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Autore: kumiko095    13/10/2011    3 recensioni
Ti amo, ti amo, futili parole al vento se sussurrate a nessuno.
Ti amo Lovino, ti amo, ma ti lascerò a lui, Antonio.
Ti amo Feliciano, ti amo, ma ti lascerò andare da lui, Ludwig (anche se crucco mangiapatate mi piace di più...)
E se un incomprensione separasse due persone che si amano?
E se la riflessione li ricongiungesse?
E sue due lettere, chiuse in un cassetto fossero viste solo all'ultimo momento?
Lovino e Feliciano, due corpi, un cuore.
Due Italie, ma una.
"Non è vero, non mi ami. Non puoi amare me e non amare lui" si voltò e sorrise "Siamo in due ma siamo la stessa persona"
"Tu lo ami?"
"Non puoi neanche immaginare quanto"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7 capitolo-Crucco mangiapatate in arrivo!
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-Lovinito!-
Lo spagnolo si affacciò appena in tempo per vedere l’italiano correre lontano ed ebbe l’impulso di seguirlo ma Gilbert lo fermò, afferrandolo per un braccio.
Il prussiano scosse la testa, guardandolo serio –Lascialo un po’ da solo…- disse, e come se le sue parole volessero essere contraddette all’istante, una figura sfrecciò accanto a loro, seguendo Lovino nella sua fuga.
-Feliciano, dove stai andando?!- il tedesco si avvicinò a loro e urlò all’altro, sperando che lo sentisse.
L’italiano si voltò e sorrise, un sorriso triste, ma pieno di speranza.
Antonio capì l’espressione di Feliciano in quel momento, più di tutti era quello che era stato ferito dalle parole che Lovino aveva detto prima di correre via.
Era quello più ferito, ma l’unico in grado di consolarlo.
 
 
Feliciano corse e corse ma alla fine perse di vista il fratello, più veloce di lui.
Roma era grandissima, ma l’italiano sapeva bene dove il fratello era andato a rifugiarsi.
Corse ancora, sperando che le sue ipotesi fossero vere, facendo lo sforzo immane di mantenersi ancora in piedi nonostante le gambe tremassero e volessero cedere a ogni passo compiuto.
Si ritrovò così di fronte ad un’immensa villa abbandonata alla periferia della capitale, quella che un tempo era la casa del nonno Roma, e anche sua e di Lovino.
Aprì la porta di legno con uno scatto e si guardò intorno.
Tutto era intatto e al suo posto.
I quadri alle pareti, i mobili al loro posto, la polvere che stranamente si era posata solo sul pavimento e sul corrimano della scala.
Controllò prima nella sala da pranzo dove il lungo tavolo in marmo era ancora preziosamente arredato, poi passò al bagno e al piano superiore.
La camera degli ospiti era vuota, come quella sua e di suo fratello.
Iniziava seriamente a perdere la speranza, Feliciano.
Con un sospiro si avvicinò all’ultima camera rimasta, quella del nonno.
Sin da piccoli, naturalmente dopo la morte di Romanus, Lovino aveva preso l’abitudine di nascondersi lì dentro perchè Feliciano non avrebbe mai avuto il coraggio di entrare in quella camera che rievocava ricordi, che aveva il profumo del nonno, che sapeva di lui, e sarebbe scappato in lacrime.
Posò la mano sulla maniglia e la girò, trattenendo il respiro.
Era la prima volta, che metteva piede lì dentro.
Sentì un singhiozzo provenire dall’interno e decise di entrare.
Spalancò la porta velocemente e vide davanti a se la figura del fratello rannicchiato sotto le coperte.
Il fagotto si alzava e abbassava a scatti, probabilmente perchè tra le lacrime sfuggiva un singhiozzo involontario.
Si avvicinò e salì a gattoni sul letto, accarezzano la testa del fratello da sopra la coperta.
Lovino trattenne il respiro e sgranò gli occhi: quel soffice tocco, leggero e dolce era solo la sensazione che Feliciano poteva dargli.
Il suo Feliciano, dannazione! Il suo e di nessuno altro!
Il fratello gli sfilò piano la coperta dal viso, fino a fissare i suoi occhi ambrati e dolci nei suoi, sofferenti e lucidi.
-Feli…- sussurrò –perchè?-
Perchè era venuto?
Aveva mandato a quel paese anche lui, perchè non era rimasto con gli altri a prendersi gioco di lui?
E poi come faceva a sapere che era lì?
Come era riuscito ad entrare in quella stanza piena di ricordi senza crollare in lacrime come lui in quel momento?
Perchè era lui a consolarlo e non il contrario?
Era lui il maggiore, maledizione!
- Perchè…- Feliciano esitò. Non avrebbe dovuto fare tanti giri di parole per spiegarglielo, sarebbe stato inutile e Lovino non l’avrebbe neanche lasciato finire di parlare.
Ci voleva qualcosa di coinciso e lapidario.
- Perchè ti voglio bene, Lovi-
All’altro italiano mancò il respiro, certo, non era una dichiarazione d’amore ma suo fratello aveva espresso i suoi sentimenti come poche volte aveva fatto.
Certo, glielo aveva fatto capire in tutti i modi che Feliciano a lui ci teneva, ma girandoci intorno, dimostrandolo diversamente, senza mai essere così preciso e spontaneo.
Lovino arrossì e chiuse gli occhi di riflesso, mentre altre lacrime riprendevano a scendere copiose.
Feliciano lo abbracciò di slancio, stringendoselo a sé.
Posò la testa sulla spalla sinistra di Lovino mentre sentiva il respiro caldo del fratello sul petto e le sue mani stringersi sul tessuto della sua maglia.
-Sei uno stupido Feli…- mormorò, sotto le coperte.
-Lo so- rispose l’altro, sorridendo.
Rimasero per un po’ in silenzio in quella posizione, non avevano bisogno di parole per capirsi.
Era troppo, veramente troppo tempo che non erano così vicini, così fraterni.
Oddio fraterni!Come poteva essere fraterno Lovino, con la persona che amava?
Era così sbagliato quell’amore, così morboso e proibito.
Eppure così bello, così caldo e accogliente, dolce, proprio come il suo Feli.
-Fratellone…- lo chiamò proprio quest’ultimo, con quell’appellativo che avrebbe preferito non sentire, se non fossero stati fratelli non ci sarebbe stato tutto quel caos!
-Si?-
-Hai smesso di piangere, vero?!-
Quella domanda lo colse del tutto impreparato e solo allora si accorse che si, gli occhi erano ancora umidi ma aveva effettivamente smesso di piangere.
Feliciano si staccò piano da lui e Lovino avrebbe voluto gridare che non l’avrebbe dovuto fare,che sarebbero dovuti rimanere così per più o meno tutta la vita.
Il minore lo guardò sorridendo, poi si avvicinò piano al suo viso e Lovino trattenne il fiato.
Le labbra di Feliciano indugiarono vicinissime a quelle dell’altro, per poi spostarsi e lasciare un bacio sulla guancia dell’altro.
Lovino si morse le labbra e aggrottò le sopraciglia in        un’espressione corrucciata, una delle solite insomma.
Feliciano si scostò e l’altro sentì il bisogno impellente di quelle labbra calde e morbide, non più sulla guancia, ma sulle sue di labbra.
Le osservò aprirsi vellutate mentre il fratello parlava, con quella voglia matta che aumentava sempre di più.
-Veh Fratellone, mi dispiace per prima…- disse Feliciano, guardando Lovino, non notando che lo sguardo di quello fosse passato dai suoi occhi alle labbra.
-Hanno detto delle cose brutte anche gli altri e io avrei dovuto difenderti, però le parole non uscivano e avevo paura di dire qualcosa che ti sarebbe ritorta contro, fratellone- fece una pausa sospirando, mentre Lovino si mordeva le labbra per resistere alla tentazione di avvicinarsi e baciarlo –Poi quella canzone era davvero bella,veh, però chi l’ha scritta poteva evitare tutte quelle parolacce, così la colpa ricade tutta su di te e…-
Feliciano continuava a parlare e parlare e Lovino ormai non riusciva più trattenersi, come poteva, avendo davanti a sé l’oggetto dei suoi desideri?
-Era solo una fottuta canzone di merda- disse, prendendo il viso del fratello tra le mani e avvicinando il suo.
Feliciano lo guardava con quegli occhi dolci e profondi e lui si specchiava dentro gli stessi poi…
DRRRRRINNNNNNNNN!
Il cellulare di Feliciano squillò e l’italiano si distrasse.
Prese il cellulare dalla tasca e rispose alla chiamata mentre l’altro si spostava controvoglia.
-Pronto? Ah, Lud!Sei tu! Si, l’ho trovato, ho trovato Lovi!
Dove siamo?Alla casa del nonno. Sai dov’è, no?...-
L’italiano parlava a raffica mentre l’altro aveva a fulminare il galaxi mini pro che il fratello aveva all’orecchio, avrebbe tanto voluto bruciarlo quel cellulare!!!
Aveva dimenticato Lovino, in quell’attimo di follia, che se anche il problema con lo spagnolo era più o meno risolto ora c’era quello.
-Lud sta venendo qui!- trillò Feliciano, chiudendo la chiamata e mettendo il cellulare touch screen in tasca.
Di bene in meglio, prima la canzone di merda, ora il bastardo crucco mangiapatate in arrivo!



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Capitolo 7, signori e signore!!!
Momento davvero fluffloso super super puccioso con presenza di un quasi bacio, rovinato dalla fantastica telefonata del nostro LUD!!!!
Lud, ma che mi conmbini, maledizione!I nostri Feli e Lovi stavano per baciarsi e tu li distrai?Ma sei normale?! Meriti una punizione *che però non infliggerò o chi legge mi pugnalerà, sparerà, strozzerà....insomma,mi ucciderà per aver ucciso il nostro crucco perferito!!!* *E io?* *Zitto Gilbert! Sei magnifico ma non sei crucco!* *Gil sorride*
so bene che molte fan della spamano avrebbero voluto che fosse Antonio  correre a consolare Lovino, ma avevamo bisogno di Feli qua!
Lui conosce tutta Roma e soprattutto conosce Lovi quindi solo lui poteva sapere che Lovino si sarebbe nascosto nella casa di Romanus, dove vivevano in precedenza.

Ebbene il nostro italianuccio era proprio lì e sperava che il fratello non avesse il coraggio di entrare nella camera del nonno ma sfortunatamente/fortunatamente Feli questa volta si è dimostrato forte ed è andato a consolare il suo fratellone.
Cosa che Lovino non accetta per niente perchè è lui il maggiore e dovrebbe essere lui a stringere il suo fratellino piangente a se, ma si sa, Lovi cambia facilmente idea... *tsundere....tsundere...tsundere*
E Feli non può che esserne felice *ma anche tutti e due,dai* e gli dice di volergli bene, un semplice "ti voglio bene" che vuol dire "ti amo" ma che Lovi, convinto che il fratello sia innamorato del crucco, percepisce solo come "ti voglio bene perchè sei il mio fratellone e non la persona che amo".

Concludiamo il tutto con Feliciano che indugia sulle labbra di Lovino per poi dargli un semplice bacio sulla guancia, dimostrandogli solo l'amore fraterno e non quello che in realtà vorrebbe veramente dare al fratello. Questa semplice azione però scatena nel maggiore la voglia inaspettata e incontrollata di incollare le proprie labbra su quelle dell'altro, che usa per blaterare all'infinito.
*sffff, si asciuga il sudore dalla fronte (modo di dire, visto che sta congelando)* credo di aver detto abbastanza, se mi dilungo ancora perderò il gusto di leggere le recensioni che le anime buone mi lasceranno^^
Grazie a chi recensisce e chi semplicemente legge,
(RECENSITE!!!!guadagnate tanti bei punti XD) <----------oddio, faccina con il doppio mento!
A domani,
Kissuuuuuuuuuuuuuu
Kumiko095

 

  
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