti fai tanti scrupoli? Ti piace tanto leggermi la mente, no? Allora fallo, se proprio vuoi sapere se ho dei problemi! » Con delicatezza – una delicatezza che non avrebbe mai destinato ad anima viva, naturalmente, ma che riservava volentieri ai suoi amati libri – Severus Piton richiuse il volume di Incantesimi che aveva davanti, senza guardare l’altro.

« Non ho bisogno di farlo. Sbatti la porta solo quando c’è di mezzo Potter » Poi, assaporando la pausa di silenzio che venne subito dopo quella constatazione, aggiunse: « Ho colpito nel segno a quanto pare.

« Lo odio. Sempre quella sua mania di essere ovunque, di salvare chiunque, di essere acclamato come l’eroe e il tragico difensore del bene… Lo odio » Il "negativo" di Lucius Malfoy alzò gli occhi, fissandoli finalmente sull’altro.

« Odio ben riposto, Lucius, senz’altro… Ma mi sfugge il senso della filippica sul "voler salvare chiunque" » Arricciò le labbra in una specie di sorriso, e continuò. « Chi ha salvato questa volta dal pericoloso Malfoy? » Lucius si rese conto all’improvviso di non voler proseguire quella conversazione. Severus gli avrebbe senz’altro domandato perché fosse tanto furioso per l’interruzione, e lui comprese che non ne aveva idea. E se anche ce l’avessi, non dovrebbe per forza essere giusta!

« Devo andare in biblioteca. Scusami » Uscì dalla Sala Comune come se non fosse successo niente, e chiunque altro avrebbe visto in lui il solito sprezzante Lucius Malfoy. Severus invece mantenne il mezzo sorriso, ben sapendo che al contrario stava succedendo proprio ciò che tutti consideravano impossibile, e mormorò tra sé.

« Malfoy, Malfoy… In biblioteca con le mani in mano… »

Odio James Potter. Odio James Potter. Odio James Potter.

Lily rilesse le ultime quattro pergamene e sorrise: avrebbe potuto spedirgliele… Forse finalmente avrebbe capito che doveva lasciarla in pace. Ma scosse la testa. No, non lo capirebbe. Chiunque altro, ma Potter no… Era ancora piuttosto irritata per quanto era accaduto nel pomeriggio, e ora, nella Sala Comune che lentamente ma inesorabilmente continuava a svuotarsi, contemplava con orgoglio il lavoro da amanuense che le aveva occupato la serata.

Odio James Potter.

Sperava che lui la sorprendesse a scrivere quella frase… Aveva ancora molto da dirgli, e niente di gentile, dopo quanto aveva fatto. I suoi pensieri, senza che se ne rendesse conto, scivolarono verso l’altra persona coinvolta. Lucius Malfoy.

« A cosa stai pensando, Lily? » La voce di Cecilia Herjoy la fece trasalire.

« A niente » Mento. Sto pensando a Lucius Malfoy.

« Cosa scrivevi? »

« Niente…» Poi, per arginare la curiosità della compagna – senza dubbio credeva fosse qualche compito da copiare – si affrettò ad aggiungere « Sto scrivendo ai miei. È da tanto che non lo faccio » E con quello, giustificò anche la quantità di pergamene sparse sul tavolo. Pergamene che, naturalmente, raccolse rapidamente con un gesto.

« Vieni a dormire? » Già, Lily, vai a dormire? Con Malfoy inchiodato nei pensieri?

« Non ancora, grazie. Prima voglio finire ».

Non appena i passi della Herjoy si furono spenti sulle scale del dormitorio, Lily si prese la testa tra le mani. Brava, Evans, complimenti! E adesso che non hai nessuna lettera da terminare? Raccolse il mantello dalla poltrona dove l’aveva buttato entrando, vi si strinse e sgusciò fuori dal ritratto della Signora Grassa sperando di non essere sorpresa a vagare per Hogwarts in quelle ore proibite. Non aveva idea di dove sarebbe andata, ma non poteva restare nella torre dei Grifondoro: né nella Sala Comune, né tantomeno nel dormitorio, dove senza dubbio l’avrebbero sommersa di domande su come il magnifico James Potter aveva messo in fuga quella feccia umana di Malfoy… E non era pronta a quelle domande, non lo era per niente.

Decise di lasciare che fossero le gambe a condurla dove volevano, e dopo diversi minuti si ritrovò – senza sapere perché, visto che quello era il posto più freddo di tutta la scuola ed aveva sempre desiderato tenersene il più possibile alla larga – nel punto più alto della Guferia.

Respirò quanto più profondamente possibile l’aria fredda, e all’improvviso sussultò: a una simile altezza, quel profumo non poteva essere arrivato da solo!

Era salito sulla scopa molto tempo prima, e sapeva che nessuno lo avrebbe ripreso per quella prolungata assenza. Si era premurato di domandare il permesso al professor Lumacorno, con una scusa talmente fantasiosa che nemmeno lui aveva creduto a se stesso mentre la raccontava. Ma il vecchio Horace aveva firmato, probabilmente notando lo stato di agitazione in cui il ragazzo si trovava e sicuro che qualche ora di volo gli avrebbe senz’altro fatto bene. Per una delle rarissime volte nella sua vita, Lucius Malfoy provò gratitudine; e a rendere la cosa ancor più assurda c’era il fatto che la provava verso quell’essere che tanto disprezzava.

Ma adesso era stanco, gli mancava il fiato, e tornare nel dormitorio di Serpeverde in quello stato sarebbe stata una pessima mossa per la sua immagine pubblica. Si fermò sul lato est della Guferia, il vento che gli sferzava il viso come se fosse colpito da un’onda di spilli. Dopo i primi due tentativi per tenere a posto i lunghi capelli biondi rinunciò, lasciando che le raffiche li scompigliassero. Intanto, qui non mi vedrà nessuno. Li sistemerò prima di rientrare.

Ma un rumore appena percepibile lo raggiunse, e impugnò la bacchetta. No, il vento non lo avrebbe certo confuso… Quello che sentiva era un respiro affannato, di qualcuno in grande agitazione: e chi diavolo poteva mai esserci, in quel posto e a quell’ora della notte?

Lily stringeva l’impugnatura della bacchetta, ma non riusciva a muoversi da dove si trovava. Chi c’era sulla Guferia? Di chi era quel profumo? Se si fosse trattato di un professore, poteva dire addio per sempre al suo futuro magico… Ma qualcosa in fondo al cuore le suggeriva che, chiunque fosse, la presenza addossata al muro dietro di lei non avrebbe rappresentato un pericolo. Si costrinse a fare un passo avanti, poi un altro e infine un altro ancora.

« Lily! »

« Lucius! » Un’esclamazione all’unisono, e cadde il silenzio. Il vento tormentava i loro abiti e annodava i loro capelli, ma nessuno riusciva più a parlare. L’ho chiamato per nome! Devo essere impazzita… Un gufo planò in mezzo a loro, ed entrò attraverso una feritoia. Cosa mi salta in mente? Chiamarla Lily!

« Cosa fai qui, Evans? » La sua voce sembrò debole e rotta, ma, pensò Lily, forse era solo il vento che portava via le parole.

« Non riuscivo a dormire » Malfoy si avvicinò a lei, e si limitò a stringerle le spalle con un braccio. La ragazza tremava, ma a quel contatto le parve di bruciare. Attraversarono la feritoia dove si era infilato il gufo poco prima, facendo attenzione a dove posavano i piedi.

« Il posto più romantico del mondo, direi. Tu non trovi, Evans? » Lily si guardò intorno, il pavimento e le pareti coperti dalle piume cadute e dagli escrementi dei gufi.

« Non c’è che dire, hai un ottimo gusto… » Lui le sorrise – perché mi sta sorridendo? – e la guidò verso la scala a chiocciola.

« Ma per questa volta sarà meglio non approfittare dell’ospitalità di queste care bestiole. Torna a letto, Evans, o la Chips avrà i suoi problemi a scongelarti… » Lily iniziò a scendere le scale, poi si voltò all’improvviso.

« Malfoy… » Le parve di vedere un luccichio nei suoi occhi grigi, ma tanto rapido che pensò di essersi sbagliata.

« Sì? » Toccò a lei quella volta sorridere.

« Grazie per avermi impedito di congelare ».

La voce profonda di Severus Piton suonò sorda nell’ampia Sala Comune del sotterraneo, ma Lucius Malfoy non parve sorpreso di trovarlo lì nonostante fosse quasi mattina.

« Volo piacevole, immagino… »

« In un certo senso. Sì ». Mentre Malfoy, lasciatosi cadere stancamente su un divano, cercava di legare i capelli biondi e arruffati senza utilizzare la magia, Piton riemerse dalle tenebre dell’angolo in cui si trovava la sua poltrona preferita. O meglio, quella che nessuno voleva e perciò era toccata a lui.

« L’hai vista, vero? »

« Di cosa parli? » Il ragazzo scosse la testa con un’espressione di sarcasmo dipinta sul volto.

« Lucius, Lucius, Lucius. » Rimase un istante in silenzio, poi recitò: « Grazie per avermi impedito di congelare… Hai incontrato Lily Evans, mi pare evidente »

« E se anche fosse? Con quale diritto tu… »

« Nessuno, naturalmente. Il grande Lucius Malfoy può fare ciò che vuole, lungi da me il tentare di dissuaderti… Ma, permettimi, tu con una Grifondoro… Roba da "Gazzetta del Profeta", ne converrai »

« Non – sto – con – lei » Piton arricciò le labbra in quel suo sorriso enigmatico.

« Non ho mai detto niente di simile ».

Grifondoro contro Corvonero. La partita che avrebbe deciso definitivamente l’assegnazione della Coppa delle Case. Il clima era letteralmente incandescente, nonostante l’avversario dei rosso-oro non fosse Serpeverde, perché i punti di stacco tra le due Case in testa alla classifica quell’anno era davvero minimo. Il grande momento di Potter, pensò in più di un’occasione Lily nei giorni precedenti all’incontro.

Non aveva più visto Malfoy da quella notte alla Guferia, anche se aveva trascorso più tempo che poteva sotto il suo salice in riva al lago con la segreta speranza che lui si facesse vivo. Ma non era successo, e, per quanto la mente continuasse a suggerirle che ne era felice, il suo cuore macerava nella delusione. Irrazionalmente, stupidamente forse, aveva sperato e continuava a sperare che lui sarebbe tornato sotto quei rami, domandandole ancora come quel giorno lontano il permesso di sedersi e magari dimostrando una volta per tutte a quell’egocentrico di James Potter – l’eroe di Grifondoro, il più giovane Cercatore degli ultimi cento anni, il fondatore dei sempre impuniti Malandrini – che lei, Lily Evans, non era affatto come le altre ragazze; non rientrava tra le sue aspirazioni il ricevere la sua attenzione e men che meno poteva essere considerata sua proprietà.

Invece Malfoy non era più tornato, e ora lei camminava verso il campo di Quidditch con la stessa espressione di un condannato al patibolo, cercando il più possibile di evitare la folla degli altri tifosi che, al contrario di lei, si accalcavano per aggiudicarsi le posizioni migliori.

« Quanto entusiasmo, Evans… » Si voltò di scatto, e vide una figura nera seduta accanto ad un cespuglio.

« Perderai la partita se resti lì, non credi? »

« Il Quidditch non rientra tra le mie passioni, sono certo che l’avrai intuito… Se lo fosse, naturalmente non potrei esimermi dall’ammirare il tuo Potter… » Lily Evans abbandonò il sentiero che portava al campo, e si diresse, con gli occhi che lampeggiavano, verso Severus.

« Potter – non – è – mio. Chiaro? » Il ragazzo si strinse nelle spalle, con superiorità.

« Allora ho sbagliato » La guardò rapidamente, dall’alto al basso, e sfiorando con lo sguardo i suoi occhi intuì cosa stava succedendo a Lucius. « Confesso di esserne lieto, Evans. Mi sei sempre sembrata troppo intelligente, per un simile troglodita. » Inaspettatamente, lei gli si sedette accanto.

« Sincerità per sincerità, Piton, è quello che penso anch’io » Tacque qualche istante, domandandosi cosa fare, poi prese respiro. « Sono giorni che non vedo Malfoy… » Severus Piton prese mentalmente nota di un sorriso che non poteva esprimere davanti a lei, e alzandosi replicò freddamente.

« Non sono certo la sua balia ».

Una sagoma scura raggiunse la Guferia con due pergamene, stregate con un incantesimo sulla calligrafia. pronte per essere annodate alle zampe di altrettanti gufi. Bisognava finirla con quell’assurdo balletto di sentimenti, ed era ora che qualcuno risolvesse la faccenda una volta per tutte.

Lily Evans rilesse almeno venti volte il messaggio che il gufo le aveva recapitato appena fuori dallo stadio, facendo attenzione a che nessuno lo notasse. Il pendolo della Sala Comune batté le dieci e mezzo, e lei si domandò per l’ennesima volta che cosa avrebbe dovuto fare.

Alle undici, stanotte, al solito posto. Ti aspetto.

Malfoy aveva appallottolato e dispiegato la pergamena tante di quelle volte, che ormai le lettere iniziavano ad essere illeggibili. Doveva essere uno scherzo. Aveva considerato la possibilità di una delle ragazze che quotidianamente gli davano il tormento, ma aveva dovuto eliminarla quasi subito: non c’era nessun "solito posto", con loro… E tuttavia, non sapendo neppure come avrebbe dovuto sentirsi di fronte a quell’invito, non era ancora sicuro di ciò che avrebbe deciso di fare.

Faceva freddo, quella notte, e molto; due figure, entrambe senza nemmeno sperare che l’altra facesse altrettanto, uscirono di soppiatto dal castello di Hogwarts, e scivolarono silenziosamente verso il Lago per strade diverse. Un mantello copriva la prima figura da capo a piedi, rendendo quasi impossibile capire chi fosse, ora, la persona in piedi accanto al salice; e quando un ramoscello si ruppe sotto i passi della seconda figura, la prima rimase immobile nel buio. Un impercettibile colpo di tosse, soffocato. La figura continuava a restare ferma e silenziosa, le spalle verso il nuovo arrivato. Poi una raffica di vento la colpì talmente forte che non riuscì a sopportarne la violenza sul volto, e dovette voltarsi. Quello stesso vento aveva scostato il cappuccio della seconda figura, rivelando alla luce della luna ciò che Lily aveva tanto aspettato.

Non fu necessaria neppure una parola.

Gli occhi verdi della ragazza, quelli grigi di Lucius Malfoy, i capelli rossi e quelli biondi scarmigliati da quel vento che, complice dei loro sentimenti, spingeva Lily verso il ragazzo… Il freddo scomparve, sconfitto da un abbraccio e dalle labbra che si trovavano dopo essersi avidamente cercate per troppo tempo.

La luna sorrise, e accese altre stelle sul loro futuro.

 

L’anno scolastico era ormai ad un passo dal termine, e Lucius Malfoy si sentiva il cuore stretto in una morsa. La lettera che aveva appena ricevuto da casa lo aveva sconvolto, ma il pensiero di ciò che sarebbe accaduto a seguito di essa lo uccideva.

Vivere nell’ombra non era stato un gran sacrificio da pagare, pur di stare con Lily… Non gli pesava nascondere quel loro amore, recitare in pubblico la parte del ragazzo senza sentimenti, se in cambio poteva respirare il suo profumo… Ma ora sarebbe cambiato tutto, per sempre e senza possibilità di scampo. Era un Malfoy, e alla legge dei Malfoy doveva piegarsi.

« Sei turbato, Lucius… » Lily gli accarezzava una mano con la punta delle dita, preoccupata.

« Ti amo » Lei sorrise con un velo di tristezza.

« E io amo te. Ma temo che alla fine di questa conversazione sarà tutto diverso… »

« Niente cambierà questo fatto, ricordalo. Però hai ragione, le cose stanno per cambiare… E non so cosa fare per impedirlo » Lucius abbandonò la testa contro il tronco del loro albero, continuando a pensare come avrebbe potuto sfuggire ala legge della sua famiglia. Lily, quasi gli leggesse nel pensiero, lo interruppe con dolcezza.

« Sapevo che non sarebbe stato per sempre, e lo sapevi anche tu. La tua origine… I Malfoy non stanno con le Mezzosangue, è una legge di natura » Respirò profondamente, e pronunciò le parole più difficili di tutta la sua vita. « Non metterti contro la tua famiglia, Lucius, non per me… Non ne vale la pena »

« Lily, io… » Lei lo costrinse al silenzio con un bacio, e sentì chiaramente le loro lacrime fondersi. Sapevano entrambi che quello era un addio.

« No. Tu sposerai Narcissa, punto e basta. Non puoi rovinare la tua vita a causa mia »

« Cosa sai di lei? » Cercò di sorridere.

« Da quando ieri hai ricevuto quel gufo sei strano… Ho chiesto aiuto a Severus… »

« Ricca, bella e purosangue… Ma non sarà mai come te » Lucius le prese il viso tra le mani, per baciarla di nuovo, ma lei si ritrasse.

« Anch’io dovevo parlarti, Lucius. James mi ha chiesto di sposarlo, questa mattina… Ho deciso di accettare » L’imperturbabile Malfoy rimase senza parole. « So come ti senti, amore mio, non ho accettato a cuor leggero… Ma una vita senza di te sarebbe dura lo stesso, quindi » aggiunse, ridendo « quindi, tanto vale avere un motivo concreto per lamentarsi! » Lucius Malfoy, sconvolto dal proprio futuro e da quello della donna che amava, si alzò, poi offrì il braccio a Lily perché facesse altrettanto.

« Sii felice, amore mio… » Con il cuore sotto terra Lily Evans si limitò ad un cenno, e lo baciò per l’ultima volta prima di incamminarsi nuovamente verso Hogwarts.

Perdonami, Lucius, ti prego. Ma nostro figlio non poteva venire al mondo senza un padre…

  
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