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Autore: Julia_Phantomhive    13/10/2011    3 recensioni
Questa è la mia prima fic su questa sezione, quindi siate clementi.
La protagonista sarà Julia Clismatice, è ambientata in Italia nei giorni nostri. E' di nobili origini, e proprio per questo costretta a fidanzarsi con ragazzi nobili che l'ingannano per puri scopi commerciali e così frantumando varie volte il suo cuore.
Stanca di questa storia, chiede aiuto a un demone, l'ex-conte Ciel Phantomhive, sempre affiancato da Sebastian.
Tutti i dettagli della storia li trovate nel primo capitolo: Prologo.
Sperando di aver attirato la vostra attenzione, buona lettura!
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

Il tempo si era fermato, il vuoto più assoluto era sopraggiunto il silenzio era piombato come una pietra da un grattacielo. Ma Julia chiuse gli occhi e cominiciò a riflettere a lungo quando poi si decise a parlare:
- Mi chiedo, demoni e shinigami uniti da una sola anima. La mia, poi! - rise come se non avesse mai detto una cosa del genere, ma infatti era così e riprese - Francesco, Carlo che ci fate voi qui, esigo spiegazioni.

- Miss Julia, lei lo sospettava? - chiese Carlo sistemandosi gli occhiali.

- Certo che no! Allora, me lo dite sì o no? Pensavo che lo sapevate che io odio aspettare!

- Volevamo utilizzare la sua offerta di trasferimento per sottrarle l'anime e la vostra vita, oggi perchè siamo in prova e noi, beh ecco... - Francesco abbassò lo sguardo - Ci dispiace, Miss. -

Francesco si mostrò davvero triste e preoccupato per la sua reazione, mentre Carlo fermo e immobile la osservava con la mini falce. Tutti furono pronti ad attaccare come se in un momento all'altro questo potesse succedere. La tensione era alle stelle.

- Capisco, mi dispiace dirvelo ma credo che sarete bocciati. E così che funziona no? Mi avete mentito in passato, fingendovi dei senzattetto vero? - ripensò il momeno in cui li incontrò la prima volta.


Estate calda e ma piacevole, la famiglia Clismatice decise di trscorrere le proprie vacanze appena fuori città, e mentre erano in viaggio, in macchina, la figlia annoiata incominciò a chiedere varie cose:
- Mamma! Perchè siamo venuti a Rieti?

- Principessa, è ovvio, vorresti trascorrere in questi giorno in questa bella città? - le sorrise dolcemente.

Ma si notava che fingeva, la figlia ingenua però annuì e continuò:
- Andiamo a vivere in un'altra villa?

- No, cara, - intervenì il padre - in una reggia. La nostra reggia estiva, non sei contenta? - anche lui sorrise, ma finse.
- Certo!

I genitori aprirono le porte e una schiera di persone le invitò a entrare, fecero scegliere a Julia la propria cameriera personale; tra questi una ragazza molto giovane, dai capelli castani lunghi e mossi, con una carnagione chiara e un sorriso smaliante salutò la contessina:
- Buongiorno signori Clismatice. 'Giorno anche a te, signorinella, finalmente ci conosciamo! -

La ragazzina si nascose dietro la madre che rise silenziosamente e incoraggiò la figlia a mostrarsi gentile e forte.
Julia poi, subito corse da Delia e salutò facendo un piccolo pliè:
- B-buongiorno. Sono Julia Clismatice, figlia di Ronaldo Clismatice e Irene Misslefost, p-piacere di conoscerla.

- Oh, ma quanto siamo educate, eh piccolina? - le accarezzò la testa e continuò - Sai che lavoro per la tua famiglia da quando era piccina piccina?

- Eeeeh? Davvero?? - a Julia le brillarono gli occhi, una persona oltre ai genitori che la conosceva da quando era neonata e le chiese: - Mi dica, e perchè non l'ho mai vista?

- Perchè io ho sempre vissuto qui a Rieti, e ogni tanto che i suoi genitori ritornavano qui, beh io mi prendevo cura di lei.

- Mamma! Papà! Vorrei che questa signorina sia la mia cameriera personale!

- Va bene, cara! Signorina Sorentina si prenda con cura di nostra figlia.

- Certamente, miei signori. - Delia fece un piccolo inchino con la testa e seguì la ragazza che girò felice per tutta la reggia.
Aveva trovato un'amica e forse sincera. La reggia era molto grande e antica, e quando trovò le sue stanze saltò dalla felicità sul letto in baldacchino. Si buttò sui cuscini pieni di piume e cinguettò contenta:
- Aaaaah che bello! Delia?

- Sì signorina?

- Saremo amiche vero?

- Certamente - sorrise, ma questa volta era uno sincero perchè la Sorentina era molto devota alla famiglia Clismatice. Ogni giorno la cameriera si impegnò a soddisfare tutti i desideri di Julia, e lei ne fu felice. La mise sempre alla prova, e un giorno quando uscirono per una boccata d'aria, tra le strade di Rieti incontrarono due ragazzi, sui diciott'anni e la sua curiosità la spinse a rivolgergli parola:
- Ehm, mi scusi, perchè siete... così? -

Li guardò bene, furono ridotti proprio male, entrambi avevano gli occhiali e i loro vestiti a due colabrodo, e come se non bastasse i loro corpi insieme al loro viso erano pallidi. Julia si preoccupò molto, non aveva mai visto persone in quello stato così chiese a Delia:
- Possiamo... portarli a casa?

- Signorina, che nobile atto, mah. Non so, dovremo chiedere il permesso ai vostri genitori, ma... signori, i vostri nomi prego? -

Uno dei due alzò la testa e guardò dritto negli occhi la ragazza, questo aveva le iridi di un color verde giallino e bisbigliò: - Siamo i gemelli Nevito, il mio nome è Carlo mentre questo è il mio fratello maggiore Francesco.

- Signori Nevito, accettereste un invito dalla mia signorina? - si chinò a porgere la mano mentre Julia si avvincinò a Francesco e mostrandosi felice chiese: - Io sono Julia, vuoi venire a casa mia??

- Oh che carina. - rispose Francesco. E Carlo rispose: - Se non siamo di disturbo, accetteremo volentieri.

- Papà, mamma! Possiamo ospitarli e farli vivere qui?!

- Che cosa?! - urlarono in coro i genitori.

- Uhm, e se li facessimo lavorare come quelli che accudiscono la casa?

- Principessa, vuoi dire come domestici? - disse con tono ironico il padre.

- Sì! -

Il padre comprese e volle dare una possibilità a quei due ragazzi e dargli in futuro, infatti erano appena maggiorenni e così propose ai due di far parte dei domestici, ma Julia si oppose perchè li volle come amministratore e direttore della reggia quando loro erano assenti. Il padre fu sorpreso che seppe queste cose, ma poi si spiegò tutto grazie all'intervento che diede la madre.

- Signorina Julia le siamo grati!

- Non serve, ma in cambio vorrei che mi siate i miei migiori amici! Ok?

- Le promettiamo anche fedeltà, Miss.

- Miss? Che significa? - si domandò, avendo sentito per la prima volta il termine.

- E' un alternativo di "Signorina" o "Lady". - rispose Carlo.

- Voi due mi siete simpatici, anche se preferirei il mio nome, va bene così!


Julia si riprese e Carlo farfugliò:
- Ci scusiamo per averle mentito, all'inizio dovevamo avvicinarci a lei fino al giorno del giudizio. E Fran sembra che col tempo si sia affezzionato a lei, Lady Julia. - lo shinigami serio guardò il fratello a terra - Non diverrai mai uno shinigami come i senpai. Io non mi farò battere... - diede uno sguado omicida a Ciel al quale si scagliò contro - Da un baby demone!! -
Ciel lo schivò: - Tsk, chi è il baby?! -
Ma Julia li fermò in tempo, prima che il ragazzo potesse contrattaccare:
- Fermi! - sbattè il iede per terra - Gli shinigami mantegono le promesse, vero? Quindi mi devi assoluta fedeltà, Carlo. E ubbidire. -

Lo shinigami si bloccò di colpo, perchè la ragazza aveva assunto un tono di comando e di autorità che non aveva mai avuto prima. In un certo senso, quella ragazza aveva incastrato due neo-shinigami a uno spiecie di patto, cosa che Ciel e Sebastian trovarono buffo: "Che nobildonna... Ha messo a tacere due shinigami in prova, non è da tutte. Questo è sicuro. Impressionante!"

- Vi andrà bene la prossima anima,e siccome non voglio perdere la mia vita oggi e causare altre divergenze con il mio demone di fidanzato, siete gentilmente licenziati. La tecnica all'inizio era buona ma alla fine se ti affezioni certamente non concludi niente. Vi do un consiglio, sorvegliante l'anima prescelta, più vicina ma senza entrare nella loro vita. Ho promesso la mia anima a Ciel, - si sbottonò la camicia e mostrò loro il simbolo. - e questa nè è la prova! -

Julia Clismatice aveva deciso di prendere la strada del demonio, candida e innocente si macchierà di sangue impuro con l'aiuto del conte.
La contessina ordinò a Fran e Carlo di andarsene. Ciel si godò la scena, Sebastian si spiegò che non riconobbe la presenza di shinigami perchè questi non avevano superato la prova finale; per fortuna la situazione fu sventata ancor prima di incominciare anche se Ciel ebbe il presintemento che non era ancora finita la battaglia, perchè era tutto tropppo semplice.

- Ciel, riguardo a stamattina, cos'è questa storia del trasferimento, eh? E' uno scherzo?! Solo perchè sospettata non significa che mi beccheranno, no? Julia si accomodò sul divano e il ragazzo accanto, lei si sdraiò sulle gambe e lo fissò intensamente, i suoi occhi videro per la prima volta la trasparenza di Ciel, che vide teso e anche il suo solito sguardo annoiato, poi sospirò e ammise la verità:
- Julia, quale preferisci? Londra o Parigi? -.

Julia cambiò espressione, non poteva parlare sul serio, avrebbe lasciato la sua amata Roma per una cosa del genere?! Così d'impulso gli urlò in faccia il nome:
- Ciel..! Come puoi..? - ma ci riflettè - Mmmh Parigi sarebbe bello almeno ritorneremo indietro nel tempo, ricordi?Però so che tu abitavi a Londra, o sbaglio?

- Come f-fai a..? - balbettò incredulo.

- La storiella che mi raccontava sempre mia madre, era ambientata a Londra. -
Rispose con tono semplice e vivace, ma poi tutti si voltarono a guardare Sebastian che entrò con la merenda, e Ciel riprese il discorso:
- Non riesco a capire. Sebastian tu sai di che storiella parla? -

Chiese con il sopracciglio inarcato, il mero maggiordomo scosse la testa rispondendo:
- No, non ne ho idea my lord, però se vuole mi informerò. - e si chinò leggeremente in segno di rispetto e buon appetito.

Con un cenno di mano, Ciel lo mandò via, e Julia lo avvertì:
- E' inutile! La sappiamo solo io e mia madre in questa casa, e qualunque alto Misslefost.

- Ma tu non sei una Clismatice? - chiese imboccandola. Lei si addentò il pasticcino e ci pensò prima qualche secondo, per spiegarli la situazione poi vagamente:
- Sì, ma... come spiegarti, è semplice ho preso il cognome di mio padre questo è vero, ma la storiella, anche se la considererei più una favoletta della buonanotte, è eridità della famiglia di mia madre, cioè dei Misslefost.

- Di cosa parla, mia lady? - sorseggiando finalemente il suo abituale e aromatico thè.

- Te! -

Il ragazzo non intese con quel "Te!", non riuscì a spiegarsi, ma tenendo a freno la rabbia, perchè la ragazza non capiva l'importanza della questione, appoggiò la tazzina e provò di affascinarla con il suo charme. Le accarezzò il viso e i suoi occhi ipnotici attirarono la sua attenzione, la ragazza ancora sdraiata sulle sue gambe, ebbe il colpo di grazia con il suo inaspettato e dolcissimo sorriso:
- Non farti pregare, mia lady. -

Julia rimase in silenzio, tenne per qualche secondo la bocca aperta per continuare ad ammirare la brillantezza che emise e circondò il fidanzato, la mente si bloccò e tutto il resto si addolcì.
"Perchè Ciel fa così? Cosa..? Cosa vuole sapere?"

- Julia, me la racconti? -

La ragazza non si mosse, i capelli scuri del ragazzo pendevano verso il basso come ghiacciai pungenti quando Ciel si chinò per baciarla.
< Avrebbe utilizzato qualsiasi mezzo per sapere ciò che vuole > aveva detto. Rimase immobile. Paralizzata dal non sapere cose fare, riuscì solo a chiudere gli occhi e attendere. Le accarezzò nuovamente il viso.
Il momento breve in cui ci fu il contatto, fu vegliato di nascosto da Sebastian che rimase in silenzio, dietro la porta; "Piccolo, a fior di pelle, leggero" queste furono le parole che rimbombavano nella mente della piccola Clismatice, quel bacio diverso dal precedente, era penetrativo, Julia riaprì gli occhi, si portò i posizione eretta e con un cenno capo accettò di raccontare la favola:
- Questa storia, ambientata a Londra, verso la fine dell'Ottocento, parla di un bambino di-.

All'improvviso le luci si spensero, tutte le finestre si chiusero e le tende filtrarono ogni raggio del tramonto; i due rimasero calmi, entrò Sebastian con un candelabro e li avvertì del blackout, Ciel tenne stretta Julia:
- Riposa mia lady. - con tono docile e sensibile, quasi inverosimile il conte propose la ragazza di accomodarsi tra le sue esili gambe; lei si fidò di lui, anche se un po' incerta, accolse l'invito:
- Huh, s-sì. -
Julia appoggiò la testa sulle sue gambe, come un cucciole poi si lasciò abbandonare dai sensi e si addormentò come un ghiro. Ciel si stupì, mentre Sebastian prontamente avvolse la ragazza con una coperta.

- Brava la mia lady - disse accarezandole la chioma corvina e sorridendo beffamente, Ciel, insieme a Sebastian in piedi, al lato destro del divano, attesero l'arrivo di due ospiti.
Tutto era pronto, si poteva incominciare.

Nota d'Autrice:
Ehm, mi scuso con tutti, ma siccome ho calcolato male all'inizio, ho voluto "italianizzare" i nomi dei shinigami. ^^" Gommenasai...
Dunque, e poi scusatemi per aver postato il capitolo così tardi; ho avuto molti compiti in questi tre giorni... >_> meglio non parlarne. -.-"
Vabbuo spero che vi sia piaciuto il capitolo, in caso contrario avete tutto il diritto di bombardarmi di critiche (sul serio, credo che su alcune non so, me lo meriterei, non posso pensare che il testo e tutto sia liscio come l'olio senza errori o che sia tutto ben collegato...)!
Alla prossima!
Bye and kiss
Julia28

  
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